L'opinione dei detenuti

 

Dannate feste: ora qui è tranquillo, perché il Natale è passato

 

Lettera firmata da San Vittore, raccolta dal Gruppo Calamandrana, 25 gennaio 2006

 

Ora qui è tranquillo, ti dico io perché. Perché il Natale è già passato. Se questa beffa dell’amnistia fosse avvenuta il 23 dicembre sarebbe stato diverso.

Per noi Natale è un peso pazzesco. È così anche per le famiglie.

Il resto dell’anno riusciamo a sopravvivere, ma il ferragosto e il Natale sono i periodi più difficili, di crisi pazzesca.

Ora qui è tranquillo anche per la paura di perdere i giorni di permesso.

La sera in cui abbiamo perso la speranza dell’amnistia e dell’indulto, il capoposto si è affacciato alla mia cella e ha detto: "Io di solito quando vado a casa, stacco la spina, non vi penso, ma stasera vi penserò".

Questo gesto di solidarietà per noi vuol dire molto.

Se il prete alla messa avesse parlato di solidarietà fra detenuti, e l’avesse in qualche modo auspicata, come gli avevo chiesto io, probabilmente quel giovane del terzo piano non si sarebbe impiccato.

Il giorno di Natale, mentre c’era la manifestazione per l’amnistia, avevamo iniziato a fare la battitura delle sbarre, ma qui alcuni agenti ce l’hanno impedita dicendo che tanto non ci serviva a niente.

Abbiamo allora chiesto un incontro col capo delle guardie che ci ha dato ragione; questo permesso alla battitura ci ha un po’ tirato su il morale.

 

 

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