Vuota la legge… piene le carceri

 

di Ornella Favero

 

Legge “svuotacarceri”: una definizione che fa quasi ridere, se nello stesso tempo non facesse piangere per la situazione tragica delle carceri sovraffollate, che quasi non si accorgeranno di questo svuotamento.

In questo numero del nostro giornale dedicato al ruolo dell’informazione, vale comunque la pena andare a rivedere un po’ la storia di questa legge.  “Indulto nascosto”, “Indulto mascherato”, sono le prime definizioni che appaiono sui giornali, quando si comincia a parlarne, più di un anno fa. “Torneranno a casa quasi 21mila carcerati”, scrive Repubblica il 15 ottobre 2009. La logica, perversa, è sempre la stessa, quella di fare calcoli e vedere automatismi, lì dove invece le cose sono molto più complesse: ma che cosa ha di simile all’indulto, che liberava le persone a tre anni dal fine pena, una misura che fa passare l’ultimo anno di pena chiusi in casa e controllati giorno e notte dalla polizia? E che calcoli si possono fare su quanti usciranno se si richiede alle persone di avere un domicilio certo e controllabile, e quindi si esclude in partenza la gran parte dei detenuti immigrati e anche tanti italiani, che probabilmente se avessero avuto un posto dove andare sarebbero già stati fuori con qualche misura alternativa? E i calcoli diventano ancora più complessi ora che, a distanza di mesi, questa misura l’hanno ulteriormente svuotata, tagliando fuori tutti i detenuti condannati per reati del 4 bis. Una legge che, oltretutto, va in scadenza, dura fino al 31 dicembre 2013 e poi… poi pare che saranno disponibili migliaia di nuovi posti in galera e non servirà più mandare a casa in detenzione domiciliare un po’ di detenuti.

Ma se la detenzione domiciliare “speciale” ha una data di scadenza, c’è un pezzo di quella legge che è già incardinato nel Codice penale, e lì resterà, e riguarda l’inasprimento delle pene per l’evasione, o meglio per l’allontanamento da casa: in caso di allontanamento dai domiciliari infatti la pena che era prevista dal Codice penale, da sei mesi fino a tre anni, passa da uno fino a sei anni. Quindi la legge “svuotacarceri”, con la scusa di “rassicurare” i cittadini spaventati da questa “massiccia” uscita di delinquenti dalle carceri, rischia, alla lunga, di contribuire a portare qualche detenuto in più in galera e a lasciarcelo dentro più a lungo.

E “rassicurare” poi di cosa? Ma qualcuno si deciderà a ricordare ai cittadini, ai politici, a qualche giornalista distratto che quelle persone, in ogni caso, anche se non andassero in detenzione domiciliare ora, fra qualche mese saranno del tutto libere? E magari non sarebbe ora di riflettere anche sul fatto che far stare le persone che hanno commesso reati parcheggiate qualche mese in più in carceri sovraffollate, senza far niente da mattina a sera, difficilmente può considerarsi un investimento sulla sicurezza?