Vita - 1 novembre

 

Dopo un anno di silenzio riecco Microcosmo. Facciamo festa

 

Il testo che segue è parte dell’editoriale con cui si presenta ai suoi lettori, dopo un silenzio di un anno, Microcosmo, la rivista realizzata da detenuti, volontari, insegnanti della Casa Circondariale di Verona. È così difficile tenere in piedi un giornale realizzato in carcere, dar voce ai detenuti, far arrivare sul territorio notizie da luoghi chiusi e poco trasparenti come le carceri, che ogni volta che un giornale, con fatica, fra alti e bassi, superando frustrazioni e piccoli divieti, riesce a riemergere dal pantano di una realtà sempre più sovraffollata e disgregata per portare un po’ di informazioni "fuori", è davvero una festa.

 

Ornella Favero

 

Parecchio tempo è trascorso dalla nostra ultima uscita e abbiamo assistito a parecchi avvenimenti sia tra le mura sia nel mondo esterno. Ripartiamo, con fatica ma con rinnovato impegno, per far udire la nostra voce che si porta appresso qualche incertezza certo, ma, al contempo, vuole dare speranza, alcuni suggerimenti e tanta vita!

Ripartiamo con qualche problema legato al finanziamento per la stampa del giornale, risolto per i prossimi tre numeri grazie ad un attento intervento della Provincia di Verona. Ripartiamo con la difficoltà di un gruppo di redazione appena riformatosi; ripartiamo con il peso addosso di dover quasi dimostrare qualcosa, di dover dar prova di efficienza.

L’argomento portante di questo numero è "Il Tempo", la diversa scansione del tempo "tra le mura". Dagli scritti fuoriescono sprazzi di vita in carcere dove delle persone attendono mesi e talvolta anni per essere giudicate, dove il tempo assume una valenza quasi completamente soggettiva, dove ogni minuto viene contato, dilatato, patito. Molti detenuti vivono il tempo come attesa, sospensione della vita, una non-crescita, il regno del "frattempo"; ma c’è anche chi questo tempo lo vuole sfruttare, lo vuole avere dalla propria parte per crescere, apprendere cose nuove, riflettere e non semplicemente rimuovere; e allora vorrebbe delle opportunità, per potere rifarsi una vita o anche, e non è poco, per mettersi alla prova in un contesto non certamente semplice. Ancora, e a proposito, troverete scritti sul rapporto tra carcere e scuola, e vogliamo qui sottolineare che, per la prima volta, è presente una Scuola superiore che ha organizzato un corso professionale triennale, con la possibilità successiva di accedere al quinquennio per il diploma di scuola media superiore.

Nella rubrica Librando, la recensione di un libro, autore del quale è il Comandante di Polizia Penitenziaria di Verona. La presentazione di una "Guida per i detenuti" di prossima distribuzione, strumento utilissimo che divulga leggi e regole che disciplinano la permanenza di una persona in carcere in maniera finalmente chiara e comprensibile. Buona lettura, dunque, e... alla prossima.

 

microkosmo@libero.it

 

 

Precedente Home Su