Maurizio Bonassi

 

Le iniziative sul territorio bergamasco a favore di detenuti

 

(Realizzata nel mese di settembre 2003)

 

A cura di Marino Occhipinti

 

Un’intervista a Maurizio Bonassi, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo

 

"Carcere non più solo come luogo di pena, ma anche come spazio di apertura e rieducazione alla vita facendo leva sul lavoro. Una politica di investimento sociale quindi per ostacolare la recidività al crimine e preservare il detenuto in quanto persona dall’annichilimento. Un obiettivo raggiungibile solo grazie alla cooperazione tanto delle istituzioni locali quanto della società civile, chiamata a superare i tabù che la legano al mondo dei detenuti". Queste sono state le conclusioni del convegno "Pena, carcere, lavoro - la giustizia in-divenire", organizzato di recente a Bergamo. Vista la vivacità di tutta la provincia bergamasca nell’ambito del reinserimento dei detenuti, abbiamo intervistato l’assessore Maurizio Bonassi per avere qualche informazione in più.

 

Gli enti pubblici e privati aderenti all’Associazione Carcere e Territorio hanno sviluppato un notevole lavoro a favore dei carcerati

 

Assessore, cos’è emerso, di significativo, dal recente convegno che avete organizzato?

Il Convegno "Pena, carcere, lavoro - la giustizia in-divenire" del 9 giugno 2003 è stato organizzato dalla Provincia di Bergamo, Assessorato alle Politiche Sociali, ed è stato pensato all’interno del direttivo dell’Associazione Carcere e Territorio in continuità al Consiglio Comunale Aperto organizzato dal Comune di Bergamo nell’aprile 2001. Per la prima volta, allora, il Consiglio Comunale si occupò di questa realtà con una seduta speciale ed aperta, cercando di far capire ai nostri cittadini che va considerata e affrontata come parte della nostra città e specifica di una serie di problemi. In questi anni tutti gli enti pubblici e privati aderenti all’Associazione Carcere e Territorio hanno sviluppato un notevole lavoro a favore dei carcerati e del loro reinserimento lavorativo e abitativo nel tessuto sociale bergamasco. Questo Convegno è servito per fare il punto della situazione, per far conoscere tutte le iniziative sviluppate sul territorio provinciale negli ultimi quattro anni. Al convegno, un invito espresso un po’ da tutti gli interlocutori è stato quello di continuare con il lavoro sinergico di tutti gli enti pubblici e privati e associazioni del territorio, il quale sta dando risultati molto concreti e positivi in quest’ambito d’azione sociale.

Quali progetti di reinserimento avete avviato nei confronti dei detenuti che scontano una pena nella vostra città? Come già accennato, un Comune non ha diretta competenza sui carcerati, ma solo sulle famiglie residenti e sul reinserimento post-carcerario. Per quanto riguarda il carcere di Bergamo tutte le istituzioni operano con il Comitato Carcere e Territorio, che definisce le iniziative alle quali chiama a collaborare organi competenti e disponibili. Si va dalle attività trattamentali (iniziative interne scolastiche o di formazione professionale) al lavoro in cooperative esterne.

In sintesi, come Comune abbiamo sviluppato le seguenti iniziative:

contributo annuo al Comitato Carcere e Territorio;

appartamento in comodato gratuito al Comitato Carcere e Territorio per casi di reinserimento;

servizio di mediazione culturale in carcere con il Comitato tramite;

fondi regionali;

inserimenti lavorativi in convenzione con cooperative, che operano nei servizi comunali;

coordinamento amministrativo del progetto di "housing sociale" della Regione Lombardia che ha permesso la messa a disposizione di 4 alloggi sul territorio bergamasco per il reinserimento di detenuti.

Sulle competenze specifiche che riguardano in particolare le famiglie dei detenuti residenti, il reinserimento dei detenuti dopo la carcerazione e la prevenzione il Comune di Bergamo opera in questo modo:

assistenza alle famiglie: lo si fa con il servizio territoriale, cioè la rete di territorio delle assistenti sociali, con l’Unità operativa Famiglia e in collaborazione con altri enti e istituzioni;

assistenza agli ex-carcerati: con il Servizio Sociale tramite la rete familiare o con il Servizio di integrazione Sociale per chi non ha nessuno;

prevenzione: educativa di strada per ridurre la marginalità, utilizzo di leggi speciali nazionali (legge 45 lotta alla tossicodipendenza; legge 285; legge 40 per l’integrazione immigrati), servizio alle famiglie, in pratica, tutti quegli interventi che, con una tensione educativa, cerchino di evitare il percorso verso la marginalità e l’eventuale conseguente criminalità.

Le iniziative riguardano il lavoro, vero e proprio valore della gente bergamasca.

 

Una delle difficoltà di chi esce dal carcere è naturalmente trovare un lavoro: come operate per cercare di affrontare questo problema?

La maggior parte delle iniziative attuate sul territorio bergamasco a favore di detenuti o ex detenuti riguarda il lavoro, vero e proprio valore della gente bergamasca ed esigenza del territorio provinciale (disoccupazione sotto il 2%). Dai corsi di formazione professionale interni e esterni al carcere, agli inserimenti lavorativi in cooperative, l’attenzione di tutti è soprattutto sul lavoro, perché solo con esso una persona può ricostruire una propria vita sociale. La casa e il benessere familiare sono una conseguenza. La maggior parte delle persone formate e avviate al lavoro vengono poi assunte in cooperative o aziende del territorio.

Se la persona non trova lavoro autonomamente (cosa difficile vista la disoccupazione inesistente sul nostro territorio, come dicevo prima) il Servizio Sociale cerca di attuare un reinserimento al lavoro tramite cooperative sociali, dapprima a tempo parziale, poi per periodi più lunghi e infine, se il cammino è positivo, con l’assunzione definitiva. Il passaggio successivo può essere l’inserimento in aziende vere e proprie, soprattutto dopo aver acquisito una capacità lavorativa e eventualmente un mestiere.

 

Comune e Provincia di Bergamo, hanno dato enorme sviluppo e concretezza operativa a questo lavoro

 

Quali scopi vi siete prefissi, quali obiettivi pensate di raggiungere?

Gli scopi e obiettivi prefissi sono quelli di poter fare sempre qualcosa in più rispetto agli interventi attuali, suscitando sempre più interesse in tutti i soggetti del territorio affinché possano accogliere detenuti o ex-detenuti nel tessuto socio-lavorativo.

Poi ci sembra importante l’essere riusciti a mettere assieme le associazioni e tutte le altre componenti che si occupano a vario titolo del carcere: a Bergamo questo scopo è già stato raggiunto da diversi anni. L’Associazione Carcere e Territorio raggruppa infatti tutte le realtà locali che sono interessate e che si occupano a vario titolo del carcere. Devo però aggiungere che in questi ultimi anni le istituzioni pubbliche, in particolare Comune e Provincia di Bergamo, hanno dato enorme sviluppo e concretezza operativa a questo lavoro.

 

La dimostrazione più bella che possiamo mostrare sono i tantissimi casi positivi di inserimento

 

Lavorate in qualche modo per vincere le comprensibili resistenze delle aziende nei confronti di chi ha avuto problemi con la giustizia?

Visto il bisogno di lavoro nella nostra provincia e con i percorsi di cui sopra, accade difficilmente che ci siano delle resistenze di questo tipo. Ovviamente, non possiamo intervenire nel mercato privato cercando di convincere chi magari non vuole lasciarsi convincere. La dimostrazione più bella che possiamo mostrare sono i tantissimi casi positivi di inserimento già verificatisi sul territorio. È lì che si vince la scommessa!

 

 

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