Floriano Zambon

 

Il reinserimento è un problema che riguarda tutti

 

Dove i sindaci sono attenti e le comunità disponibili. Tre domande al sindaco di Conegliano, Floriano Zambon

 

(Realizzata nel mese di gennaio 2004)

 

A cura di Luigi Auletta

 

Sindaco, ci parla delle convenzioni che avete recentemente stipulato con il Ministero della Giustizia e con il Tribunale di Venezia?

È con piacere che rispondo in merito agli interventi che il Comune di Conegliano ha realizzato ed intende realizzare a favore dei soggetti che si trovano in stato di reclusione in carcere.

Sin dalla programmazione degli interventi in ambito sociale per l’anno 2003, nel Piano delle Politiche Sociali e di Comunità per il Comune di Conegliano, si è prevista la stipula di convenzioni con gli organi del Ministero della Giustizia.

In particolare, l’Amministrazione Comunale, a fronte dei contatti avviati con il Tribunale di Treviso, sezione distaccata di Conegliano, ha ritenuto di investire la Conferenza dei Sindaci dell’ambito territoriale dell’Azienda ULSS nr. 7 di Pieve di Soligo della questione inerente la convenzione da stipularsi con il Ministero della Giustizia, in attuazione dei disposti di cui all’articolo 54 Decreto Legislativo 274/2002 e al Decreto Ministeriale 26.3.2001 (Pena dei lavori di pubblica utilità applicata dal Giudice di Pace).

Il coinvolgimento di più enti locali limitrofi, infatti, può garantire anche un maggior coordinamento a livello territoriale ed amministrativo. Siamo in attesa di raccogliere le adesioni da parte degli ultimi comuni interessati, ma già sono stati avviati i contatti per la redazione della bozza di convenzione con la Presidenza del Tribunale di Treviso.

Il Comune di Conegliano ha, peraltro, inteso farsi pienamente carico delle attribuzioni di cui all’articolo 23 del D.P.R. 616/77, in base al quale spettano al comune stesso le funzioni amministrative inerenti alle attività relative all’assistenza post-penitenziaria.

La scelta dell’Amministrazione Comunale di Conegliano è stata, quindi, volutamente ampia ed ha inteso coinvolgere anche le persone che sono in affidamento in prova al servizio sociale.

 

Ecco, siete andati oltre alle "solite" convenzioni riguardanti le condanne inflitte dai Giudici di Pace, avete allargato la possibilità anche alle persone in misura alternativa alla detenzione. Com’è la situazione attuale, avete già avviato dei programmi, assunto delle persone, e con quali incarichi lavorativi?

In data 10 giugno 2003 è stato sottoscritto il protocollo di intesa con il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria - Centro Servizio Sociale per gli Adulti di Venezia - per l’inserimento in attività e servizi gestiti dal Comune di soggetti residenti e/o domiciliati a Conegliano sottoposti a misure alternative alla detenzione.

Due soggetti sono già stati inseriti a partire dalla fine di luglio in attività comunali di piccola manutenzione, previa valutazione da parte dei Servizi sociali dei servizi e degli orari più idonei, e questo è solo l’inizio. Le attività potranno spaziare dalle prestazioni a favore di organizzazioni di assistenza sociale o volontariato nei confronti di malati, anziani, handicappati, insomma le categorie "deboli", alle attività di protezione civile, di tutela del patrimonio ambientale e culturale, compresa la custodia di musei e gallerie, fino alla manutenzione di edifici ed aree pubbliche.

 

L’iniziativa ha anche finalità di reinserimento nella società oppure è limitata prevalentemente alle necessità dell’Amministrazione comunale?

L’accordo nasce dal convincimento che, nello specifico dell’esecuzione penale, lo svolgimento di attività a beneficio della collettività possa sia costituire un risarcimento alla collettività stessa, e indirettamente o direttamente alla vittima del reato, sia offrire percorsi utili al reo per rielaborare criticamente il suo percorso deviante.

L’attenzione alla persona del soggetto inserito è infatti massima, dato che si intende offrire a tali persone la possibilità di sperimentarsi in contesti diversi da quelli abituali, che aprano a nuove prospettive e conoscenze tramite l’inserimento in attività e lavori che siano rilevanti e utili per l’intera comunità.

Non meno rilevante comunque l’opportunità data all’intera comunità, che può beneficiare del contributo offerto, aprendosi concretamente all’accoglienza e alla condivisione.

 

 

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