Vita - 31 ottobre 2003

 

L’impossibilità di curarsi in carcere. Lettere da Bollate

 

Di salute in carcere ultimamente si è parlato perché il disagio ha toccato livelli inaccettabili, anche se l’impressione è che si sia disposti, quando si tratta della vita dei detenuti, ad accettare oltre ogni limite situazioni di degrado e di cattiva sanità. Quelle che seguono sono piccole testimonianze, raccolte dai detenuti che, sul giornale Carte Bollate, hanno fatto un’indagine sulla situazione sanitaria nel carcere in cui vivono. Ma le cose vanno così dappertutto perché i tagli ai fondi per fa salute in carcere sono stati drastici e stanno portando al collasso un sistema, già disastrato.

 

Ornella Favero

 

G.L., 63 anni: "Sono diabetico e laringectomizzato, mi spetterebbe il piantone fisso, ma… Faccio regolarmente, tre volte al giorno, l’insulina, per un totale di 52 unità. È dal 15 marzo che chiedo di vedere un diabetologo e, sempre per il diabete, avrei bisogno di vedere un ortopedico e un oculista, ma senza risultati. Allora ho chiesto di poter vedere un diabetologo anche a mie spese e sembra che ce ne sia la possibilità se a contattarlo sono i familiari fuori, ma se, metti caso, dovessi essere solo?".

 

A.G., 30 anni: "Soffro di crisi epilettiche dalla nascita e mi funziona solo un polmone a causa di una sparatoria. Appena arrivato qui mi hanno sospeso la terapia perché dalle cartelle cliniche non risultava niente e non hanno creduto alle mie parole e perché mi hanno detto chiaramente che non avevano soldi per farmi continuare la cura (le pastiglie costano 1.500.000 di vecchie lire alla scatola). Inizialmente mi avevano messo in reparto, ma poi sotto richiesta del dirigente sanitario sono stato trasferito in infermeria. Ho aspettato un mese la visita specialistica perché non si fidavano del mio medico e lui ha confermato tutto. Ho aspettato altri quindici giorni prima di firmare la delega per inviare gli agenti della scorta a comprare le pastiglie a mie spese. Questa sospensione improvvisa della cura ha avuto degli effetti collaterali; al momento della ripresa stavo male, ho avuto la febbre alta".

 

C.A., 59 anni: "Mi hanno diagnosticato un tumore ai polmoni, avrei dovuto fare le lastre tra due mesi per vedere se la macchia si sta allargando, ma la radiologia di Bollate è stata bloccata per mancanza di fondi e chi sa quanto ci vorrà ora prima di riuscire a farla. Dovrei anche fare degli aerosol ma mi hanno detto che non ci sono i soldi per le fiale".

 

La redazione di Carte Bollate

Casa di reclusione di Milano - Bollate

 

 

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