Vittima facile

 

Vittima facile. Storie di piccoli criminali, quelli che poi sono le vere vittime, le “ultime ruote del carro”

 

di Elton Kalica

 

“Vittima facile” è la storia di un gruppo di “ragazzi fuori” di oggi. I tempi cambiano, e con loro i costumi, le abitudini e tutti gli altri aspetti della vita si evolvono. E  anche i criminali si  adeguano ai tempi e alle situazioni. Ma ad adeguarsi realmente sono i grandi colpevoli, quelli che per Victor Hugo non vedono mai la forca. Sono invece i piccoli criminali quelli che, in contrasto con il mondo, rifiutano di cambiare faccia e comportamento. Si barricano in forme di criminalità vecchie e sorpassate, che li differenziano doppiamente dalla società d’oggi. E sono poi quelli che pagano il prezzo più alto per le loro disgrazie, per la loro stupidità, per la loro ignoranza e spesso anche per i loro sogni, come l’ingenuo sogno di Vincenzino, il protagonista di “Vittima facile” di Luigi Bernardi.

Trovare una “vittima facile” è il primo pensiero che viene in mente a Vincenzino, un ragazzino che vuole farsi strada nell’ambiente del crimine e cerca un modo per farsi conoscere dai potenti della malavita, a Bari dove la storia è ambientata. 

E una vittima facile sembra essere Francesca, la ragazza che verrà sequestrata da Vincenzino e che poi si rivelerà tutt’altro che facile. Tutto sembra facile nella vita di questo adolescente, che si fa largo tra la gente della sua città attraverso piccoli furti, estorsioni, rapine. Un ragazzo di capacità senz’altro superiori, ma che però sfrutta male. Lui vuole essere indipendente, libero dalle regole. Ha in mente un suo progetto a lunga scadenza, che con pazienza cerca di realizzare, ha dimostrato coraggio, freddezza e capacità d’azione, doti che dovrebbero non solo temprare il suo carattere, ma anche fare da “biglietto da visita” tra quelli che contano: i veri duri.

Allora cos’altro deve fare per collocarsi a quel livello di prestigio, al quale vuole arrivare? Qual è, quel salto di qualità, che affermerebbe la sua figura di boss e che gli darebbe anche le basi finanziarie per portare avanti il suo progetto grandioso, di avere tanta fama e tanti soldi in breve tempo?

Ecco allora l’idea del rapimento, che non solo prende forma nella sua mente, ma che viene anche subito messa in atto. E dopo il rapimento, la prigionia, le attese, le ricerche, il riscatto, che si susseguono in questo romanzo con la velocità e la freddezza che oggi una realtà sempre più frenetica impone. L’unico posto dove la frenesia della vita non entra è la camera da letto dove è segregata Francesca, la ragazza sequestrata, che condivide questa costrizione e l’isolamento con Chiara, la suo carceriera. Chiara è la ragazza di Vincenzino, un personaggio che richiama una realtà dimenticata, quella delle ragazze che scappano dalla campagna arretrata e senza prospettive, per trovarsi in una città moderna, piena di vita ma anche di indifferenza. Le scelte che possono fare persone così in verità sono sempre poche, e comunque portano quasi tutte o alla miseria o al crimine. Lei ha scelto la seconda.

Sarebbe scontato, il classico affetto e dialogo che nascono anche qui tra carcerato e carceriera, se non fosse che la carceriera è più scoperta e fragile della sua prigioniera e che quello che Francesca prova per Chiara è soprattutto compassione. Sono tutte e due giovanissime, piene di sogni e di vita, ma la vita le ha collocate in posti diametralmente opposti. Una cresciuta tra gli abbracci e le cure paterne, tra istruzione e benessere; l’altra cresciuta tra sofferenze e insulti da una madre assente e un nonno ubriacone e molestatore. Due adolescenze diverse che il destino unisce in quella stanza buia e sporca.

“Vittima facile” è un romanzo duro, che ci porta brutalmente dentro la vita di un mondo di ragazzi abituati da sempre all’illegalità, le vere vittime delle storie criminali, anche quando vorrebbero esserne i protagonisti.

 

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