Ruggero Ruggeri

 

Giornata di studi "Carcere: non lavorare stanca"

9 maggio 2003 - Casa di Reclusione di Padova

 

 

Ruggero Ruggeri, deputato della Margherita

 

Insieme ad alcuni amici, come Marco Boato, Piero Ruzzante ed Ermete Realacci di "Legambiente", siamo riusciti a mettere in pista due iniziative. La prima riguarda un impegno che il governo si è preso, quando farà la riforma del sistema fiscale, di tenere conto del problema del mondo delle carceri. L’impegno riguarda il fatto di abbassare l’IVA, se non ridurla a zero, almeno abbassarla al massimo, per tutti quei beni e quei servizi che entrano in carcere e che escono dal carcere.

Quindi, per prodotti e servizi che entrano - voi pensate al budget che ha l’amministrazione finanziaria, che viene sempre più ridotto, o comunque i bisogni aumentano sempre di più, per il sovraffollamento che c’è – potrebbero eventualmente acquistare qualcosa in più, perché avrebbero un minor costo per quanto riguarda i prodotti. La stessa cosa potrebbe funzionare come un incentivo per quelle imprese che potrebbero lavorare all’interno del carcere e uscire con un prodotto dal costo inferiore, perché con un’IVA inferiore. Questa iniziativa ha una probabilità di riuscita del 50%: il governo mi ha detto che va bene, però devono fare i calcoli per vedere quanto costa l’operazione e, se costa molto, non verrà fatta.

L’altra iniziativa, che invece avrà una probabilità molto alta di riuscire, riguarda un settore limitato, quello delle ceramiche. Il Ministero delle Attività Produttive sta predisponendo un regolamento per rilasciare finanziamenti al settore delle ceramiche artistiche. Ecco, il governo si è impegnato, in questo caso in modo serio, concreto, a riservare una quota alle ceramiche artistiche che provengono dal carcere. O meglio che siano, o aziende individuali, o aziende societarie, di ex detenuti o di detenuti.

Se mi permettete vorrei rubarvi un minuto, per dirvi che quando si parla del lavoro in carcere noi dobbiamo tenere conto anche della Polizia penitenziaria. Perché la Polizia penitenziaria è sotto organico, è sottopagata e, mediamente (questo è il caso sicuro della Lombardia), gli straordinari non vengono pagati. Questo vuol dire che, ancora una volta, la riduzione del budget che riguarda il sistema penitenziario viene fatta pagare direttamente alla Polizia penitenziaria e poi sui servizi che riguardano i detenuti, in modo eclatante per quello che riguarda il tema della salute, quindi sui farmaci e sui servizi forniti dai medici.

Questo è importante perché, quando in una struttura c’è un numero adeguato di personale, anche tutte le attività interne si possono fare. Oggi abbiamo potuto fare questo bellissimo incontro anche grazie alla disponibilità e alla presenza della Polizia penitenziaria. Se non ci fosse anche questo apporto "umanitario" in più, che loro danno, moltissime cose che nelle carceri si fanno non potrebbero essere fatte. Quindi dobbiamo legare le cose, perché è importante pensare a tutti quelli che vivono in carcere.

 

 

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