La Lega mostra gli artigli

 

Carceri, la Lega mostra gli artigli

 

Liberazione, 10 luglio 2003

 

La decisione della Camera sull’indultino bloccata dall’ostruzionismo dei deputati di Bossi: "Noi stiamo con Abele". "Il patto elettorale che lega la Casa delle libertà è finito": la picconata di Bossi sulla maggioranza rimbalza nell’aula di Montecitorio urlata a pieno furore dal leghista Gibelli mentre si discute il provvedimento umanitario per i detenuti. Poi è schiamazzo. Un gruppo di deputati leghisti indossa la maglietta su cui è scritto "Io sto con Abele. Caino sconti la pena". Casini li espelle dall’aula e sospende il dibattito. Si ricomincia dopo un quarto d’ora. Il leghista Rizzi vomita rabbia: "Qualcuno che è in quest’aula ha fatto pubblica dichiarazione che la Lega è indegna di stare in parlamento. Questo imbecille è Volonté".

È Luca Volonté capo del gruppo Udc. Casini lo azzitta: a nessuno è consentito dare dell’imbecille a un altro deputato. La Russa di Alleanza Nazionale rimprovera Casini di essere stato troppo severo con i parlamentari della Lega che hanno indossato la magliette pro Abele.

Violante chiede la presenza in aula del presidente del Consiglio perché spieghi come intende superare la crisi politica ormai in atto nella sua maggioranza. Forza Italia e Udc votano a favore dell’emendamento della Margherita che fissa a due anni la sospensione della pena a condizione che ne sia scontata almeno la metà. E’ un compromesso che secondo ulivisti e forzisti potrebbe rimuovere la posizione del Senato che ha approvato il provvedimento in un testo che riduce a un anno il beneficio della sospensione della pena.

I toni della Lega contro gli altri pezzi della maggioranza che non votano i suoi emendamenti sono tizzoni ardenti. Bicale rivolto ad An: "Alla gente diremo da che parte vi siete schierati". Dussin rivolto a Forza Italia: "Se c’è libertà di coscienza su questo provvedimento mi sentirò libero di votare secondo coscienza su tutte le proposte che arriveranno in quest’aula". La Russa risponde alla Lega: "Voteremo no, senza faccia feroce e senza ricorrere agli atteggiamenti propagadistici plateali come fanno altri gruppi della maggioranza".

Gli alterchi nella maggioranza hanno bloccato un tentativo fatto da Forza Italia per far votare il provvedimento a conclusione di una giornata di dibattito, che ha lasciato un senso di desolazione per la grossolanità e i miseri contenuti degli argomenti usati dai parlamentari della lega per tener banco. Nulla mostrava che si stava discutendo di una grande questione umanitaria.

Il "baccagniu" è un termine del gergo della malavita che indica il modo di esprimersi di un clan. Non c’è parola più appropriata per definire il linguaggio usato dai 18 deputati leghisti che hanno iscenato ieri alla Camera per tutta la giornata l’ostruzionismo contro il provvedimento che concede ai detenuti la sospensione condizionata della pena. I cittadini che hanno seguito il dibattito su radio radicale e sul canale 137 della tv hanno avuto un esempio inquivocabile del profilo culturale e istituzionale del partito che alza la bandiera del regionalismo padano.

L’idea dominante del baccagniu padano è il carcere come garanzia per la roba, per la sicurezza, per la stabilità sociale, per la preservazione etnica.

Il cittadino lombardo Cesare Beccaria scrisse più di due mesi fa: "Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà".

Nel parlamento italiano ieri si sono fatti discorsi degni dei secoli più bui della giustizia. Avanti padani! Dussin: "Uno stato civile organizza l’esecuzione delle pene non in funzione dei posti disponibili nelle carceri ma del numero dei delinquenti che circolano nella società". Altro che pene umanitarie! Altro che trattamento rieducativo!

Basta riempire le carceri, ammucchiare dei corpi uno sull’altro. Bicale: "Un atto di clemenza serve solo a far uscire di galera chi ci tornerà due giorni dopo". Vascon: "Il costo di un detenuto è pari a quello di un posto letto in un ospedale. Il nostro Stato spende un mucchio di soldi per mantenere in carcere con tutti i conforti orde di delinquenti che hanno scelto a proprio piacere il nostro Paese. Dobbiamo mandarli a scontare le pene nei loro Paesi". Francesca Martini: "Con quale coraggio possiamo presentare ai cittadini un provvedimento che avrà come effetto di far tornare i delinquenti scarcerati a passeggiare sotto le loro case?". Rossi: Il parlamento sta premiando quelli che per procurarsi da vivere rubano agli altri quello è il frutto del loro lavoro onesto".

Didone: "Siamo immersi nella peggiore cozzaglia che altri Paesi potevano espellere" Caparini: "Provvedimento vergognoso. Ci propongono di votare una schifezza. Dobbiamo fare accordi con i paesi esportatori di criminalità, in modo che i criminali se li tengano nelle loro carceri". Il presidente della Camera ha sentito il bisogno di fare un richiamo al rispetto della dignità di tutti i cittadini "gli innocenti e i condannati". Oggi si vota sugli articoli della legge.

 

 

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