La rivoluzione francese
Sarkozy investe 750 milioni di euro per digitalizzare
il patrimonio librario nazionale
Anais Ginori
PARIGI -
Uno spazio culturale aperto, vivo, in movimento,che per la prima volta sarà accessibile a milioni di persone. L'idea stessa della vecchia Biblioteca, polverosa e riservata alle élites intellettuali, sta mutando. Fino a trent'anni fa venivano da noi poche migliaia di ricercatori.Ogg ichiunque può collegarsi attraverso la rete e consultare parte del nostro patrimonio, a qualsiasi ora del giomo, da qualsiasi paese del mondo. E' una rivoluzione paragonabile a quella della stampa di Gutenberg.
Bruno Racine, presidente della Bibliothèque Nationale de Frence, è un uomo visionario. Ex direttore di Villa Medici, già presidente del museo Beaubourg, siede nel suo ufficio al settimo piano della Tour des Lois, una delle quattro torri del complesso voluto da Francois Mitterrand negli anni Novanta. Milioni di libri, giornali, nastri sonori e immagini video sono conservati in questa cattedrale moderna del sapere, affacciato sulla Senna. Non un luogo del passato, assicura Racine.La Biblioteca del Duemila sarà il ponte tra il passato e il futuro della conoscenza.
Cominciamo dalle recenti polemiche, la Bibliothèque Nationale de France è stata accusata di voler cedere il suo patrimonio al gigante americano Google.
Si trattava di discussioni esplorative e credo che la polemica sia ormai superata. Lo stato francese ha deciso di consentire uno sforzo senza precedenti per la digitalizzazione del patrimonio culturale. Il presidente Nicolas Sarkozy ha annunciato lo stanziamento di 750 milioni di euro: è un somma che non ha equivalenti in Europa e nel mondo. D'altra parte, è stata istituita una commissione che dovrà studiare le condizioni per i partenariati tra pubblico e privato in questo ambito. Il dialogo con Google, e con altre società, si farà d'ora in poi da questa nuova posizione di forza.
Quali sono i criteri con cui svilupperete il vostro portale di documenti digitali Gallica?
Per i libri vorremmo associarci ad altre biblioteche francesi in modo da fare una digitalizzazione collettiva. Considero anche urgente salvare la nostra immensa raccolta di giornali antichi: se non faremo in fretta gli esemplari andranno distrutti. Ci sono poi le collezioni di opere rare e preziose. Infine, i documenti sonori e video, che pure sono minacciati dal tempo. Abbiamo per esempio la più grande raccolta di registrazioni di canzoni francesi a partire dall'Ottocento.
I milioni di libri che sono custoditi in questa sede rischiano di diventare delle reliquie. Ci abitueremo tutti a leggere sullo schermo?
Non possiamo far finta di niente.Atttaversiamo una fase di grande incertezza. C'è un problema normativo, ovvero definire un prezzo per le edizioni online che permetta a editori e autori di continuare la creazione di opere. E su questo punto, l'ideale sarebbe raggiungere perlomeno un quadro di regole al livello europeo. Penso inoltre che le pratiche di lettura cambieranno, ci saranno forme ibride. Conosco dei professori che leggono testi accademici sul loro Iphone ma continuano a comprare romanzi.
Insomma no, non credo che il libro stampato morirà. Forse, soltanto, non avrà più la stessa posizione di privilegio.
Con la digitalizzazione delle opere nessuno avrà più bisogno di entrare in biblioteca?
La Biblioteca continuerà a lungo ad essere un luogo fisico.
Tutto non sarà digitalizzato e penso anche che il contatto con
l'opera originale rimane in molti casi insostituibile. La biblioteca del ventunesimo secolo sarà un'istituzione che avrà un pubblico molto più vasto. E' una grande opportunità. Noi responsabili dobbiamo preoccuparci di creare un nuovo rapporto alla conoscenza. Prima c'erano studiosi di alto livello che sapevano maneggiare le banche dati. Oggi dobbiamo offrire servizi a un pubblico diversificato.
Non possiamo più accontentarci di mettere semplicemente in rete le opere. C'è da fare un lavoro di elaborazione intellettuale e culturale dei contenuti.
La vostra missione è cambiata?
«La Bibliothèque Nationale ha
aperto le porte nel l998, l'anno in cui è nato anche Google. In questi anni le cose sono andate molto veloci. Oggi vogliamo svolgere anche un'azione culturale attravero esposizioni, conferenze, dibattiti. A volte nella nostra sede, altre volte attraverso la rete. Questo non è soltanto il luogo dove
vengono conservati manoscritti del Medio Evo o opere rilegate dell'Ancien Régime. Cerchiamo di stare al centro dell'attualità, di riflettere sulle sfide del mondo contemporaneo.
A primavera, per esempio, inaugureremo due mostre molto diverse. Da una parte, avremo un'esposizione sui nostri manoscritti del Mar Morto, risalendo alle radici spirituali dell'Europa. A cinquanta metri, ci sarà invece una mostra sulle innovazioni tecnologiche più recenti che hanno un impianto sulla lettura. Ecco come intendiamo la Biblioteca del Duemila.
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