Piccoli assurdi di "ordinaria amministrazione"

 

Il carcere come luogo del non-senso

 

Dentro una "istituzione totale" come il carcere il rischio più pesante è che si diventi tutti un po’ più stupidi: i detenuti, ridotti spesso a bambini indifesi, con quelle domandine a cui sono affidate tutte le loro richieste e, spesso, le risposte negative dell’istituzione, ma anche gli operatori, gli agenti, che in nome della sicurezza devono diventare rigidi e intransigenti fino a sfiorare l’assurdo.

L’esempio più chiaro degli assurdi a cui può arrivare l’ansia di "autotutela" del carcere lo ha dato (Ristretti Orizzonti n° 6/2001) il direttore del carcere Le Vallette di Torino, Pietro Buffa: "Posso raccontare casi emblematici, dal punto di vista degli "estremismi della tutela", come quello del detenuto che s’è ammazzato con la bomboletta del gas: per l’amministrazione penitenziaria, se uno s’ammazza con la propria cintura è un problema, se si ammazza con la bomboletta non è un problema. Questo perché la cintura consentita, nelle circolari ministeriali, viene descritta come "di modiche dimensioni", ma il problema è: chi stabilisce, nel momento in cui c’è un morto appeso, se quelle "modiche dimensioni" erano quelle giuste? Altra cosa è invece se il detenuto si è servito di una bomboletta, semplicemente perché l’uso dei fornelli è consentito dal Regolamento di esecuzione…". Le piccole storie di ordinaria follia raccontate qui di seguito sono assolutamente vere ed esattamente tutte in questa logica: chi sta in una istituzione totale, da qualsiasi parte stia, mette a rischio la sua salute e il suo equilibrio mentale.

 

La Redazione

 

L’acqua calda

 

Ore 09.30: esco dalla doccia con un secchio di acqua calda… ma l’agente mi intercetta.

- "Che cosa vorrebbe fare, con questo secchio d’acqua?".

- "Voglio pulire il pavimento della cella…".

- "Non si può usare l’acqua calda per i pavimenti, perché ne abbiamo poca".

- "Ma ormai l’ho presa, per questa volta me la faccia portare in cella…".

- "Io gliela farei portare, ma poi anche gli altri la vorrebbero. Torni in doccia e la rovesci".

 

L’acqua calda 2

 

Ore 13.30: l’agente passa per l’apertura pomeridiana delle celle.

- "Passeeeeggiiii!? Saleeeettaaaa!? Scuoooolaaaa!?"

- "Agente, devo uscire…".

- "Dove va?".

- "In lavatoio…".

- "Qui non c’è un lavatoio".

- "Ma come… in tutte le carceri c’è un lavatoio… dove li lavo i panni, altrimenti?…".

- "Li deve lavare in cella".

- "Ma in cella non ho l’acqua calda…".

- "Usi quella fredda".

- "Ma il regolamento prevede che nelle celle ci sia l’acqua calda…".

- "Allora aspetti che mettano l’acqua calda!".

 

La scatoletta di tonno

 

Ore 11.30: passa il carrello con il pranzo. Come "secondo" c’è del tonno, che viene consegnato in scatolette già scoperchiate.

- "Portavitto, perché non puoi darmi le scatolette chiuse, così le posso anche conservare…".

- "In cucina ci fanno levare tutti i coperchi, per evitare che qualcuno li usi per tagliarsi".

- "Però alla spesa vendono il tonno in scatola e nessuno fa problemi perché teniamo i coperchi…".

- "Se ti tagli con il coperchio del tonno comperato alla spesa è un’altra storia".

 

I pomodori

 

Ore 08.30: ingresso dei famigliari ai colloqui. Una signora ha portato delle pesche al marito detenuto. Un agente controlla i pacchi alimentari e individua il frutto proibito.

- "Signora, queste non passano".

- "Come mai, eppure sono controllabili…".

- "Non passa nessun tipo di frutta e nessun tipo di verdura, tranne i pomodori".

- "Perché i pomodori sì e le pesche no…?".

- "Queste sono le disposizioni".

- "Ma le ho portate apposta per mio marito dalla Sicilia… che male possono fare…?".

- "Senta, signora, se con quelle pesche lei avvelena suo marito sono io che vado nei guai".

- "Scusi, ma allora potrei avvelenarlo anche con i pomodori…".

- "In quel caso io sarei a posto, perché i pomodori sono consentiti".

 

Il taglia-capelli

 

Ore 12.30: l’agente notifica le "domandine" che non sono state accolte dalla direzione.

- "Metta una firma qua".

- "Che cos’è…?".

- "Lei ha chiesto di poter acquistare, tramite sopravvitto, un taglia-capelli: non è stato autorizzato".

- "Per quale motivo non posso comperarlo…?".

- "Perché i taglia-capelli non sono consentiti, potete tenere solo i regola-barba".

- "Ma io non porto la barba…".

- "Non fa niente, può acquistare un regola-barba e poi usarlo per tagliarsi i capelli".

- "Ma il regola-barba funziona anche per i capelli…?".

- "Certo, l’apparecchio è sempre lo stesso".

- "Perché non me l’avete autorizzato, allora…".

- "Perché il regola-barba è consentito e il taglia-capelli no".

 

La padella senza coperchio

 

Ore 14.00: passa lo spesino per la consegna dei prodotti acquistati al sopravvitto.

- "Hai ordinato un tegame di diametro 26 e un coperchio di diametro 24".

- "No, guarda che anche il coperchio è da 26 centimetri, controlla bene…".

- "Sì, avevi segnato il coperchio da 26, però te l’ho portato da 24, che è il più grande che abbiamo".

- "Ma cosa me ne faccio di un coperchio più piccolo del tegame …".

- "I coperchi da 26 non sono consentiti, però adesso ti imparo un trucco: prendi la caffettiera e usala come martello, per appiattire quello da 24, vedrai che alla fine si allarga e arriva a coprire quasi tutto il tegame.

 

La terapia

 

Ore 21.30: il carrello dell’infermeria sfreccia in corridoio per distribuire la "terapia".

- "Infermiera, infermiera… guardi che ho una pastiglia per il mal di stomaco…".

- "Eccola qui, la prenda subito".

- "Ma dovrei prenderla dopo i pasti e la cena è passata alle 16.30! Non posso tenerla per domani...?".

- "Lo sa che non può conservare farmaci in cella, se glieli trovano le fanno rapporto".

- "Allora come faccio a prendere la pastiglia a stomaco pieno…?".

- "Può mettere da parte la cena e consumarla quando passo con la terapia".

 

Il computer in cella

 

Ore 20.00: l’agente passa a ritirare gli strumenti di lavoro consentiti durante il giorno.

- "Lei deve consegnare il computer portatile?".

- "No, sono autorizzato a tenerlo in cella anche la notte…".

- "Però il cavo elettrico glielo devo ritirare".

- "Scusi, agente, se mi toglie il cavo d’alimentazione è inutile che tenga il computer".

- "Secondo l’ordine di servizio lei può tenere il computer, ma non dice nulla riguardo al cavo".

- "Guardi che in cella ho una presa elettrica, installata apposta per farmi usare il computer…".

- "Certo, lei è autorizzato ad avere computer e presa, ma per il cavo non ci sono disposizioni".

- "Per logica, se ho il computer e ho la presa, servirà anche il cavo per collegare l’uno all’altra…".

- "Non è un fatto di logica: se questa notte lei usa il cavo per impiccarsi io vado nei guai".

- "Ma, se volessi impiccarmi, potrei usare una striscia di lenzuolo, o cento altre cose…".

- "Certo, ma in quel caso io non avrei nessuna responsabilità".

 

La visita medica

 

Ore 11.00: arriva il medico per effettuare le visite.

- "Dottore, mi dia qualcosa, ho un tremendo mal di schiena…".

- "Dove le fa male, esattamente?".

- "Qui, poco sotto la cintura…".

- "Il dolore è continuo, oppure sente delle fitte?".

- "È continuo e aumenta quando rimango nella stessa posizione a lungo…".

- "Beh, allora non deve preoccuparsi: io ho lo stesso dolore da anni e lo sopporto benissimo".