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Essere detenuti in Danimarca
di Stephan Sturz, dicembre 2004
Sono detenuto da più di quattro anni, non tutti trascorsi in strutture italiane, sono stato infatti in un carcere tedesco e, per oltre un anno, in due carceri danesi. Voglio parlare della mia esperienza nelle carceri danesi. In generale tra agenti e detenuti vi è molto rispetto; nel 70 per cento dei casi il personale di custodia è composto da donne di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Con loro si può parlare dei propri problemi, senza temere battute ironiche o prese in giro. Il loro lavoro è molto utile e serio e pretendono sempre che ogni detenuto sia altrettanto serio e responsabile. I detenuti che non si comportano come previsto dalle norme non possono avere alibi e vengono – di norma – isolati dagli altri. La mattina ci si alza alle 7.00 e le celle, tutte singole, vengano aperte. Alle 7.10 viene portata la colazione, distribuita dalle guardie. Ogni detenuto pulisce la cella con dei prodotti forniti dall’amministrazione, poi ci si deve preparare per andare a lavorare o per frequentare uno dei vari corsi. Quando il detenuto esce dalla cella, chiude egli stesso la porta con la chiave della seconda serratura: ogni porta ha, infatti, due serrature diverse, la chiave della prima serratura è quella in possesso degli agenti. I lavori che si possono fare nel carcere sono: muratore, elettricista, idraulico, scopino, cuoco e, chi vuole, può lavorare in una piccola fabbrica di assemblaggio. C’è una vasta scelta di corsi: di lingue (francese, inglese, tedesco, danese), di ceramica, di pittura, di sport, di cucina, di cucito e di informatica. Tutti i detenuti svolgono un’attività. I corsi durano tutto l’anno senza interruzione, a parte le domeniche o le festività. Quindi ognuno è costantemente impegnato dalle ore 8.00 fino alle ore 12.00. Dalle ore 12.00 fino alle ore 13.30 c’è la pausa pranzo durante la quale si mangia molto bene, c’è una grande varietà di cibi; questo vale anche per la colazione. Alle ore 13.30 si riprendono le attività che finiscono alle ore 15.30. Si ritorna in cella fino alle ore 16.00 per fare la doccia e per prepararsi per andare all’aria. Ogni cella ha la doccia e il bagno. I lavoranti e quelli che frequentano i corsi vengono sempre pagati in contanti ogni giovedì, perché nelle carceri danesi si possono avere soldi. Non è possibile scrivere sui muri della cella e, quando esce un detenuto, la cella viene tinteggiata. In cella è consentito tenere la TV, si deve però pagare. Dalle 16.00 fino alle 17.30 c’è il tempo libero, durante il quale si può andare all’aria e camminare un po’ sul verde di un prato. Poi si torna in cella e si aspetta la cena. Dalle ore 18.00 fino alle ore 21.00 si può fare socialità, andare a giocare al biliardo o a ping-pong. In Danimarca esistono due tipi di carcere: uno è per i detenuti isolati e per i detenuti non definitivi; l’altro è solo per i detenuti definitivi. Non ci sono grandi differenze; la differenza più rilevante è che il carcere per definitivi non passa il cibo già pronto, ma vengono dati settimanalmente 80 euro ad ogni persona detenuta e, con questi, ognuno deve fare la spesa e cucinare. Non si cucina in cella, però in ogni sezione c’è un locale dove si può far da mangiare e dove si tiene tutto quello che è possibile comprare nel negozio, una specie di supermercato, che si trova all’interno del carcere. I servizi (ad esempio infermeria, assistente sociale) funzionano decisamente bene. In caso di malattie particolari, o vengono in breve tempo medici specialisti per visitare il detenuto o quest’ultimo viene subito portato in ospedale, senza bisogno di particolari permessi. Nel carcere per detenuti definitivi c’è una cosa molto bella: ogni sezione ha la sua cabina telefonica, si può telefonare a proprie spese quando lo si desidera. I colloqui dei detenuti non definitivi non avvengono in carcere ma nella stazione della polizia. Per i colloqui dei detenuti definitivi esistono molte sale con divano, poltrone e un tavolino; sono concesse due ore di colloquio alla settimana durante le quali il detenuto può stare solo con i familiari nel rispetto della privacy perché la porta di ogni sala è chiusa, anche se c’è una specie di finestrella dalla quale è possibile fare controlli. L’orario dei colloqui va dalle 9.15 alle 20.15, tutti i giorni della settimana. In un anno e quattro mesi ho visto pochissimi episodi di autolesionismo. |
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