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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 8 settembre 2025
di Davide Varì
Il Dubbio, 8 settembre 2025 Una 26enne si toglie la vita a Sollicciano dopo gli ultimi due casi a Rebibbia nel giro di due giorni. Di Biase (Pd): “Emergenza umanitaria”. Tre suicidi in tre giorni, 60 dall’inizio dell’anno. Il tragico bilancio nelle nostre carceri si allunga con due casi a Rebibbia, avvenuti a distanza di poche ore, e l’ultimo a Sollicciano, dove una 26enne di origini rumene si è tolta la vita impiccandosi all’alba nella sua cella dell’istituto fiorentino. “Sarebbe stata scarcerata fra circa un anno. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari.
di Vincenzo Donvito Maxia
aduc.it, 8 settembre 2025 Suicidio nel carcere Sollicciano di Firenze, una ragazza di 26 anni. Il 61mo da inizio anno. Esecrazione diffusa. Tutti chiedono più Stato. Così come fanno almeno da una trentina d’anni a questa parte. E lo Stato per ora si è fatto sentire a singhiozzo ma senza soluzioni. E la situazione peggiora, mentre dalle parti del ministero della Giustizia dicono che ci vogliono più carceri, dicendo che quelle che esistono dovrebbero essere migliori, ma peggiorano. E se da qualche parte c’è qualche posto in più, la maggior parte degli istituti carcerari è in sovraffollamento. Sembra proprio che sia impossibile e sembra che il problema non sia economico ma proprio di volontà politica.
laciviltacattolica.it, 8 settembre 2025 Figura di riferimento e di provocazione per cattolici e non credenti dai tempi dell’antifascismo e della Resistenza, don Primo Mazzolari continua a parlare con voce chiara e profetica. Questo volume, curato da don Bruno Bignami e don Umberto Zanaboni, illumina un aspetto meno noto ma straordinariamente attuale del suo pensiero: la riflessione sul carcere e sulla dignità di chi ha sbagliato. In questi testi - articoli, pubblici interventi e omelie - don Mazzolari ci guida in un viaggio scomodo, ma necessario: ci invita a guardare oltre le sbarre per riconoscere nei carcerati, prima della colpa, la persona. Non il “detenuto”, non il “reo”, ma il “fratello”, anticipando un tema e un percorso complementare al processo, oggi presente anche nella recente riforma con l’introduzione dei princìpi della giustizia ...
di Giovanni D’Angelo
La Sicilia, 8 settembre 2025 La prospettazione di una separazione delle carriere pare inadeguata, se non fuorviante, quanto ai fini della riforma, perché la separazione funzionale di giudici e pubblici ministeri è di fatto operante (nel 2023 il cambio di funzioni ha riguardato lo 0,38% dei magistrati e l’andamento è stabile). Alla ripresa della normale attività parlamentare un tema centrale in discussione sarà quello relativo alla riforma contenuta nel ddl costituzionale Meloni-Nordio n.1917/2024, comunemente intesa come quella della separazione delle carriere dei magistrati, che in realtà “traccia” una radicale revisione del sistema giudiziario nei suoi cardini strutturali e nei valori costituzionali che ne sono le radici.
agenzianova.com, 8 settembre 2025 “Sarebbe estremamente pernicioso perché la magistratura in questo modo si dimostrerebbe nei confronti dei cittadini ancora più politicizzata di quanto oggi i cittadini non la vedono”. La magistratura “ha manifestato il proprio dissenso verso la riforma ed è un dissenso comprensibile, però quello che io auspico è che questo dissenso si mantenga nell’ambito tecnico e giuridico e non tracimi invece in quello che è l’aspetto politico”. Lo ha detto il ministro della giustizia Carlo Nordio intervenendo al Forum Teha in corso a Cernobbio.
di Giuseppe Cricenti
Il Tempo, 8 settembre 2025 Tra le garanzie di cui il Consiglio Superiore della Magistratura gode, riconosciute quando forse neanche lontanamente si presagiva a quale destino le correnti lo avrebbero disposto, una è di particolare risalto. Il Csm è, tra gli organi di vertice dell’ordinamento, l’unico non soggetto a controlli di legalità. Può essere sciolto solo per impossibilità di funzionamento: in pratica solo se manca il numero legale. Non si può scioglierlo per gravi violazioni di legge, né per il compimento di atti contrari alla Costituzione. Un privilegio unico, dal momento che non c’è organo deliberativo - a quelli giudiziari e consultivi non si addice ovviamente un tale tipo di controllo - tra quelli di rilevanza, che non sconti una soggezione ai controlli di legalità.
di Fausto Carioti
Libero, 8 settembre 2025 Non tutto il cinema vien per nuocere, persino a destra. “Ho assistito al film di Marco Bellocchio sul caso Tortora, pochi giorni fa. Dovrebbe essere proiettato anche alla Scuola superiore della magistratura”, dice Carlo Nordio. Per la precisione è una serie tv in sei episodi, con Fabrizio Gifuni nel ruolo del presentatore di “Portobello” che finì nel tritacarne giudiziario. Sarà trasmessa presto, alla Mostra del cinema di Venezia c’è stata la presentazione dei primi due episodi, il guardasigilli era in sala. Al termine della proiezione ha avuto parole dure, ha detto che “il magistrato che sbaglia perché non conosce le leggi o le carte, o perché, per ottusità preconcetta, manda in prigione un innocente, non deve pagare con il portafoglio, ma deve pagare con la carriera, deve cambiare mestiere”.
TERRITORIO
di Anna Grazia Concilio
spazio50.org, 8 settembre 2025 “La politica deve essere lungimirante”. Sono sedici gli istituti penitenziari della regione Toscana, a questi si devono aggiungere altri due, le carceri minorili di Firenze e Pontremoli. Tra strutture medio grandi e strutture più piccole, con una differenziazione tra l’alta sicurezza e la media, oltre alle strutture destinate ai collaboranti, la popolazione carceraria toscana si aggira intorno alle 3.200 unità. “Il 50% di detenuti - spiega Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti della regione - è di origine straniera, il 35% ha problemi di tossicodipendenza. In una condizione simile, le modalità di gestione sono abbastanza difficili”.
di Stefano Brogioni
La Nazione, 8 settembre 2025 La 26enne sarebbe stata scarcerata tra un anno. Sabato c’era stata una protesta. Monsignor Gambelli: “Sovraffollamento e strutture fatiscenti, è inaccettabile”. Il terzo dell’anno a Sollicciano. Il primo nella sezione femminile. A togliersi la vita, usando le lenzuola come una corda, Elena, rumena di 26 anni. Era detenuta da poco meno di un anno, in custodia cautelare. Lo scorso aprile, era stata condannata a quattro anni e otto mesi, in abbreviato, per una movimentata rapina, avvenuta a fine agosto nella cantina di un palazzo del centro di Firenze, in cui un anziano di 91 anni aveva rischiato di morire per le lesioni riportate.
quotidianocanavese.it, 8 settembre 2025 Andrea Pagani Pratis, 47 anni, è morto il 7 gennaio dello scorso anno nel carcere di Ivrea per un edema polmonare. Era detenuto da tempo e da sei giorni segnalava sintomi piuttosto chiari: febbre, tosse persistente e un forte malessere generale. Nonostante tre visite mediche in momenti diversi, nessuno dei sanitari in servizio avrebbe disposto esami diagnostici, cure adeguate o un trasferimento in ospedale. Ora la Procura di Ivrea, con il pubblico ministero Valentina Bossi, chiede il rinvio a giudizio per tre medici della casa circondariale. Sono accusati di omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria. L’accusa sostiene che la morte di Pagani Pratis poteva essere evitata, se fosse stato seguito un protocollo medico adeguato.
di Andrea Ranaldi
latinaoggi.eu, 8 settembre 2025 Nei giorni scorsi in Procura è stato ascoltato Roberto Toselli, ritenuto il supertestimone della morte del detenuto Andrea Di Nino, nel carcere di Viterbo il 21 maggio 2018, inizialmente classificata come un suicidio e finita ora al centro di una nuova inchiesta avviata per fare chiarezza sull’accaduto, sulla base di una denuncia presentata dai familiari della vittima. Le dichiarazioni di Toselli, detenuto anche lui in quel periodo nello stesso istituto di pena Mammagialla di Viterbo, ristretto due celle dopo, sostengono l’ipotesi dell’omicidio, o comunque della morte come conseguenza di un’aggressione da parte degli agenti della penitenziaria.
di Ivan Murgana
L’Unione Sarda, 8 settembre 2025 Il caso finisce in consiglio comunale, a portarlo De Muru (Pd): “Rischio infiltrazioni criminali, la Sardegna torna ad essere una colonia penale”. Quasi gli stessi reclusi di Milano Opera, oltre il doppio di Rebibbia, a Roma: i 92 detenuti in regime di 41 bis che verranno ospitati nel reparto di massima sicurezza di prossima apertura nel penitenziario di Uta, non fanno dormire sonni tranquilli a cittadini di Capoterra, il centro abitato più vicino al carcere “Ettore Scalas”. I numeri parlano da soli, tolto il penitenziario milanese con suoi 95 detenuti, in Italia non ci sarà alcun reparto detentivo che ospiterà più mafiosi, ndranghetisti o terroristi del carcere di Uta.
di Selvaggia Bovani
La Provincia Pavese, 8 settembre 2025 Comincia a delinearsi il futuro della casa di reclusione dei Piccolini, in via Gravellona 240. La struttura sarà riconvertita in sezione 41 bis, il cosiddetto “carcere duro”. Ad occuparsi dei lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento, indispensabili per accogliere detenuti sottoposti al regime speciale previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, sarà la Tecnoedi Costruzioni s.r.l. di Cirié (Torino), che si è aggiudicata l’appalto per un importo pari a di oltre 786mila euro. Alla gara hanno preso parte anche l’azienda vigevanese Cefer, classificatasi seconda, e la Società Immobiliare Mattioda Costruzioni.
di Giovanna Loccatelli
La Stampa, 8 settembre 2025 È atteso oggi alle 10 il procuratore generale della Repubblica Enrico Zucca al carcere di Sanremo. Incontrerà i rappresentanti della polizia penitenziaria. Una visita “da annoverare tra gli eventi più importanti della casa circondariale” afferma Fabio Pagani, segretario regionale Uilpa. Dopo anni caratterizzati “da crisi ed eventi critici”, la situazione è mutata i primi di luglio con il sopralluogo del provveditore Mario Antonio Galati. In quel frangente, Galati adottò una linea dura: diede specifiche e stringenti disposizioni alla polizia penitenziaria. Da lì a poco è arrivato un nuovo comandante, Daniele Cutugno, incaricato di riportare ordine in una struttura dove “la legalità era diventata un’eccezione”, a detta del personale. “Dopo il 26 luglio, con queste nuove disposizioni, non si è verificato nessun evento ...
laprovinciacr.it, 8 settembre 2025 Persone detenute impegnate in piccoli lavori di manutenzione, pulizia, giardinaggio nelle strutture parrocchiali e negli oratori dell’unità pastorale. È quanto succede nell’unità pastorale don Primo Mazzolari (S. Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro). Un piccolo, ma importante segno di speranza che si è concretizzato nel rinnovo della convenzione con la Casa Circondariale di Cremona. Ne dà notizia il sito della Diocesi. “Nell’anno del Giubileo questa iniziativa acquista ancora più valore - racconta il parroco don Paolo Arienti - arricchisce i momenti celebrativi dell’Anno Santo dando concretezza al tema della speranza”.
di Daniela Gori
La Nazione, 8 settembre 2025 Una piazza Risorgimento affollata ha accolto sabato sera gli ospiti della 32^ Marcia per la Giustizia, dedicata al tema “Non c’è pace senza giustizia. Percorsi per la risoluzione dei conflitti e la tutela dei diritti”. Dal palco hanno lanciato i loro messaggi per la pace nel mondo e per la lotta contro le mafie che sono all’origine delle ingiustizie don Luigi Ciotti (fondatore Gruppo Abele e Libera), don Mattia Ferrari (Cappellano di Mediterranea Saving Humans) Giovanni Bombardieri (Procuratore della Repubblica di Torino), Tommaso Pastore (Capo Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Torino), Marialuisa Rovetta (Figlia di Alessandro Rovetta, vittima innocente delle mafie), Antonella Lombardo (Direttore artistico Laboratorio Accademico Danza e Presidente DanceLab Armonia) con le sue ...
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 8 settembre 2025 Nel febbraio scorso una reliquia del giovane santo monzese era stata donata da monsignor Sorrentino, arcivescovo di Assisi, alla Casa circondariale in provincia di Varese. Il cappellano: “Il suo dono e la sua presenza hanno dato molti frutti spirituali”. C’è Isaac, fuggito dalla Nigeria dopo che in una sparatoria in Chiesa ha perso tutta la sua famiglia, poi c’è Jamein, che a febbraio era appena stato battezzato dopo una conversione avvenuta in carcere grazie allo sguardo di Gesù riflesso nei volontari, e c’è Marco, che non può vedere suo figlio ma ogni domenica, davanti alla reliquia di Carlo Acutis prega, sapendo di affidarlo in mani sicure. Sono solo alcune delle storie che popolano la casa circondariale di Busto Arsizio, in provincia di Varese, raccontate dal cappellano, don David Maria Riboldi ...
di Cristina Taglietti
Corriere della Sera, 8 settembre 2025 Lo scrittore al festival di Mantova in un incontro dove si è parlato di boss, di mafia, di amore. Sette minuti di applausi per Omar El Akkad, Gad Lerner e Paola Caridi sull’emergenza Gaza. Tutti in piedi, un lunghissimo applauso (7 minuti) cronometrato come alla prima della Scala o alla Mostra del cinema, ha chiuso ieri in piazza Castello l’incontro tra Omar El Akkad, Gad Lerner, Paola Caridi. L’emergenza Gaza è nelle parole dure e nello sguardo malinconico del giornalista nato in Egitto, che da anni vive in Oregon, autore di “Un giorno tutti diranno di essere stati contro” (Gramma Feltrinelli).
di Niccolò Zancan
La Stampa, 8 settembre 2025 Stefano Nazzi, 63 anni, giornalista, scrittore, è uno dei più bravi a raccontare la cronaca nera e la giudiziaria. Dopo anni nella vecchia carta stampata, era inviato e poi vicedirettore del settimanale Gente, ha incominciato una nuova vita con un podcast di grande successo al Post. Pochi aggettivi. Ricerca accurata delle fonti. Chiarezza nel racconto. “Intanto a casa Gacy, la vita procedeva ordinata. John e Carole si erano sposati, ora erano una famiglia. La colazione insieme la mattina, poi il lavoro, la scuola, la sera la televisione. Ogni tanto lui si incantava guardando la moglie e le ragazze camminare su quel pavimento. Ascoltava i loro passi e pensava a cosa c’era lì sotto”, ecco una tipica frase alla Nazzi. Ora è in uscita il suo nuovo libro, “Predatori. I serial killer che hanno segnato l’America” (Mondadori).
AFFARI SOCIALI
di Raffaele Alberto Ventura*
Il Domani, 8 settembre 2025 La concentrazione è la risorsa più preziosa di questo tempo. Gli effetti polarizzanti delle piattaforme sono sotto gli occhi di tutti, lamentarsene è sport nazionale. Le ho lasciate quattro anni fa: da allora mi sembra che le mie giornate siano più lunghe e piene. Lamentarsi degli smartphone e dei social network è diventato uno sport nazionale, anzi internazionale. Gli effetti polarizzanti delle piattaforme digitali sono sotto gli occhi di tutti e i danni psicologici che provocano sono diventati un tema di dibattito accademico. Intanto cresce il numero di ore passate davanti agli schermi: tre, quattro, cinque, dieci al giorno. A minacciare di andarsene sono tanti, ma poi pochissimi sono quelli che tengono parola. Ecco, io l’ho fatto davvero. E sono tornato per raccontarvi come si sta dall’altra parte.
di Emi Bondi e Giancarlo Cerveri*
Corriere della Sera, 8 settembre 2025 In merito al pregevole articolo pubblicato il 19 agosto scorso sullo spinoso tema dei Trattamenti senza consenso in psichiatria ringraziamo la giornalista Chiara Daina per la sensibilità mostrata e il dottor Fabrizio Starace per l’intervento corretto sulla necessità di un osservatorio nazionale per il monitoraggio del fenomeno. Vorremmo però aggiungere alcune considerazioni. È un tema che abbiamo definito spinoso. Nell’articolo si fa riferimento a una sentenza della Consulta che ha giudicato incostituzionale la Legge Basaglia del 1978 nella parte in cui non prevede che chi è privato della libertà abbia la possibilità di interloquire con un giudice: di fatto equiparando il Tso a qualunque procedura di riduzione della libertà individuale e assimilando un atto sanitario chiamato Trattamento sanitario obbligatorio ...
di Niccolo Nisivoccia
Corriere della Sera, 8 settembre 2025 Si tratta di mettere la pace “al principio”, anziché alla fine, e dunque di includerla nel nostro orizzonte mentale come possibilità almeno altrettanto naturale quanto il conflitto. Com’è stato possibile arrivare a questo punto? A credere che tutto sia definitivo, irrevocabile? La violenza, il male, la guerra: a pensare che tutto sia ovvio, naturale? Come se niente potesse resistervi, tantomeno il diritto. Come se fosse, il diritto, una cosa inutile e priva di valore; o come se, nella migliore delle ipotesi, a nient’altro dovesse servire se non a punire e sanzionare - e sanzionare sempre più severamente. A replicare a sua volta la violenza, a legittimare il male e qualunque nefandezza.
di Laura Di Santo
avantionline.it, 8 settembre 2025 Insieme alle vittime civili, ingiustificate ed innocenti, uccise nella striscia di Gaza dal governo e dell’esercito israeliano, si rischia un’altra vittima illustre: la “giustizia”, così come abbiamo imparato a conoscerla nella difficile pratica quotidiana della nostra democrazia. Già messa in crisi duramente dal “garantismo” d’opportunità e di convenienza mirato a proteggere gli “indagati” della propria parte ed a condannare senza processo quelli di parte politica avversa, dalle finte “riforme della giustizia” a costo zero che hanno spesso aggravato i problemi piuttosto che risolverli, dalla generale superficialità con cui le cronache giornalistiche trattano temi delicatissimi di cronaca nera; il colpo di grazia rischia di essere inferto dagli “omicidi mirati” e dalle esecuzioni sommarie che vediamo all’opera nei conflitti ...
di Sergio Labate*
Il Domani, 8 settembre 2025 Abbiamo assistito in questi giorni alla celebrazione in pompa magna di un altro nuovo ordine mondiale. Ma una domanda rimane: quali sono gli elementi di alterità che caratterizzano questo “altro” ordine mondiale? Tra non molto, l’unica che rimarrà è la potenza: niente più che due potenze differenti che si contendono lo stesso tavolo e lo stesso progetto di mondo. In questi giorni un altro ordine mondiale si è autocelebrato presentandosi al mondo in pompa magna. Certamente non è difficile approfittare del nostro tragico declino. In politica non esiste il vuoto. E quello che l’Occidente sta lasciando è un vuoto, una pervicace e ottusa sottrazione di tutti gli strumenti che potevano garantirci ancora autorevolezza.
di Benedetta Perilli
La Repubblica, 8 settembre 2025 La sentenza dopo i morti per fame nelle prigioni. Ben Gvir: “Difendete i terroristi”. Con una sentenza destinata a infiammare il conflitto già acceso tra giustizia e governo Netanyahu, l’Alta Corte di Israele ha stabilito che lo Stato non sta rispettando gli obblighi di nutrire adeguatamente i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane e lo ha esortato a adottare misure immediate per “garantire la loro sussistenza”. Due voti contro uno, che ieri hanno segnato il dibattito nazionale e scatenato la reazione del ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir: “I nostri ostaggi a Gaza non hanno un’Alta Corte a difenderli. I terroristi assassini di Hamas e gli abominevoli stupratori hanno, con nostra vergogna, l’Alta Corte a proteggerli”, ha accusato il politico di estrema destra assicurando che ...
DOCUMENTI
Articolo. "Se il carcere diventa una fabbrica di disagio", di Marcello Pesarini
Articolo. "Donne e carcere: diritti, famiglia e rieducazione", di Federica Longo
Articolo. "Vladimiro Zagrebelsky e lo stato di diritto", di Edmondo Bruti Liberati
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dall'8 al 14 settembre 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
CONCORSI E BANDI