Proposta Lega Nord

 

Indulto, indultino, amnistia...

Controproposta: che lavorino per la società

Lega con la gente: criminali in carcere

 

La Padania, 15 gennaio 2003

 

A leggere le cronache politiche di questi ultime settimane, il maggior problema italiano - oltre ai nove milioni di processi arretrati, lo dice il procuratore generale di Cassazione - sembra essere quello di come far uscire i carcerati di prigione. Pare un’emergenza nazionale, una necessità assoluta e inderogabile: tutti fuori! Roberto Cota, presidente del consiglio regionale piemontese, non la pensa così. "C’è un primo dato incontrovertibile, sul quale nessuno può obiettare nulla: la gente non vuole l’indulto. E c’è da dire che la gente ha pure ragione: vuole avere semplicemente la certezza che chi è stato condannato alla pena detentiva, poi la sconti effettivamente, poiché è stato riconosciuto come individuo pericoloso per la società. Mi pare semplice, un dato evidente di giustizia".

 

Dunque la Lega conferma la propria contrarietà a un provvedimento di questo tipo?

 

"La Lega Nord è ufficialmente contraria all’indulto perché con esso verrebbe meno il principio della certezza della pena. Un problema ben diverso è quello delle condanne ingiuste, che sono tali per un duplice ordine di motivi".

 

Quali?

 

"Primo caso: vi sono persone condannate per reati anacronistici come quelli opinione, che ancora esistono nel nostro ordinamento. Non è tollerabile che qualcuno debba scontare pene detentive per reati legati alla semplice manifestazione del proprio pensiero, qualunque esso sia. È, questo, un problema ben conosciuto a noi leghisti: quante volte siamo stati accusati dei reati più fantasiosi, "costruiti" utilizzando il codice Rocco! Abbiamo insomma una vasta esperienza. Poi - ed è il secondo caso - possono scaturire sentenze ingiuste da processi durante i quali non sono stati rispettati i diritti degli imputati. Ma entrambi i problemi - reati di opinione e garanzie per gli imputati - vanno affrontati in altro modo, con le riforme, non certo pensando all’indulto, che non ha alcuna attinenza. Vanno piuttosto aboliti i reati di opinione e separate le carriere di giudici e pm, in modo da avere sentenze pronunciate da collegi sicuramente imparziali. Ma questo è un altro discorso".

 

Tornando alla questione indulto: qualcuno lo invoca anche per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario... Che ne pensa?

 

"Mi pare un’assurdità. Si colpisce il principio dell’effettività della pena per svuotare provvisoriamente carceri che si riempirebbero di nuovo in poco tempo, senza tenere conto di almeno due questioni gravi. La prima è quella relativa alla popolazione carceraria tossicodipendente. Uscendo dal carcere, queste persone finirebbero inevitabilmente di nuovo nel "giro", interrompendo in alcuni casi il programma terapeutico avviato. È evidente la pericolosità sociale in queste condizioni. La seconda questione riguarda i detenuti extracomunitari: quando dovessero uscire di carcere coloro che hanno fornito

generalità false - e sono tanti - bisognerebbe garantire un rimpatrio immediato effettivo per non creare altri problemi alla società... E allora ricadiamo nel problema della applicazione immediata della Bossi-Fini".

 

Il carroccio considera negativamente anche il cosiddetto "indultino"?

 

"L’indultino attiene alla modalità di esecuzione della pena: prevede l’uscita automatica dal carcere dopo che si è scontata almeno una parte della pena. È un indulto mascherato che presenta anche problemi di costituzionalità. Lo si vuole far passare come modifica alla legge sulle misure alternative alla detenzione, anche per scavalcare l’iter specifico previsto per l’approvazione di un "normale" indulto. Anche in questo caso la Lega dice di no e ha una proposta alternativa: se si vuole intervenire sulle misure alternative al carcere - posto che la nostra legislazione ne prevede già parecchie - lo si può fare sviluppando il concetto di lavoro all’esterno dell’istituto penitenziario. Si preveda un ampliamento delle previsioni relative al regime di semilibertà, dando la possibilità al carcerato di lavorare fuori di prigione. Su questo si può ragionare: il provvedimento avrebbe un evidente finalità di rieducazione, nonché un’utilità sociale sicura, specie in un periodo come questo, in cui il governo ha avviato una nuova stagione di opere pubbliche da costruire... Direi che potrebbe essere una soluzione ideale".

 

Netta contrarietà, dunque, a qualsiasi tipo di "atto di clemenza"?

 

"Sostanzialmente sì, la Lega è per una riforma della giustizia nel senso sopra accennato. Ma v’è da fare una distinzione. Il nostro "no" all’indulto è netto. Dobbiamo invece spiegare che tra questa fattispecie e l’amnistia c’è una netta differenza. L’indulto estingue la pena, non il reato: si riconosce insomma che Tizio è colpevole, ma non lo si punisce. È una cosa assurda e ingiusta. L’amnistia estingue invece il reato, quindi non tocca il principio della certezza della pena. Aiuta inoltre i tribunali a smaltire l’immensa mole di lavoro arretrato. Insomma, risulta preferibile, anche se il nostro parere è comunque negativo". "Noi dobbiamo tutelare sia la collettività sia le persone offese, invece alcuni hanno in mente solo i criminali. La Lega Nord pensa alle vittime dei reati, non vogliamo dimenticarli": Luciano Gasperini, presidente federale della Lega Nord ed ex capogruppo del Carroccio al Senato, non si accoda ai soliti politicanti impegnati nella difesa dei carnefici, ma punta l’attenzione sulle vittime e respinge ogni ipotesi di indulto, indultino o amnistia.

 

Presidente Gasperini, cosa pensa di questi provvedimenti di clemenza che la sinistra continua a reclamare?


"Noi siamo contrari a qualunque provvedimento di clemenza: no all’indulto, all’indultino e all’amnistia. Approvare queste cose porterebbe ad una sconfitta dello Stato di diritto, sarebbe soltanto un provvedimento inutile che non favorisce in nessun modo la Giustizia. Verrebbero scarcerati numerosi delinquenti che rappresentano ancora un pericolo per la collettività. Bisogna tenere conto delle persone vittime di questi criminali, che subirebbero un’ulteriore beffa, e della sicurezza dei cittadini. Sarebbero più utili delle misure alternative sulla base dello studio della personalità del delinquente e della sua volontà di reinserimento sociale. Quindi non un provvedimento generalizzato e ingiusto. È sbagliato tirare sempre in ballo il perdono, che è un aspetto individuale della persona, è un sentimento soggettivo.

La vittima del reato, se lo ritiene , può concedere il perdono ma allo stato di diritto non appartiene il concetto di perdono, ma solo il più vasto concetto di Giustizia. Anche la Giustizia è un bene ed è paragonabile al perdono, solo che quest’ultimo è individuale. Abbiamo già troppi istituti che determinano un’attenuazione della pena, se a questi aggiungiamo anche l’amnistia e l’indulto portiamo a sfacelo quel principio per il quale noi ci battiamo: la certezza della pena".

 

Quindi lei voterebbe contro anche all’indultino di cui tanto si discute in Parlamento?

 

"La Lega è contro anche a questo tipo di provvedimento di clemenza. Non è altro che una forma di indulto utile a raggirare l’ostacolo costituzionale del quorum che prevede un consenso dei due terzi nelle Camere. Vorrebbero concedere con la maggioranza semplice ciò che non riescono a regalare con la maggioranza qualificata. È un provvedimento anticostituzionale. Io invece propongo il lavoro carcerario, non si può tenere i detenuti in carceri sovraffollate per farli soffrire maggiormente: occorre aumentare il numero delle carceri, dare più dotazioni ai giudici e migliorare le strutture dell’esecuzione della pena. Un provvedimento generalizzato solo per sfoltire le carceri e togliere milioni di fascicoli dai tavoli dei giudici è inconcepibile. Questo non andrebbe incontro né al perdono richiesto dalla Chiesa, né ad uno stato di diritto".

 

Questa continua discussione sull’indulto non ha generato nei cittadini la sensazione che alla legge si può sempre scappare?

 

"Certamente queste discussioni determinano l’idea che nel nostro ordinamento non esista la certezza della pena. Favara ha detto che l’80% dei responsabili di delitti non viene scoperto. Se sul restante 20% concediamo anche dei provvedimenti di clemenza...È un incentivo a commettere reati".

 

Cosa pensa delle proteste dei carcerati?

 

"I carcerati hanno ragione perché con la libertà dei cittadini non si può scherzare e dare false illusioni. Bisogna essere seri e prendere decisioni ben precise. Noi della Lega siamo sempre stati chiari: no all’indulto. Tanti, invece, fomentano false illusioni e portano alle rivolte carcerarie illudendo i detenuti. Noi siamo seri, continuiamo per la nostra strada e manteniamo la fermezza che avevamo promesso ai cittadini nei confronti della punizione dei reati commessi".

 

Perché la Lega porta avanti questa battaglia?

 

"Noi abbiamo raccolto i sentimenti della popolazione allarmata dall'indulto a causa della remissione in libertà di tanti detenuti. Se si vuole ridurre una pena ci deve prima essere un atteggiamento meritorio da parte del condannato. Noi siamo contro questo indulto e lo siamo sempre stati. Adesso non si può cambiare idea perché siamo sollecitati dalla paura di rivolte carcerarie. Altrimenti non saremmo fedeli al mandato ricevuto dagli elettori. Noi rappresentiamo quella parte di popolazione che non è disposta ad accettare questi provvedimenti".

 

Lei non ritiene che in carcere vi siano delle persone ingiustamente condannate?

 

"In questi casi può subentrare l’istituto della grazia. Quando c’è un errore giudiziario il Capo dello Stato può concedere la Grazia. L’indulto e l’amnistia, storicamente, non hanno mai risolto il problema del sovraffollamento se non provvisoriamente. Il perdonismo non appartiene alla cultura dello stato di diritto".

 

Precedente Home Su Successiva