Le recensioni di "Ristretti"

 

"Testimone inconsapevole", un legal thriller di casa nostra

Il protagonista è un avvocato che legge romanzi americani, ascolta i Dire Straits e difende con passione un poveraccio

 

di Elton Kalica

 

"Anni prima il mio lavoro mi piaceva abbastanza. Adesso invece mi dava un vago senso di nausea": questo pensa Guido Guerrieri, un avvocato di Bari cinico, stanco, consapevole di aver fatto assolvere gente che non lo meritava, senza più stimoli e voglia di reagire, proprio mentre, arrivato a casa, trova la moglie che gli comunica che vuole la separazione. Lei sostiene calma e implacabile che lui è diventato un uomo mediocre. E subito dopo lo butta fuori di casa.

Il leggero sollievo dei primi giorni di "libertà" si trasforma presto in un incubo. Guido Guerrieri viene invaso da attacchi di panico, diventa claustrofobico, facile alle lacrime, paranoico al punto che superstizioni infantili emergono dall’oblio e lo invadono portandolo vicino alla pazzia.

Ma l’avvocato sa di non essere ancora pazzo, e sa anche che la terapia prescritta dallo psichiatra non funzionerà. Allora riprende ad andare alla palestra di boxe dove cerca di dimenticare le ombre che lo perseguitano. Ricomincia a preparare processi, ascoltare i clienti. I clienti. Un giorno riceve la visita di una cliente, una donna di colore dall’aspetto aristocratico. Il suo compagno – un "vuccumprà" senegalese – è stato arrestato per il sequestro e l’omicidio di un bambino di nove anni, bianco. Un bambino che è scomparso dal giardino della casa dei nonni al mare, ed è stato trovato morto, in un pozzo.

L’avvocato che non dormiva da mesi, avviluppato in pensieri ossessivi e tristi, si riprende. Il caso lo incuriosisce e decide di occuparsene, anche se l’uomo arrestato non ha abbastanza denaro e la donna di colore, l’unico punto di riferimento per l’uomo, è costretta a ritornare al suo paese d’origine lasciandolo solo con quella responsabilità.

Nel frattempo, la difficile strada del triste avvocato viene attraversata dall’amicizia di una nuova vicina di casa, che è appena uscita da una storia di alcolismo, ma che come lui è stata un avvocato, legge romanzi americani, come lui, e ascolta i Dire Straits. Sarebbe una storia perfetta con cui leccarsi le ferite ancora fresche, ma lui ci va cauto, molto cauto. Confuso e assalito da dubbi, alla fine Guido Guerrieri affronta il processo: deve fare i conti con un procuratore che non ha alcuna prova in mano ma ha diverse testimonianze che sostengono la sua teoria e dei testimoni convinti di contribuire alla condanna del colpevole, dell’uomo nero.

L’accusato dal suo canto non ha nessuna prova che lo scagioni: ma non dovrebbe essere lui a provare la sua innocenza, è l’accusa che deve dimostrare la sua colpevolezza. Nonostante il rito processuale italiano offra pochi colpi di scena, l’avvocato riesce ad animarlo, anzi lo stravolge. Umilia il maresciallo dei carabinieri, sottomette il testimone chiave, poi attacca il procuratore. Però tutto ciò non basta. L’uomo non si abbatte. Forse c’è una telefonata che potrebbe sottrarre il suo cliente dalle grinfie degli uomini bianchi che lo vogliono vedere al rogo. Ma basterà? E soprattutto, che piega prenderà la vita dell’avvocato dopo il processo? Riuscirà ad emergere dagli abissi della sua psiche dove la separazione dalla moglie lo aveva seppellito?

Per qualcuno gli avvocati sono degli avvoltoi in cerca di vittime da ripulire, per altri dei mostri di astuzia che si muovono con perfida abilità nei labirinti della giustizia rendendole la vita difficile. Per noi detenuti, quelle poche volte che riescono a fare uscire qualcuno sono dei geni, ma veramente quelle poche volte. In tutti gli altri casi, quando falliscono, allora sono solo l’oggetto delle nostre maledizioni. L’avvocato di questa storia forse è soprattutto fortunato, ma almeno, dopo un inizio stanco e senza slanci, alla fine riscopre la passione e la voglia di cercare la verità. "Testimone inconsapevole" è una storia raccontata da un magistrato che sui processi la sa lunga, ma forse anche sulla depressione, l’ansia e il rock americano.

 

 

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