IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 46, del 22 novembre 2008

 

Notizie da Padova

I Giuristi Democratici chiedono il Garante dei detenuti

La pasticceria del carcere alla Fiera di Milano, a Matching 2008

La cooperativa Coislha propone un corso di formazione sulle tecniche di potatura

Notizie da Venezia

"Mi fai male" contro la violenza alle donne

Notizie da Verona

Al via corsi e iniziative di Progetto Carcere

Educare all’intercultura a partire dalle rappresentazioni sociali

Il nord e la mafia

Notizie da Rovigo

Il primo Garante dei detenuti del Veneto

Appuntamenti

Verona: quando la vittima è donna

Verona: il disagio psicologico nelle famiglie migranti

Notizie da Padova

 

I Giuristi democratici chiedono il garante dei detenuti

 

La scorsa settimana abbiamo scritto dell’iniziativa dell’associazione Giuristi Democratici in favore dell’istituzione della figura del "Garante delle persone private della libertà personale" e ne abbiamo riportato il testo integrale. Ci siamo impegnati anche a far conoscere ai nostri lettori gli sviluppi della cosa. L’avvocato Leonardo Arnau, promotore, a nome dell’associazione, della proposta, ci ha promesso di farci settimanalmente sapere quanti e quali sono le associazioni e i liberi cittadini che aderiranno all’iniziativa.

Iniziamo da questa settimana invitandovi, se non l’avete già fatto, ad appoggiare questa richiesta, espressione di civiltà, in modo che anche a Padova possa essere nominato il Garante dei Detenuti, che nel Veneto è presente per ora solo a Rovigo.

Noi crediamo sia importante una figura "super partes", anche se non ha effettivo potere sanzionatorio rispetto a situazioni di illegalità nei confronti delle persone private della libertà personale, ma soprattutto è importante il ruolo che questa figura assume, di "ponte" tra il carcere e gli enti locali, che devono essere stimolati ad occuparsi dei percorsi di reinserimento delle persone detenute ed ex detenute.

 

La pasticceria del carcere alla Fiera di Milano, a Matching 2008

 

La cooperativa Giotto da anni è impegnata nell’inserimento lavorativo di detenuti sia dentro che fuori dal carcere e fra i lavori più conosciuti e "premiati" c’è quello della pasticceria e dei dolci preparati dai detenuti. Noi operatori, volontari e personale che entriamo in carcere ogni giorno assaporiamo con l’olfatto il profumo di dolce che si espande per i corridoi della Casa di Reclusione.

Proprio per questa bravura, premiata e apprezzata, la settimana scorsa la cooperativa Giotto è stata invitata a partecipare alla rassegna di cultura e gusto promossa dal Club di Papillon; è un evento durante il quale si dà risalto e merito ai produttori e ai prodotti artigianali migliori d’Italia selezionati dal libro "Il Golosario" di Paolo Massobrio. Un ottimo riconoscimento per i detenuti che con molta dedizione creano questi dolci e per l’impegno sociale della cooperativa Giotto teso all’inserimento lavorativo e alla formazione professionale di queste persone.

Un altro appuntamento sarà la settimana prossima quando la cooperativa parteciperà a "Matching 2008", evento della Fiera di Milano durante il quale le aziende che aderiscono descrivono sul portale www.e-matching.it la propria attività e le proprie esigenze, i prodotti e i servizi offerti: dall’incrocio dei dati forniti da tutti i partecipanti si ottiene un’agenda personalizzata di appuntamenti per ogni azienda, basata sulla programmazione di incontri richiesti dalle stesse.

Questo evento, "Matching", è l’occasione giusta per: presentare la propria realtà aziendale, partecipare a sessioni di workshop e formazione altamente qualificate, incontrare operatori esteri e sviluppare business internazionale, partecipare a convegni ed eventi con la presenza di esponenti istituzionali ed economici di primissimo piano.

Un modo per migliorare il proprio lavoro e anche per farsi conoscere e per diffondere l’idea d’impegno civico legato all’offrire lavoro a un detenuto in funzione di evitare la recidiva. Per cui più lavoro significa anche più sicurezza sociale.

 

La cooperativa Coislha propone un corso di formazione sulle tecniche di potatura

 

La cooperativa Coislha da tempo nel territorio padovano è impegnata nell’inserimento lavorativo e nella formazione di persone in situazione di disagio. Negli ultimi anni ha operato anche con detenuti in misura alternativa o con ex-detenuti impiegandoli in diversi ambiti di lavoro.

Oggi sta proponendo un percorso molto interessante, rivolto ad un detenuto: un inserimento lavorativo nell’ambito dell’intervento sul verde preceduto da un corso di formazione specializzante che sarà un’ottima carta da spendere, poi, una volta terminata la pena.

Il corso di formazione verterà sulle tecniche di potatura (in particolare da cestello) con l’affiancamento di un operatore, e in seguito a questa prima fase ci sarà il vero e proprio inserimento lavorativo con regolare contratto di lavoro della durata di due anni. Preferibilmente si vorrebbe offrire questa possibilità ad una persona a cui mancano proprio questi due anni per terminare la pena, in modo da poter sfruttare l’occasione, in seguito, aiutando questa persona a proporsi ad aziende che operano sul territorio dei Colli Euganei. Sarà una professione spendibile vista la vicinanza dei colli e l’alta necessità di personale specializzato in queste tecniche.

Il progetto, finanziato dalla Regione Veneto, prenderà il via entro breve. Ancora per queste due settimane i referenti della Cooperativa stanno conoscendo dei possibili candidati in attesa della decisione.

 

Notizie da Venezia

 

"Mi fai male" contro la violenza alle donne

 

Dice Adriano Sofri, nella prefazione al saggio di Franco Corleone sulla carcerazione al femminile "Lisistrata Incatenata - "Mi dispiace di non avere il dato esatto, ma la percentuale di uomini assassini di donne sul totale dei detenuti per omicidio è ormai rilevantissima, e si è dovuto coniare il tutto nuovo termine di femminicidio, mentre le donne che nel loro piccolo si sono impegnate a rendere la pariglia sono rarissime, e da estrarre dalla neutra categoria di "vedove".

Questo significa che la gran parte di donne associate alle maschilissime galere ci arriva avendo già sperimentato di persona in varia dose la violenza maschile e sociale. ("Nella maggior parte dei casi le donne arrivano in prigione distrutte da anni, se non da una vita intera, di abusi psichici e sessuali da parte degli uomini". Così Jane Evelyn Atwood, che ha lavorato per anni a fotografare donne detenute)".

Il 18-19-20 novembre all’Auditorium Santa Margherita a Venezia ci sono state tre giornate di dibattito e riflessione contro la violenza sulle donne promosse dal Comitato per le Pari Opportunità dell’università Ca’ Foscari. Il programma è stato molto ricco, con, in apertura e in collaborazione con l’Updi di Padova (Unione per la democrazia in Iran), un incontro con l’avvocata e giornalista Mehranghiz Kar.

Il 19 quindi dopo i saluti di rito del Rettore Ghetti, della Pro Rettore alle Pari opportunità Frattini e della presidente del comitato pari Opportunità Regazzoni, si è svolto il dibattito "La violenza alle donne", presenti l’assessora ai Lavori pubblici Rumiz, e varei relatrici tra cui un magistrato, professori universitari, una ginecologa. Di seguito sono stati premiati e letti i testi degli studenti sul tema e quindi è stato proiettato il film di Cristina Comencini "Mi piace lavorare - Mobbing".

Sempre in tema, nell’ambito delle iniziative di Novembre donna. Un mese di iniziative contro la violenza sulle donne, il Centro Donna-Servizio Cittadinanza delle donne e culture delle differenze del Comune di Venezia, presenta due eventi a Venezia e a Mestre il giorno 22 novembre.

Il seminario si terrà nell’ambito del Salone dell’Editoria di pace e vuole affrontare il problema del trauma della violenza subita dalle donne nei diversi contesti, dalla guerra alla dittatura, dal terrorismo di stato alla dittatura etnica. Due le sessioni di studio e dibattito, la prima dedicata al tema "Resistere all’annientamento: carcere, deportazione, tortura" con la partecipazione di donne detenute durante la dittatura in Argentina; la seconda affronterà il tema dello stupro come arma di guerra. "Se questa è donna. Violenza, narrazione, memoria", questo è il titolo del seminario che si terrà tra le 10.00 e le 18.00 al Teatro ai Frari, Calle drio l’archivio - S. Rocco, S. Polo 3072.

Alle 21.00 poi, al Teatro Momo (ex Gil), in via Dante a Mestre, "Donne di sabbia. Testimonianze di donne di Ciudad Juarez" con ingresso libero. È uno spettacolo-testimonianza sulle donne di Ciudad Juarez, città del Messico al confine con gli Stati Uniti, nato e realizzato con lo scopo di divulgare a più persone possibile la terribile realtà del femminicidio di questa zona di frontiera.

 

Notizie da Verona

 

Al via corsi e iniziative di Progetto Carcere

 

Con novembre l’associazione veronese Progetto Carcere 663 ha dato il via a molte delle iniziative che ogni anno realizza per i detenuti della casa circondariale di Montorio. Fino a giugno l’associazione sarà presente nel carcere di Verona con un corso di ginnastica riservato alle detenute e alcuni incontri di preparazione fisica e di pallavolo, che l’insegnante Odessa Peracchi tiene ormai da vent’anni in funzione degli incontri sportivi che Progetto Carcere organizza tra detenuti e studenti delle scuole superiori di Verona. Per la sezione maschile di Montorio è poi in programma un corso di inglese.

La scorsa settimana una delegazione di due detenuti ha inoltre partecipato a un incontro con i giovani delle due parrocchie di S. Giovanni Lupatoto e sono anche iniziati - per il progetto Carcere & Scuola 2009 - i primi due corsi di Educazione alla Legalità.

L’associazione Progetto Carcere 663 è nata a Verona nel 1993, per sensibilizzare i più giovani sulla realtà e le problematiche legate alla parola carcere e svolgere attività che favoriscano la socializzazione di chi è recluso, in nome di quel valore rieducativo della pena, previsto dalla legge Gozzini che porta appunto il numero 663.

"Ogni anno entrano nel carcere di Montorio un migliaio di studenti e circa 200 professori" - spiega Maurizio Ruzzenenti, fondatore dell’associazione. Oltre agli incontri sportivi tra studenti e detenuti, Progetto Carcere organizza incontri culturali e informativi con persone esterne al carcere e tornei sportivi fra soli detenuti. Una attività che distingue l’associazione è inoltre quella di accompagnare nelle "uscite" tutti i detenuti cui è concesso il permesso premio dal Magistrato di Sorveglianza.

 

Educare all’intercultura a partire dalle rappresentazioni sociali

 

Sarà la XXVIII edizione del Festival di Cinema Africano ad ospitare - sabato 22 novembre - il workshop formativo con Esoh Elamé - scrittore esperto di problematiche interculturali - destinato a docenti ed educatori, sul tema "Educare all’intercultura a partire dalle rappresentazioni sociali: dalla teoria alla pratica. Percorsi didattici". La partecipazione è gratuita e l’incontro si terrà nella Sala Africa di Vicolo Pozzo, 1 dalle 14.30 alle 18. Per iscrizioni scrivere a educazione@mlal.org.

Per tutta la settimana fino a sabato il Festival coinvolgerà con varie iniziative alcuni cinema, teatri, cooperative, biblioteche e librerie veronesi e offrirà momenti di incontro tra attori, registri, sceneggiatori, studenti e pubblico interessato. I grandi protagonisti, come ogni edizione, saranno lungometraggi, cortometraggi, documentari, produzioni digitali, video e fiction divisi in sezioni: alcuni di registri rigorosamente africani, altri di registi internazionali e sempre a sfondo interculturale. Per maggiori informazioni www.cinemafricano.it.

 

Il nord e la mafia

 

"Tra Verona e Vicenza esistono sodalizi criminali della ‘ndrangheta calabrese". A dichiararlo è Pierpaolo Romani, coordinatore nazionale dell’associazione Avviso Pubblico che, sabato 8 novembre - insieme all’associazione Libera - ha portato all’Università di Verona quella Carovana Antimafie che in questi giorni sta girando l’Italia per parlare di diritti, democrazia e giustizia sociale.

Tra gli 8.129 beni confiscati alla mafia, 71 si trovano nella Regione Veneto e 22 di questi tra Verona e provincia: la mafia non è quindi una questione che riguarda esclusivamente il Mezzogiorno. In Veneto, i mafiosi controllano il traffico della droga e investono economicamente nel circuito legale. Su oltre 6mila operazioni sospette, 443 si sono verificate in Veneto. Sembra che il clan Licciardi abbia operato anche sul Garda e - prosegue Romani - "le agenzie immobiliari, i commercialisti, i notai e i revisori contabili non fanno alcuna segnalazione". Il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico aggiunge poi che "in Veneto ci sono imprenditori che si avvalgono dei Casalesi e di Cosa nostra anche per smaltire i rifiuti tossici nocivi".

Secondo l’ex procuratore capo di Verona Guido Papalia (attuale procuratore generale della Corte d’appello di Brescia) presente all’incontro di sabato: "La mafia si espande al Nord, si è internazionalizzata da molto tempo, si è globalizzata, sta cercando un radicamento nelle nostre città, mirando a un’espansione nel mercato criminale in ambito finanziario. Ci riesce infiltrandosi nelle attività lecite, intromettendosi nelle funzioni economiche del territorio e, nonostante alcuni interventi efficaci finalizzati a contrastare e reprimere il fenomeno del cosiddetto esercito della mafia (il 41 bis sarà prorogato) non si affronta il nodo cruciale, ovvero il rapporto tra mafia e politica".

Oltre che alle singole imprese il problema si estende ai servizi statali. Un collaboratore di giustizia - Angelo Siino - ha descritto in dettaglio il sistema degli appalti pilotati, il cosiddetto "tavolino" dove una tangente va ai politici che seguono l’operazione e una quota al boss mafioso dell’area. Il metodo del tavolino non è stato utile solo al Sud ma si è esteso anche al centro Nord.

La mafia soddisfa anche la domanda di droga in Veneto e Lombardia e sfrutta il bisogno di manodopera, offrendo lavoratori clandestini che riesce a gestire, mercificandoli sin da quando sbarcano in Italia, tramite cooperative in subappalto che lavorano a prezzi bassi.

Papalia ricorda anche l’idea di Giovanni Falcone secondo cui la mafia è un fenomeno umano e così come è iniziato allo stesso modo dovrà finire: "Dobbiamo sentirci tutti responsabili in termini di lotta e contrasto alla mafia".

 

Notizie da Rovigo

 

Il primo Garante dei detenuti del Veneto

 

Abbiamo chiesto a Livio Ferrari, il garante dei detenuti di Rovigo, unica città veneta che ha istituito questa figura pur non avendo certo il carcere più "importante" della regione, qualche notizia sul suo nuovo ruolo.

 

Come è stato il percorso per arrivare a ottenere anche a Rovigo la figura del Garante per i detenuti?

Molto semplice, in quanto abbiamo sensibilizzato sulla questione l’attuale assessore ai servizi sociali Giancarlo Moschin a metà del mese di luglio, lui ne ha parlato con il Sindaco, che si è detto d’accordo, ha portato ai primi di settembre la questione nella Commissione consiliare competente, che ha approvato la delibera di istituzione del garante e il regolamento all’unanimità, ha portato la questione nel tavolo cittadino sul carcere e anche qui unanime è stato il consenso. Il 23 settembre il Consiglio comunale, sempre all’unanimità, ha approvato. Dopo mi ha chiesto la disponibilità a ricoprire tale incarico, per la mia esperienza, e sottoposto il mio nominativo al Sindaco, che in data 6 ottobre ha firmato il decreto di nomina.

 

Cosa pensi che dovrai e potrai fare in questo ruolo?

In assenza di una legge che ne disciplini le funzioni è un ruolo ed atteggiamenti tutti da inventare, che ritengo abbastanza simili a quelli prodotti in tanti anni di volontariato.

Cercherò comunque di intervenire, di volta in volta, sui casi di violazione dei diritti dei singoli detenuti cercando di comprenderne i motivi, mediare se possibile per evitare di creare conflittualità, ma se necessario, nel caso di situazioni veramente "pesanti", mi vedrò costretto ad informare dell’accaduto l’autorità inquirente.

 

Cosa pensi si possa fare, attraverso questa figura, rispetto al coinvolgimento del territorio su questi temi? Pensi che il Garante possa fare in qualche modo da tramite tra il mondo carcerario e il territorio, enti locali compresi?

Ritengo che proprio in considerazione del fatto che il Garante è emanazione dell’ente locale uno dei compiti sia proprio quello di far conoscere le problematiche penitenziarie e della giustizia, con relazioni ed interventi, al Consiglio comunale e alla giunta municipale, oltre che ad organizzare momenti pubblici di confronto su aspetti di primaria importanza come la questione della salute.

 

Ritieni che, dopo l’istituzione di una figura del genere, la sensibilizzazione nel territorio sui temi del carcere e della giustizia possa avere un’accelerata?

Non penso che nel nostro territorio si modificherà granché, da un punto di vista della sensibilizzazione pubblica, anche perché molteplici sono nel corso dell’anno le iniziative e gli appuntamenti che il volontariato organizza: convegni, seminari, corsi di formazione, il carcere in piazza, etc.

 

Appuntamenti

 

Verona: quando la vittima è donna

 

Verona - Sala Convegni del palazzo della Gran Guardia. Sabato 22 novembre alle 17 tavola rotonda su "Diritti violati. Quando la vittima è donna". Presenti all’incontro l’assessore alle Pari Opportunità Vittorio di Dio, Rosanna Sestito, operatrice umanitaria di Medici Senza Frontiere e Maria Beatrice Zanotti, sostituto Procuratore presso la Procura di Verona. Durante l’incontro verranno forniti i dati locali del Petra: il Centro antiviolenza per donne del Comune di Verona, con l’intervento della psicologa Tiziana Cargnelutti e verrà inoltre presentato il progetto "Codice rosa" con l’avvocato Francesca Briani, presidente della Consulta delle Associazioni Femminili di Verona. Coordina: Simonetta Chesini, giornalista. Spazio inoltre alla proiezione dell’episodio "Crimini invisibili" di Wim Wenders tratto da "Invisibles".

La giornata è organizzata dall’ assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Verona in collaborazione con Medici Senza Frontiere Verona e la Consulta delle Associazioni Femminili di Verona, nell’ambito della "Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne".

Sempre sabato, alle 16, verrà inaugurata nella Sala Bouvette della Gran Guardia la Mostra "Colombia, voci nascoste", con fotografie di Francesco Zizola. La mostra rimarrà aperta fino al 26 novembre, con i seguenti orari: 9.30 - 12.30 e 15 - 19.

 

Verona: il disagio psicologico nelle famiglie migranti

 

Verona - Sala Convegni del Centro Servizi del Banco Popolare in viale delle Nazioni, 4 (ZAI). Giovedì 20 novembre convengo organizzato dal Dipartimento di Neuropsichiatria infantile e Psicologia dell’età evolutiva. Una giornata sul tema "Dall’incontro tra culture. Quale clinica? Il disagio psicologico nelle famiglie migranti", al fine di promuovere un confronto tra le istituzioni che sono coinvolte su questo tema per condividere strategie efficaci per affrontare le situazioni che si presentano seguendo i criteri della clinica trans-culturale.

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

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