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Una legge che responsabilizza le persone detenute Il rispetto per gli altri è un concetto difficile da far comprendere con la galera Si può imparare solo mettendosi alla prova a piccoli passi verso la libertà
di Elvin Pupi, settembre 2008
Chiunque pensi di togliere i benefici previsti dalla legge Gozzini non fa altro che portare indietro di decenni quanto fin qui fatto, da persone che si sono impegnate a rendere vivibili gli istituti di pena, dove hanno portato la dignità degli esseri umani rinchiusi a livelli quasi accettabili, offrendo loro la possibilità di una “rieducazione sociale” e un reinserimento graduale nella società, per dar modo alle persone responsabili di reati di rendersi utili e socialmente attive in questo loro percorso di cambiamento. Personalmente sono sicuro che la legge Gozzini sia quanto di meglio si sia potuto produrre in questo settore, anche se c’è ancora tanto da lavorare, è per questo che non si può decidere di toglierla quando invece si deve pensare a tutto quello che c’è da fare per migliorare il trattamento dei detenuti e il loro ritorno nella società. Togliendola non si farebbe altro che aumentare i disagi all’interno degli istituti, e già solo questo particolare è preoccupante, e poi sono sicuro che aumenterebbe in maniera esponenziale la recidiva: è l’applicazione della legge Gozzini, infatti, che la riduce notevolmente, perché un detenuto oggi viene inserito in un tessuto sociale gradualmente, con la concessione dei permessi premio, viene aiutato a riavvicinarsi agli affetti, alla vita di tutti i giorni con degli obblighi da rispettare, pena la perdita di tale beneficio. Piccoli passi verso la libertà. Ma anche verso una faticosa conquista della consapevolezza che libertà significa rispetto della libertà altrui e non solo della propria. Un concetto molto difficile da comprendere e far comprendere solo con la galera, e solo un sistema che fa assaporare un po’ alla volta le tante cose che vengono tolte una volta arrestati è il metodo migliore per farci capire quanto sia prezioso quello che abbiamo perso, e quanto male abbiamo fatto indirettamente alle nostre famiglie e alle persone care, che ci seguono in questo calvario senza nessuna colpa, se non quella di avere come figlio, come fratello o come marito uno che ha rubato, spacciato rapinato o anche che ha ucciso. Solo persone che non sanno niente di questo mondo possono pensare che sia utile modificare una legge che in tutti i suoi aspetti ha solo portato vantaggi in un mondo, quello della giustizia, che già di per sé ancor oggi fa fatica a stare al passo con le vere esigenze della società, per le lentezze nello svolgimento dei processi, e i ritardi inverosimili, tanto che l’espiazione della pena diventa spesso non più un processo di rieducazione e reinserimento, ma solo un’afflizione che interviene spesso dopo anni dal momento in cui è stato commesso il reato. Una cosa importante di cui troppe volte non tengono conto tanti politici che si occupano di Giustizia, è che tutto quello che viene fatto per migliorare questo sistema non fa altro che migliorare la qualità della società tutta: un ex detenuto che ha preso coscienza dei suoi errori ed ha cercato di costruirsi un percorso di cambiamento è una persona diversa e pronta ad affrontare le nuove sfide e combattere per uscirne vincitore, viceversa un ex detenuto che non sia stato seguito e non abbia preso coscienza fino in fondo del reato commesso è un “detenuto a vita”. |
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