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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 2 settembre 2025

di Ilaria Dioguardi

vita.it, 2 settembre 2025 Al sovraffollamento degli istituti di pena che supera il 134% il Guardasigilli ha risposto con un piano di edilizia penitenziaria, a partire dai container in otto carceri. Ma il piano appena partito è già in ritardo perché l’appalto è da rifare e i costi, dai 32 milioni di euro inizialmente previsti, sono saliti a 45,6 milioni. Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino: “Da 22 giorni scandisco la chiusura delle attività parlamentari con lo sciopero della fame. Parlamento e Governo sono andati in ferie lasciando le carceri in una situazione di totale illegalità”.

 

di Diana Ligorio

Il Domani, 2 settembre 2025 Romano, 21 anni, è detenuto nel carcere minorile di Casal del Marmo. “In carcere non ti tutela nessuno - dice - Si litiga per qualsiasi motivo, ma non ti puoi ammazzare ogni giorno”. Intanto non riesce a immaginare la sua vita quando uscirà: si metterà a lavorare o tornerà a spacciare? “Fra tre giorni sono quattro mesi che sto carcerato”. Li conta i giorni, Mirko. Ma il tempo in carcere gli scivola via veloce: il corso di ex-art, il laboratorio di rap, gli incontri con l’educatrice. “Mai fatte tutte ‘ste cose”. Mirko striscia l’indice sotto il naso e mette subito in chiaro una cosa: tra un’ora e mezza ha il colloquio con la famiglia e non se lo può perdere per nessuna ragione. Vengono a trovarlo la mamma e la sorella. Gli porteranno il pacco.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 2 settembre 2025 La riforma costituzionale della separazione delle carriere potrebbe essere l’unica vera riforma che questo governo riuscirà a varare. Alla premier Giorgia Meloni non resta che puntare su quella della giustizia o meglio dell’ordinamento giudiziario, avendo accantonate al momento quelle del premierato (troppo divisiva e complessa) e quella dell’autonomia differenziata (ridimensionata dalla Corte costituzionale), benché il ministro Roberto Calderoli sia tornato a farsi sentire e a fare pressioni agli alleati con cui avrà un incontro in settimana sul tema. In più occasioni, da ultima il palco di Comunione e liberazione di Rimini, la presidente del Consiglio ha assicurato che la modifica costituzionale si farà e non si lascerà frenare da “giudici politicizzati”.

 

di Nino Luca

Corriere della Sera, 2 settembre 2025 “In passato anch’io ho fatto qualche errore ma in buona fede”. Il guardasigilli ha assistito alla proiezione del film Portobello di Marco Bellocchio sulla vita di Enzo Tortora: “Dal 2026 in carcere soltanto con una ordinanza di tre giudici”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, si commuove in sala Grande a Lido di Venezia per la proiezione del film Portobello di Marco Bellocchio sulla triste vicenda giudiziaria di Enzo Tortora. “Mi è piaciuto e ho applaudito molto”.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 2 settembre 2025 Nelle aule di tribunale non vige la legge del taglione e la giustizia si amministra “in nome del popolo italiano” e non delle vittime. “Questa non è giustizia” ha detto comprensibilmente, dal suo punto di vista, la madre del piccolo Tommaso Onofri commentando la scarcerazione di Salvatore Raimondi, l’uomo che, insieme a Mario Alessi, rapì il piccolo la sera del 2 marzo 2006 a Parma. “Usciranno anche gli altri, io resterò all’ergastolo” ha proseguito la donna che quella tragica notte perse suo figlio per sempre. Com’è noto, e come ribadito anche nell’intervista di ieri a La Stampa dalla procuratrice del Piemonte Lucia Musti, il desiderio di “giustizia” delle vittime di reati non combacia con le regole dello Stato di diritto.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 2 settembre 2025 Tullio Padovani è innanzitutto un avvocato. Militante, seppur non “associativo”. È un professore - ed è anche tra i pochissimi avvocati e professori di Diritto penale a essere stati accolti nell’Accademia dei Lincei - ma non ha alcunché di quella sindrome accademica di cui a volte soffrono gli studiosi. Al punto da essere impietoso nei giudizi: “Le turpitudini, la cultura sanguinaria sul carcere e sul processo sono inestirpabili. Anzi sono destinate ad aggravarsi”.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 2 settembre 2025 Gli obiettivi del Pnrr sui processi civili appaiono lontani. Mercoledì il Consiglio superiore della magistratura approverà una delibera per aiutare gli uffici giudiziari più in difficoltà, in attuazione del decreto del governo. Ma restano le incertezze. Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Palermo, Potenza, Reggio Calabria e Taranto: sono queste le sedi di Corte d’appello più in difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi del Pnrr sulla giustizia civile. A individuarle è il Consiglio superiore della magistratura nella delibera (visionata in anteprima dal Foglio) che il plenum approverà mercoledì, in attuazione del recente decreto giustizia del governo, che stabilisce interventi d’urgenza per cercare di raggiungere i target in scadenza il 30 giugno 2026.

 

cataniatoday.it, 2 settembre 2025 Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha nominato Antonino De Lisi, avvocato e attuale presidente della Commissione carceri e diritti civili della Camera penale di Palermo, quale nuovo Garante regionale dei diritti dei detenuti. De Lisi, professionista con una lunga esperienza nell’ambito della tutela dei diritti fondamentali, ha tra l’altro assunto il ruolo di avvocato di parte civile in alcuni dei procedimenti legati alle vittime della strage aerea di Ustica. La nomina segue le dimissioni di Santi Consolo, che ha lasciato l’incarico per motivi personali. 

 

perugiatoday.it, 2 settembre 2025 “Con la pubblicazione di oggi sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia è stato definitivamente attivato il nuovo Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria di Umbria e Marche con sede a Perugia. La costituzione del nuovo Provveditorato è un ulteriore, eloquente cambio di passo rispetto ai sinistri governi che risparmiavano sulla sicurezza, facendo arretrare lo Stato. A breve anche la costituzione del Prap Abruzzo e Molise già previsto per legge e per il quale è in corso l’iter amministrativo che ne decreterà l’operatività. Con il Governo Meloni è definitivamente archiviata l’infausta stagione dei maxi-provveditorati voluti da una sinistra - mani di forbice sulla sicurezza. La sicurezza per noi è investimento per la Nazione, non spesa da sforbiciare”.

 

genovatoday.it, 2 settembre 2025 La protesta dei detenuti nel carcere di Marassi si è allargata. Partita dal reparto di alta sicurezza da una cinquantina di detenuti, si è ora diffusa in tutto il penitenziario Da sette giorni le gavette vengono sbattute sulle inferriate delle celle. A fornire alcuni aggiornamenti è Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria. “Il colloquio di venerdì scorso tra una delegazione di detenuti, comandante e vice direttore non sembra servito a nulla. Pare che le risposte siano state rinviate all’arrivo del direttore, previsto per martedì” spiega il sindacalista, che poi lancia un grido di allarme: “Bisogna evitare un altro 4 giugno, giorno della rivolta, perché la già martoriata polizia penitenziaria non si trovi ad affrontare ulteriori disagi”.

 

di Antonio Andreotti e Tommaso Moretto

Corriere del Veneto, 2 settembre 2025 Ospita 280 detenuti, capienza di 203. Nuovo padiglione al posto della serra. Anche il carcere nel capoluogo polesano, inaugurato nel 2016 per una capienza da 209 detenuti, è sovraffollato. Ospita 280 detenuti, un’occupazione del 137%. E ora verrà realizzato un padiglione da 80 posti invece di una prevista serra per far produrre ortaggi ai detenuti. Lo hanno reso noto le tre associazioni che ieri mattina hanno visitato il carcere. “Attualmente c’è posto per solo 203 persone perché due celle sono inagibili - ha precisato Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi Caino - Inoltre, i 120 agenti di polizia penitenziaria impiegati, unico Corpo che ha l’obbligo degli straordinari, sono impiegati ciascuno, in media, per 40 ore in più al mese”.

 

pugliasera.it, 2 settembre 2025 C’erano anche Don Riccardo Agresti e Giannicola Sinisi, con il libro “Una vita senza sbarre” della Cacucci Editore Bari, tra i 150 autori che hanno dato vita alla kermesse letteraria biscegliese di “Libri nel Borgo Antico”. Sabato 30 agosto, il centro storico della città del Dolmen ha ospitato in via Frisari la presentazione libraria curata dall’avvocato biscegliese Giuseppe Losapio, che l’ex magistrato della procura barese ha voluto dedicare al suo amico Don Riccardo, tra i primi preti dell’antimafia pugliese, sacerdote di frontiera con il progetto della Diocesi di Andria “Senza Sbarre”, che il Vescovo Mons. Luigi Mansi ha voluto consegnarli insieme all’altro sacerdote diocesano don Vincenzo Giannelli.

 

di Davide Maloberti

ilnuovogiornale.it, 2 settembre 2025 Chi era davvero suor Gervasia Asioli, la “suora postina” di Rebibbia, la “mamma dei detenuti”, come la chiamavano in tanti? A rispondere è il nuovo volume in uscita per Marietti1820 venerdì 5 settembre, “Una suora all’inferno. Lettere dal carcere a suor Gervasia Asioli”, che raccoglie un’eccezionale selezione di lettere scritte da carcerati - pluriomicidi, ex terroristi, boss mafiosi, detenuti comuni - a una religiosa radicalmente diversa da ogni stereotipo. Curato dai giornalisti Gabriele Moroni, inviato de “Il Giorno”, ed Emanuele Roncalli, per lunghi anni caposervizio de “L’Eco di Bergamo”, con prefazione della magistrata e deputata Simonetta Matone, il libro apre uno squarcio inedito sulla spiritualità e sull’umanità reclusa nelle celle italiane tra gli anni Settanta e i primi Duemila.

 

salutementale.net, 2 settembre 2025 Nel libro Quel “criminale” di mio padre Antonio Perucatti torna agli anni Cinquanta per ritrarre da vicino il padre Eugenio, chiamato nel 1952 a dirigere l’ergastolo di Santo Stefano, l’isola del non ritorno, simbolo di una pena senza riscatto, dove si entrava per non uscire più. La famiglia - moglie e dieci figli - seguì il nuovo direttore sull’isola: i più grandi continuarono la scuola a Gaeta, mentre Antonio, ancora neonato, crebbe tra pontili e celle, cresciuto con un detenuto-babysitter di nome Pasquale. È da questo sguardo “di casa” che il racconto fa luce su una stagione irripetibile della storia penitenziaria italiana.

 

di Teresa Marchesi

Il Domani, 2 settembre 2025 Niente santini o ricatti emotivi: la serie di Bellocchio (con protagonista Fabrizio Gifuni) surclassa tutti. Un viaggio kafkiano in quegli anni tra Settanta e Ottanta che hanno cambiato per sempre faccia all’Italia. “È un mercato pazzerello/ dove trovi questo e quello/ e c’è pure un pappagallo/ col becco giallo”. La sigla era sapientemente targettata sulle intelligenze protozoiche, ma il format di Portobello, già dal suo esordio in bianco e nero in quel 27 maggio 1977 sulla seconda rete Rai, anticipava i palinsesti di tanta televisione a venire. Ma era anche la rivincita dei vinti, la promozione del Terzo Stato. Nel “mercatino del venerdì”, come nel suo omologo londinese, c’era posto per tutto e per tutti.

 

di Hakim Zejjari

Il Domani, 2 settembre 2025 Nel suo documentario “Toni, mio padre”, presentato a Venezia, la regista racconta Toni Negri, ideologo di Autonomia operaia. “È nel vedere le ragioni di tutti che si può uscire dal tunnel dove sono stati buttati gli anni Settanta”. Con “Toni, mio padre”, in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Giornate degli autori, la regista Anna Negri fa un viaggio nella sua infanzia dolorosa e nella memoria collettiva e ci rende testimoni di un’appassionante faccia a faccia tra un’eterna figlia e un padre più che ingombrante: Toni Negri, il controverso filosofo, politico e leader di Autonomia operaia, incarcerato e poi assolto con l’accusa di terrorismo.

 

di Nadia Urbinati*

Il Domani, 2 settembre 2025 Le elezioni sono intese e usate in senso plebiscitario, proprio come non avrebbero dovuto esserlo secondo i costruttori delle democrazie del secondo Dopoguerra. La stortura è evidente quando si assiste, come in queste settimane, alla lotta tra autocandidati alla presidenza delle giunte regionali nelle prossime elezioni. Vi è qualcosa di distorto nella gestione del potere politico - e non per ragioni morali, bensì strutturali. Chi viene eletto, non importa se nelle cariche amministrative locali (comunali e regionali) o in quelle politiche nazionali, sente di possedere un privilegio, del quale non ama ovviamente disfarsi, pensando di far dimenticare ai cittadini che le elezioni sono state istituite proprio per cacciare chi governa senza spargimento di sangue.

 

di Elisa*

Corriere della Sera, 2 settembre 2025 Gli spazi di aggregazione permettono ai ragazzi di crearsi un’identità non legata a contesti come scuola, famiglia. Ma le città che smettono di investire su questi luoghi, e i ragazzi sono rassegnanti al fatto che per vedere un amico o per parlare con qualcuno si deve per forza “prendere qualcosa”. Nel pieno del mese di agosto è stato sfrattato a Milano lo storico centro sociale Leoncavallo. Tenendo conto non solo della dimensione simbolica e politica, questo sfratto inevitabilmente ci porta a riflettere sull’importanza degli spazi come luoghi di ritrovo, in cui incontrarsi senza dover per forza ordinare qualcosa, in cui poter condividere momenti con altre persone come te. Gli adulti ci dicono spesso che non dobbiamo solo uscire per andare a bere.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 2 settembre 2025 Dopo la decisione del comune di Bologna esponenti del centrodestra annunciano denunce, ma anche il ministero della Salute, nell’atto di indirizzo 2025, prevede interventi per la riduzione del danno. “Siamo all’assurdo: il Comune di Bologna regala pipe per fumare crack con i soldi dei cittadini! Altro che contrasto alle droghe: questa è istigazione al consumo e allo spaccio”, ha esordito il deputato Stefano Cavedagna di Fratelli d’Italia. La sua denuncia - accompagnata da un esposto alla Corte dei Conti per ipotetico danno erariale - si riferisce a una misura adottata dal Comune: l’acquisto di 300 pipette in alluminio da distribuire gratuitamente ai consumatori di crack nell’ambito di un progetto sperimentale di riduzione del danno.

 

di Claudia Milani Vicenzi

Giornale di Vicenza, 2 settembre 2025 Il racconto di una mamma: “Quando era ubriaco diventava violento. Le abbiamo provate tutte, poi mi sono rivolta alle forze dell’ordine. A volte quando andavo a trovarlo era spaventato e mi chiedeva soldi”. “Non si tratta di costruire nuove celle o aumentare le pene, senza personale non c’è rieducazione e il carcere rischia di restare una fabbrica di delinquenti”. Questo il messaggio, estremamente chiaro, lanciato nei giorni scorsi in occasione della visita della Camera penale berica al Del Papa con altre istituzioni. Una situazione che la mamma di un giovane di 25 anni (omettiamo le generalità per tutelarla) conosce bene perché, purtroppo, l’ha provata sulla sua pelle: “Ho denunciato mio figlio per salvarlo, ma non è andata così”.

 

di Maurizio Delli Santi

Avvenire, 2 settembre 2025 L’indignazione non basta più. Per fermare i crimini contro l’umanità è necessario riaffermare e rafforzare le istituzioni della giustizia internazionale. Di fronte alle atrocità di questi tempi in cui la disumanizzazione delle guerre appare irreversibile, è necessario che ci si riappropri di un senso comune per la giustizia e la verità. Il momento è cruciale per il futuro dell’umanità: le voci della società civile e dei leader responsabili non possono fermarsi alla sola indignazione, ma devono reclamare con forza ancora la necessità di riaffermare il diritto internazionale, e dare un fermo ultimatum per chi non si ravvede per tempo.

 

di Vincenzo Savignano

Avvenire, 2 settembre 2025 Dietro alla svolta di Volkswagen, che sta stringendo accordi con il colosso delle armi Rheinmetall, c’è la metafora di un Paese costretto a cambiare volto, dalla difesa alla fine dello stato sociale. Tre milioni e 25.000 disoccupati. Da dieci anni in Germania non si registravano così tante persone senza lavoro. Un ulteriore segnale della crisi economica, politica e sociale del Paese, ma non militare: il settore trainante dell’industria è sempre più quello delle armi. La casa automobilistica Volkswagen sta stringendo accordi con il colosso delle armi Rheinmetall. L’obiettivo è assicurarsi la produzione di componenti e munizioni, convertendo stabilimenti, come l’impianto VW di Osbabrück, da cui non usciranno più auto, bensì carri armati, che salveranno centinaia di posti di lavoro.

 

di Alessia Candito

La Repubblica, 2 settembre 2025 Refugees in Libya diffonde un video shock che arriva dal campo di detenzione di Tobruk, amministrato dal governo. Centinaia di corpi accatastati come sacchi in un cortile lurido e in uno stanzone altrettanto fetido. Uomini, donne, bambini, da settimane costretti a vivere fra rifiuti e miasmi, prigionieri in un centro di detenzione a Tobruk. “Sono più di 900 e sono tutti sotto ricatto, le guardie chiedono il riscatto per il rilascio di ogni detenuto”, denuncia l’organizzazione Refugees in Libya (Ril), che da giorni riceve segnalazioni, richieste d’aiuto. “Fateci uscire da qui, è un inferno”. Sono sudanesi, maliani, ghanesi, gambiani, bengalesi, la maggior parte registrati come rifugiati Unhcr. Ma nonostante questo, nessuno li ha protetti. “E nessuno lavora per la loro liberazione adesso”, attaccano da Ril.

 

di Federico Genta

La Stampa, 2 settembre 2025 L’appello del fondatore di Libera ai giovani: “Su guerre e ambiente ribellatevi al fatalismo e datevi da fare”. “Non è più il tempo delle parole. Servono gesti concreti, serve prendere posizione per denunciare le troppe contraddizioni su temi che non possono essere messi in discussione, quali la pace e la giustizia”. Quello di don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, è un appello rivolto prima di tutto al governo italiano. Ma che si parli del dramma di Gaza o delle nuove tensioni intorno alla gestione dei migranti, l’invito ad agire abbraccia anche i giovani, perché “il futuro è qualcosa che dobbiamo costruire insieme”.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Il piano carcere 2025: una risposta inadeguata al collasso del sistema penitenziario", di Emilio Dolcini

Articolo. "Il diritto penale in rivolta: anatomia di un nuovo tipo delittuoso", di Andrea Apollonio

Articolo. "Liberi sospesi e sospensione delle pene accessorie nella fase esecutiva: il rebus della competenza resta nonostante la pronuncia della Cassazione", di Fabio Fiorentin