Rassegna Stampa

A cura della Cooperativa Sociale AltraCittà di Padova
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CARCERE: LAVORO E FORMAZIONE

maggio 2010

Nel sommario e negli articoli interni (inizio tabella) in rosso (corsivo) sono indicati i descrittori di ogni articolo, mentre in nero (corsivo) gli identificatori

Sommario

  1. 03/05/2010 La Nuova Venezia - Venezia: la cooperativa delle detenute-sarte, in crisi di liquidità
    Lavoro inframurario, finanziamento - Venezia, "Il Cerchio" (Cooperativa sociale), “Banco del Lotto” (negozio della cooperativa "Il Cerchio"), Gianni Trevisan

  2. 03/05/2010 Ansa - Torino: dalla Provincia 166 mila euro per lavoro ai detenuti
    Finanziamenti pubblici - Provincia di Torino

  3. 06/05/2010 Il Piccolo - Trieste: detenuti del laboratorio Bread & Bar sfornano panini e grissini
    Formazione professionale - Trieste, " Bread&Bar" (laboratorio di panificio)

  4. 10/05/2010 Agi - Puglia: domani presentazione Agenzia regionale per promuovere lavoro penitenziario
    Lavoro inframurario, finanziamento - Puglia, “Lavorare insieme” (Agenzia Regionale per la Promozione del Lavoro Penitenziario)

  5. 10/05/2010 Ansa - Aosta: apre lavanderia industriale nel carcere, addetti tre detenuti assunti da cooperativa
    Lavoro inframurario - Aosta, "Les Jeunes Relieurs" (Cooperativa)

  6. 11/05/2010 Il Velino - Liguria: Sappe; solo 15% dei detenuti lavora, enti locali li impieghi in progetti di pubblica utilità
    Lavori di pubblica utilità - Liguria, Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)

  7. 12/05/2010 La Repubblica - Posti di lavoro ai detenuti nasce l’Agenzia regionale
    Lavoro inframurario - Puglia, Franco Ionta, "Agenzia regionale per la promozione del lavoro penitenziario" (Regione Puglia), Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)

  8. 19/05/2010 Asca - Trani: si inaugura il laboratorio sartoriale di “Officina Creativa” sperimentato a Lecce
    Lavoro inframurario - Trani, “Officina Creativa” (Cooperativa sociale Onlus), “Campo dei Miracoli” (Cooperativa sociale)

  9. 26/05/2010 Vita - Firenze: presentato alla mostra Terra Futura il Progetto “Recuperiamoci!”
    Lavoro inframurario, reinserimento lavorativo - "Terra Futura" (mostra), “recuperiamoci!” (progetto di recupero lavorativo inframurario), “c’è del buono!” (emporio)

  10. 26/05/2010 Redattore Sociale - Napoli: dal carcere di Secondigliano arrivano i "fiori della speranza"
    Lavoro inframurario, giardinaggio - Napoli/Secondigliano, "fiori della speranza" (piante coltivate dai detenuti di Secondigliano)

  11. 27/05/2010 Il Piccolo - Trieste: panificatori detenuti accanto ai professionisti producono il “Pane mezzo sale”
    Formazione professionale - Trieste, " Bread&Bar" (laboratorio di panificio), "Pane mezzo sale" (pane prodotto dai detenuti di Trieste)

  12. 29/05/2010 Messaggero Veneto - Tolmezzo: si è concluso il corso di “operatore edile” per nove detenuti
    Formazione professionale, edilizia - Tolmezzo, “Operatore edile - pittore decoratore” (corso finanziato dal Fondo sociale europeo)

  13. 29/05/2010 Il Velino - Napoli: a Secondigliano progetto per la produzione in serra di piante ornamentali
    Lavoro inframurario, giardinaggio - Napoli/Secondigliano

  14. 30/05/2010 In Veneto - Notizie da Verona. Detenuti al lavoro per la città
    Reinserimento lavorativo - Verona, "Segni" (Coop sociale), "Speranza nel verde" (progetto di reinserimento lavorativo di ex detenuti della cooperativa "Segni")

  15. 31/05/2010 Il Velino - Milano: “Raee nelle Carceri”, al via nel carcere di Bollate un progetto per riciclo dei rifiuti
    Lavoro inframurario, formazione professionale, riciclo rifiuti - Milano/Bollate, “Raee nelle Carceri” ("Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche" progetto sperimentale regionale)

  16. 31/05/2010 La Repubblica - Napoli: “I fiori della speranza”, per Telefono Azzurro i fiori e le piante coltivati dai detenuti
    Lavoro inframurario, formazione professionale, riciclo rifiuti - Milano/Bollate, “Raee nelle Carceri” ("Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche" progetto sperimentale regionale)

  17. 31/05/2010 Ansa - Firenze: Osapp; licenziate le “donne delle pulizie” per gli uffici, saranno sostituite da detenuti
    Lavoro inframurario, sicurezza - Firenze/Sollicciano, Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria)

  18. IL GRUPPO DI LAVORO DELLA RASSEGNA STAMPA

Lavoro inframurario, finanziamento
Venezia, "Il Cerchio" (Cooperativa sociale), “Banco del Lotto” (negozio della cooperativa "Il Cerchio"), Gianni Trevisan

LA NUOVA VENEZIA

lunedì 3 maggio 2010
1

Venezia: la cooperativa delle detenute-sarte, in crisi di liquidità

Stoffe firmate Rubelli, taffetas, pizzi, velluti e le abili mani di quattro sarte detenute nel carcere della Giudecca per creare i costumi delle primedonne della Fenice: di Marina Comparato “Rosina” ne Il Barbiere di Siviglia e di “Santuzza” ne la Cavalcheria rusticana. Abiti che dal 5 maggio - insieme ad un’altra ventina di costumi, dieci dei quali verranno venduti - saranno in mostra nelle Sale Apollinee della Fenice, a testimonianza di un legame produttivo tra carcere e teatro, che sta moltiplicando in maniera sempre più strutturata i rapporti tra Fenice e cooperativa sociale Il Cerchio, tanto che le detenute-sarte hanno appena realizzato anche 25 camicie per l’orchestra del teatro e altri abiti di scena saranno messi in produzione per nuove collaborazioni.
Mentre parallelamente prende vita la nuova collezione 2010-2011 di abiti, giacche, borse - disegnate da giovani stilisti e cucite dalle detenute - in vendita al “Banco del Lotto”, il negozio della cooperativa a Sant’Antonin, segnalato ormai in tutte le più diffuse guide della città. Tra lavanderia industriale (con collaborazioni con Hilton e Cipriani), sartoria, guardiania dei pontili per conto di Actv, pulizie del verde per conto di Veritas, collaborazioni con Insula e Consorzio Venezia Nuova, Il Cerchio è una cooperativa-impresa con un fatturato di 3,5 milioni di euro, che impiega 120 tra detenuti, persone in semi-libertà e in difficoltà sociale: un’iniziativa con grande valore sociale, che patisce le difficoltà del mercato, perché gli enti spesso pagano fuori tempo massimo.
“Abbiamo chiuso il bilancio 2009 in sostanziale pareggio”, spiega il presidente Gianni Trevisan, “ma soffriamo di problemi di liquidità, perché i nostri creditori - in particolare enti pubblici - non pagano le fatture entro i termini previsti, mentre noi dobbiamo onorare con scadenze rigide gli oneri per quanto riguarda Inps e Iva, oltre agli impegni finanziari per l’acquisto dei macchinari della lavanderia. In questo modo iniziamo ad essere in affanno, perché avanziamo un milione di euro dai nostri “clienti”.
Questo mentre ci sono attività - come appunto la sartoria e, soprattutto, la lavanderia - che potrebbero ulteriormente espandersi coinvolgendo un maggior numero di detenute, formate e reinserite nella vita sociale e produttiva.

 

 

Finanziamenti pubblici
Provincia di Torino

ANSA

lunedì 3 maggio 2010
2

Torino: dalla Provincia 166 mila euro per lavoro ai detenuti

La Provincia di Torino ha stanziato circa 166.000 euro per l’apertura di cantieri di lavoro. Sono destinati alle persone con problemi di giustizia, detenute nei carceri di Torino ed Ivrea o in affidamento all’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Torino ed Asti. La delibera coinvolge 13 Comuni (Ivrea, Cuorgnè, Ciriè, Chivasso, Venaria, Settimo, Rivoli, Torino, Orbassano, Chieri, Moncalieri, Susa, Pinerolo), estensibile ad altri Comuni eventualmente interessati (per ora Borgiallo, Druento, Venaria e San Mauro).

 

 

Formazione professionale
Trieste, " Bread&Bar" (laboratorio di panificio)

IL PICCOLO

giovedì 6 maggio 2010
3

Trieste: detenuti del laboratorio Bread & Bar
sfornano panini e grissini

Per l’assaggio in anteprima dei primi panini e grissini prodotti dai detenuti del carcere triestino, è stata scelta la giunta comunale. L’assessore con delega alla Sicurezza e polizia locale, nonché direttore del Coroneo, Enrico Sbriglia, ha sorpreso i colleghi dell’esecutivo ieri attorno all’ora di pranzo, quando si è presentato alla consueta riunione di inizio settimana con alcune confezioni dei prodotti sfornati dal laboratorio Bread&Bar, avviato poco più di un mese fa. Il sindaco Roberto Dipiazza e gli assessori presenti (tutti, tranne Carlo Grilli e Massimo Greco) hanno gradito l’omaggio, sgranocchiando divertiti quello che di fatto - vista l’ora - è diventato un inatteso antipasto: “Qualcuno non è riuscito a resistere al profumino dei prodotti. Questa è sicurezza - ha commentato un raggiante Sbriglia - nel senso che è meglio facciano i panificatori piuttosto che i rapinatori. Trieste dimostra una volta di più in questo modo la civiltà del proprio territorio”.
Promossa dal Villaggio del Fanciullo e realizzata con il supporto dei panificatori triestini ed il contributo della Cassa delle ammende del ministero della Giustizia, l’iniziativa sta coinvolgendo 22 detenuti. Al termine del periodo di formazione, agli stessi sarà riconosciuta una qualifica professionale per consentire loro di proporsi anche nel mondo del lavoro una volta concluso il periodo di permanenza al Coroneo. “Non vogliamo in alcun modo porci in concorrenza con i panificatori locali, questo sia chiaro - aggiunge Sbriglia -. Specie in un momento nel quale la realtà economica locale è costretta a fare i conti con la dura e feroce concorrenza di settore che arriva dalla vicina Slovenia”.

 

 

Lavoro inframurario, finanziamento
Puglia, “Lavorare insieme” (Agenzia Regionale per la Promozione del Lavoro Penitenziario)

AGI

lunedì 10 maggio 2010
4

Puglia: domani presentazione Agenzia regionale
per promuovere lavoro penitenziario

Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola parteciperà alla conferenza di presentazione di “Lavorare insieme” l’Agenzia Regionale per la Promozione del Lavoro Penitenziario, in programma domani 11 maggio alle 11,30 presso la Sala Consiliare del Comune di Bari. Alla conferenza parteciperanno il sindaco di Bari Michele Emiliano, il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Puglia Giuseppe Martone, il Direttore Generale dell’Ufficio Detenuti e Trattamento Sebastiano Ardita, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Franco Ionta.
Moderatore il giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Manlio Triggiani. L’Agenzia ha lo scopo di potenziare e ottimizzare gli investimenti in materia di lavoro penitenziario in ambito intra ed extracomunitario, nella convinzione che tale elemento rappresenti il perno centrale intorno al quale costruire validi programmi di reinserimento sociale e concrete possibilità occupazionali per i detenuti.

 

 

Lavoro inframurario
Aosta, "Les Jeunes Relieurs" (Cooperativa)

ANSA

lunedì 10 maggio 2010
5

Aosta: apre lavanderia industriale nel carcere,
addetti tre detenuti assunti da cooperativa

Una lavanderia dentro al carcere e tre detenuti che vi prestano servizio, assunti con regolare rapporto di lavoro. Succede a Brissogne, a pochi chilometri da Aosta, dove ha sede l’unica casa circondariale sul territorio valdostano.
La lavanderia è stata recentemente inaugurata ed è gestita dalla cooperativa sociale locale “Les Jeunes Relieurs”. Si tratta della terza struttura di questo tipo in Italia, dopo quella di Monza e di Belluno. Quella di Brissogne eroga servizi sia alla casa circondariale, per il lavaggio delle lenzuola, coperte, grembiuli da cucina, strofinacci e degli indumenti personali dei detenuti, sia a clienti pubblici e privati. Tra le prime commesse esterne acquisite, il lavaggio degli indumenti degli anziani utenti del servizio di assistenza domiciliare del Comune di Aosta.
“La realizzazione di questo progetto - dice il direttore del carcere, Domenico Minervini - costituisce un importante risultato: siamo riusciti a realizzare, anche in questo istituto, quanto auspicato dal nuovo Regolamento Penitenziario del 2000, vale a dire l’affidamento di attività lavorative ad imprese e cooperative esterne in cui i detenuti debbano lavorare con condizioni molto simili a quelle delle realtà imprenditoriali esterne. Questo è fondamentale per la formazione e rieducazione del detenuto”.
Il progetto - ha sottolineato ancora Minervini - si inserisce in una più ampia progetto che prevede anche l’impegno lavorativo di detenuti sul territorio. Siamo già partiti - spiega Minervini - con l’inserimento in un’altra cooperativa sociale che opera nella manutenzione delle aree verdi, mentre sono in corso contatti per realizzare ulteriori inserimenti lavorativi esterni nel settore alberghiero e della ristorazione, al fine di mettere a frutto la formazione professionale acquisita in carcere.
Le fasi che hanno preceduto l’avvio dell’attività lavorativa sono state seguite ed accompagnate dall’Agenzia regionale del lavoro, in particolare attraverso il Programma di Iniziativa Comunitaria Equal e un corso formativo cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Soddisfatto Augusto Rollandin, presidente della Regione e coordinatore dell’Osservatorio per la verifica dell’applicazione del Protocollo d’Intesa tra il Ministero di Giustizia e la Valle d’Aosta: “L’avvio di tale attività - spiega - è stato più volte oggetto di confronto e aggiornamento nell’ambito dei lavori dell’Osservatorio e la realizzazione di questo ambizioso obiettivo è stata possibile grazie ad un impegno della Presidenza della Regione in stretta collaborazione con i responsabili territoriali dell’amministrazione penitenziaria”.

 

 

Lavori di pubblica utilità
Liguria, Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)

IL VELINO

martedì 11 maggio 2010
6

Liguria: Sappe; solo 15% dei detenuti lavora,
enti locali li impieghi in progetti di pubblica utilità

“La situazione penitenziaria regionale peggiora ogni giorno sempre di più e chi si appresta a governare la regione non può ignorarlo. Invitiamo il presidente della giunta regionale della Liguria, Claudio Burlando, e l’assessore regionale alla salute e alla sicurezza, Claudio Montaldo, insediatisi oggi, a venire in una qualsiasi delle sette carceri liguri per constatare personalmente le gravi criticità penitenziarie connesse al pesante sovraffollamento carcerario e alla carenza di personale di Polizia penitenziaria”. È quanto scrive Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. “La presenza record di 1.755 detenuti, mai registrata neppure ai tempi immediatamente precedenti l’indulto del 2006, nei sette penitenziari regionali che dispongono di una capienza regolamentare complessiva di 1.140 posti letto - continua Martinelli -, fanno comprendere con quante difficoltà lavorano le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria, sotto organico di oltre 400 unità in Liguria. La presenza di stranieri tra i reclusi della Liguria si attesta tra il 50 ed il 60 per cento dei presenti e nella nostra regione si registra anche la percentuale più alta a livello nazionale di detenuti tossicodipendenti (circa il 40 per cento dei presenti rispetto a una media nazionale del 25 per cento)”.
“Altro record negativo a livello nazionale è quello dei detenuti che lavorano, che in Liguria sono solamente il 15 per cento dei presenti. La situazione è davvero allarmante e ritengo che anche la regione Liguria debba fare qualcosa. Chiedo l’impegno della regione Liguria (anche attraverso il coinvolgimento delle province e dei comuni liguri, d’intesa con il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e il qualificato e fondamentale contributo del personale di Polizia penitenziaria) a promuovere concretamente l’impiego dei detenuti in progetti per il recupero del patrimonio ambientale ligure. L’attivazione sul territorio nazionale di iniziative inerenti la promozione del lavoro è diventato obiettivo primario che l’amministrazione penitenziaria persegue al fine del coinvolgimento consapevole e responsabile dei soggetti in espiazione di pena in attività lavorative volte all’integrazione e al reinserimento nella comunità sociale. Impiegare in detenuti in progetti di recupero del patrimonio ambientale e in lavori di pubblica utilità è motivato dalla necessità concreta di dare davvero un senso alla pena detentiva: una iniziativa in tal senso era stata formulata al termine della precedente legislatura regionale dal consigliere del Pdl Rosso”.
“Spero e auspico che il presidente Burlando e l’assessore Montaldo la facciano loro. I detenuti hanno prodotto danni alla società? Bene, li ripaghino mettendosi a disposizione della collettività ed imparando un mestiere che potrebbe essere loro utile una volta tornati in libertà. Sono pochissimi i carcerati che lavorano nei penitenziari e in Liguria la percentuale è la più bassa d’Italia: la maggior parte di loro, dunque, ozia tutto il santo giorno. E allora, se è vero - come è vero - che il lavoro è potenzialmente determinante per il trattamento rieducativo dei detenuti (perché li terrebbe impiegati per l’intero arco della giornata durante la detenzione e perché permetterebbe loro di acquisire un’esperienza lavorativa utile fuori dalla galera, una volta scontata la pena) - conclude il segretario generale aggiunto del Sappe, impiegarli in lavori di pubblica utilità di salvaguardia e cura del territorio ligure può davvero dare un senso (concreto) alla pena”.

 

 

Lavoro inframurario
Puglia, Franco Ionta, "Agenzia regionale per la promozione del lavoro penitenziario" (Regione Puglia),
Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria)

LA REPUBBLICA

mercoledì 12 maggio 2010
7

Posti di lavoro ai detenuti nasce l’Agenzia regionale

RIPARATORI di pannelli solari a Lecce e fornai ad Altamura: la Puglia mette all’opera i detenuti. È nata ieri a Bari l’Agenzia regionale per la promozione del lavoro penitenziario. La Puglia è la seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, a mettere in pratica le linee guida per l’istituzione del nuovo organismo voluto dal governo. A presentare la nuova agenzia è stato ieri il capo del dipartimento per l’Amministrazione penitenziaria Franco Ionta: “Oltre alla custodia delle persone pericolose, le istituzioni devono lavorare al loro reinserimento al quale devono contribuire gli enti locali. Adesso - ha spiegato - grazie a questa agenzia, in Puglia, i detenuti con una professionalità potranno lavorare anche all’esterno delle carceri, in attività socialmente utili per gli altri cittadini e per se stessi: è evidente, infatti, che chi ha commesso un crimine si trovi in una situazione svantaggiata nella ricerca di lavoro. Per questo - ha concluso Ionta - sia l’amministrazione penitenziaria che gli enti locali devono contribuire con istruzione e formazione”. Il primo ente in Puglia a raccogliere l’appello lanciato dal capo dipartimento per l’amministrazione penitenziaria è stato il Comune di Bari che ha annunciato ieri uno stanziamento da 23mila euro da destinare all’impiego di alcuni detenuti del carcere cittadino. Allo studio del Comune c’è un progetto per incrementare la raccolta differenziata. “Vogliamo garantire a chi ne ha la voglia l’opportunità di cambiare vita” ha sintetizzato il sindaco Michele Emiliano, durante la presentazione della nuova agenzia. Ma l’emergenza numero uno delle carceri pugliesi resta quella del sovraffollamento: “In Puglia - ha ammesso Ionta - la situazione è particolarmente difficile ma presto partirà un piano straordinario per la ristrutturazione e l’ampliamento delle carceri”. Una possibile e più rapida soluzione è stata ieri suggerita dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria che ha segnalato lo strano caso del carcere di Spinazzola: mentre le altre prigioni scoppiano questa struttura ha 130 posti ma solo 30 di questi sono occupati. “Basterebbero poche migliaia di euro per rendere pienamente agibile la struttura e dare sollievo alle altre case circondariali pugliesi” ha denunciato il Sappe.
PAOLO RUSSO

 

 

Lavoro inframurario
Trani, “Officina Creativa” (Cooperativa sociale Onlus), “Campo dei Miracoli” (Cooperativa sociale)

ASCA

mercoledì 19 maggio 2010
8

Trani: si inaugura il laboratorio sartoriale
di “Officina Creativa” sperimentato a Lecce

Borse “Made in carcere” per avere, durante e dopo il periodo di detenzione, una seconda chance. Dopo i taralli nel carcere maschile, le detenute della casa circondariale di Trani produrranno borse di tessuti riciclati nel laboratorio sartoriale allestito da “Officina Creativa”, una cooperativa sociale senza scopo di lucro, creata e amministrata da Luciana Delle Donne, che nel 2007 ha dato vita al marchio “Made in carcere” per borse, accessori e shopper bag colorate e originali, realizzate dalle detenute del carcere di Lecce.
Il secondo laboratorio pugliese è stato inaugurato questa mattina alle 10.30 nella struttura penitenziaria di piazza Plebiscito dal governatore Nichi Vendola e dal gruppo Megamark di Trani. Quest’ultimo, con alcuni dei suoi supermercati presenti in Puglia, Campania, Lazio e Molise, diventerà infatti il primo cliente delle detenute tranesi: le borse saranno distribuite in alcuni dei punti vendita della catena amministrata da Giovanni Pomarico.
L’intento di “Officina Creativa” è quello di fornire anche alle 15 detenute tranesi - alcune delle quali condannate anche all’ergastolo - una “seconda chance”, dando loro l’opportunità di imparare un nuovo mestiere. Ma è anche “seconda chance” per materiali e tessuti, che anziché essere gettati acquistano nuova vita per la realizzazione delle borse. Nel supercarcere maschile di via Andria invece, già da due anni, alcuni detenuti si dedicano alla produzione di taralli artigianali che ora sono distribuiti attraverso la rete Ipercoop pugliese. In questo caso la produzione avviene con l’aiuto della cooperativa gravinese “Campo dei Miracoli”, che si occupa della preparazione dei pasti nel carcere insieme ai detenuti appositamente formati. Ma appunto da due anni si producono taralli che vengono distribuiti all’esterno, oltre che nello spaccio dell’istituto di pena tranese.

 

 

Lavoro inframurario, reinserimento lavorativo
"Terra Futura" (mostra), “recuperiamoci!” (progetto di recupero lavorativo inframurario), “c’è del buono!” (emporio)

VITA

martedì 26 maggio 2010
9

Firenze: presentato alla mostra Terra Futura
il Progetto “Recuperiamoci!”

Si chiama “recuperiamoci!” il progetto dedicato al lavoro e alle attività produttive dei detenuti che verrà presentato in anteprima all’interno di Terra Futura, la mostra delle buone pratiche in programma a Firenze (Fortezza da Basso) dal 28 al 30 maggio. Lo stand di “recuperiamoci!”, interamente realizzato con materiali di recupero, sarà allestito nel Padiglione Spadolini al piano secondo (stand A5A), all’interno dell’area tematica “Azioni Globali - Welfare”.
Il progetto nasce da una idea di Paolo Massenzi, progettista e animatore dell’iniziativa, dalla collaborazione con Ruggero Russo di Binario Etico di Roma, Andrea Favati di Informatici Senza Frontiere Toscana, e dei tanti amici in sintonia con il progetto, sparsi in tutta Italia. Si propone di far conoscere a un vasto pubblico tutte le esperienze presenti all’interno delle carceri italiane che coinvolgono i detenuti in attività produttive. Tutto ciò partendo dall’idea che il lavoro, all’interno del carcere, è uno strumento fondamentale per il recupero della persona. Il tema del recupero è dunque al centro del progetto in varie forme: il recupero della persona, ma anche il recupero dei materiali. Infatti molte attività all’interno delle carceri si basano proprio sul recupero e il riutilizzo di materiali di scarto.
Fa parte integrante del progetto il portale www.recuperiamoci.org, contenente tutte le novità inerenti al lavoro carcerario: prodotti, aziende e cooperative coinvolte, numero di detenuti occupati dentro e fuori del carcere, punti vendita. Presso lo stand sarà presente “c’è del buono!”, un emporio, che diverrà poi itinerante, con esposizione e vendita prodotti del carcere, oltre che distribuzione di materiale informativo. Grande attenzione ai progetti a “chilometro zero” e all’esposizione di prototipi di trash design: oggetti e materiali destinati alla discarica si trasformano in elementi d’arredo; “recuperiamoci!” organizzerà anche l’internet trash point, (stand A247), sempre allestito con materiale di recupero.
Da segnalare infine che presso l’emporio “c’è del buono!” sarà possibile vedere realizzazioni e acquistare prodotti quali biscotti, oggetti in ferro battuto, vino, borse in pelle e materiale riciclato, libri, abbigliamento, computer, piante ornamentali, gioielleria, arnie per le api e molto altro, il tutto prodotto in carcere. Il ricavato delle vendite, pagato il lavoro dei detenuti, sarà investito nel progetto di mappatura delle buone attività carcerarie, che verrà presentato nei giorni della fiera.

 

 

Lavoro inframurario, giardinaggio
Napoli/Secondigliano, "fiori della speranza" (piante coltivate dai detenuti di Secondigliano)

REDATTORE SOCIALE

martedì 26 maggio 2010
10

Napoli: dal carcere di Secondigliano
arrivano i "fiori della speranza"

Le piantine colorate coltivate dai detenuti dell’istituto penitenziario sotto la guida esperta di tecnici e giardinieri, saranno messe in vendita per la prima volta domenica 30 maggio nella villa comunale di Napoli.
Dal carcere di Secondigliano arrivano i “fiori della speranza”. Le piantine colorate coltivate dai detenuti dell’istituto penitenziario sotto la guida esperta di tecnici e giardinieri, saranno messe in vendita per la prima volta domenica 30 maggio 2010 (a partire dalle ore 10.00) nella villa comunale di Napoli. Il corso di giardinaggio, frutto di un progetto realizzato dalla direzione penitenziaria di Secondigliano con l’assessorato all’Ambiente del comune di Napoli, ha dato la possibilità a nove reclusi di imparare il mestiere e di prendersi cura delle oltre seimila piantine che saranno esposte domenica in città. Il ricavato sarà devoluto a Telefono Azzurro che realizza, proprio all’interno dell’istituto penitenziario napoletano, il progetto “Minori in carcere”.
Progetto che ha permesso di realizzare spazi accoglienti per i figli dei detenuti e le loro famiglie, i cui colloqui vengono ospitati da circa due anni in una ludoteca per l’inverno e in un giardino attrezzato con giochi nella bella stagione.
“L’obiettivo - spiega il coordinatore Ciro Raia - è quello di far ritrovare ai bambini un clima familiare nelle occasioni di contatto con i loro genitori, evitando le fredde stanze del carcere”. Su questa stessa scorta, i volontari di Telefono Azzurro organizzano anche delle feste, come a Natale o in altri momenti dell’anno, in cui allestiscono a festa la palestra dell’istituto. “La giornata di domenica - sottolinea Giulia Leone, vicedirettore del carcere di Secondigliano - rappresenta la manifestazione conclusiva del progetto sostenuto dal comune di Napoli ma anche un banco di prova per il lancio commerciale dei fiori e delle piantine che i detenuti hanno prodotto. Speriamo di poter estendere ben presto la vendita anche ai circuiti tradizionali di mercato, a partire proprio dalla pubblica amministrazione che potrebbe essere il nostro primo cliente”.
“L’obiettivo sociale è duplice - aggiunge - perché offrendo un contributo sarà possibile sostenere la nobile causa di Telefono Azzurro a tutela dell’infanzia”. Per l’occasione sarà anche allestito un laboratorio di giardinaggio per i più piccoli.

 

 

Formazione professionale
Trieste, " Bread&Bar" (laboratorio di panificio), "Pane mezzo sale" (pane prodotto dai detenuti di Trieste)

IL PICCOLO

mercoledì 27 maggio 2010
11

Trieste: panificatori detenuti
accanto ai professionisti producono il “Pane mezzo sale”

Debuttano lunedì prossimo a “Pane mezzo sale” in occasione della Festa Nazionale del Pane, fianco a fianco con i loro colleghi professionisti di lungo corso, i detenuti della casa circondariale cittadina che hanno preso parte al corso di qualifica professionale per panettieri e pasticceri promosso dal Centro di Formazione “Opera Villaggio del Fanciullo”, finanziato dal Ministero della Giustizia - Cassa Ammende. Dal 31 maggio al 3 giugno, infatti, nello stand di piazza Sant’Antonio Nuovo i novelli panettieri metteranno in pratica quanto appreso grazie al progetto “Bread & Bar” - tradotto letteralmente pane e sbarre - il percorso di avviamento professionale promosso dal centro di formazione di Opicina e la Casa Circondariale, in partnership con l’Associazione fra Panificatori della provincia di Trieste e un nutrito gruppo di soggetti del privato sociale, tra cui la Caritas diocesana, la Coopertiva Polis e il Consorzio Open. Obiettivo di “Bread & Bar”, insegnare un mestiere a chi è temporaneamente ospite della struttura di detenzione, in vista del futuro reinserimento nel mondo del lavoro e della società, come hanno spiegato alla presentazione di “Pane mezzo sale” il presidente dell’Opera Villaggio del Fanciullo Pier Giorgio Ragazzoni e il direttore del Coroneo Enrico Sbriglia, a cui hanno preso inoltre parte il direttore del centro di formazione Massimo Tierno e Edvino Jerian, presidente dell’Associazione fra Panificatori.
“Anche chi vive dietro alle spesse mura del carcere fa parte della collettività - ha puntualizzato don Ragazzoni - e poiché il Villaggio si propone di essere d’aiuto a chi attraversa un momento di transitoria difficoltà nella vita, come in questo caso, pensiamo che apprendere un nuovo mestiere sia la strada giusta per favorirne il rientro nella comunità, su basi concrete di equità sociale”.
In divisa da fornaio, dunque, alle prese con lievito, acqua e farina, i neo panettieri sforneranno baguettes e pagnotte per i visitatori, mettendo in bella vista il procedimento produttivo dall’a alla zeta: dalla preparazione della miscela con le macchine impastatrici fino alla fase di cottura con i forni presenti nello stand, riempiendo l’aria di piazza Sant’Antonio con il fragrante profumo del pane appena sfornato. Ma l’operazione d’inclusione sociale va anche di pari passo con la politica delle buone pratiche alimentari.
Infatti, “Pane mezzo Sale” è il titolo della campagna lanciata quest’anno dal Ministero della Salute nell’ambito di quella europea per promuovere stili di vita più salutari e ridurre il consumo di sale, nell’ottica della prevenzione delle malattie cardiovascolari. “Il pane è un alimento antico, la cui tradizione artigianale va senz’altro rafforzata. Un cibo semplice e genuino che possiede inoltre una forte connotazione quale simbolo di condivisione e socializzazione. La realizzazione del progetto “Bread & Bar” è la prova che quando c’è la reale volontà di lanciare un ponte tra il mondo che sta dietro le mura delle case circondariali e la società libera, alla teoria e alle parole, seguono i fatti”, ha commentato Sbriglia.

Patrizia Piccione

 

 

Formazione professionale, edilizia
Tolmezzo, “Operatore edile - pittore decoratore” (corso finanziato dal Fondo sociale europeo)

MESSAGGERO VENETO

sabato 29 maggio 2010
12

Tolmezzo: si è concluso il corso
di “operatore edile” per nove detenuti

Si è svolta nella Casa Circondariale di Tolmezzo la presentazione del lavoro svolto dagli allievi del corso finanziato dal Fondo sociale europeo di “Operatore edile - pittore decoratore” della durata di 600 ore, che ha coinvolto nove detenuti impegnati prevalentemente in lavori di tinteggiatura e decorazione di muri interni e nella realizzazione di 4 pitture murali.
Il percorso, finalizzato all’acquisizione di una qualifica ufficiale, ha avuto un duplice scopo: da un lato quello di offrire ai detenuti una preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolarne il reinserimento sociale e lavorativo, una volta scontata la pena; dall’altro quello di consentire uno sviluppo personale volto al consolidamento dell’autostima e all’acquisizione di una nuova visione del lavoro.
Elemento di nota evidenziato dal personale di Enaip Fvg - coordinatrice, tutor e docenti del corso - è stato l’entusiasmo, l’impegno e la costanza dimostrati durante l’intero percorso formativo da parte degli allievi, che hanno voluto in quest’occasione ringraziare tutti dell’opportunità a loro offerta. Alcuni di loro stanno per scontare la pena dovuta ed hanno evidenziato come il corso abbia saputo dare loro competenze utili ed una rinnovata motivazione ad affrontare una nuova vita.
Fondamentali per la riuscita del progetto sono stati la grande collaborazione del personale che opera nel carcere e l’affiatamento ed una motivazione intensa del personale docente a cui va aggiunta la preziosa collaborazione del Comune di Tolmezzo, che ha contribuito attivamente alla realizzazione del percorso in collaborazione con Enaip. Un segnale concreto e tangibile di come la formazione possa trasmettere una nuova visione del lavoro come strumento di reintegrazione e reinserimento nella società.

 

 

Lavoro inframurario, giardinaggio
Napoli/Secondigliano

IL VELINO

sabato 29 maggio 2010
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Napoli: a Secondigliano progetto
per la produzione in serra di piante ornamentali

Il Comune di Napoli il 30 maggio presenta un progetto con la Direzione del centro penitenziario di Secondigliano finalizzato al recupero dei detenuti. L’iniziativa, motivata dalla necessità di dimostrare vicinanza a chi vuole riscattarsi dalla dimensione del carcere con un reinserimento sociale, ha avuto come scopo finale la produzione di piante ornamentali nelle serre, finora inutilizzate, presenti nel carcere e ha coinvolto dieci detenuti opportunamente istruiti e diretti dal personale comunale del Servizio Gestione Grandi Parchi Urbani.
A una prima fase teorica di sei lezioni, attraverso la quale sono state fornite le necessarie cognizioni di botanica e tecniche di giardinaggio, è seguita una fase pratica di coltivazione di piante fiorite stagionali ed arbusti della flora mediterranea. Le produzioni ottenute saranno impiegate per arricchire le aiuole del carcere e quelle di alcuni parchi pubblici. Nel corso della mattinata del 30 maggio, a partire dalle 10, in Villa Comunale si svolgerà una manifestazione pubblica di divulgazione dell’iniziativa nel corso della quale saranno offerte in beneficenza a favore di Telefono Azzurro le piantine fiorite di tagete, petunia, begonia e basilico prodotte.

 

 

Reinserimento lavorativo
Verona, "Segni" (Coop sociale), "Speranza nel verde" (progetto di reinserimento lavorativo di ex detenuti della cooperativa "Segni")

IN VENETO

domenica 30 maggio 2010
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Notizie da Verona

Detenuti al lavoro per la città

Un parco giochi nuovo di zecca in villa Pullé al Chievo, risistemato - insieme a tutta l’area in cui è inserito - da un gruppo di ex detenuti. Due mesi, quelli tra aprile e maggio, che se per gli ex detenuti hanno rappresentato un periodo di formazione per reintegrarli nel mondo del lavoro, per la città significano la conquista di uno spazio in più completamente riqualificato di cui godere.
“Quando un ente come una cooperativa sociale viene messo nella condizione di operare secondo i suoi fini, i risultati arrivano. E di qualità”. Questo il commento di Giuseppe Ongaro, socio della cooperativa Segni a cui si deve il progetto “Speranza nel verde”, andato in porto grazie ai finanziamenti di Fondazione San Zeno, Banca Popolare e Comune di Verona. Finanziamenti necessari alla formazione, le borse lavoro e le attrezzature, nell’ottica - come detto - di far acquisire a chi è passato per il carcere competenze tecniche specifiche nel settore della cura e della manutenzione delle aree verdi, per favorirne il reinserimento nella società civile. Continua Ongaro: “Oltre ai complimenti di assessorato e Amia, quelli che più ci gratificano arrivano dalla stessa cittadinanza. Villa Pullé era in una situazione disastrosa e adesso mamme e bambini hanno ripreso a frequentarla serenamente”. E oltre alla villa il progetto ha pensato a migliorare anche la rotonda dello stadio, con le 28 nuove piante lì sistemate.
“Si è scelto di presentare l’iniziativa al suo termine - ha spiegato l’assessore alla promozione del lavoro Alberto Benetti - per rispettare e tutelare la privacy dei partecipanti, che hanno potuto così svolgere il loro lavoro serenamente e senza pregiudizi. I risultati sono stati brillanti sia dal punto di vista della professionalità acquisita, che per il servizio svolto a beneficio della comunità. Il parco giochi rimesso a nuovo potrà così tornare ad essere luogo di piacevole intrattenimento per l’estate”. Il lavoro ha riguardato la pulizia dell’area verde, la messa in sicurezza di alcune zone, la tinteggiatura dei muri di recinzione e delle casette al centro del parco, la pulizia e manutenzione di panchine, giochi e cestini e la sostituzione della rete di recinzione, per un totale di oltre 600 ore lavoro.
I risultati dal punto di vista dell’inserimento lavorativo sono poi eccellenti. Le cinque persone che hanno partecipato al progetto sono tutte già sistemate: uno di loro è stato assunto da un’azienda di idraulica, altri due dalla cooperativa stessa per impegnarli in lavori a servizio del verde tramite Amia. Sempre con Segni (che sta diventando un punto di riferimento anche per le aziende in cerca di determinati profili di lavoratori) anche un quarto ex detenuto, che svolgerà uno stage ancora per 2 mesi in attesa di una prossima assunzione, mentre un altro è stato inserito nel nuovo progetto Carter che offre lavoro e abitazione a persone in uscita dal carcere.
Un successo a tutto tondo, quindi, che lascia sperare la cooperativa anche in una futura apertura sul fronte del lavoro esterno di persone detenute attraverso la concessione degli articoli 21.

 

 

Lavoro inframurario, formazione professionale, riciclo rifiuti
Milano/Bollate, “Raee nelle Carceri” ("Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche" progetto sperimentale regionale)

IL VELINO

lunedì 31 maggio 2010
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Milano: “Raee nelle Carceri”,
al via nel carcere di Bollate un progetto per riciclo dei rifiuti

“Puntare sulle competenze professionali e sulla formazione è il modo migliore per rendere il carcere non solo un’esperienza punitiva, ma una occasione di riscatto. Milano crede nel recupero di chi ha sbagliato e si rende disponibile a un percorso di reinserimento”. Così il sindaco di Milano Letizia Moratti intervenuta alla presentazione del progetto sperimentale regionale “Raee nelle Carceri” (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che ha l’obiettivo di creare opportunità di lavoro all’interno della casa di reclusione di Bollate, grazie a un protocollo d’intesa sottoscritto da Regione Lombardia, provveditorato regionale per l’Amministrazione penitenziaria e Amsa.
Presenti il sottosegretario di Stato alla Giustizia Giacomo Caliendo, l’assessore regionale all’Ambiente Marcello Raimondi, il provveditore regionale Luigi Pagano, il presidente della commissione Carceri del Consiglio comunale Alberto Garocchio e il presidente di Amsa Sergio Galimberti. “Raee” prevede la creazione del primo impianto industriale milanese per il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, che darà lavoro a un centinaio di detenuti. Il Comune di Milano investe circa 800mila euro per questo progetto.
“La formazione che gli operatori acquisiranno sarà spendibile anche fuori dal carcere nel mondo del lavoro - ha proseguito il sindaco - . Inoltre questo progetto connette direttamente il mondo carcerario ai temi della sostenibilità ambientale e fa compiere alla nostra collaborazione con gli istituti di reclusione un passo avanti”. Ogni anno circa un centinaio di detenuti partecipano ai percorsi di inserimento lavorativo attivati dal nostro ufficio di mediazione al lavoro, attraverso l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento e con l’incentivo di una borsa lavoro.
Fra le iniziative sostenute dal Comune: il contratto sottoscritto con Milano Ristorazione per l’acquisto quotidiano del pane prodotto dal forno nel carcere di Opera, il progetto che per un anno coinvolge detenuti per la pulizia e la cura del verde dei cimiteri e altri che si prendono cura dei parchi cittadini. A questi si aggiungono i detenuti che dal 2007 sono stati incaricati, sempre attraverso Amsa, del servizio rimozione graffiti e altri detenuti volontari impiegati come spalatori nei giorni dell’emergenza neve. “Sono certa - ha concluso Letizia Moratti - che Milano potrà contare sulla vostra voglia di riscatto, di dignità, di partecipazione alla vita civile della città e del Paese”.

 

 

Lavoro inframurario, giardinaggio
Napoli/Secondigliano, "fiori della speranza" (piante coltivate dai detenuti di Secondigliano)

LA REPUBBLICA

lunedì 31 maggio 2010
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Napoli: “I fiori della speranza”,
per Telefono Azzurro i fiori e le piante coltivati dai detenuti

Le piante dei detenuti per “Telefono Azzurro”. I reclusi del Centro penitenziario di Secondigliano si danno appuntamento oggi alle 10.30 in Villa Comunale, alla Cassa armonica. Esporranno le piantine coltivate nelle serre del carcere nel corso del progetto “I fiori della speranza”, avviato dalla direzione della casa circondariale in collaborazione con il Comune. Nato per promuovere il recupero sociale dei detenuti e rifornire di verde i parchi della città, il progetto chiede ora alla cittadinanza di acquistare a un prezzo simbolico le piantine fiorite di tagete, petunia, begonia e basilico, prodotte per sostenere le campagne a tutela dell’infanzia. Il Comune allestirà anche un piccolo laboratorio di giardinaggio sulla cura e la manutenzione delle piantine. A trasformare i reclusi in giardinieri sono stati nei mesi scorsi agronomi e addetti comunali che, coordinati da Rosa Stefanelli, hanno impartito lezioni sia di teoria che di pratica florovivaistica: fornendo ai detenuti i principi di un mestiere spendibile anche dopo l’espiazione della condanna. Alla manifestazione di oggi interverrà l’assessore all’Ambiente, Rino Nasti.

 

 

Lavoro inframurario, sicurezza
Firenze/Sollicciano, Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria)

ANSA

lunedì 31 maggio 2010
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Firenze: Osapp; licenziate le “donne delle pulizie”
per gli uffici, saranno sostituite da detenuti

“Abbiamo appreso in maniera del tutto informale che, con decorrenza 1 giugno, le donne delle pulizie non lavoreranno più ed è molto probabile che tale decisione sia scaturita dalla necessità di fare spazio alla manodopera dei detenuti”. Lo scrive in una nota il sindacato di polizia penitenziaria Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria) in relazione al carcere fiorentino di Sollicciano.
“È piuttosto incredibile oltre che vergognoso - prosegue il sindacato - che in un contesto lavorativo così grande come quello di Sollicciano l’amministrazione penitenziaria non abbia trovato i margini necessari per salvaguardare il lavoro delle quattro donne addette alle pulizie. Due tra loro sarebbero andate in pensione fra due anni, e tre di loro hanno figli”.
A tale riguardo l’Osapp scrive anche che “pur se non ha prerogative rispetto a tale categoria di lavoratori, non può esimersi dal denunciare che una simile decisione porterà altresì i detenuti a fare ingresso in tutti gli uffici di Sollicciano, a partire dalla segreteria del personale di polizia fino ad arrivare agli uffici di ben otto sigle sindacali, ambienti che detengono e trattano esclusivamente le pratiche del personale. Un vero e proprio addio alla privacy dei poliziotti ma anche il serio rischio di comprometterne la sicurezza individuale, famiglie comprese”.

 

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IL GRUPPO DI LAVORO DELLA RASSEGNA STAMPA

IMPAGINAZIONE
INDICIZ.-THESAURUS
ORGANIZ. FASCICOLI
Mohamed Chedly Chehaibi
Alberto Savi
Alessandro Darisi
Plarent Cokaj
 
Aldo Selan
Alessandro Darisi
ARCHIVIO
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Flavio Casagrande
 
Michele Mason
 
SELEZIONE ARTICOLI
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GESTIONE SITO
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Alfredo Salvatore Alberto Savi
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Aldo Selan
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Sergio Volpon
GRAFICA
 
 
Flavio Casagrande
 
COORDINAMENTO
Bruno Boscato, volontario, consulenza informatica Coop "AltraCittà"
Maria Stella Dal Pos, volontaria
Marianita De Ambrogio, volontaria, area internazionale
Rossella Favero, Coop "AltraCittà"
Valentina Franceschini, Coop "AltraCittà"
Valentina Michelotto, Coop "AltraCittà"
Elisa Nicoletti, volontaria