Solo in carcere fumare una sigaretta

ti può costare 45 giorni di galera

 

Ma anche per un bacio troppo appassionato al colloquio il costo è standard, 45 giorni di galera. Questo è quanto un detenuto può pagare per un rapporto disciplinare

 

Di Nicola Sansonna, gennaio 2001

 

Il carcere è un’istituzione così totale, che niente può essere lasciato al caso. Tutto è scandito in modi e tempi ben stabiliti. L’apertura delle celle, la chiusura, il pranzo, la scuola, gli orari per la doccia, il campo sportivo, quando capita che viene concesso, la palestra, la socialità, i colloqui. Poi ci sono le regole di "civile convivenza", contenute nell’articolo 72 dell’Ordinamento Penitenziario, D.P.R. 29 aprile 1976, n. 431. Questo articolo elenca 22 casi in cui si è punibili con una sanzione disciplinare, e poi aggiunge una frase, che suona già come una condanna: "Le sanzioni disciplinari sono inflitte anche nell’ipotesi di tentativo delle infrazioni sopra elencate".

E’ chiaro che con uno scenario simile incorrere in un rapporto è piuttosto semplice, specialmente per chi l’italiano lo capisce a malapena, e quindi ha grosse difficoltà di comunicazione.

Un rapporto per un qualsiasi motivo che in qualche modo rientri nelle ipotesi d’infrazione comporta per il detenuto che lo subisce un grave danno, il più grave è la mancata concessione dei giorni di liberazione anticipata, concessi solo per buon comportamento. Le motivazioni più frequenti sono: avere ritardato il rientro in cella, avere risposto in maniera alterata ad un agente, essersi fermati a salutare un amico nel corridoio, urlare in sezione. Ci sono agenti che con pazienza ti spiegano perché una cosa non può essere fatta o concessa, invece c’è chi, come "sbagli…", ti fa un bel rapporto con tutte le conseguenze del caso. E spesso succede che si trovano "rapportati" ragazzi che non di un rapporto avrebbero bisogno, ma di qualcuno che gli spiegasse come "sopravvivere" in carcere senza farsi troppo male.

Il fatto è che molti comportamenti nascono dallo stato di necessità, o dalla non conoscenza di alcune regole, che, tra l’altro, spesso non sono scritte da nessuna parte. Il detenuto dovrebbe essere messo in condizione di sapere quali sono i suoi diritti e quali i suoi doveri, e non doverli imparare faticosamente a colpi di rapporti. Sanzionare solamente non serve a molto, se non a rovinare un ragazzo, incattivirlo e basta.

Bisognerebbe allora cercare di individuare gli strumenti necessari perché i rapporti diventino un ricordo del passato. Solo in carcere ti può costare 45 giorni di galera fumare una sigaretta nel posto sbagliato, dare la mano ad un amico, tagliare un cuscino del valore di poche migliaia di lire. E’ tutto nella regola, ma è sempre veramente necessario? Sarebbe molto interessante aprire un dibattito su questo tema, conoscere dati, statistiche, chi e per cosa è maggiormente rapportato, chi rapporta: insomma un dibattito su questo tema, fatto con coraggio e senza reticenze, otterrebbe l’attenzione di tutti, operatori carcerari, agenti, detenuti, e sarebbe un passo di grande civiltà.

Invece continuano a esserci storie assurde, come quella di un detenuto del Due Palazzi che è stato denunciato per avere modificato un cuscino che, come noi ben sappiamo, è un trancio di gommapiuma durissimo che, come ha scritto un quotidiano di Padova, solo a vederlo fa venire i dolori cervicali.

Cos’era successo? Che per ammorbidirlo e renderlo più soffice era stato tagliuzzato in tanti pezzetti di gomma (a volte succede anche che viene tagliato longitudinalmente per diminuirne lo spessore). Ebbene, questa operazione è già costata a decine di reclusi una denuncia per danneggiamento di beni appartenenti all’Amministrazione, con conseguente perdita di benefici.

E ancora si è verificato che un detenuto, d’inverno, per non radersi con l’acqua fredda, ha pensato di farsi la barba sotto l’acqua calda mentre faceva la doccia. Morale: denuncia e negazione dei 45 giorni di liberazione anticipata di quel semestre.

Molto pericolosi sono poi i baci troppo appassionati al colloquio: anche per un bacio il costo è standard, 45 giorni di galera.

Fumarsi una sigaretta, che per un tabagista impenitente è una boccata di aria pura…, ha lo stesso costo, se fumi in un’aula scolastica del carcere, dove è vietato: come se, sorpreso a fumare in treno, in uno scompartimento per non fumatori, ti ritrovassi sanzionato con una multa di… 45 giorni di galera!

In conclusione: siamo convinti che i regolamenti vadano rispettati, tuttavia ci riesce difficile pensare che, se la reclusione deve servire alla rieducazione, possa essere rieducativo che la concessione dei benefici dipenda da un trancio di gommapiuma, denominato cuscino, o dall’aver dato un bacio un po’ più appassionato alla propria compagna, o aver ritardato un attimo per stringere la mano di un amico. Anni d’impegno, studio, partecipazione attiva al programma ed alle attività, finiscono a volte per essere vanificati da fatti marginali, puniti come e peggio di un reato. Parliamone allora di più, perché possano essere sempre meno le persone che, per un rapporto disciplinare, subiscono conseguenze così dannose, come la perdita di "pezzi consistenti" di libertà.