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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 9 settembre 2025
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 9 settembre 2025 Il carcere è un luogo che dovrebbe togliere la libertà per un certo periodo di tempo, ma non la vita. Eppure, nelle ultime ore il Paese ha contato altri tre nomi sulla lunga lista dei morti in cella: due casi a Rebibbia e una giovane di 26 anni a Sollicciano. Un fine settimana di morte che porta il conteggio dei suicidi tra i detenuti a livelli che non possiamo più considerare numeri “fisiologici”. La 26enne di Sollicciano - originaria della Romania, entrata in carcere circa un anno fa - è stata trovata impiccata all’alba nella sua cella. Era in corso un’ispezione da parte del comitato europeo sulla tortura, e appena il giorno prima nella stessa sezione era scoppiato un incendio che aveva intossicato agenti penitenziari: scene che dicono tutto sul livello di degrado in cui vive chi è rinchiuso.
di Angela Stella
L’Unità, 9 settembre 2025 Sessantuno: è il numero dei detenuti che si sono suicidati dall’inizio dell’anno nelle nostre carceri. Domenica una reclusa di origini rumene di soli 26 anni si è tolta la vita impiccandosi all’alba nella sua cella del carcere fiorentino di Sollicciano; sarebbe stata scarcerata fra circa un anno. Come denunciato da Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, nel carcere fiorentino “sono complessivamente ‘stoccati’ 565 detenuti, di cui 73 donne, in 358 posti disponibili (+158%), peraltro gestiti da meno di 400 agenti, quando ne servirebbero minimo 622 (-36%)”. Sabato un detenuto si era tolto la vita nel carcere di Rebibbia, a Roma. L’uomo, di 50 anni circa, si sarebbe impiccato. Nella notte di giovedì della scorsa settimana era stata una donna a togliersi la vita a Rebibbia femminile.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 9 settembre 2025 Per la prima volta un uomo ristretto nel carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino ha ottenuto di scontare la pena ai domiciliari (anche) in ragione delle condizioni di sovraffollamento. L’uomo ha delle patologie, che erano state valutate come compatibili con la vita in carcere: con l’attuale situazione dell’istituto di pena, però, le condizioni sono diventate insopportabili. Maria Brucale, membro dell’Osservatorio carcere dell’Unione camere penali italiane: “Questa pronuncia ha il merito di riconoscere l’afflizione aggiuntiva prodotta per i detenuti dallo stato indecoroso delle nostre prigioni”
di Andrea Bassi
Il Messaggero, 9 settembre 2025 Il decreto, a più di un mese dall’approvazione in consiglio dei ministri, è “atterrato” in Commissione giustizia alla Camera, dove da domani inizierà il suo iter per la conversione. Un percorso che dovrà dunque essere veloce. Non solo perché il provvedimento altrimenti scadrà il prossimo 4 ottobre, ma soprattutto perché sulla giustizia civile i tempi per centrare gli obiettivi del Pnrr sono diventati davvero stringenti e i target appaiono ancora lontani. Andiamo con ordine. Entro giugno del prossimo anno, vale a dire tra poco più di nove mesi, dovranno essere “smaltiti” 235 mila vecchi procedimenti che giacciono nei cassetti dei tribunali (200 mila in primo grado e 35 mila in appello).
di Giulia Merlo
Il Domani, 9 settembre 2025 Il Pd ha organizzato audizioni informali contro la riforma “che è un attacco alle toghe”. Presenti Cgil e Uil, Acli e Anpi, ma soprattutto nomi di peso come Coppi e Cassano. Infine il Pd ha iniziato la mobilitazione contro la riforma della giustizia firmata da Carlo Nordio. Non che ci fossero dubbi sull’orientamento - i dem hanno votato contro la riforma costituzionale sia alla Camera che al Senato - e già molti singoli parlamentari si sono spesi in iniziative pubbliche, ma ieri si è svolto il primo evento davvero connotante. Di fatto si è trattato del via a quella che sarà una lunga campagna referendaria fino al voto al referendum previsto probabilmente per giugno 2026: l’autunno “di lotta e di piazze” chiamato dalla segretaria Elly Schlein.
di Francesco Curridori
Il Giornale, 9 settembre 2025 Il presidente dell’Anm boccia la riforma della giustizia del governo Meloni. “Questa riforma evidentemente danneggia i cittadini e non i magistrati”. A dirlo è il presidente dell’Anm Cesare Parodi nel corso dell’audizione con il gruppo del Pd alla Camera sulla riforma della giustizia. Parodi ha confermato l’impegno dei magistrati nella “difesa di valori comuni messi in discussione dalla modifica della Costituzione”. Una riforma che “cambiando il Csm indebolisce l’indipendenza di tutti i magistrati, attraverso una progressiva allontanamento del pm dalla giurisdizione”. E ha aggiunto: “Per questo saranno i cittadini a pagarne le conseguenze”.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 9 settembre 2025 Il repulisti delle tanto temute “toghe rosse” negli uffici giudiziari non c’è stato, così come non c’è stata alcuna “occupazione” dei posti che contano da parte di magistrati graditi al governo di Giorgia Meloni. Non possono non far sorridere, a rileggerli ora, i titoli con cui diversi giornali avevano annunciato l’imminente “virata” delle toghe il 26 gennaio del 2023, all’indomani cioè dell’insediamento del primo Consiglio superiore della magistratura “a trazione centrodestra” nella storia della Repubblica, con l’elezione di Fabio Pinelli, avvocato padovano voluto dalla Lega di Matteo Salvini e Luca Zaia, a vicepresidente di Palazzo Bachelet.
di Roberta De Rossi
La Nuova Venezia, 9 settembre 2025 “Il Parlamento deve reintrodurre la perseguibilità d’ufficio di alcuni reati, compreso il furto con destrezza”. Premessa necessaria: è tempo di campagna elettorale in Veneto e ogni dichiarazione rischia di non esserne immune. Ma il problema dell’imperversare dei borseggiatori e delle tensioni che provoca il loro imperversare in una città come Venezia - piccola e mondiale - è reale. Cosa si può fare di concreto per arginare questi reati “piccoli” per il codice penale, ma dal grande impatto sociale? La legge Cartabia (che pretende querela e testimonianza in aula della vittima) può essere modificata? Attualmente è una caccia a guardie-e-ladri con grande dispendio di energie e spese, ma di fatto inutile negli effetti.
GIURISPRUDENZA
di Simona Musco
Il Dubbio, 9 settembre 2025 “Il dovere del pubblico ministero di svolgere attività di indagini a favore dell’indagato non è presidiato da alcuna sanzione processuale, essendo, peraltro, il difensore facultato a svolgere indagini difensive ai sensi degli articoli 391-bis e seguenti del codice di procedura penale; ne consegue che, sebbene ciò non autorizzi l’organo requirente a disattendere la disposizione normativa, qualsiasi doglianza in tal senso non può essere proposta con il ricorso per Cassazione”. Sono parole che tagliano la testa al toro quelle della Suprema Corte, messe nero su bianco nella sentenza della sezione VI numero 30196 del 3 settembre 2025. Una pronuncia che, al di là del caso concreto, interviene su un nodo antico e mai risolto del nostro sistema processuale: il rapporto tra il ruolo del pubblico ministero e le garanzie dell’indagato.
di Antonio Alizzi
Il Dubbio, 9 settembre 2025 La Cassazione mette un punto fermo in tema di impugnazioni: quando due gradi di giudizio di merito giungono alle stesse conclusioni, il cosiddetto caso di “doppia conforme”, il ricorso in sede di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. In assenza di vizi macroscopici, la Suprema Corte non rilegge le prove né rivaluta i testimoni. È il principio riaffermato dalla Terza sezione penale con la sentenza n. 26386 del 18 luglio 2025, che ha respinto il ricorso di un amministratore di una società, condannato a un anno e sei mesi di reclusione per dichiarazioni fraudolente tramite l’uso di schede carburante false.
di Marco Preve
La Repubblica, 9 settembre 2025 Il procuratore generale ha iniziato da Sanremo, istituto con molte criticità, una serie di ispezioni con incontri con gli agenti, i detenuti, il Garante e le associazioni come Antigone. Il Procuratore generale Enrico Zucca ha iniziato ieri - cominciando dal carcere di Sanremo in valle Armea - una serie di visite a tutte le carceri liguri, o meglio del distretto di Corte di Appello che comprende anche la provincia di Massa. Detto così potrebbe apparire uno dei consueti appuntamenti della routine istituzionale ma, in realtà, si tratta di una prima assoluta e nasce, oltreché da una sensibilità personale, anche dalle criticità del sistema carcerario ligure, che soffre di diverse patologie ormai croniche.
garantedetenutilazio.it, 9 settembre 2025 Purtroppo, il fine settimana è stato funestato da altri due suicidi che portano a 61 il numero di persone detenute che si sono tolte la vita nelle carceri italiane. “Siamo addolorati per la morte di D.Z., la donna che si è tolta la vita la scorsa notte a Rebibbia femminile e che era stata seguita dai nostri uffici per il rinnovo della certificazione dell’invalidità. Una persona con una storia di dipendenze, una pena ancora lunga da scontare e senza più relazioni affettive esterne. Ancora una volta una storia di solitudine e disperazione, che testimonia una drammatica carenza di risposte sociali che finiscono inevitabilmente in carcere”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasia, alla notizia del suicidio di una detenuta ...
La Nazione, 9 settembre 2025 L’associazione che opera a Sollicciano in merito all’ultima morte in cella e la drammatica situazione delle carceri toscane: “Sovraffollamento, fatiscenza delle strutture, carenze sanitarie e di personale”. Dopo l’ultima tragedia nel carcere di Sollicciano, l’associazione Pantagruel, impegnata con attività di volontariato nella casa circondariale di Sollicciano, rivolge un appello per non dimenticare i detenuti ai candidati alle elezioni regionali toscane in programma il 12 e 13 ottobre. “A rendere ancora più urgente un’approfondita riflessione pubblica sul tema delle carceri - spiegano dall’associazione - è l’ennesima tragedia avvenuta sabato scorso a Sollicciano, dove una ragazza di appena 26 anni si è tolta la vita in cella.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 9 settembre 2025 Luigi Pagano, storico direttore di San Vittore prima di andare in pensione come provveditore delle carceri lombarde, è stato nominato dal sindaco Beppe sala garante dei detenuti per il Comune del capoluogo. Il ruolo era vacante sin da metà estate. Pagano sostituisce così l’ex magistrato Francesco Maisto, rimasto in carica per due mandati. Nel giorno del sessantunesimo suicidio nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno (è successo a Sollicciano, dove una 26enne romena è stata trovata appesa in cella la mattina dell’8 settembre, dopo che altre due persone si erano uccise a Rebibbia nei tre giorni precedenti) arriva per fortuna da Milano una buona notizia che naturalmente non risolve da sola la situazione drammatica delle nostre prigioni ma se non altro è un bel segnale ...
di Valerio Valeri
romatoday.it, 9 settembre 2025 In vista del Consiglio comunale straordinario che si terrà nel carcere di Rebibbia il 23 settembre, la commissione Pari Opportunità ha ascoltato la Garante dei Diritti dei detenuti Valentina Calderone. Che lancia un monito importante sulla condizione dell’istituto minorile di Casal del Marmo e delle donne recluse, soprattutto se con figli. A guidare, inevitabilmente, il confronto è la cronaca. Lo scorso 5 settembre una donna di 52 reclusa a Rebibbia si è tolta la vita: “Inevitabile parlarne - esordisce Calderone -, parliamo di una persona che seguivamo, con una pena anche abbastanza lunga. Il giorno dopo stessa sorte per un detenuto nel Nuovo Complesso. Non ricordo altrove una frequenza del genere”.
di Viviana De Vita
Il Mattino, 9 settembre 2025 Il Tribunale di Salerno ha stabilito sei mesi di reclusione per i dottori in servizio a Fuorni e al Ruggi. Assolta una quarta imputata. Una condotta corretta da parte dei medici avrebbe “con certezza” evitato la morte di Aniello Bruno, il 57enne di Angri detenuto a Fuorni, deceduto il primo aprile 2018 nel reparto di rianimazione del Ruggi dopo un intervento per shock settico, conseguenza di una peritonite stercoracea dovuta a ischemia e perforazione intestinale. È questo il cuore delle motivazioni con cui il Tribunale di Salerno (Seconda sezione penale, giudice Serretiello) ha condannato a sei mesi di reclusione - lo scorso luglio - i due medici in servizio a Fuorni, A.D.C. e C.O., e il medico del pronto soccorso del Ruggi, G.D.N.
di Peppe Ercoli
Il Resto del Carlino, 9 settembre 2025 Il viceministro della Giustizia Paolo Sisto ha visitato ieri il carcere di Ascoli annunciando alcune novità. Dopo un sopralluogo nei diversi reparti detentivi, il rappresentante del Governo ha preso parte a una riunione con le sigle sindacali della polizia penitenziaria, alla presenza della direttrice dell’istituto Daniela Valentini, del provveditore del distretto marchigiano Silvio Di Gregorio, del comandante facente funzione e della responsabile regionale della sanità per le Marche, Monica Acciarri. Sisto ha annunciato un intervento strutturale sulle sezioni giudiziarie e sul reparto Marino, che sarà destinato esclusivamente ai detenuti classificati AS/3 (Alta Sicurezza), per i quali verranno predisposte attività lavorative, scolastiche e ricreative specifiche.
di Ilaria Valerini
La Nazione, 9 settembre 2025 Carcere e infanzia, due mondi apparentemente inconciliabili ma capaci di incontrarsi nel teatro, nella fiaba, nell’immaginazione. In occasione del Festival della Mente è andata in scena l’avventura di ‘Favola di Cì (che è partito bambino e si è fermato vecchio)’, per la regia di Enrico Casale, una produzione della settima annualità di ‘Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza’. Lo spettacolo, inserito nella rassegna per bambini e ragazzi a cura di Francesca Gianfranchi, ha ottenuto un grandissimo successo. Il gruppo di attori detenuti della casa circondariale Villa Andreino della Spezia ha dato vita a una favola poetica e surreale che ha toccato le corde più profonde di grandi e piccini.
saluspace.eu, 9 settembre 2025 Giovedì 11 settembre, a Salus Space, un evento speciale all’interno del festival “Suoni” unisce musica, poesia e impegno sociale. È un appuntamento dedicato al carcere e al potere della creatività: “Parole Liberate”. A partire dalle ore 19.00, rifletteremo su come la creatività possa diventare strumento di riscatto e integrazione sociale per le persone detenute. Nato nel 2014 a La Spezia, “Parole Liberate” è un Premio per poeti della canzone riservato a chi vive in carcere. L’iniziativa non si limita a riconoscere il talento, ma si impegna a dare vita e diffusione ai testi scritti, trasformandoli in musica grazie a cantanti e gruppi che li interpretano e li portano in concerto, dentro e fuori dagli istituti di pena.
di Alessandra Macci
Corriere del Mezzogiorno, 9 settembre 2025 Davide D’Errico, imprenditore sociale napoletano, ha pubblicato, per People Pamphlet, il libro “Contro i Giganti. Difendere la democrazia al tempo delle autocrazie”, libro che affronta il tema della legalità, della rappresentanza istituzionale, della democrazia, intrecciando esperienze personali e riflessioni sulla crisi politica e sociale contemporanea. L’autore, laureato in giurisprudenza e nipote di Lucio D’Errico, vittima innocente di camorra, ha provato a trasformare il dolore per la perdita del nonno in impegno sociale concreto a favore di chi è meno fortunato; ciò attraverso la promozione di vari enti non profit (che utilizzano anche beni sequestrati alla camorra) quali Il Vicolo della Cultura, biblioteca a cielo aperto nel quartiere della Sanità a Napoli, e il progetto Puteoli Sacra ...
di Claudio Savino
Il Fatto Quotidiano, 9 settembre 2025 Dal carcere di Evin alle strade di Gaza e Israele. Dalla prigione iraniana alle città distrutte del conflitto israelo-palestinese, la reporter intreccia storie di giovani, famiglie e testimoni, restituendo il ritratto umano di una regione senza pace. “I figli dell’odio” è il titolo del nuovo libro della giornalista e reporter italiana Cecilia Sala, uscito il 2 settembre per Mondadori. Si tratta di un racconto che si dipana lungo tre direttrici, tutte intrecciate tra loro: la radicalizzazione di Israele, la distruzione della Palestina e l’umiliazione dell’Iran, come recita il sottotitolo che introduce un viaggio geografico e temporale realizzato dalla reporter nel corso degli ultimi anni. Tra chi vede la speranza della pace negli occhi delle nuove generazioni, cresciute tra le bombe e quindi, appunto, “figli dell’odio” ...
AFFARI SOCIALI
di Alex Corlazzoli*
Il Fatto Quotidiano, 9 settembre 2025 Caro ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, abbiamo bisogno di pace. E chi meglio di lei può aiutarci a costruirla coinvolgendo i “nuovi” cittadini, coloro che quando noi non ci saremo più saranno i responsabili della democrazia? “Nel lavoro educativo, parlare della guerra ai più piccoli deve significare soprattutto capire insieme a loro qual è il lavoro dei costruttori di pace. Come possiamo raccontare ai bambini la bellezza di costruire pace?”, scrive Alberto Pellai nel libro “Guerra. Le parole per dirla”. Sono tanti i modi con i quali maestri/e, professori e professoresse lungo l’anno lavoreranno sul tema ma il primo passo, la mossa essenziale è quella di riconoscerci tutti insieme in solidarietà, in empatia con chi si trova sotto le bombe. La guerra è lontana per chi non la vive.
di Espérance Hakuzwimana
Il Domani, 9 settembre 2025 Oltre l’11% degli iscritti a scuola ha cittadinanza straniera. Sono italiani di fatto, ma per la legge restano invisibili. Entro il 2034 perderemo 1,1 milioni di studenti. Ma intanto non riconosciamo quelli che già ci tengono in vita le classi. La cittadinanza è ferma al 1992. Servono leggi nuove, una scuola inclusiva e il coraggio di dire: siete parte di noi. Non si dimenticano gli sguardi bassi e il silenzio nelle stanze e nelle chat tra gli amici, i conoscenti. Incredulità, tristezza, rabbia, “tanto si sapeva” e altri frammenti di consapevolezza e senso di abbandono da parte di un popolo che sceglie non andando a votare; e quando lo fa, il messaggio è avvilente.
di Alberto Leiss
Il Manifesto, 9 settembre 2025 Cercavo argomenti per non tornare sul tema tragico delle guerre, dei genocidi, dei terrorismi. Che pensare, per esempio, delle pagine e pagine (e spazi virtuali) dedicate all’Italia di Pippo Baudo e a quella di Giorgio Armani? Lo spettacolo e la moda non sono dimensioni profonde della nostra vita che non è solo conflitto, e spesso conflitto mortale? Differenze così forti di stile parlano di una grande ricchezza, o di equivoci storici e “identitari” mai risolti? Ma ieri mattina - un 8 settembre, tra l’altro - ascoltavo in macchina informazioni sulla possibilità di un accordo in extremis tra Hamas e Israele, spinto dagli Usa. Ci si vorrebbe credere. Più tardi la notizia sull’attentato a Gerusalemme. E l’idea, inevitabile, che se si decide di aprire le porte dell’inferno, contro un “male assoluto”, sarà impossibile ritrovare una via per la pace.
di Gigi Riva
Il Domani, 9 settembre 2025 L’occupazione dei territori che dura dal 1967 ha sicuramente aumentato il numero di giovani senza speranza che si sono gettati nelle braccia delle formazioni terroristiche. Analogamente gli attacchi che hanno scandito la storia della Striscia di Gaza negli ultimi vent’anni hanno solo rimpolpato le fila dei miliziani in armi. L’attentato di Gerusalemme dimostra, ce ne fosse ancora bisogno, che l’idea di Israele della sicurezza totale da raggiungere con la forza è un’illusione. Ed è una denuncia implicita dell’atteggiamento ultra-muscolare con venature di genocidio che il governo di Benjamin Netanyahu ha intrapreso. L’esecrazione del terrorismo che ha insanguinato la Città Santa (sei morti e undici feriti, uccisi i due attentatori) è ovvia.
di Alessia Melcangi
La Stampa, 9 settembre 2025 I militanti inneggiano all’attacco e non si rendono conto delle conseguenze: la fine dei due Stati. L’immagine è quella di una tempesta perfetta. Una strage senza fine a Gaza con centinaia di civili palestinesi, uomini, donne e bambini inermi, che ogni giorno vengono uccisi da bombardamenti incessanti o muoiono disperatamente di stenti. Un’occupazione costante e crescente della Cisgiordania da parte dei coloni israeliani, patrocinata dal governo di ultra-destra, impegnato a cancellare per presunto volere divino non solo l’idea della Palestina ma anche l’esistenza dei palestinesi stessi in quelle terre. Un governo, quello di Tel Aviv, tanto isolato internazionalmente quanto forsennato e agguerrito nel raggiungere la “vittoria a ogni costo” nella sua battaglia che, ormai, va oltre i leciti obiettivi iniziali.
DOCUMENTI
Articolo. "Donne e carcere: diritti, famiglia e rieducazione", di Federica Longo
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 14 settembre 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
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