IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 3, del 21 dicembre 2007

 

Notizie da Padova

Un pomeriggio per festeggiare il Natale, al Due Palazzi di Padova

Una ludoteca per vivere gli affetti

Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto: "Il Carcere dentro le Città"

Uepe e imprenditori insieme per lo "Spazio-Lavoro"

Notizie da Venezia

Incontro e Spettacolo teatrale con Il Teatro delle Donne

Notizie da Verona

La Provincia di Verona risponde al disagio creando posti di lavoro

Diritto allo studio, anche in carcere

I detenuti di Verona festeggiano il Natale

Un corso per accompagnare i giovani studenti in carcere

Un pomeriggio per festeggiare il Natale, al Due Palazzi di Padova

 

Un bel momento di festa, quello che ha avuto luogo mercoledì 19 dicembre dalle 13 alle 15 all’interno del Due Palazzi di Padova. Gli Operatori Carcerari Volontari (O.C.V.) - assieme a 2 cantanti e alcuni medici dell’Ospedale Sant’Antonio - hanno organizzato uno spettacolo cui hanno preso parte un’ottantina di persone fra detenuti, operatori, e addetti del settore. E chi non è ha potuto partecipare, è stato raggiunto al proprio blocco dai carrelli dei panettoni e delle bibite per scambiarsi gli auguri e trascorrere qualche ora in allegria. Un’iniziativa questa divenuta una tradizione che si rinnova ogni anno e che, come l’allestimento degli alberi di Natale in ogni piano della struttura penitenziaria (infermeria e polo universitario compresi), si deve agli O.C.V. padovani, associazione che da 30 anni ormai opera nella Casa di Reclusione e in quella Circondariale della nostra città, e che proprio recentemente ha lanciato il proprio sito web: www.ocv.padova.it, dove è possibile trovare contatti e informazioni, oltre che consultare tutte le iniziative e le news.

 

Una ludoteca per vivere gli affetti

 

L’ingresso in una struttura penitenziaria in visita a un genitore o un parente ivi detenuto, è un momento in genere vissuto dal minore con enorme difficoltà. Spazi non adeguati, un’atmosfera anonima e un ambiente spesso affollato, scoraggiano il dialogo e mettono a dura prova il mantenimento delle relazioni affettive e familiari, da tutti riconosciute come un elemento fondamentale nel percorso dei condannati. La Città del Santo saluta quindi con entusiasmo la nuova ludoteca, realizzata dal Comitato patavino per il Telefono Azzurro presso la casa di Reclusione Due Palazzi, e inaugurata lunedì 17 dicembre alla presenza delle autorità cittadine. Questo nuovo spazio consentirà ai minori di avere colloqui con il genitore in un ambiente più riservato, allestito e attrezzato per ospitare fino a quattro gruppi familiari.

 

Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto:  progetto "Il Carcere dentro le Città"

 

Nel corso della riunione della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto, tenutasi a Padova venerdì 14 dicembre 2007, è stato illustrato il progetto "Il carcere dentro le città", che si sta realizzando in 4 città del Veneto (Verona, Padova, Venezia, Rovigo) e che vede impegnati nelle diverse sedi detenuti e giornalisti, con il compito di informare e sensibilizzare il territorio sui temi del carcere e del reinserimento delle persone detenute.

Un progetto analogo, che coinvolge però tutti i capoluoghi di provincia veneti, è stato presentato al Ministero della Solidarietà dalle associazioni di volontariato più attive sul territorio. Fra le proposte avanzate venerdì, anche quella che gli Uffici Stampa delle associazioni si occupino di una ricognizione sullo stato del volontariato impegnato in ambito Giustizia nel Veneto, tramite i CSV provinciali e per mezzo di interviste ai presidenti delle associazioni. La prossima riunione del coordinamento "il carcere dentro le città", avrà luogo a Padova venerdì 21 dicembre alle ore 16, presso la sede dell’Associazione Granello di Senape.

 

Uepe e imprenditori insieme per lo "Spazio-Lavoro"

 

Non è solo l’inasprimento delle pene a garantire una società sicura e - ancora più importante - non è certo rinchiudendo i criminali e gettando via la chiave della cella che i cittadini possono sentirsi tranquilli: questo messaggio forte arriva direttamente dagli uffici dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) di Padova e Rovigo, che lo scorso lunedì 17 dicembre ha presentato, assieme al Gruppo Imprenditori della Zona Industriale di Padova, i vantaggi derivanti dall’inserimento in azienda di persone condannate in esecuzione penale".

La probabilità di commettere di nuovo un reato dopo il fine pena", ha affermato la dottoressa Ilaria Bisaglia, dell’Uepe, citando i dati del Dipartimento di Amministrazione Penale del Ministero della Giustizia, "si attesta intorno al 68,45% per i soggetti che hanno pagato per il reato commesso senza mai mettere il naso "fuori" dalla cella; al contrario - continua la Bisaglia - la recidiva scende al 19% per quanti hanno partecipato a programmi di reinserimento socio-lavorativo o di riabilitazione". La sicurezza collettiva cioè, è garantita molto di più quando il detenuto accede alle misure alternative al carcere scontando almeno parte della condanna all’esterno, piuttosto che quando gli si fanno espiare tutti gli anni di galera all’interno della struttura penitenziaria. Il lavoro in tutto ciò è un elemento fondamentale, e se è vero che esistono già diverse cooperative sociali che offrono opportunità dal punto di vista occupazionale, è anche vero che - data l’elevata presenza al loro interno di detenuti ed ex detenuti - l’ambiente di lavoro che lì si viene a creare non è proprio dei migliori per chi voglia cambiar vita.

"Il progetto "Spazio-Lavoro" che abbiamo iniziato lo scorso anno" ha spiegato la dottoressa Daria Morara del Uepe, presente lunedì in rappresentanza del direttore Leonardo Signorelli, "nasce per allargare al settore profit il panorama dell’offerta lavorativa rivolta a questi soggetti"; nelle aziende infatti - come ha tenuto a puntualizzare la dottoressa Bisaglia - oltre ad una maggior soddisfazione dal punto di vista economico, il condannato in esecuzione penale ha la possibilità di un confronto con colleghi "regolari", tanti dei quali hanno basato tutta la loro vita sul lavoro e sono perciò esempi fondamentali. Inoltre, l’assunzione in azienda garantisce una stabilità maggiore di quella offerta dall’inquadramento nelle cooperative, che costituiscono più che altro un momento di passaggio fra il dentro e il fuori. Agli imprenditori, ancora alquanto diffidenti rispetto a iniziative del genere, l’Uepe garantisce: chiunque venga ammesso alle misure che permettono di avere accesso all’esterno (affidamento in prova, detenzione domiciliare, semilibertà, art. 21), ha già superato una valutazione da parte degli operatori di sorveglianza e una del Tribunale di Sorveglianza, che ne hanno dichiarato la non pericolosità sociale. A Padova sono una novantina le persone provenienti da circuiti penali che rientrano in questa categoria, e l’80% di loro lavora (principalmente in cooperative sociali). Ma non ci sono solo vantaggi per i condannati, come ha spiegato l’ingegnere Roberto Rovoletto, presidente della Gizip: "Ho lavorato per cinque anni come imprenditore in Romania, in un cantiere edile ad alta prevalenza di carcerati: sono persone caratterizzate da una correttezza estrema e da una forte motivazione. Il lavoro - continua il presidente - è da loro considerato come un premio, senza contare il fatto che la poca affidabilità dimostrata può tradursi nella sospensione della misura alternativa e nel rientro in carcere". E testimonianza assolutamente positiva anche quella di Mario Bellini, della ditta Elettra Srl, in cui è pure impiegato un detenuto. Rovoletto ha poi ricordato le agevolazioni contributive: un credito mensile di imposta pari a 516 euro per le imprese che assumono detenuti in art. 21 previsto dalla legge "Smuraglia" (193/2000), "un altro motivo - ha aggiunto il Presidente - che dovrebbe spingere noi imprenditori a valutare questa opportunità di inserimento lavorativo e mi rivolgo specie ai colleghi del settore edile, in difficoltà in Veneto per mancanza di mano d’opera".

 

Incontro e Spettacolo teatrale con Il Teatro delle Donne

Venezia Marghera, 12 Gennaio 2008 ore 17 e 21, Teatro Aurora

 

L’anno al Teatro Aurora si apre all’insegna della riflessione sulla giustizia. Uno spettacolo per ricordare Anna Politkovskaja, definita dal Cremlino "donna non rieducabile". Uccisa il 7 ottobre 2006, Anna lascia aperta un’inchiesta sulle torture in Cecenia da parte dei Russi russi che non potrà più essere pubblicata dal suo giornale, la Novaja Gazeta. La compagnia Teatro delle Donne propone uno spettacolo-documentario sulla giornalista che ha avuto il coraggio di denunciare una politica corrotta. Interessante il dibattito aperto al pubblico che si terrà alle 17 presso il Teatro Aurora di Marghera. www.donne.toscana.it/centri/teatrodonne; www.questanave.com.

 

La Provincia di Verona risponde al disagio creando posti di lavoro

 

"Creare posti di lavoro per le persone svantaggiate secondo la legge 381/91: una carta da giocare per lenire il disagio a cui queste categorie sono sottoposte". Parole dell’assessore provinciale al Lavoro Virgilio Zampieri, a proposito del progetto "Percorsi per la persona", presentato martedì 18 dicembre al Centro Polifunzionale Don Calabria. Finanziata dalla Fondazione Cariverona, l’iniziativa mette insieme Comune, Provincia di Verona e Aziende Ulss 20, 21, 22 per l’inserimento lavorativo di 120 disabili, 45 persone affette da dipendenze, 20 tra ex detenuti e detenuti in fine pena o ammessi a misure alternative.

Le tre categorie potranno usufruire di una formazione base, se non ce l’hanno, o accedere direttamente a un tirocinio formativo in previsione dell’assunzione a tempo determinato all’interno di aziende, cooperative di lavoro, enti pubblici o cooperative sociali di tipo B. Nonostante il progetto abbia una durata biennale, Bruno Conati, volontario dell’associazione La Fraternità che da 12 anni gestisce lo sportello lavoro nel carcere di Montorio, si augura che "abbia un seguito, per poter andare avanti e collaborare con l’esterno in maniera sempre più forte".

 

Diritto allo studio, anche in carcere

 

Anche quest’anno un felice accordo tra diverse istituzioni permette ai detenuti di proseguire nei loro studi, sia liceali che universitari. Sono infatti riprese le esperienze di tutoraggio per due detenuti nel carcere di Montorio, iscritti in forma privatistica al liceo linguistico moderno dell’Istituto paritario Lavinia Mondin. Gli insegnanti e i volontari del Mondin, del Ctp Carducci (Centro Territoriale Permanente per l’educazione degli adulti) e dell’associazione La Fraternità, si alternano per prepararli agli esami. Continua anche l’esperienza universitaria di un detenuto che l’anno scorso si è iscritto alla Facoltà di Scienze della Formazione, presso l’Università di Verona. Giuseppe Tacconi, il docente che lo segue in questo percorso in qualità di tutor, spiega che "il tempo in carcere non facilita lo studio. Non solo mancano i professori a spiegare la lezione, ma la difficoltà più grossa è data dal rumore". Restano però da rispettare le scadenze, per continuare a beneficiare della borsa di studio. "Il detenuto si ritrova a impegnarsi con se stesso per il superamento della rottura con la società" - spiega Tacconi, che vede l’inclusione come "garanzia per la sicurezza".

 

I detenuti di Verona festeggiano il Natale

 

L’arrivo del Natale non rappresenta un momento di allegria per chi è detenuto. Le attività interne si interrompono e la mancanza dei propri cari si fa sentire ancora più forte. Per rallegrare un po’ l’atmosfera e renderla più natalizia, il Centro Territoriale Permanente G. Carducci di Verona - con il contributo della Melegatti e dell’Associazione La Libellula - ha organizzato nel carcere di Montorio dei momenti di festa nella settimana precedete al Natale. Con qualche bibita, pandoro, un po’ di musica e brevi letture anche il carcere dedica un momento allo scambio degli auguri di fine anno e di un principio migliore per tutti.

 

Un corso per accompagnare i giovani studenti in carcere

 

Lezioni teoriche e tirocinio guidato per prepararsi ad affiancare i giovani studenti che entrano in contatto con la realtà carceraria. Questa la proposta lanciata dall’Associazione "Progetto Carcere 663 - Acta non Verba" di Verona che da oltre vent’anni si impegna per l’integrazione fra la realtà carceraria e quella educante con l’iniziativa "Carcere & Scuola" rivolta agli studenti delle scuole secondarie superiori. Chi fosse interessato a partecipare al corso "Per accompagnatori di Carcere & Scuola" è pregato di inviare, entro il 20 gennaio 2008, un proprio curriculum personale (comprendente obbligatoriamente - pena esclusione - nome e cognome, data e luogo di nascita, residenza anagrafica, professione e recapiti telefonici ed eventuale e-mail) a: Maurizio Ruzzenenti Progetto Carcere 663 Via Tagliamento, 8 37125 Verona. In base alle domande pervenute, gli aspiranti saranno sottoposti a una selezione attitudinale che avverrà verso la fine del mese di gennaio 2008, previo invio di avviso scritto.

 

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

 

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

 

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