Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni al Ministro della Giustizia (Senato della Repubblica)

 

Ulivi - Seduta del 23.02.2005

 

Premesso:

che attualmente l’Istituto penitenziario di Pistoia versa in una situazione di grave disagio, a causa della carenza di personale di polizia penitenziaria del ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori;

che sin dall’autunno 2003 avevano iniziato a verificarsi gravi e reiterati episodi fortemente lesivi del libero esercizio dell’attività sindacale dell’organizzazione, tra cui vari atti discriminatori nell’assegnazione dei turni, l’uso strumentale di contestazioni disciplinari a carico degli esponenti più attivi, la creazione di un clima intimidatorio tale da indurre numerose revoche di iscrizione al sindacato;

che nel mese di febbraio 2004, in pendenza di procedimento ex articolo 28 della legge n. 300 del 1970, dinanzi al giudice del lavoro di Pistoia - dottor Giuseppe De Marzo - per la repressione della condotta antisindacale posta in essere dalla Direzione e dal Comando della casa circondariale di Pistoia, il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria toscana - dottor Massimo De Pascalis - ha disposto un’ispezione presso la suddetta casa circondariale, che ha avuto come atto preliminarmente conclusivo quello di allontanare dall’Istituto penitenziario due dirigenti regionali del Sinappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria);

che, precisamente, si tratta del segretario regionale Lorenzo Traettino e dell’ex delegato regionale Salvatore Fiorenzano, entrambi eletti consiglieri comunali di Alleanza Nazionale, rispettivamente nel Comune di Montemurlo (Prato) e nel Comune di Agliana (Pistoia);

che gli stessi, allo scadere del periodo di assegnazione temporanea presso la casa circondariale di Pistoia, sono stati riassegnati alle sedi di appartenenza sulla base di quanto emerso preliminarmente da quei risultati ispettivi;

che, ad oggi, non pare siano emersi a carico dei predetti consiglieri comunali responsabilità in esito alla visita ispettiva inviata dal Prap e durata ben trenta giorni;

che ai due consiglieri non è stata data più la possibilità di tornare a lavorare presso l’Istituto penitenziario di Pistoia per poter svolgere il mandato amministrativo. Infatti l’Amministrazione penitenziaria, con provvedimenti arbitrari e illegittimi, ha disposto che il signor Traettino fosse assegnato d’ufficio alla casa circondariale di Firenze Sollicciano e che il signor Fiorenzano venisse destinato alla casa circondariale di Prato, ostacolando, in tal modo, il libero esercizio del mandato istituzionale in ragione della lontananza delle sedi di servizio rispetto agli enti territoriali ove questi ricoprono la carica di consiglieri di Alleanza Nazionale;

che, in particolare, il signor Fiorenzano è stato sottoposto a numerosi procedimenti disciplinari che, nonostante il loro contenuto palesemente illegittimo e persecutorio, il provveditorato di Firenze cerca di far andare a buon fine;

che il comportamento persecutorio posto in essere dal Direttore e dal Comandante di Pistoia si è mostrato lesivo anche di situazioni soggettive all’interno del nucleo familiare del signor Fiorenzano e, in particolare, nei confronti della signora Fiorenzano, agente di polizia penitenziaria;

che il direttore - dottor Silvano Casarano - a seguito dei gravissimi episodi, nonché per la suddetta attività di gravissima discriminazione e di condotta antisindacale adottata verso i due consiglieri (quale, ad esempio, quella di vietare l’accesso agli atti concernenti i fascicoli personali) - è stato deferito, con l’Amministrazione penitenziaria, al giudice del lavoro di Pistoia per repressione della condotta antisindacale (ex articolo 28 della legge n. 300 del 1970), subendo un’esemplare condanna con decreto emesso in data 14 maggio 2004;

che la stessa condanna è stata confermata in sede di opposizione presentata dall’Amministrazione penitenziaria in data 10 febbraio 2005,

l’interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga di assumere iniziative volte a far luce sui fatti denunciati dai consiglieri di cui in premessa, i quali descrivono una situazione intollerabile di violazione dei diritti del lavoro;

quali provvedimenti urgenti intenda adottare nei confronti del dottor Casarano e del comandante Giuseppe Merola, appoggiati anche dal Provveditorato regionale della Toscana, per i comportamenti assunti nei confronti dei consiglieri medesimi e quali rimedi intenda adottare nell’immediato, stante la gravità dei fatti accaduti all’interno della casa circondariale di Pistoia;

se non ritenga di valutare la necessità di un’inchiesta ispettiva ministeriale, al fine di accertare i fatti e ogni eventuale responsabilità delle persone citate in premessa;

se non ritenga, infine, di provvedere alla contestuale riassegnazione dei signori Traettino e Fiorenzano alla sede di Pistoia.

 

Malabarba - Seduta del 22.02.2005

 

Premesso che:

il prossimo 21 marzo verrà inaugurato a Castelfranco Emilia il nuovo carcere speciale per tossicodipendenti, che ospiterà circa 140 detenuti e verrà gestito da privati;

dopo quattro anni di lavori di ristrutturazione, le carceri dell’ex casa di lavoro del Forte Urbano sono pronte per accogliere detenuti tossicodipendenti che dovranno compiere tutte quelle attività agricole e artigianali legate a un progetto di distribuzione commerciale, così come avviene a San Patrignano. La gestione del nuovo carcere speciale, che il Ministero della giustizia affiderà ad Andrea Muccioli, prevede la collaborazione della comunità di San Patrignano, del Sert regionale, del Comune di Castelfranco e del volontariato privato; la regione Emilia-Romagna è stata tenuta fino ad oggi all’oscuro sulla realizzazione di tale struttura-carcere;

il ruolo di San Patrignano nella gestione di Castelfranco è stato definito nel 2001 e ribadito dallo stesso Muccioli: "Non accetteremo situazioni pasticciate, non avalleremo scelte in contrasto con i nostri principi. Non si uscirà da Castelfranco per finire imbottiti di metadone in qualche struttura di recupero. Occorrerà, secondo noi, formare le guardie penitenziarie che avranno un ruolo di educazione e non solo di contenimento";

dure critiche alla gestione privata del carcere per tossicodipendenti sono venute dalle associazioni che si occupano di detenzione e tossicodipendenze, che hanno dichiarato: "Non era proprio quello di cui avevamo bisogno" (Anastasia, presidente di Antigone); "é grave per le conseguenze che ne deriveranno e ancor più grave spacciare per terapeutica e riabilitativa una casa penitenziaria (Antonini, Papillon Rebibbia); "il recupero della persona non può avvenire in carcere" (don Egidio Smacchia, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche);

le Nazioni Unite, da oltre un decennio, denunciano i rischi della privatizzazione delle carceri e il pericolo di veder compromessi - in tali strutture - il rispetto dei diritti umani e le finalità terapeutiche e riabilitative di una vera comunità,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non ritengano di bloccare l’inaugurazione della struttura penitenziaria di Castelfranco Emilia prevista il 21 marzo 2005;

se non ritengano di dover interpellare, prima di avviare il progetto della prima prigione privata nel nostro paese, gli enti locali interessati, a cominciare dalla Regione, che non ha mai discusso col Governo il protocollo del 10 marzo 1998;

quali siano i termini dell’accordo stipulato con la Comunità San Patrignano;

se non si ritenga profondamente errata la politica di sostituire la prevenzione con la carcerazione, la riduzione del danno con la repressione, la criminalizzazione delle fasce giovanili e la destinazione di enormi quantità di denaro alle strutture private che occupano il mercato della cura coatta.

 

 

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