Notizie ristrette

 

Premio Testimone di pace 2009 per l’informazione a Ristretti Orizzonti

Come può il carcere essere legato alla pace?

Eppure è successo che il mondo della galera, a cui spesso si giunge proprio attraverso la violenza, abbia prodotto una rivista che è stata considerata testimone di pace

 

Come può il carcere essere legato alla pace? Come può un mondo a cui spesso si giunge proprio attraverso la violenza, essere testimone di pace? La giuria del premio che il comune di Ovada (Alessandria) assegna ormai da quattro anni, ha deciso che, nella sezione informazione, il premio andava dato proprio a Ristretti Orizzonti, periodico di informazione dal e sul carcere, i cui redattori sono, come loro si definiscono, “ladroni, o peggio, che tentano di fare una informazione onesta”, sono tutte persone che stanno scontando pene piuttosto lunghe per reati anche di sangue, ma che hanno avuto il coraggio di mettersi con umiltà all’ascolto delle vittime, e di fare un percorso di vera assunzione di responsabilità rispetto ai loro reati.

Il premio “Testimone di Pace” è andato a Ristretti Orizzonti proprio per l’impegno al dialogo tra le vittime e gli autori di reato che Ristretti promuove dalle pagine della rivista, un percorso che è sfociato nel convegno del maggio 2008 “Sto imparando a non odiare”. L’incontro tra autori e vittime di reato è un percorso lungo e difficile, legato al progetto “Il carcere entra a scuola le scuole entrano in carcere”, che ormai fa parte della storia e della vita di Ristretti Orizzonti e che ha prodotto anche il convegno del maggio 2009 dal titolo “Prevenire è meglio che imprigionare”, dove al centro dell’interesse c’era l’informazione e quella che a volte è una “istigazione a delinquere” per i toni e i messaggi che vengono lanciati.

Il difficile percorso di giustizia riparativa o “mediazione indiretta” promosso da Ristretti è iniziato dalle riflessioni nate proprio dopo un incontro tra i detenuti della redazione e Olga d’Antona, moglie del giurista Massimo d’Antona, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1999. Per questo Olga D’Antona è stata la “madrina” di Ristretti alla cerimonia per la consegna del premio, ed è stata una delle partecipanti al dibattito che ha preceduto la cerimonia di premiazione, dove con parole toccanti ha raccontato la sua esperienza di incontro con la redazione di Ristretti: “In quel momento queste persone vedevano in me il riflesso delle vittime dei loro reati”, ha spiegato a un pubblico attentissimo. Al dibattito, coordinato da Marino Sinibaldi, neo direttore di Radio3 Rai e inventore e conduttore di Fahrenheit, programma culturale del pomeriggio di Radio3 divenuto punto di riferimento per il mondo della cultura e dell’editoria italiana, hanno partecipato anche Ornella Favero, direttore responsabile di Ristretti Orizzonti, Lidia Menapace, senatrice e attivista nel Movimento per la Pace, padre Bruno Mioli, consulente della Fondazione Migrantes (CEI), Beppe Giulietti parlamentare nel gruppo misto e portavoce dell’Associazione giornalistica Articolo 21.

L’intervento di Ornella Favero ha avuto al centro proprio il delicato rapporto con le vittime, “vittime di cui poco si parla durante il periodo di detenzione. E proprio per questo motivo è fondamentale il confronto dell’autore del reato non tanto con la vittima “diretta” del suo reato, quanto con persone che comunque sono state vittime di reati. Ci interessa in modo particolare questa idea di un lavoro collettivo di tessitura, di mediazione allargata. Un percorso in cui le vittime con le loro testimonianze aiutano gli autori di reato ad arrivare ad una piena assunzione di responsabilità, e in questo modo contribuiscono a spezzare la catena dell’odio”.

La senatrice Lidia Menapace e Marino Sinibaldi figurano anche tra i componenti della giuria. La trasmissione Farheneit e l’associazione Articolo 21, insieme alla Città di Ovada e al Centro per la Pace e la Nonviolenza “Rachel Corrie”, sono invece gli organizzatori. Tra i sostenitori ci sono la Provincia di Alessandria, la regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. E il premio si onora inoltre dell’adesione della Presidenza della Repubblica.

Il premio è diviso in tre sezioni, la prima è dedicata a una personalità che si sia particolarmente distinta per l’impegno e l’azione nell’ambito della pace e della nonviolenza, e quest’anno ha premiato Salvatore Cancemi, capitano del motopeschereccio Twenty Two, e tutto il suo equipaggio, per il salvataggio di oltre trecento migranti in balia della tempesta al largo di Lampedusa nella notte del 28 novembre 2008. Un atto che, come ha detto Giulietti, è eroico – e per questo riconosciuto anche dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati – ma che in un paese normale dovrebbe essere visto come “normale” perché non lascare morire le persone, come invece succede sempre più spesso, dovrebbe essere la regola e non l’eccezione. L’esperienza del Twenty Two è stata illustrata in un video-documentario “Pescatori di Uomini”, prodotto dal Premio Testimone di Pace, proiettato all’inizio della serata. Vincenzo Cancemi ha ritirato il premio a nome del padre.

Ci sono stati poi i premi per la sezione Scuola dati all’Istituto Superiore “G. Falcone” di Bergamo e agli studenti dell’Istituto Toschi di Parma.

Ristretti Orizzonti, come vincitore del premio per la sezione informazione, ha avuto dei predecessori di grande prestigio, e per questo tale Premio riveste un’importanza particolare. Il primo anno, 2006, infatti erano stati premiati 4 operatori dell’informazione caduti in zone di guerra nel nuovo secolo: Antonio Russo (Tbilisi, Georgia), Maria Grazia Cutuli (Afghanistan), Raffaele Ciriello (Ramallah, Palestina), Enzo Baldon (Iraq), il secondo anno, Enzo Nucci e Claudio Rubino per il documentario “La Scuola della Speranza”, realizzato dalla sede RAI di Nairobi. Nel 2008 il premio è andato a Rosaria Capacchione, cronista giudiziaria della redazione casertana de Il Mattino di Napoli, “per l’onestà e il rigore con cui è stata capace di raccontare la camorra, con particolare riferimento alle attività del clan dei casalesi, e nonostante le numerose minacce di morte ricevute”.

 

Motivazioni del premio Testimone di Pace 2009 Sezione Informazione, assegnato a Ristretti Orizzonti

 

“La rivista della Casa di reclusione di Padova e dell’Istituto Penale Femminile della Giudecca, diretta da Ornella Favero, conta ormai oltre dieci anni di attività, per un totale di 75 numeri. Alle collaborazioni esterne di grande prestigio, la rivista affianca un lavoro intenso e continuativo dentro e intorno al carcere: corsi di giornalismo per i detenuti, convegni, sportelli informativi, incontri nelle scuole, pubblicazioni collaterali. Con un linguaggio chiaro ed immediato, la rivista affronta senza censure le tematiche legate alla pena e alla riabilitazione, anche attraverso numeri speciali che affrontano senza infingimenti e retorica i problemi più scottanti dell’universo carcerario: il lavoro negli istituti di pena, la tossicodipendenza, l’affettività, la condizione dello straniero. Il sito web www.ristretti.it, con oltre settemila pagine, realizzato interamente dai detenuti, è il più completo ed articolato sito sul carcere in Europa”.

 

 

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