IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 34, del 21 agosto 2008

 

Notizie da Padova

Progetti per le carceri finanziati dalla regione Veneto

Libertà va cercando, ch’è sì cara. Vigilando redimere

Notizie da Venezia

Alla Giudecca si è svolta la tradizionale festa di ferragosto

Notizie da Verona

Metti la testa dentro! Un anno di Servizio Civile con Progetto Carcere 663

Detenute pasticcere a Montorio

La Fraternità incontra l’amministrazione su Centro d’Ascolto e Garante dei detenuti

Camminata notturna di Santa Chiara: escono solo tre detenuti dal carcere di Verona

Notizie da Padova

 

Progetti per le carceri finanziati dalla regione Veneto

 

La deliberazione della giunta regionale dell’ 8 agosto 2008, sull’approvazione delle iniziative socio-educative a favore dei detenuti degli Istituti Penitenziari del Veneto e di persone in Area Penale Esterna, ha assegnato i 475.000 euro che erano stati stanziati per queste iniziative. I progetti presentati erano 64 di cui 53 per gli Istituti di pena, e 11 per l’area penale esterna. Abbiamo sentito qualcuna delle associazioni che hanno visto i loro progetti approvati - in verità ne abbiamo sentite molto poche visto il periodo di ferie - ma ci proponiamo di contattare ognuna di esse per sapere di cosa si occuperanno per rendere la vita dei detenuti meno vuota.

Dianella Baldon, della cooperativa sociale Nuovi Spazi, è stata una delle poche persone che siamo riusciti a contattare, e ci ha spiegato che il progetto approvato quest’anno è analogo a quello che hanno realizzato lo scorso anno. Si tratta del progetto Vice Versa all’interno del Carcere Circondariale di Padova. Un corso di musica di 2/3 ore settimanali, che ha visto la partecipazione costante, attenta e continuativa di numerosi detenuti, coinvolti da musicisti professionisti che non solo insegnano ma suonano con loro in uno scambio di idee e competenze.

Sempre a Padova la cooperativa AltraCittà è un’altra beneficiaria dei finanziamenti regionali. La Cooperativa, oltre a essere attiva esternamente al carcere con l’impiego di persone in misura alternativa, segue da anni un progetto per il buon funzionamento delle biblioteche carcerarie. Dalla scorsa primavera - ne avevamo dato notizia - è possibile per i detenuti accedere direttamente alla biblioteca della Casa di Reclusione e si è anche creato un circuito per cui in carcere arrivano libri in prestito da tutte le biblioteche padovane. La biblioteca è stata riorganizzata con criteri moderni e informatizzata. Si prevede inoltre per il nuovo anno un aumento del patrimonio librario - ci dice Rossella Favero, presidente di Altra Città. Si organizzeranno gruppi di lettura, vi sarà la presenza costante di personale qualificato esterno, ma soprattutto - continua Favero - si organizzeranno anche quest’anno corsi di formazione per la catalogazione.

Anche Katia Cosma della cooperativa Cosep di Padova, è rientrata dalle ferie e abbiamo così potuto sapere qual è il loro progetto: si chiama "Percorsi al bivio" ed è rivolto a detenuti stranieri che non possono regolarizzarsi e che verranno espulsi finita la pena. Dice la Cosmo che la legge parla di "rieducazione della persone private della libertà personale", ma molte di queste persone vivono il rientro forzato in patria come un fallimento.

Per questo si deve motivarle a tornare nel loro paese e per farlo c’è bisogno che portino a termine un percorso di rielaborazione, che acquistino fiducia nelle loro possibilità attraverso la messa in luce delle competenze acquisite per poterle poi usare nel paese di origine. Il progetto prevede quindi incontri in gruppo tra detenuti e "terapeuti" e alcune lezioni sulle normative e sul mercato del lavoro del loro paese di origine.

C’è poi anche il Granello di Senape di Padova che riceverà i finanziamenti regionali che, come ogni anno, serviranno per gestire i progetti del Centro di Documentazione Due Palazzi e di Ristretti Orizzonti, che negli anni è diventato una delle più importanti realtà informative per chi vuol sapere di carcere. Nelle prossime settimane contatteremo altre realtà che hanno visto approvati i loro progetti dalla Regione, per avere informazioni più dettagliate sulle attività che verranno svolte nel prossimo anno nelle carceri.

 

Libertà va cercando, ch’è sì cara. Vigilando redimere

 

Or ti piaccia gradir la sua venuta: libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta. La frase dal primo canto del Purgatorio di Dante è anche parte del titolo della mostra che si terrà al meeting 2008 per l’amicizia tra i popoli di Rimini. Pensata e organizzata da Paola Bergamini, redattrice del mensile Tracce, Nicola Boscoletto, presidente del consorzio di cooperative sociali Rebus di Padova, Alberto Savorana, già direttore di Tracce e attualmente capo ufficio stampa di Cl, e dal presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Cittadini, la mostra parla di carcere attraverso lettere di detenuti provenienti dalle carceri di tutto il mondo, brani sul mondo penitenziario, fotografie in bianco e nero soprattutto di carceri italiane, un video di dieci minuti con interviste a detenuti e un open space dove è stato ricreato l’ormai rinomato laboratorio di pasticceria della Casa di reclusione di Padova. per questo saranno presenti una decina di detenuti-pasticceri, che in questo modo hanno l’occasione per gustarsi un po’ di "libertà" facendo gustare al pubblico le loro specialità dolciarie.

Martedì 26 agosto alle 11.15 ci sarà la presentazione della mostra, alla quale interverranno il Ministro della Giustizia Alfano, il capo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria Ionta, il Magistrato di Sorveglianza di Padova Pavarin, il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Vittadini, il presidente della cooperativa Giotto Boscoletto. L’incontro sarà preceduto dalla proiezione di un video internazionale e dalle testimonianze di due detenuti.

La mostra è di rilevanza internazionale - ci dice Nicola Boscoletto - e attendiamo 2-300 giornalisti accreditati e tra i 70 e gli 80.000 visitatori nella settimana di apertura del meeting.

Nell’introduzione alla mostra la Bergamini sottolinea come la funzione rieducativa della pena prevista dalla nostra Costituzione sia spesso disattesa e si chiede: "Quale deve essere la strada perché in questi luoghi sia possibile un percorso riabilitativo per chi "libertà va cercando, ch’è sì cara"?". Il meeting di Rimini quest’anno ha come titolo "O protagonisti o nessuno".

 

Notizie da Venezia

 

Alla Giudecca si è svolta la tradizionale festa di ferragosto

 

Come ogni anno, nei giorni a cavallo di ferragosto nel carcere femminile della Giudecca si svolgono delle attività alternative di tipo particolare. Un gruppo di volontarie da tutta Italia, alcune di loro "recidive" perché hanno deciso di ripetere l’esperienza già fatta in passato, altre nuove e "digiune" di carcere, si adoperano per far trascorrere alcuni pomeriggi diversi alle detenute. Chi ha avuto modo di vivere per qualche agosto questa esperienza da "utente", può testimoniare quanto questi momenti siano terapeutici per chi sta lì dentro. Facce nuove, discorsi diversi, freschezza in un ambiente sempre uguale a se stesso. Quest’anno Suor Gabriella, attivissima organizzatrice e grande appoggio morale per le donne recluse, ha coinvolto 16 giovani, tutte laureate o laureande, provenienti dal Veneto e dalla Lombardia, ad animare i noiosi pomeriggi agostani delle detenute. Le ragazze, ospitate presso il bellissimo convento dei frati cappuccini del Redentore, alla Giudecca, hanno fatto un’esperienza, dall’8 al 19 agosto, importante: la mattina prevedeva una sorta di formazione, per cui hanno ascoltato, in una serie di incontri di approfondimento, alcune agenti, la direzione del carcere, Ornella Favero che dal carcere fa informazione con la rivista Ristretti Orizzonti, una ex detenuta, Padre Andrea Cereser, trent’anni da cappellano in carcere, il tutto per capire come è questo mondo visto da occhi diversi, perché, per rapportarsi con persone ristrette, è importante avere una preparazione adeguata. Il pomeriggio poi, dalle 14.00 alle 19.00 circa, le volontarie sono entrate in carcere dove hanno fatto, insieme alle detenute, diverse attività manuali: hanno confezionato borse, hanno arricchito con strass delle magliette, hanno creato collane, personalizzato i bicchieri di plastica in cui i detenuti sono costretti a bere, con strani bottoni. Sicuramente una scusa per relazionarsi usando mezzi semplici ed efficaci, vista anche la giovane età di molte nuove detenute e di alcune agenti. Suor Gabriella ci ha detto che la voglia di stare insieme si percepiva davvero con forza. Il giorno di ferragosto, malgrado abbia piovuto parecchio, c’è stata la tradizionale giornata di pranzo all’aperto e giochi. Quest’anno la giornata, più bella degli anni precedenti, con una massiccia partecipazione delle recluse, ha visto anche la presenza di una troupe del TG regionale, che ha mandato in onda il servizio la sera stessa.

 

Notizie da Verona

 

Metti la testa dentro! Un anno di servizio civile con Progetto Carcere 663

 

Si chiama "Metti la testa dentro" il progetto di servizio civile dell’associazione Progetto Carcere 663, destinato alla formazione di un giovane tra i 18 e i 28 anni nell’ambito della realtà carceraria. La persona che vi prenderà parte, avrà la possibilità di partecipare alla messa in atto delle varie attività dell’associazione, sviluppando conoscenze e tematiche che possono interessarlo per motivi di studio o di attitudine.

Progetto Carcere 663 opera all’interno della Casa Circondariale di Montorio, dove promuove diverse iniziative sportive (calcio al maschile e pallavolo in sezione femminile) con volontari esterni che incontrano i detenuti. Promuove tornei interni (fra soli detenuti) di vari sport, anche "da tavolo". Organizza poi corsi di formazione in favore dei detenuti, quali ad esempio brevi corsi di pasticceria, ginnastica dolce, yoga, lettura e scrittura. Inoltre, attraverso il Progetto "Carcere e Scuola" offre la possibilità agli studenti delle classi quinte superiori delle Scuole della Provincia di Verona di avvicinarsi alla realtà carceraria attraverso incontri di calcio e pallavolo all’interno della struttura della Casa Circondariale. Svolge infine corsi di Educazione alla Legalità presso alcuni Istituti Superiori di Verona e Provincia.

Grazie al progetto Gioinvolo del Centro Servizi Volontariato di Verona, l’associazione avrà l’opportunità di rafforzare la propria attività, volta a migliorare l’integrazione dei detenuti sul territorio, creando occasioni di relazione con la società esterna. Tre gli obiettivi specifici che con questo progetto si prefigge: rafforzare e accrescere l’operatività dell’associazione rispetto ai suoi obiettivi fondamentali; fornire un’indagine e un’analisi delle dinamiche interne al carcere; favorire attraverso tale analisi una maggiore conoscenza della realtà carceraria alla società civile, contribuendo ad un maggior coinvolgimento della società stessa.

L’associazione provvederà, pertanto, all’inserimento di una figura che contribuisca a mettere in atto il progetto proposto, prendendo parte alle attività dell’associazione e sviluppando un percorso di analisi del carcere attraverso un intervento concreto e diretto di indagine.

Il giovane volontario sarà impegnato nel progetto dall’1 ottobre 2008 al 30 settembre 2009, sia nella sede dell’associazione, che nella Casa Circondariale di Verona. Le domande di partecipazione vanno inviate entro il 15 settembre a Progetto Carcere 663 - Acta non Verba Via Tagliamento 8, 37125 Verona, oppure all’indirizzo di posta elettronica maurizioruzzenenti@libero.it

 

Detenute pasticcere a Montorio

 

A due giorni da ferragosto, dieci detenute della Casa Circondariale di Montorio sono state riconosciute pasticcere esperte, con tanto di attestato, a seguito di un corso iniziato a luglio. Quattro lezioni con Antonio Rossini, noto pasticcere di Verona, che ha insegnato loro i segreti di creme, meringhe e pan di spagna, grazie a un’iniziativa pensata dall’associazione Progetto Carcere 663 e che continua ormai da quattro anni.

 

La Fraternità incontra l’amministrazione su Centro d’Ascolto e Garante dei detenuti

 

Risalgono ai primi di agosto gli ultimi incontri tra l’amministrazione comunale veronese e l’associazione La Fraternità, che da quarant’anni si impegna per far luce sulle problematiche legate al carcere di Montorio e per trovare loro delle soluzioni.

Tra queste l’apertura di un Centro d’ascolto davanti al carcere di Montorio e l’istituzione della figura di un Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, discusse lunedì 4 agosto con l’assessore alle politiche sociali Stefano Bertacco. Un appuntamento in agenda da un paio di mesi, durante il quale presidente e fondatore dell’associazione - rispettivamente Roberto Sandrini e fra Beppe Prioli - hanno avuto modo di aggiornare l’assessore sugli sviluppi di due progetti per cui si stanno battendo ormai da anni e a cui manca soltanto il sì definitivo da parte del Comune.

"Nel frattempo - spiega fra Beppe - domenica scorsa ero in piazza Bra con alcuni detenuti in permesso e le loro famiglie. Ho visto passare di lì il sindaco e ho subito pensato di fermarlo per chiedergli un incontro".

E così è stato. Martedì il frate è stato ricevuto da Flavio Tosi, alla presenza del presidente dell’associazione. Gli ha raccontato di sé, della sua vita dedicata al mondo della detenzione, e della necessità sempre più urgente di realizzare un Centro d’ascolto davanti al carcere.

Una struttura, quella del Centro, pensata per offrire assistenza e un servizio di informazione non solo ai detenuti in condizione di semilibertà, a chi esce dal carcere e si ritrova privo di punti di riferimento e allo stesso personale penitenziario, ma soprattutto ai familiari delle persone recluse.

Continua fra Beppe: "Di recente il sindaco è stato a Montorio per incontrare il sindacato della polizia penitenziaria. In quell’occasione si è potuto rendere conto di quanto sia ingiusto che i familiari delle persone detenute - tra cui molti bambini - aspettino i loro turni per le visite nel parcheggio esterno al carcere, senza una struttura che li accolga, li progetta da freddo e pioggia e soprattutto ne tuteli il diritto alla privacy".

Per aprire un ulteriore dialogo tra la città e il carcere, l’associazione chiede che venga al più presto istituita la figura di un Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, già in esercizio in molte città, province e regioni italiane. Il che comporterebbe la garanzia di una tutela di quei diritti che, secondo la Costituzione, devono essere comuni a tutti i cittadini, siano essi reclusi o meno.

"Quando parliamo di necessità della sicurezza - spiega fra Beppe - dobbiamo stare attenti ai termini con cui ne parliamo e ai mezzi che adottiamo per raggiungerla".

Conclude il presidente Sandrini: "La gente dovrebbe interessarsi più a come viene applicata la pena, che al quanto. La vera sicurezza si ottiene con il recupero delle persone che hanno sbagliato e non con la sola retribuzione in anni del reato commesso".

Assessore e sindaco si sono mostrati d’accordo su molti dei punti per i quali l’associazione chiede con urgenza l’attuazione dei due progetti in stallo. Rimandato a dopo il periodo estivo il prossimo appuntamento con l’assessorato alle politiche sociali.

 

Camminata notturna di Santa Chiara: escono solo tre detenuti dal carcere di Verona

 

Tre i detenuti in permesso che hanno partecipato, nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 agosto, alla Camminata di Santa Chiara svoltasi tra il paese di Cagnano, nel vicentino, e Montagnana, in provincia di Padova. Pensata dai frati minori del Triveneto per i giovani che non hanno la possibilità di partecipare alla Marcia Francescana che si svolge ogni anno ad Assisi, la camminata ha visto la partecipazione di circa 200 persone. Tra queste anche tre detenuti della Casa Circondariale di Montorio: 2 italiani e un marocchino. Spiega fra Beppe, fondatore dell’associazione La Fraternità, che per il quarto anno offre la possibilità di fare questa esperienza ai detenuti delle carceri di Verona, Vicenza e Padova: "Da Padova e da Vicenza non è stato fatto uscire nessun detenuto. Il nuovo Magistrato di Padova voleva che i detenuti fossero costantemente osservati e accompagnati dai volontari, il che non poteva essere garantito. A Verona avevano fatto richiesta anche altri detenuti, ma il Magistrato di Sorveglianza in carica è in ferie e il sostituto non ha concesso ulteriori permessi oltre a quelli già precedentemente approvati".

Durante il tragitto il gruppo di camminatori ha sostato in alcune chiese. In una di esse i tre detenuti hanno portato la loro testimonianza, invitando la gente a ricredersi sulla figura del carcerato, che spesso nutre davvero un forte desiderio di cambiare e di riparare ai suoi errori.

In una lettera scritta per l’occasione, uno dei detenuti ha voluto "ringraziare le persone che vivono con noi in carcere: fra Beppe, Don Maurizio, Ruzzenenti, assistenti sociali ed educatori, che ci aiutano a riflettere sul reato e sullo stile di vita precedente. In Particolare fra Beppe, che ci aiuta e assiste nelle nostre difficoltà giornaliere". Il ragazzo si è poi rivolto al Magistrato di Sorveglianza, pregandolo "di non allontanarsi da noi, ma di guardarci negli occhi e capire che ogni persona è diversa, anche se ci troviamo a pagare per i nostri reati il nostro debito con la giustizia". "Lo ammetto - conclude il detenuto - ce lo siamo procurati con le nostre mani, ma per questo dobbiamo essere esclusi dalla società? Sono d’accordo che il detenuto all’inizio della carcerazione paghi per il suo reato, ma poi bisogna aiutarlo a inserirsi nella società, passo dopo passo. Questo avviene per pochissimi, e se il 90% degli altri tornerà a sbagliare, la colpa di chi è?!".

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

 

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

 

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