Madre di un detenuto

 

Giornata di studi

"Carcere: salviamo gli affetti"

L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute

(La giornata di studi si è tenuta il 10 maggio 2002 nella Casa di Reclusione di Padova)

Laura Moschini (Madre di un detenuto)

 

Scusatemi, perché sono molto emozionata. Io sono la mamma di un ragazzo detenuto. È stato detenuto nel carcere di Padova per tre anni. Oggi sono qui perché faccio parte dell’associazione La Fraternità di Verona, per portare la mia esperienza. Volevo innanzitutto ringraziare fra Beppe, che ci è sempre stato vicino e ci ha aiutati ad andare avanti. Grazie a nome della nostra famiglia e di nostro figlio. Adesso noi ci troviamo qui proprio grazie a lui e a tutte le persone della Fraternità. Perché con il loro silenzio, con un piccolo sorriso, una parola gentile, ci hanno sempre aiutati. Bastava guardarli che loro ci davano la forza per andare avanti.

Abbiamo iniziato a frequentarci in occasione di alcune mostre che si tenevano a Verona, nelle quali venivano esposti i lavori dei ragazzi della comunità di Breganze di fra Beppe. E fra Beppe, quando c’erano queste mostre, nella lista delle persone che dovevano essere invitate inseriva sempre il mio nome. Io non riuscivo a capirne il motivo. Perché ero troppo sconvolta da quello che ci era successo. Quando mi sono ripresa un po’ ho capito che questo era per mettermi in contatto con tutte le altre persone e per farmi sentire ancora una persona normale, come tutti. Perché sinceramente noi familiari ci sentiamo un po’ isolati a volte.

Perché abbiamo il nostro peso da portare e non si pensa ad altro. Allora io voglio ringraziare l’associazione La Fraternità di Verona, tutte le associazioni che ci sono qua, per la loro disponibilità. Perché pochi dedicano il loro tempo a persone che non sono ritenute, diciamo non più normali quando sono in carcere. Invece restano sempre persone normali. Io ringrazio tutti voi e a nome dell’associazione La Fraternità io dico che se tutte le associazioni fossero come loro sarebbe una cosa bella. Perché noi una volta al mese ci ritroviamo tutti insieme e questo ci aiuta a condividere il nostro dolore, la speranza, la gioia di andare avanti.

Voglio dire ancora grazie ai volontari per la disponibilità che hanno ad accompagnare fuori i ragazzi quando hanno i permessi. Anche mio figlio è arrivato adesso a questo momento e io non ho parole per ringraziare queste persone perché veramente siete tutti meravigliosi.

 

Giovanni Anversa

 

C’è la segnalazione di un libro.

 

 

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