Convegno "Carcere e territorio"

Percorsi di recupero e di reinserimento sociale delle persone detenute

Galliera Veneta (Pd) - 28 novembre 2003

 

Insegnanti C.T.P. scuola media "Parini"

 

Camposampiero Operiamo sin dall'anno scolastico 1993-94 all'interno della Casa di Reclusione e della Casa Circondariale di Padova, prima come "150 ore" e poi come Centro Territoriale di Educazione Permanente. Siamo sette insegnanti e abbiamo circa 160 iscritti ai corsi di lingua italiana per stranieri e di scuola media. Altri 50 studenti frequentano corsi di inglese e di informatica a vari livelli, certificati con attestati. Offriamo anche corsi di pittura,di training autogeno e di diritti civili. Lavoriamo in un contesto dove esistono le più disparate iniziative gestite dalle più diverse agenzie; ribadiamo il peso e il valore della scuola come momento centrale nel processo di risocializzazione.

Purtroppo rileviamo che a fronte di questa centralità, sancita dall'ordinamento carcerario, il Ministero dell'Istruzione attua una politica di tagli del personale, nonostante l'aumento dell'utenza. Assistiamo, invece, all'erogazione di consistenti finanziamenti di fondi europei per i corsi più disparati. È necessario almeno prevedere un "progetto formativo" globale dell'Istituto penitenziario per concordare e coordinare gli interventi onde evitare dispersioni e sovrapposizioni. Nei corsi di alfabetizzazione gli iscritti sono prevalentemente magrebini; consistente è pure la presenza est-europea e centroafricana. Nei corsi di scuola media l'utenza è italiana al 50%. Tutti gli iscritti hanno mediamente una scolarità pregressa molto bassa. Parecchi magrebini e alcuni albanesi non hanno mai frequentato la scuola nel loro paese e quindi, grazie al nostro intervento, entrano nel mondo della comunicazione scritta in una lingua che non è quella materna. All'interno delle classi i differenti livelli di scolarizzazione originaria si traducono in diverse abilità metacognitive; ne conseguono difficoltà di ordine didattico originate dai vari tempi e modi dell'apprendere. Quindi va anzitutto costruito insieme agli studenti un metodo di studio. In quanto "studenti adulti" hanno caratteristiche fisiche e psicologiche che rendono peculiare l'apprendere: una memoria meno efficace, abilità di studio arrugginite o assenti, sfiducia in sé e nell'istituzione, nata da precedenti negative esperienze scolastiche, abitudini, pregiudizi, resistenza al cambiamento.

Così dobbiamo prevedere per l'insegnamento: dei tempi più lunghi; un lavoro specifico sull'imparare ad apprendere costruendo tecniche di studio; un costante collegamento col patrimonio di conoscenze ed esperienze pregresse; un lavoro continuo sulla motivazione che porti alla riscoperta del piacere dell'acquisizione di nuove conoscenze, all'emersione delle possibilità personali sopite, all'affinamento delle capacità critiche. Succede che le motivazioni all'iscrizione alla scuola siano le più varie: accesso ai permessi premio, ricompensa pecuniaria, note di merito per la sintesi e altro. La nostra esperienza ci mostra che nella maggior parte dei casi, in corso d'anno,lo studente scopre il piacere di apprendere e si appassiona alla esperienza. Il tempo della detenzione è un tempo annullato da proiezioni in un passato pesante e in un futuro difficile da ipotizzare. Invece, la scuola all'interno del carcere rappresenta una valorizzazione del presente e fa diventare il "tempo della restrizione" una frazione di vita utilizzabile, una cura di sé che offre speranze per il futuro. Tutto ciò si colloca a pieno titolo e in maniera significativa nel progetto trattamentale che prevede rieducazione e reinserimento. Insegnare in carcere comporta per noi insegnanti elasticità e adattabilità. Ci troviamo ad operare in orari, locali e con materiali che appartengono più alle esigenze della sicurezza che non al mondo della scuola. Formiamo classi affollate e molto disomogenee per livelli di competenza data la scarsità del personale; ci confrontiamo con un alto turn-over di studenti per trasferimenti, traduzioni, nuovi ingressi, scarcerazioni,soprattutto alla Casa Circondariale. Alla Casa di Reclusione ci agevola, nella realizzazione delle varie attività, l'intensa e proficua collaborazione degli agenti preposti alle aule, che rimangono fissi tutto l'anno scolastico. Anche noi insegnanti abbiamo bisogno di essere rimotivati e rinforzati: questo lo troviamo nel cogliere l'interesse, la passione che talvolta abbiamo saputo suscitare per il sapere e il saper fare, nel vedere utilizzare le competenze acquisite,come per esempio l'uso dell'italiano orale e scritto come lingua veicolare fra le diverse etnìe. Ci rinforza pure il costante aumento di domande di scolarizzazione e formazione.