Caterina Magliocchetti

 

Caterina Magliocchetti

 

Entro subito nel merito del contributo richiesto: il ruolo delle Regioni nel percorso di costruzione del sistema complementare di servizi, pubblico e del privato sociale. Ieri Luigi Ciotti ha definito le Regioni "la controparte del cammino, del percorso di riflessione" nella direzione appunto della costruzione di tale sistema complementare. E ciò è vero: gli Enti locali e le Regioni, anche in base alla modifica del Titolo v della Costituzione. di fatto rappresentano la controparte di questo "viaggio" che - come diceva pochi minuti fa Teresa Marzocchi - vede come protagonisti della gestione ed organizzazione delle risposte del territorio (nella direzione della tutela del diritto alla salute delle persone con uso/abuso/dipendenza da sostanze) i servizi pubblici, i servizi del privato sociale. i gruppi di interesse dei consumatori ed il territorio quale "comunità competente". Questi sono i soggetti titolari degli interventi: alle Regioni ed agli Enti locali spetta il ruolo di "governo" della costruzione del sistema complementare di servizi.

Come si traduce oggi il ruolo di governo nella direzione più volte sottolineata? In primis nel porsi in modo critico nei confronti del decreto del 14 giugno 2002, perché esso di fatto cancella con un colpo di spugna i diversificati percorsi già avviati, e lo fa a "macchia di leopardo", nel contesto nazionale: percorsi avviati dalle Regioni, dagli Enti Locali, dai servizi pubblici e del privato sociale, percorsi tra l’altro coerenti con quanto già indicato in precedenti accordi Stato-Regione (del 21 gennaio 1999) ed atti d’intesa Stato-Regioni (provvedimento del 5 agosto 1999), atti che ancora richiedono un concreto recepimento. Il decreto del 14 giugno, oltre a rappresentare un atto viziato dal punto di vista costituzionale, rivela una chiara, illegittima e pericolosa ingerenza ideologica e moralistica nei confronti del ventaglio di offerte che il sistema complementare di servizi deve garantire per tutelare il diritto alla salute. Di fatto scompaiono quelle opzioni e scelte di cura validate scientificamente e finalizzate alla riduzione del danno. Quando, con il decreto, si introducono ed enfatizzano finalità, obiettivi ed indicazioni organizzative che di fatto negano tutti i percorsi finora avviati ed esulano da un’attenta valutazione dei processi attivati e dei conseguenti risultati finora raggiunti, ci si allontana dal contesto culturale-scientifico dell’Unione Europea e in particolare dall’orientamento dell’Osservatorio Europeo di Lisbona.

Ruolo di "governo" delle Regioni significava. ancora in un passato recente, recepire gli accordi Stato-Regioni e gli atti d’intesa sovracitati: ciò che non è avvenuto, indipendentemente dai passati ed attuali orientamenti politici. Ruolo di "governo" delle Regioni significa indicare, negli atti programmatori di settore, obiettivi di salute, conseguenti azioni ed assetti organizzativi e funzionali garanti dell’equità d’accesso, della fruibilità e della completezza delle prestazioni ed esaustività delle risposte a tutte le persone con problemi d’uso, abuso. dipendenza da sostanze legali ed illegali.

Ruolo di "governo" delle Regioni significa assicurare un orizzonte terapeutico complessivo che garantisca l’offerta, da parte del sistema dei servizi pubblici e del privato sociale, di tutte le opzioni terapeutiche, assistenziali e di accompagnamento scientificamente validate.

Ruolo di ..governo" significa assicurare risposte sempre più intersettoriali e continue attraverso la costruzione di un sistema di servizi pubblici e del privato sociale in cui i di versi attori operano insieme nella direzione della tutela del diritto alla salute at traverso alla reale costruzione di un sistema complementare di servizi. Ruolo di "governo" si esplica nel sostenere il ruolo del servizio pubblico quale garante dell’unitarietà, appropriatezza, congruità, efficacia ed equità delle risposte. Ruolo di "governo" delle Regioni si esplica nell’indirizzare la costruzione a livello aziendale dei Dipartimenti per le dipendenze quali ambiti tecnico-funzionali garanti dell’effettivo coordinamento tra tutte le unità operative afferenti: quale ambito organizzativo in grado di avviare, supportare e sostenere una risposta complessiva ai bisogni di salute attraverso il riconoscimento delle pluralità di esperienze, attività e percorsi realizzati. sia dal pubblico sia dal privato sociale, nella direzione della diversificazione e differenziazione degli interventi. Un Dipartimento per le dipendenze garante del "progetto complessivo" aziendale, in cui ogni soggetto della "rete" contribuisce al percorso di accompagnamento, alla "presa in carico" complessiva della persona.

Un Dipartimento per le dipendenze che operi nella direzione della valorizzazione delle risorse: valorizzazione dell’individuo, che oltre ad essere portatore di un disagio possiede risorse personali e competenze da sostenere e da potenziare; valorizzazione degli operatori, che negli anni hanno acquisito un bagaglio di conoscenze e competenze nella miriade di progetti ed attività efficaci implementate: valorizzazione del contesto sociale, in grado di accogliere non solo le diverse forme di disagio, ma anche di mobilitare quelle forme di supporto e di solidarietà che sostengono percorsi individuali e collettivi di inclusione ed emancipazione sociale.

Ruolo di "governo" delle Regioni significa non solo deliberare la costituzione dei Dipartimenti, ma "governarne" l’effettiva costruzione ed attivazione nella direzione programmata. Porto come esempio la nostra realtà regionale, quella umbra. Fin dal 1999 abbiamo recepito l’accordo Stato-Regioni del 21 gennaio con indicazione alle Aziende degli assetti organizzativi previsti e costituzione, per ogni ambito aziendale. di un Dipartimento tecnico-funzionale per le dipendenze, Sono stati più o meno velocemente individuati i responsabili, Da allora sian1o nella fase di "governo" del funzionamento reale dei Dipartimenti. quali ambiti effettivi di coordinamento ed integrazione tra tutte le risorse territoriali.

Attraverso cosa? Attraverso, per esempio, l’implementazione di "osservatori dipartimentali" quali luoghi per conoscere, monitorare, verificare la realtà territoriale che cambia e "calibrare" congiuntamente le risposte, Attraverso la promozione di percorsi di formazione integrata tra operatori del pubblico e del privato sociale al fine di "uno scambio reale" di linguaggi, mentalità, operatività, di una "contaminazione" propedeutica all’effettiva costruzione del sistema complementare, Ruolo di "governo" significa soprattutto che le Regioni siano coerenti. con quanto programmato, nelle attività di controllo e di verifica rispetto a quanto recepito, implementato a livello aziendale: è nella attività di valutazione delle Direzioni aziendali che si gioca il ruolo centrale delle Regioni. La mancanza e/o debolezza (per "tatticismi di consenso") di una coerente azione di valutazione produce bellissimi atti programmatori che rimangono però sulla carta, disattesi e, quel che è peggio, "bandiere da sventolare".

Nel precedente Piano sanitario regionale abbiamo intitolato l’Atto di indirizzo sulle dipendenze: "Riduzione del danno da dipendenze". È bastato ciò per garantire l’effettiva fruizione nei territori degli strumenti operativi di tale politica socio-sanitaria’).

Perché le Regioni abbiamo effettivamente il ruolo di "governo" nel settore occorre anche che dal territorio giunga congiuntamente la voce. la proposta, la pressione degli operatori del pubblico, del privato sociale. dei gruppi di interesse: una voce attenta, vigile, coordinata che monitori, valuti, proponga. richieda che questo ruolo sia effettivamente svolto nella direzione prima indicata, nella strada del diritto alla salute, dell’inclusione sociale di chi, ancora oggi, non gode di tali diritti. Un questa direzione, ottima è la proposta di creare nel territorio patti di reciprocità al fine di superare la logica ancora dominante di improvvisazione, emergenza, marginalità del settore.

Credo sia inoltre significativo ed importante promuovere laboratori nazionali permanenti quali ambiti di confronto autorevole per garantire un dibattito, una sintesi e l’offerta di contenuti ad alto valore culturale e scientifico: ambiti di incontro permanenti organizzati con tutti i soggetti che con diverse motivazioni, competenze, professionalità. operano nella moltitudine di risorse, sanitarie e sociali, del pubblico e del privato sociale. della società civile, impegnate nella tutela del diritto alla salute nell’area dell’uso/abuso/dipendenza da sostanze.

 

 

 

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