Livio Ferrari

 

Livio Ferrari

 

Saluto tutti a nome della Conferenza. Avrei preferito rimanere in silenzio, nel senso che oggi per me è stata una giornata di ascolto; troppo spesso parliamo, parliamo e poi nella concretezza restiamo lontani dalla qualità delle cose. Io voglio fare solo due comunicazioni: una credo l’abbiate trovata anche in cartellina, cioè quello che stiamo portando avanti nei progetti della Conferenza. Tra le altre cose quest’anno a ottobre ci sarà la nostra terza assemblea nazionale a Roma: saranno tre giorni molto intensi, durante i quali vogliamo far parlare le persone, rispetto alle quali noi spesso portiamo la nostra voce. Abbiamo sempre detto che il volontariato era la voce di chi non ha voce, ma questa volta, per esempio, ritorneremo in carcere, non nel carcere di Padova ma quello del nuovo complesso di Rebibbia, ci staremo parecchio nella giornata di apertura, e coloro che parleranno non saranno sociologi o esperti, ma saranno le persone che vivono nelle sezione dell’alta sicurezza, negli ospedali psichiatrici giudiziari, negli istituti per minorenni, vogliamo portare anche coloro che sono nei centri di permanenza temporanea, quei lager autorizzati e che ancora vengono gestiti in Italia da associazioni che nella pratica sembrerebbero tutt’altro che caritatevoli.

Tre giornate intense: la seconda la faremo alla protomoteca in Campidoglio, in cui alzeremo l’obbiettivo sul tema della giustizia e sul tema dei diritti con dei contributi internazionali. E il terzo giorno, nella sala degli Egro della Provincia di Roma, parleremo un po’ anche di quella che è la nostra utopia, perché molti di coloro che sono qui oggi dal mondo del volontariato, comunque non solo del volontariato ma è la società civile, quell’utopia di un mondo gratuito, di un mondo che non sia solo legato alla poltrona, ai soldi, all’interesse personale. Diciamo che è questo il messaggio che vogliamo dare come Conferenza, perché anche il nostro mondo, il mondo della solidarietà, troppo spesso è abbagliato dagli interessi economici, troppo spesso anche tra di noi c’è qualcosa che non è più solo la limpidità dell’accoglienza, dell’abbraccio, ma è l’interesse del denaro. Ecco, su questo noi ci teniamo a riappropriarci tutti insieme di quei valori, di quell’etica che è alla base del nostro servizio. Tre giornate intense per dire anche che in questi anni la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia è riuscita ad aggregare tutte le grosse organizzazioni nazionali presenti nell’ambito del carcere, l’impegno contro la criminalità organizzata per la legalità per i diritti, per la pace, e poi, anche attraverso una capillare presenza nelle regioni attraverso le Conferenze regionali.

È un risultato non da poco - diceva giustamente stamattina Ornella, che ha partecipato ad uno degli ultimi consigli nazionali - che è quasi un miracolo mettere insieme tante culture diverse, tante persone che provengono da atteggiamenti diversi che però hanno in comune una cosa: l’attenzione sociale, la cultura delle persone in difficoltà, che è poi nella cultura di questi giorni, perché oggi siamo stati per fortuna lontani dal televisore e invece abbiamo potuto immergerci, attraverso le parole di tutti i contributi di questa giornata, in altre cose. Però tutti i giorni siamo bombardati dalle immagini della guerra, dell’odio, della vendetta, e in tutto questo sentiamo che sempre di più anche qui, in Italia, attraverso le leggi che vengono fatte, i poveri e le persone in difficoltà, le persone che non hanno possibilità di difendersi da sole, sono le persone più calpestate.

Perciò il carcere, che è l’ultimo luogo in cui poi arrivano tante persone attraverso molti errori, attraverso molte cadute, ebbene questo carcere è ancora più dimenticato di come non lo era in altri momenti. Allora l’affermare certi valori ha un significato importante anche nell’azione di tutti i giorni, e in questo periodo io credo di poterlo dire non essendo iscritto a nessun partito, e non avendo mai avuto tessere in tasca. Però in questo periodo, che è un periodo elettorale, a meno di un mese dalle elezioni, beh…, facciamo molta attenzione a quando poi domani andremo a mettere una X su quella scheda. Usiamo sempre quella cartina di tornasole per vedere se quei partiti, al di là di quello che dicono, poi nella realtà aiutano, abbracciano, accolgono, cioè le leggi che producono gli atteggiamenti reali di tutti i giorni di quei parti che noi votiamo, sono atteggiamenti di coerenza rispetto a quei valori e a quella quotidianità nella quale ci impegniamo e attraverso la quale cerchiamo di ridare dignità a quelle persone che la dignità l’hanno persa. Così potremo rifare dignità anche al nostro ruolo di cittadini, perché troppo spesso ci dimentichiamo del nostro ruolo, che anche un ruolo di coscienza, è anche un ruolo di trasparenza, e d’insegnamento, nel senso che chiunque ci guarda deve capire che non usiamo solo le parole ma lo facciamo con i fatti e con la solidarietà che tutti i giorni portiamo avanti, e in cui crediamo.

 

 

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