Regime di semilibertà

 

Regolamento penitenziario (D.P.R. 230/2000)

 

Articolo 101

Regime di semilibertà

 

L’ordinanza di ammissione alla semilibertà esecutiva, salva la ipotesi di sospensione della esecuzione di cui al comma 7 dell’articolo 666 del codice di procedura penale, è inviata, in copia, dalla cancelleria del tribunale di sorveglianza all’ufficio di sorveglianza ed alle direzioni dell’istituto penitenziario e del centro servizio sociale.

Nei confronti del condannato e dell’internato ammesso al regime di semilibertà è formulato un particolare programma di trattamento, che deve essere redatto entro cinque giorni, anche in via provvisoria dal solo direttore, e che è approvato dal magistrato di sorveglianza. Quando la misura deve essere eseguita in luogo diverso, il soggetto lo raggiunge libero nella persona, munito di copia del programma di trattamento provvisorio, che può essere limitato a definire le modalità per raggiungere l’istituto o sezione in cui la semilibertà deve essere attuata. Nel programma di trattamento per l’attuazione della semilibertà sono dettate le prescrizioni che il condannato o l’internato si deve impegnare, per scritto, ad osservare durante il tempo da trascorrere fuori dell’istituto, anche in ordine ai rapporti con la famiglia e con il servizio sociale, nonché quelle relative all’orario di uscita e di rientro. Nel programma di trattamento, al fine di accompagnare l’inserimento esterno per la specifica attività per cui vi è ammissione alla semilibertà con la integrazione della persona nell’ambiente familiare e sociale, sia nei giorni di svolgimento della specifica attività predetta, particolarmente per la possibile consumazione dei pasti in famiglia, sia negli altri giorni, sono indicati i rapporti che la persona potrà mantenere all’esterno negli ambienti indicati, rapporti che risultino utili al processo di reinserimento sociale, secondo le indicazioni provenienti dalla attività di osservazione e in particolare dagli aggiornamenti sulla situazione esterna da parte del centro servizio sociale.

La responsabilità del trattamento resta affidata al direttore, che si avvale del centro di servizio sociale per la vigilanza e l’assistenza del soggetto nell’ambiente libero. Gli interventi del servizio sociale vengono svolti secondo le modalità precisate dall’articolo 118, nei limiti del regime proprio della misura.

Nei casi in cui all’articolo 51 della legge, il direttore riferisce al tribunale ed al magistrato di sorveglianza.

L’ammesso al regime di semilibertà deve dare conto al personale dell’istituto, appositamente incaricato, dell’uso del denaro di cui è autorizzato a disporre.

Nel caso di mutamento dell’attività di cui al primo comma dell’articolo 48 della legge o se la misura deve essere proseguita in località situata in altra giurisdizione, si applicano le disposizioni di cui al comma 9 dell’articolo 89. Il direttore dell’istituto di provenienza informa dell’arrivo del semilibero l’istituto di destinazione. L’interessato viene subito ammesso al regime di semilibertà nel nuovo istituto secondo il programma di trattamento già redatto, con le eventuali modifiche.

Per il semilibero ricoverato in luogo esterno di cura, ai sensi dell’articolo 11, secondo comma della legge non è disposto piantonamento.

Sezioni autonome di istituti per la semilibertà possono essere ubicate in edifici o in parti di edifici di civile abitazione.

Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni degli articoli 96, 97 e 98.

 

 

 

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