Giuseppe Caputo

 

Giuseppe Caputo, dell’associazione di volontariato L’Altro Diritto

 

Opporsi alla cultura della “morte civile” dei detenuti con uno sportello che si occupa di tutte le pratiche inerenti alla residenza, alla pensione e al collocamento

(Realizzata nel gennaio 2005)

 

A cura di Claudio Polonio

 

Se c’è una caratteristica che salta agli occhi subito, quando si sente parlare dello sportello “Documenti e tutele”, attivo nella Casa circondariale di Sollicciano, è la sua estrema concretezza, la capacità di rispondere in modo preciso e attento a ogni esigenza dei detenuti. È uno sportello dove ci si occupa delle pratiche per l’ottenimento dei documenti necessari in diverse fasi della carcerazione, e delle procedure inerenti la richiesta di residenza, il codice fiscale, la posizione previdenziale, l’iscrizione al collocamento, il titolo di soggiorno. È un’iniziativa importante, che andrebbe estesa a tutte le carceri. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Caputo, dell’associazione di volontariato L’Altro Diritto, che gestisce lo sportello.

 

Da quando è attivo lo sportello?

Lo sportello è attivo formalmente dall’inizio del 2004, ma in realtà numerose delle attività erano già svolte dall’associazione “L’Altro Diritto” a titolo volontario.

 

Quante sono le persone impegnate nella gestione di questa attività di informazione e di orientamento?

Lo sportello è gestito da un operatore, coadiuvato da sei volontari.

 

Allo sportello sono impegnati anche i detenuti?

No, anche se per lo svolgimento delle funzioni delle sportello è indispensabile la collaborazione con gli scrivani, che spesso fanno da tramite con gli altri detenuti.

 

Quali sono i servizi effettivamente disponibili?

Noi seguiamo le pratiche per l’indennità di disoccupazione, tra gennaio e marzo di ogni anno; la questione degli assegni familiari, che possono essere richiesti in qualsiasi momento, compresi gli arretrati; le domande per la pensione di anzianità; le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità civile; l’iscrizione al collocamento obbligatorio invalidi e relativa richiesta di pensione; i rinnovi della carta d’identità, qualora sia scaduta e sia richiesta per altre pratiche; le richieste di stato di famiglia al comune di appartenenza; il rilascio del codice fiscale. Diamo poi  consulenza in materia di permesso di soggiorno e diritto dell’immigrazione.

 

L’attivazione di quali di questi servizi ha presentato problemi particolari?

Sicuramente nella fase iniziale numerosi uffici hanno mostrato una certa resistenza ad accettare le deleghe dei detenuti per lo svolgimento delle pratiche, mi riferisco in particolare ai Centri per l’impiego. In realtà queste difficoltà sono state superate subito grazie all’intervento dei dirigenti provinciali responsabili delle Politiche sociali e dell’Area carcere.

 

Ci sono servizi che richiedono l’impiego di personale con qualifiche professionali specifiche?

È sicuramente necessaria una preparazione giuridica sui diritti dei detenuti e gli obblighi delle pubbliche amministrazioni. Presso queste ultime è molto diffuso il luogo comune che una persona, una volta finita in carcere, perda praticamente tutti i diritti. Per opporsi a questa cultura della “morte civile” dei detenuti è necessario conoscere leggi, regolamenti e circolari per poter imporre alle pubblica amministrazione il rispetto dei diritti previsti dal nostro ordinamento. È inoltre necessaria una conoscenza specifica dei requisiti richiesti dalla legge per l’accesso alle misure previdenziali di sostegno dei soggetti svantaggiati, nonché la disciplina del lavoro intramurario.

 

In che modo vengono tenuti i contatti con i diversi servizi esterni interessati?

Direi che nel corso degli ultimi due anni si sono create delle prassi, che ci permettono di ottenere con una certa rapidità l’accesso ai servizi esterni. Dopo un primo contatto con i responsabili degli uffici per stabilire le forme di collaborazione, attualmente il contatto è diretto con gli operatori dei vari sportelli.

 

Con che modalità vengono informati i detenuti sui vari servizi offerti?

Esiste un formulario che contemporaneamente informa sui servizi offerti e permette di richiederli. L’operatore dello sportello tiene inoltre costanti contatti con gli scrivani, partecipa agli incontri della commissione detenuti e svolge incontri periodici con i detenuti della scuola per spiegare ogni volta quali sono i servizi offerti dallo sportello.

 

I detenuti come possono richiedere la vostra assistenza?

Tramite il formulario di cui sopra o tramite il classico modello 13 usato normalmente per richiedere colloqui con gli operatori.

 

Quante sono mediamente le richieste che vi vengono fatte?

Le richieste sono in media una cinquantina al mese. In realtà aumentano esponenzialmente a marzo, il periodo in cui si presentano le richieste per le indennità di disoccupazione, e riceviamo 250/300 domande.

 

Riuscite con il vostro servizio a soddisfare tutte le richieste?

In linea di massima sì, anche perché cerchiamo di fare un filtro attraverso il formulario, che è strutturato in modo tale da permetterci di capire, prima ancora di incontrare il detenuto, se ci sono le condizioni per dare delle risposte alla sua richiesta.

 

Quali dei servizi disponibili sono i più richiesti dai detenuti?

Prima di tutto l’indennità di disoccupazione, poi la consulenza in materia di diritto dell’immigrazione e assegni familiari.

 

 

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