Vita spericolata...

 

Di Andrea Andriotto, ottobre 1998

 

Sono quasi le tre di notte e, per me, non c’è momento migliore per fare delle riflessioni sulla vita, sulla mia vita! Il mio compagno di cella sta dormendo da ormai un paio d’ore. Mi sento terribilmente solo. Avrei voglia di svegliarlo per scambiare due parole, per cercare di spiegargli come mi sento. Ma lui non capirebbe. Non è il tipo a cui piace ascoltare i problemi altrui. Sono sicuro che dopo averlo svegliato, e accennatagli un po’ la situazione, mi direbbe: "… Andrè… non ce pensà… vattene a dormì…

Non è affatto facile dire quello… come mi sento in questi momenti, un misto di nostalgia e rabbia, solitudine e rancore… malinconia… ma… a dire il vero: non lo so.

Il carcere è un periodo spinoso per la vita di un uomo, è un periodo abbastanza ostile, uno di quei "momenti" che sembrano non finire mai… uno di quei problemi insormontabili… uno di quei guai che non si augurano neppure al peggior nemico… è una parentesi di vita che non si dimenticherà mai! A me, una delle cose che fa più male è il sapere che a causa mia stanno soffrendo quelle persone che mi vogliono bene e che, magari, s’aspettavano da me qualcosa di positivo… e non queste terribili conclusioni!

Ora… adesso, vorrei riuscire a fare qualcosa di buono! O.K., sono in carcere. Dovrò rimanerci ancora per qualche anno… ma: riuscirò mai a sfruttare questo tempo nel modo più giusto? E poi… cos’è più giusto?

Nel mio piccolo ho delle buone intenzioni: finire la scuola e riuscire ad imparare qualcosa di buono è uno dei miei principali obiettivi… sì… ma qualche volta mi succede di perdere… di non avere più voglia! In fin dei conti, sì, il futuro fa parte anche di me, ma che diavolo di progetti potrò mai fare io?! Se il futuro non può essere una certezza per nessuno… lo può essere ancora meno per un detenuto!

A volte manca lo stimolo giusto, quel qualcosa che riesca ad accendere quel fuoco… quel meccanismo che abbiamo dentro, che ci permette di iniziare e di portare a termine determinati progetti .

lo credo che la brutale mancanza d’affetto che si viene a creare in questi posti sia uno dei punti più cruciali! Sì, è vero: chi è più fortunato può incontrare i famigliari una volta a settimana, intrattenere corrispondenze varie ... ma questo non può bastare ad un uomo, è poco… troppo poco!

Sesso a parte: un uomo ha bisogno di sentirsi ammirato, cercato… valorizzato… sostenuto… coccolato… AMATO!! Esistono degli stati d’animo difficili da spiegare… anzi, forse non sono poi così difficili da spiegare ma sono impossibili da capire per una persona estranea… per una persona che non li ha vissuti .

 

Adesso mi ritrovo, a 24 anni, rinchiuso in un carcere

Certo che ‘sta vita è davvero strana, eh!!? Sto ripensando alla mia giovinezza… che pacco!! Adesso mi ritrovo, a 24 anni, rinchiuso in un carcere, seduto su uno sgabello scomodo con un caffè e una sigaretta in mano… è sabato. Penso alla morte. Mi fa paura la morte!

Mi fa paura sapere che devo morire convinto d’aver sbagliato tutto. Sicuro d’avere, quella volta, sbagliato strada. Sì, c’è anche chi paragona la vita a una strada dove, dicono, si possono incontrare incroci, stop, semafori, diramazioni, segnali… autostoppisti… incidenti… ed anche qualche posto di blocco.

Per sfiga, o per fortuna (questo dipende solo dai punti di vista), le strade non sono tutte uguali. A volte si è costretti a correre su una sdrucciolevole, o sterrata… altre volte si è più fortunati e ci si ritrova su una più agibile. Fin qui nulla di male, è la vita di tutti i giorni!

C’è però (e t’assicuro che è un però grandissimo) chi non vorrebbe correre rischi, chi vorrebbe arrivare prima subito alla sua meta, e non gli va d’incappare in incidenti. posti di blocco, autostoppisti… ed è proprio per questi che esistono le autostrade! E’ facile entrare in queste strade, però, poi, non ne esci più sino a quando non decidi di pagare quel conto…

Io, anni fa, entrai in una di queste strade… così, quasi per caso. Probabilmente volevo arrivare prima in un punto lontano, non ben definito, visto che tuttora lo ignoro. All’inizio mi sentivo un po’ spaesato… non riuscivo ad abituarmici.

Il brutto, però, è arrivato quando ho scoperto le comodità di questa, per me nuova, strada: ho iniziato a correre follemente… mi divertivo quando vedevo gli altri rimanere indietro… era bello fare il "dito" agli autostoppisti… pigiavo forte sull’acceleratore, era troppo bello correre…

Ogni tanto mi fermavo, per pochi minuti però, giusto il tempo per fare rifornimento. Ma se mi azzardavo a fermarmi per riposare, c’era subito qualcuno dietro di me che mi spingeva, che mi costringeva ad andare avanti.

Quando capii che la situazione presto sarebbe divenuta pesante, iniziai a preoccuparmi: come potevo correre sempre senza fermarmi mai?!! Infatti presto mi stancai! A me era sempre piaciuto fare lunghi viaggi, ma ad una velocità moderata, fermandomi quando più mi faceva comodo e sapendo di poter tornare indietro, se necessario, senza dover rendere conto a nessuno di quelle che potevano essere le mie intenzioni.

Beh, in questa nuova strada non potevo fare tutto questo.

Dovevo solo correre senza guardare in faccia nessuno e non appena accennavo a dirigermi verso l’uscita venivo sistematicamente bloccato da chi, in quel momento, viaggiava accanto a me!

 

A questo punto non potevo far altro che correre…

A questo punto non potevo far altro che correre… sorpassare tutti e correre… Ci sono stati parecchi momenti in cui, a causa della stanchezza, perdevo il controllo del mio veicolo, ma sono sempre riuscito a rimettermi in carreggiata.

Un giorno, poi, quando per forza di cose dovetti rallentare un po’, mi accorsi che poco più in là c’erano altre stradine, dove la gente non poteva correre fortissimo però poteva viaggiare tranquillamente… Ma fui subito costretto ad accelerare, l’ingorgo era finito, dovevo tornare alla mia solita andatura.

Non riuscivo più a correre forte come prima… sembrava che l’auto perdesse colpi, ed io contemporaneamente perdevo posizioni. Per un po’ transitai sulla corsia preferenziale… sino a quando tentarono di buttarmi fuori.

Allora cercai subito di riprendere velocità. La macchina sembrava impazzita… raggiungeva velocità elevatissime: sorpassai molte altre auto e mi ritrovai da solo, davanti a tutti, la strada era tutta mia… correvo come un folle… era bello correre… sembrava bello, correre!

Cadde su di me la stanchezza. Inevitabilmente andai ad urtare uno spartitraffico, ma riuscii a riprendere la guida e continuai a correre… Successe ancora!!! Altre volte, poi, mi ritrovai ad affrontare i disagi provocati dalla stanchezza, ma ero sempre riuscito a cavarmela. Sino a quando, in uno di questi momenti di debolezza, invasi la carreggiata opposta. Mi ritrovai a dover schivare chi arrivava dalla parte opposta, alcune volte mi è anche andata bene… poi, però, inevitabile fu quello scontro frontale! L’urto fu fortissimo, un impatto terribile…

Mi ritrovai in un campo incolto, steso… e con l’auto sopra di me. Riuscii, a stento, a sgusciare fuori… cercai di rimettermi in piedi, non fu facile… ma ci riuscii. Guardandomi attorno vidi solamente erbacce, buche e dossi… il terreno era sabbioso, era difficile anche solo rimanere in piedi.

L’autostrada era là… io, però, non potevo più ritornarci, era impossibile! Ormai ne ero fuori, e per di più avevo la macchina scassata.

Adesso?!?! Sto ancora spingendo quella maledettissima auto che una volta mi faceva "divertire" un sacco. T’assicuro che non è facile, il terreno è molto insidioso… ma io devo continuare a spingere. Sto cercando una stradina, anche sterrata. Una stradina che possa ricondurmi in una di quelle strade principali, ma normali.

In lontananza ci sono delle strade… vedo passare e sorpassarmi quelli che una volta erano rimasti indietro… anche gli autostoppisti hanno trovato un passaggio… Per me, ora, non si ferma più nessuno! Quel ch’è peggio è che so che hanno ragione, fanno bene… me lo merito!

Loro non fanno altro che seguire la strada senza pretendere d’essere i suoi padroni… Io, invece, una volta, avrei voluto esserlo!

Per ora non posso far altro che spingere, poi… si vedrà!