Multe pene pecuniarie e altre torture

Di quanti ostacoli è cosparsa la strada per la libertà?

 

di Patrizia, novembre 2004

 

Come Omero nell’Odissea descrive le peripezie di Ulisse durante il lungo viaggio di ritorno verso la sua patria, Itaca, dopo la distruzione di Troia, così anche la mia storia è un’odissea, ed è quella di tutti i detenuti che prima o poi vengono a confrontarsi con il mondo esterno, e con tutto quello che di poco piacevole gli riserva. Il fine pena, si sa, determina solo la fine della condanna, quella che si sconta in carcere oppure in misura alternativa, poi però cosa succede a questo detenuto o ex detenuto? Ecco, io voglio raccontare un problema che da alcuni mesi sto affrontando, voglio raccontarlo perché tutti i detenuti prima o poi se lo troveranno davanti e credo che la redazione di Ristretti Orizzonti possa aprire una discussione su questa questione. Mi mancano meno di due anni per arrivare al fine pena, ma già nel maggio di quest’anno mi è arrivato a casa il provvedimento di cumulo della mia pena pecuniaria o multa: devo allo Stato 17.495,00 euro. Una volta per la multa c’era la possibilità di fare la richiesta di conversione in libertà vigilata al Magistrato di Sorveglianza, che poi decideva se concederla o meno, ora è diventato tutto più complicato, a svantaggio naturalmente di noi detenuti. Adesso che sono in affidamento in prova con il Centro servizio sociale per adulti, faccio dei colloqui con la mia assistente sociale ed è durante uno di questi colloqui che ho affrontato il problema delle multe: portando con me le cartelle esattoriali e il provvedimento di cumulo, abbiamo cercato di capire come è cambiata la legge. Quello che mi ha stupito è la tranquillità con cui lei mi spiegava come funzionano le cose, un po’ come se tutti i detenuti avessero i soldi per estinguere il debito. Il fatto è che alla fin fine devi pagare oppure non possedere nulla per molto ma molto tempo, perché anche a distanza di anni ti possono portare via un bene di tua proprietà. L’assistente sociale mi ha fatto anche degli esempi di persone a cui hanno tolto quel poco che avevano, naturalmente non è il Tribunale che pignora ma le agenzie per la riscossione dei tributi, “strozzini legalizzati” li chiama qualcuno: non guardano in faccia niente e nessuno. Naturalmente non c’è motivo per cui non dovevo credere a quello che la mia assistente sociale mi stava dicendo, mi sembrava assurdo ma ho deciso di muovermi subito, senza aspettare un solo istante, per capire cosa potevo fare per estinguere il mio debito.

 

Prima di tutto mi sono dovuta recare all’ufficio del Campione penale di Udine per avere qualche informazione, ma gli impiegati che quel giorno erano in ufficio non sapevano cosa dirmi e così hanno telefonato all’ufficio di Sorveglianza, dove hanno detto che se io non pagassi entro i termini previsti ci sarebbe l’iscrizione a ruolo, emessa dall’ufficio del Campione penale, che poi passerebbe di competenza all’Agenzia delle Entrate. Loro possono rateizzare la multa, ma se non pago neanche allora passano tutto alle Agenzie per la riscossione dei tributi e qui possono pignorare beni mobili e immobili, in pratica sono delle banche che riscuotono il debito. La mia assistente sociale mi aveva già messa in guardia su cosa avrei trovato rivolgendomi all’ufficio del Campione penale: la modalità per il pagamento delle multe è infatti molto cambiata, lo Stato si è reso conto che con la conversione in libertà vigilata, e quindi l’obbligo di firma, non incassava soldi, e così ha pensato bene di cambiare la legge; il Tribunale si è tolto un grosso fardello passando tutto in mano a questi esattori che non ti danno via di scampo, devi pagare e basta. Io però naturalmente non ho mollato, prima di deporre le armi voglio arrivare fin dove mi è concesso e comunque voglio capire come funziona.

 

Per molti anni non potrò essere padrona di una macchina, né di una casa, né di altro

In pratica dopo aver “visitato” l’ufficio del Campione penale di Udine sono andata all’Agenzia delle Entrate di Trieste, perché il provvedimento mi era arrivato dal Tribunale di quella città. Dopo aver pazientemente aspettato, sono entrata in un ufficio e ho spiegato la mia situazione all’impiegata, che mi ha risposto che solo dopo l’iscrizione a ruolo loro potevano concedermi la rateizzazione fino a un massimo di 60 rate mensili. Quindi per 5 anni, visto che la mia multa è di 17.495,00 euro, dovrei pagare delle rate di 300,00 euro al mese, poco meno di quello che guadagno. Mi sono detta allora che non era possibile accettare una situazione del genere e ho chiesto un consiglio prima che avvenga l’iscrizione. Mi è stato risposto di rivolgermi all’ufficio del Campione penale di Trieste incaricato di emettere l’iscrizione. A questo punto ho incominciato a innervosirmi, già mi ero rivolta a quello di Udine e visto com’è andata, chissà in quest’altro che sorprese avrò, ho fatto trenta facciamo trentuno. Premetto che dopo essere andata all’ufficio delle Entrate ho scritto una lettera al Magistrato di Sorveglianza per informarlo della situazione, perché ritengo importante che si rendano conto in quali difficoltà ci troviamo: usciamo dal carcere che la maggior parte di noi non ha nulla ed è costretta a non avere nulla per chissà quanto tempo, perché il fascicolo con il debito da pagare può essere tenuto aperto per anni, quindi non potrai essere padrone di una macchina, né di una casa, né di altro perché in qualsiasi momento te lo possono pignorare, e sul lavoro ti possono trattenere un quinto dello stipendio. Io ho una casa, dove sto con mia figlia, e non voglio che me la portino via. Sono disposta a pagare ma sembra che le modalità di pagamento superino le mie possibilità. Faccio l’ennesima richiesta al Magistrato per recarmi in Tribunale a Trieste, sono in affidamento e per uscire dalla provincia devo avere la sua autorizzazione. Mi reco allora in Tribunale e all’ufficio del Campione penale mi dicono che loro non possono fare nulla, unicamente trasmettere l’iscrizione a ruolo, c’è solo una persona che può aiutarmi ed è il Magistrato di Sorveglianza, ma aiutarmi come? Per quello che l’assistente sociale mi ha detto il Magistrato può agire solo dopo che il pignoramento è effettivo, e prima non ha alcun potere. Adesso io vorrei capire cosa può fare un Magistrato dopo che il pignoramento è effettivo. Ormai la mia casa è pignorata e se voglio riaverla devo pagare, giusto? Sono tornata a casa e ho riscritto al Magistrato spiegando quanto l’ufficio del Campione penale mi aveva detto e a questo punto ho fatto richiesta di conversione della mia multa in obbligo di firma. Adesso aspetto che mi risponda, vorrei avere delle risposte chiare perché mi sembra impossibile che non ci sia un modo per venirne fuori. Ma il Magistrato, in definitiva, che compito ha? E io, riuscirò mai a “chiudere” con il carcere e tutti gli strascichi che si lascia dietro?