Difendiamo l'art. 27 della Costituzione!

 

- Redazione di "Ristretti Orizzonti" -

- Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia -

 

DIFENDIAMO L’ARTICOLO 27 DELLA COSTITUZIONE!

 

- APPELLO: "Difendiamo l'art. 27 della Costituzione" (pdf)  - le adesioni pervenute (pdf)

- Dossier "Difendiamo l'art. 27 della Costituzione" curato da "Ristretti Orizzonti" (pdf)

- Dossier "Sovraffollamento, un'emergenza vera" curato da "Ristretti Orizzonti" (pdf)

Educhereste i vostri figli al rispetto della legalità facendoli crescere in un ambiente dove è impossibile rispettare la legge?

 

Nelle carceri italiane ci sono 43.117 posti regolamentari e quasi 64.000 detenuti. Stipati uno sull’altro. Il personale sotto organico è costretto a lavorare in condizioni di pesante disagio e tensione. In questa situazione viene meno anche la dignità e l’umanità delle persone detenute.

Nelle sovraffollate carceri italiane, le persone che dovrebbero iniziare un percorso graduale di reinserimento nella società, sono invece sempre più spesso rinchiuse nelle celle a non far niente.

 

L’articolo 27 della Costituzione italiana dice:

 

La responsabilità penale è personale.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte.

 

I cittadini italiani chiedono sicurezza. Hanno diritto alla sicurezza. Ma in che modo parcheggiare in celle invivibili i detenuti in attesa di nulla contribuisce alla sicurezza? 

 

Non conviene a nessuno che una persona che ha commesso un reato esca di galera forse peggiore di come ci è entrata. Se i cittadini liberi ci riflettessero più spesso, forse smetterebbero di pensare che la soluzione a ogni problema sia prevedere sempre più galera per chi viola la legge.

Oggi abbiamo superato non solo la capienza regolamentare delle carceri, ma anche quella ritenuta dal Ministero della Giustizia "tollerabile". E le previsioni parlano di aumento esponenziale di "tempo inutile", perché manca il personale, mancano attività lavorative, mancano spazi. 

 

Ci serve davvero più carcere, o ci serve un carcere diverso?

 

Il carcere ci serve e ci rassicura quando è previsto:

-    per chi costituisce realmente un pericolo per la società.

 

Il carcere NON ci serve e NON ci rassicura quando è previsto:

-   per chi sta male e avrebbe bisogno di essere curato;

-   per chi ha problemi con la droga;

-   per chi è giovane e potrebbe essere aiutato con pene diverse dalla detenzione, piuttosto che parcheggiato in un luogo "intollerabile" come le attuali galere;

-   forse non serve più neppure per parecchi di quei 20.000 detenuti che stanno dentro con meno di tre anni di pena ancora da scontare (di cui quasi 9.000 ne hanno meno di uno) e ci farebbero sentire tutti più sicuri se invece potessero scontare l’ultima parte della loro pena in misura alternativa, lavorando per costruirsi un futuro decente.

 

L’articolo 27 della Costituzione ci fornisce la più moderna soluzione ai problemi della sicurezza: una pena che abbia un senso e che dia speranza. Teniamocelo stretto!

All'appello possono aderire sia Enti ed Associazioni, sia singoli cittadini

Inviare mail a redazione@ristretti.it con scritto "Difendiamo l’art. 27 della Costituzione"

(le adesioni saranno raccolte in un dossier per il Presidente della Repubblica)

 

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