Vita - 28 giugno

 

Silvia: è il permesso il mio beneficio terapeutico


Zona 508 è l'indirizzo della Casa di Reclusione di Verziano (Brescia). E Zona 508 si chiama il giornale delle "ragazze di Verziano", la sezione femminile della Casa di reclusione. 

Quello che segue è un articolo tratto da questo giornale, che viene pubblicato nel sito di una attivissima associazione di volontariato, "Carcere e territorio", di Brescia. (http//digilander.iol.it/carcere).

 

Silvia racconta qui il suo primo permesso, il piacere di ritrovare una persona che la ama e la aspetta, il benessere fisico di quando ha riassaporato la libertà, le novità del mondo di fuori che l'hanno assalita e frastornata. Sono piccolissime emozioni che danno un po' di qualità alla vita di chi è detenuto, rendendo meno pesante l'attesa del fine pena. E oggi più che mai è importante parlare ancora di permessi e far sentire il sapore di quelle emozioni, il loro potere terapeutico: oggi più che mai, perché nella società si sentono invece tanti umori negativi, tante voci che parlano di ridurre i benefici della Legge Gozzini, tanti cittadini che pensano che la loro sicurezza si rafforzi rendendo più dura la galera per chi è detenuto.


Ornella Favero



Finalmente, dopo una lunga prassi burocratica, tutto era in regola affinché io iniziassi a usufruire dei permessi e dopo un mese di interminabile attesa sono uscita e da poco tornata con un bagaglio di sole emozioni. Capisci come nella vita il tempo vola, mentre qui sembra sospeso in giornate monotone, e quei tre giorni sono un cortometraggio nella mente, reale solo perché altri lo hanno vissuto con te. La sorpresa più grande è stata trovare il mio amore ad aspettarmi all'uscita e mentre sua madre guidava, mi sono sentita una cenerentola in missione. Il permesso è un beneficio terapeutico, soprattutto se ad aspettarti c'è un tuo lui o una tua lei: ritorni bello rilassato, la pelle più giovane e uno sguardo più intenso. Tutto ha un sapore diverso, l'aria, il mangiare e i colori che ti circondano. Ritrovare da un lato le "mie cose" allo stesso posto di quel giorno in cui arrivai qui e dall'altro un paese trasformato nelle vie statali e provinciali, con cantieri in ogni dove, in riva al lago o dietro gli alberi. Ma le emozioni più forti sono legate alle dimostrazioni d'affetto che ho ricevuto da parenti e amici e all'amore del mio uomo, che in questa attesa si misura benissimo riuscendo solo a rafforzarsi. 

Anche firmare quotidianamente dai Carabinieri era una gioia, visto che ero agli arresti domiciliari e la firma era l'occasione per uscire da casa. In tutta questa atmosfera fiabesca, il punto dolente pensavo fosse il rientro. Sono una persona emotiva, ma in quell'occasione sono stata molto tranquilla, sorretta dal mare di emozioni appena vissute e sicura che il mio non è stato un addio, ma un arrivederci.

 

Silvia, Sezione Femminile Casa di Reclusione di Verziano

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