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La salute di Kais appesa a un paio di scarpe Di Youssef Kais, novembre 2003
Ultimamente mi sono reso conto che per diventare un medico in certi casi non ci vuole tanto. Basta saper dire: "Cosa c’è? Non hai niente! Semmai ti prescrivo una pastiglia antidolorifica". Ecco, se sai queste parole magiche, allora potresti anche tu diventare un medico e guarire tutte le malattie, ad esempio mal di schiena, di denti, di testa, di cuori… etc. Dopo un anno di promesse ricevute di qua e di là, non sono riuscito ancora a capire cosa devo fare per avere un paio di scarpe, di quelle che dicono non sono consentite, ma io oggi ho bisogno di quelle scarpe più che mai, perché solo con questi tipi di calzature posso camminare tranquillamente e anche appoggiarmi meglio, vista la disgrazia che mi è capitata: ho perso una gamba e ora sto usando una protesi. Il medico che mi ha fatto questa protesi mi ha consigliato di usare solo questo tipo di scarpe per sicurezza, ma anche per evitare qualche infiammazione, che potrebbe portare a conseguenze gravi. Ora mi trovo in carcere e ho chiesto al medico un certificato per permettermi di avere dal casellario le scarpe in questione, ma lui con una certa freddezza mi ha risposto: "Il tuo problema non dipende da me". A questo punto mi rivolgo a chiunque, in carcere, ha l’autorità per dire ai medici di fare il loro lavoro umanamente e di assumersi le loro responsabilità prima che sia tardi, perché il mio problema sta veramente diventando serio. Adesso sto parlando per me stesso, ma ci sono tante persone come me in attesa di risolvere questa questione, e spero, anzi sono sicuro, che qualcuno finalmente potrà capire la mia situazione e mi auguro che in futuro i medici decidano di fare il loro dovere occupandosi fino in fondo della salute dei loro pazienti: nel mio caso, a queste scarpe è appesa la mia salute.
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