Uomini liberi esce "ristretto"

 

Uomini liberi, giornale del carcere di Lodi,

è uscito in formato "ristretto"

Una riduzione "forzata" per l’intervento della direzione del carcere

Che pone a tutti noi, che ci occupiamo di informazione dal e sul carcere,

il problema di definire meglio il nostro ruolo, i nostri compiti,

la nostra correttezza ma anche la nostra autonomia

 

Redazione di Ristretti Orizzonti – Federazione Nazionale dell'Informazione dal e sul carcere

 

Proprio quest’anno un gruppo di redazioni di giornali realizzati in carcere e sul carcere, in collaborazione con la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, ha rilanciato, tramite incontri e seminari, la costituzione di una Federazione che potesse meglio agevolare il lavoro in rete e rinforzare la capacità di essere presenti ed incidere nel panorama dell’informazione. Di questa Federazione Ristretti Orizzonti è attualmente capofila e svolge il lavoro di segretariato e coordinamento.

È della settimana scorsa la notizia, riportata anche dalla nostra rassegna stampa diffusa con la newsletter del sito www.ristretti.it, relativa al fatto che la direzione della C.C. di Lodi ha operato tagli e rimaneggiamenti dell’ultimo numero del giornale "Uomini Liberi" che viene ospitato mensilmente dal quotidiano "Il Cittadino", tramite l’inserto di alcune pagine extra. L’esperienza di "Uomini Liberi", che è aderente alla Federazione dell’informazione dal carcere e sul carcere, rappresenta una realtà il cui successo è riconosciuto innanzitutto dal direttore del quotidiano che la ospita, ma anche dall’aver catalizzato attorno a sé un attivo gruppo di volontari e detenuti, i quali dedicano con serietà impegno e gratuità il loro tempo a questa iniziativa.

L’arrivo del nuovo Direttore della Casa circondariale di Lodi, Caterina Ciampoli, ha avuto come primo impatto col giornale di quel carcere la mancata autorizzazione a pubblicare parte del lavoro editoriale dei detenuti che, per prassi consolidata, veniva consegnato alla direzione dell’istituto prima di venir pubblicato.

Quello che i detenuti e i volontari chiedono è innanzitutto un momento di incontro in cui almeno potersi confrontare ed eventualmente verificare.

Come Federazione dell’Informazione dal carcere e sul carcere vorremmo ribadire l’estrema importanza che l’esperienza di "Uomini Liberi" ha per le attività realizzate dai detenuti ed i volontari che vi partecipano. Perché dimostra che ci può essere un carcere che riconosce il diritto di parola ai detenuti, che favorisce lo scambio tra chi invece dal carcere è fuori e spesso se ne fa un’opinione distorta, un carcere dove l’accesso dei volontari, senza i quali spesso questo tipo di attività è impossibile, limita i danni che la carcerazione comunque provoca nei detenuti.

Per questo riteniamo opportuno che a Lodi l’esperienza di "Uomini Liberi" continui ad esistere ed anzi cresca, perché dove esistono spazi di dialogo e di confronto come questo, c’è ancora la possibilità far crescere una cultura che invece di promuovere la segregazione e l’esclusione, tenda all’accoglienza ed alla solidarietà.

Per le persone detenute poi l’attività editoriale rappresenta un’opportunità, sia di impiego del tempo sia di crescita personale, insostituibile e preziosa. Pertanto riteniamo urgente che il precedente rapporto tra direzione e giornale venga ripristinato, in uno spirito di collaborazione e confronto che deve prevalere soprattutto quando per un qualsiasi motivo possano venirsi a creare divergenze ed incomprensioni.

Come Federazione invitiamo quindi tutti i soggetti, istituzionali e non, coinvolti in questa delicata vicenda ad adoperarsi con ogni mezzo affinché, tramite il dialogo ed il confronto, si arrivi al superamento della situazione attuale, e chiediamo che un episodio, quale quello avvenuto, diventi un’occasione di confronto con la Direzione dell’Istituto sullo stato delle relazioni tra detenuti, volontari ed istituzione.

 

 

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