|
|
Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it Sito internet: www.ristretti.org |
Notiziario quotidiano dal carcere
--> Rassegne Tematiche <--
Edizione di venerdì 26 settembre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 26 settembre 2025 Mercoledì scorso un altro detenuto ha scelto di togliersi la vita nelle carceri italiane. Il 62esimo suicidio dell’anno, una cifra che fa tremare le vene ai polsi e che arriva a soli tre giorni di distanza dall’ennesima tragedia: il 21 settembre, nel carcere di Capanne a Perugia, una detenuta italiana di 30 anni, originaria di Taranto e con disturbi psichiatrici, si era impiccata nella sua cella. Due morti in 72 ore. Due vite spezzate che si aggiungono a un elenco già troppo lungo, mentre dalle istituzioni arriva solo il silenzio assordante di chi dovrebbe intervenire. Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa Polizia Penitenziaria, non usa mezzi termini: “Siamo al 62esimo recluso che si toglie la vita nel corso dell’anno, cui bisogna aggiungere un internato in una Rems e 3 operatori”.
di Valter Vecellio
huffingtonpost.it, 26 settembre 2025 “È drammatico il problema dei suicidi nelle carceri che da troppo tempo non dà segni di arresto: si tratta di una vera emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porre fine immediatamente a tutto questo. Deve essere fatto per rispetto dei valori Costituzione, per rispetto del vostro lavoro e della storia della polizia penitenziaria”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 208° anniversario della costituzione della polizia penitenziaria il 30 giugno scorso. Un monito, un allarme, una accorata sollecitazione a provvedere e farsi carico dell’emergenza diventata “ordinaria”, a tutta la classe politica, di governo e di opposizione; e, in definitiva, a tutti noi, che si prenda almeno coscienza e consapevolezza della situazione.
di Andrea Oleandri*
lavialibera.it, 26 settembre 2025 In alcune carceri esistono sezioni protette speciali per le persone omosessuali o transessuali, ma rischiano di isolarle. Il loro destino resta affidato alla sensibilità dei singoli direttori o alla presenza di associazioni esterne. Senza un salto di qualità a livello nazionale. Cosa succede in carcere alle persone Lgbtqia+? Di certo l’identità non scompare e orientamento sessuale e identità di genere entrano insieme alla persona che varca il cancello. Troppo spesso però non si è in grado di farsene carico e diventano motivo di discriminazione, solitudine, negazione di diritti.
di Frank Cimini
L’Unità, 26 settembre 2025 Per i giudici europei il carcere duro è compatibile con lo stato di salute del detenuto, il deterioramento delle sue condizioni è stato attribuito al lungo sciopero della fame portato avanti dall’anarchico. Tortura europea. Il ricorso presentato da Alfredo Cospito contro l’applicazione del 41bis è stato dichiarato “manifestamente infondato” dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. I giudici hanno ritenuto che le autorità italiane abbiano fornito prove sufficienti per giustificare la misura, anche in relazione al deterioramento delle condizioni di salute del detenuto, causato con lo sciopero della fame da lui stesso. La Cedu ha ritenuto legittima l’applicazione del regime speciale e compatibile con le condizioni di salute del detenuto. Il deterioramento fisico è stato attribuito allo sciopero della fame.
di Fabrizio Pomes*
bandieragialla.it, 26 settembre 2025 Undici anni. Quattromila quindici giorni. Novantaseimila trecento sessanta ore. Un’eternità scandita dal rumore metallico di una porta che si chiude, dal silenzio che urla più forte di qualsiasi condanna. Era il 6 ottobre del 2014. Il cielo plumbeo aveva lo stesso colore di oggi ma sembrava più lontano. Le manette strette ai polsi, il cuore che batteva come se volesse sfuggire prima di me, i flash dei fotografi e le telecamere dei giornalisti. Avevo 48 anni e una vita che si spezzava in due. Da quel momento, ogni giorno è stato un passo dentro me stesso, nel buio, nel rimorso, nella speranza che un giorno, forse, avrei potuto tornare ad essere qualcuno. Ho visto stagioni passare dietro le sbarre, ho imparato a leggere gli occhi di chi entra e di chi esce.
di Fabrizio Pomes*
bandieragialla.it, 26 settembre 2025 Porto dentro due dolori che non si somigliano, ma che hanno inciso la stessa cicatrice nel mio cuore. Il primo è arrivato quando ero in carcere: mia cugina Barbara, giovanissima, se n’è andata all’improvviso. Lei era più di una parente: era un pezzo della mia infanzia, la mia confidente, la mia risata nei giorni bui. La notizia mi è arrivata come un pugno nello stomaco durante un incontro della redazione di giornalismo dalla funzionaria pedagogico giuridica. Il lutto è un terremoto silenzioso che scuote l’anima. Ma quando arriva mentre si è privati della libertà, il dolore cambia forma, colore e respiro. In carcere, la morte di una persona cara non è solo un vuoto: è un vuoto che rimbomba tra le mura fredde, amplificato dall’eco dei cancelli che si chiudono.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 26 settembre 2025 Nel suo intervento all’assemblea delle Nazioni Unite, la presidente del Consiglio ha attaccato i “giudici politicizzati”, con un occhio al referendum. C’è un filo rosso che lega il Palazzo di vetro a Palazzo Bachelet. All’assemblea generale dell’Onu, Giorgia Meloni non ha solo parlato di guerra e pace. Ha portato fin dentro la sede delle Nazioni Unite la battaglia politica che forse in questo momento più le sta a cuore: quella contro la magistratura “politicizzata” e per il sì al referendum sulla separazione delle carriere. In un intervento dai toni duri, la presidente del Consiglio ha messo nel mirino giudici e convenzioni internazionali, denunciando un sistema incapace di reggere alle nuove sfide della migrazione irregolare.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 26 settembre 2025 Al via la tre giorni congressuale dei penalisti che si svolge alla vigilia del referendum sulle carriere separate: “Sono convinto che gli elettori di sinistra siano favorevoli alla riforma perché è una storia che intreccia il pensiero liberale di sinistra”. Si apre domani a Catania - e proseguirà fino a domenica - il XX congresso ordinario dell’Unione Camere Penali Italiane. Titolo della tre giorni “La giustizia che sarà - Il giudice e le parti: ruoli, funzioni, culture”. Numerosi gli ospiti istituzionali e politici. Fabio Pinelli, numero due del Csm, Francesco Greco, presidente del Cnf, il vertice del Senato Ignazio La Russa, il vice ministro Francesco Paolo Sisto, il deputato Enrico Costa, i consiglieri di Palazzo Bachelet Andrea Mirenda e Felice Giuffrè, il procuratore Antimafia Giovanni Melillo.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 26 settembre 2025 Ascolti in discesa per il procuratore antimafia, che intanto prepara la battaglia per il No alla riforma. Se qualcuno si fosse preoccupato del fatto che le “lezioni di mafie” del professor Nicola Gratteri, potessero interferire in qualche processo in corso, o che parlassero in modo esplicito del referendum di primavera sulla giustizia, ha proprio sbagliato la mira. E ha un tono quasi irridente lo stesso procuratore di Napoli nella risposta al ministro Nordio, che gli aveva chiesto chiarimenti in seguito a un’interrogazione del deputato di Forza Italia Pietro Pittalis. La mia, ha scritto il magistrato al guardasigilli, è solo “libera espressione di pensiero”. E ha spiegato che le quattro puntate, mandate in onda da La7 il mercoledì in prima serata, sono state registrate tutte insieme durante le vacanze, nell’ambito di un’attività gratuita e non continuativa, in cui non si tratta mai di inchieste in corso.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 26 settembre 2025 A Catania, dove si sta svolgendo il congresso dell’Unione delle Camere Penali, oggi prenderà la parola Goffredo Bettini. L’ex stratega del Partito Democratico ribadirà un concetto che negli ultimi mesi non ha smesso di sostenere: la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri non è una bandiera della destra, ma una riforma che può rafforzare la terzietà del giudice e la fiducia dei cittadini nella giustizia. Una presa di posizione che, per quanto oggi sembri minoritaria dentro al Pd, fino a pochi anni fa non era affatto isolata. Anzi, era scritta nero su bianco nei documenti congressuali e sottoscritta da esponenti che ancora oggi siedono in Parlamento.
di Francesco Damato
Il Dubbio, 26 settembre 2025 Considerate una per una, le quattro grazie appena concesse dal presidente della Repubblica hanno risolto altrettanti casi personali di condannati in condizioni particolarmente difficili e penose. Condanne anche controverse emesse tra polemiche durissime in sede politica e mediatica, in un disagio avvertito anche dai magistrati che le avevano promosse ed emesse. Particolarmente clamorosa fu la condanna di Gabriele Filotello, oggi trentenne, che nel 2021 uccise il padre per difendere la madre delle sue violenze. O della guardia giurata Massino Zen, di 54 anni, che uccise dieci anni fa un ladro in fuga procurandosi la solidarietà pubblica di politici anche di primo piano.
di Emanuela Foligno*
responsabilecivile.it, 26 settembre 2025 Un detenuto con gravi problemi di salute aveva chiesto il differimento della pena, sostenendo l’incompatibilità con il regime carcerario. Ma i giudici hanno respinto l’istanza: chi rifiuta cure e terapie non può invocare motivi sanitari per ottenere la sospensione della detenzione. Il Giudice deve rigorosamente valutare se le condizioni di salute del condannato possano essere adeguatamente assicurate all’interno dell’istituto penitenziario, o in centri clinici penitenziari (Corte di Cassazione, prima penale, sentenza 4 settembre 2025, n. 30259).
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 26 settembre 2025 La Cassazione, sentenza n. 31887 depositata oggi, ha chiarito che la misura deflattiva introdotta dalla riforma Cartabia riguarda solo la sentenza di primo grado non impugnata divenuta irrevocabile dopo l’entrata in vigore della norma. Nel rito abbreviato, la riduzione di un sesto della pena introdotta dalla riforma Cartabia si applica solo alla pena inflitta con la sentenza di primo grado non impugnata e divenuta irrevocabile dopo l’entrata in vigore della norma e senza estensione alla pena complessiva risultante dalla continuazione con condanne già definitive. Lo ha affermato la Corte di cassazione, con la sentenza n. 31887 depositata oggi, respingendo il ricorso dell’imputato.
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 26 settembre 2025 Tra le sbarre si è tolto la vita un 24enne: era in una cella controllata. Ha compiuto il gesto estremo in bagno. Sovraffollamento di 200 detenuti. È successo ancora e ancora una volta è successo a Modena: un detenuto si è tolto la vita, impiccandosi nel bagno. Era ritenuto a rischio suicidio ‘lieve’, ed è proprio per questo che poche ore prima del gesto estremo è stato trasferito in una sezione speciale, in ‘accoglienza’. Nonostante la misura adottata, che prevede una maggior vigilanza, il giovane carcerato, un marocchino di 24 anni, si è tolto la vita. Era da poco in cella per il reato di maltrattamenti.
di Vito Totire*
labottegadelbarbieri.org, 26 settembre 2025 Ancora morte a Modena; carcere, casa circondariale, istituto penitenziario: lo si chiami come si vuole ma la realtà è che le carceri sono ormai camere mortuarie e “fabbrica di suicidi”. Dopo la cosiddetta rivolta delle carceri di Modena un altro drammatico evento evidenzia e conferma che è la istituzione totale in quanto tale ad essere mortifera e non i “detenuti cattivi”. Le cronache ricordano che quello di ieri a Modena è il quinto suicidio dell’anno nello stesso carcere e il 62° in Italia nel corso del 2025; il numero di morti, poi, per incuria e incapacità di presa in carico, è molto più alto; la speranza di vita e di salute delle persone recluse è gravemente compromesso dallo stato di cose presenti ...
di Claudio Desideri
Il Resto del Carlino, 26 settembre 2025 “Il carcere oggi è un luogo dove la pena corporale diviene anche pena dell’anima, non riconosce la dignità della persona. In questo la Società di San Vincenzo De Paoli cerca di insinuarsi con la finalità proprio di riconoscere e mettere al centro la persona”. Parole queste di Antonella Caldart, Responsabile del Settore carcere e devianza della San Vincenzo De Paoli in occasione della conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo del Popolo per presentare il corso di formazione: “Essere presenza nel mondo del carcere”. Otto incontri che si terranno di sabato mattina, dal prossimo 11 ottobre al 6 dicembre, ad Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro e potranno essere seguiti in presenza e on line.
cronacadiverona.com, 26 settembre 2025 L’evento inserito nel percorso avviato a sostegno delle persone private della libertà personale. La Notte europea della ricerca è entrata nella Casa circondariale di Montorio, portando il linguaggio e i risultati della ricerca scientifica e umanistica dell’Università scaligera tra le mura del carcere. L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, ha visto il coinvolgimento di molti atenei aderenti alla Conferenza nazionale universitaria dei Poli penitenziari (Cnupp). Diciotto le università coinvolte e ventuno i poli universitari penitenziari (Pup) collegati da tutta Italia: un evento corale, di rilievo nazionale, che ha coinvolto ricercatrici e ricercatori, docenti e insegnanti, studentesse e studenti, tutor, persone recluse, dirigenti e personale dell’amministrazione penitenziaria, garanti dei detenuti e rappresentanti delle amministrazioni locali.
padovaoggi.it, 26 settembre 2025 Al Teatro La Perla sabato 27 settembre alle 17:45 va in scena “Da Babele alla Città Celeste”: un progetto di teatro sociale che diventa spazio di dialogo e riconciliazione. Il teatro diventa strumento di incontro tra mondi lontani. Sabato 27 settembre, alle 17.45, il Teatro La Perla di Torreglia ospiterà “Da Babele alla Città Celeste”, spettacolo corale realizzato dalla Compagnia Teatrocarcere Due Palazzi e dal Collegio Universitario Gregorianum di Padova. Sul palco saliranno insieme persone detenute della Casa di Reclusione Due Palazzi e studenti universitari, protagonisti di un percorso teatrale condiviso che supera confini, differenze e pregiudizi.
AFFARI SOCIALI
di Franco Corleone
L’Espresso, 26 settembre 2025 Finite le cerimonie per il centenario della nascita di Franco Basaglia, comincia un’operazione di rivincita. Il ministro della Salute Schillaci ha prontamente risposto alla contestazione del mondo della scienza sulla composizione della Commissione sui vaccini, affrontando il malumore della Lega e di Fratelli d’Italia e la freddezza della presidente del Consiglio Meloni. Invece non ha (ancora?) risposto alla Lettera aperta di decine di associazioni e centinaia di operatori, esperti e militanti contro la Bozza del Piano di azione nazionale per la salute mentale (2025-2030).
di Michele Ainis
La Repubblica, 26 settembre 2025 Da un lato, la manifestazione; dall’altro, la legge manifesto. La prima, il 22 settembre, ha riempito 80 città italiane con mezzo milione di persone, indignate per i crimini di Gaza; la seconda è stata timbrata dal Parlamento in giugno, ratificando il decreto sicurezza. E cosa dispone quel decreto, tanto urgente da strangolare l’esame delle assemblee legislative, che da 16 mesi discutevano un disegno di legge d’identico tenore? No, non l’arresto per chi compia violenze, come quel centinaio di scalmanati alla stazione di Milano. La violenza era punita pure prima, nessuno Stato di diritto può mai tollerarla. Specie se si esercita contro i poliziotti che rappresentano lo Stato. Sennonché quel decreto trasforma in delitto un pacifico sit-in di studenti, che ferma il traffico dinanzi alla propria scuola.
di Carmelo Caruso
Il Foglio, 26 settembre 2025 Le paure del ministro degli Interni per gli “ingegneri della collera” (imbucati nei cortei) e per la radicalizzazione dei docenti su Gaza. Mattarella contrario alla scelta di diluire le elezioni regionali che esaspera il clima. Possibile incontro con Meloni. La parola è Intifada. Il governo teme “l’intifada italiana”, gli “ingegneri della collera”. La Palestina è adesso ordine pubblico, sicurezza Italia. Sentite cosa dice al Foglio, Luca Ciriani, il ministro per i Rapporti con il Parlamento: “E se poi ci scappa il morto? Chiedo a Elly Schlein di presentarsi in Aula. Fino a quando potrà spingersi a difendere la Flotilla, un eventuale suo sconfinamento? Fino a quando? Il Pd appartiene alla grande famiglia socialista. Sia responsabile”. È preoccupato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che usa l’adagio “l’ordine si mantiene e non ...
di Francesco Riccardi
Avvenire, 26 settembre 2025 Le posizioni di chi ha tentato di bloccare la Stazione Centrale e chi si appella al confronto non violento. Con una amara consapevolezza: sulla guerra la politica lascia spazio al radicalismo. Alla fine avete “tradito” e in qualche modo “rovinato” una bella manifestazione pacifica, partecipata da giovani e adulti, perfino da intere famiglie con i bambini, che chiedevano la fine della guerra a Gaza e la coesistenza di due Stati in Terra Santa. Usare la guerriglia contro la guerra è non solo inaccettabile perché sono rimasti feriti decine di agenti di polizia e alcuni giovani, ma è pure contraddittorio e controproducente per le ragioni stesse della protesta.
di Barbara Stefanelli
Corriere della Sera, 26 settembre 2025 Si può insegnare la matematica dell’amore? Lì, in classe, cattedra e banchi, qualcuno che si distrae in fondo, i professori a volte eroici a volte spenti? Vale o non vale quella che per molti sarà giusto “una pena” in più? Si può insegnare la matematica dell’amore? Lì, in classe, cattedra e banchi, qualcuno che si distrae in fondo, i professori a volte eroici a volte spenti? Vale o non vale quella che per molti sarà giusto “una pena” in più? Sull’educazione affettiva integrata nel curriculum degli istituti superiori - o, perché no, anche prima - ci dividiamo tra adulti secondo un copione ormai consumato dai talk show televisivi e frantumato dalle risse digitali.
di Gabriele Segre
La Stampa, 26 settembre 2025 Solo la modifica del Consiglio di Sicurezza e del diritto di veto può ridarle incisività nei conflitti. Dopo ottant’anni di onorato servizio, le Nazioni Unite sono ormai clinicamente morte. O almeno così sembrano a molti. Tanto più dopo aver assistito a una settimana di passerelle diplomatiche, con capi di Stato e dignitari da tutto il mondo impegnati a pronunciare soliloqui al limite del surreale o formule ritrite della diplomazia internazionale. Parole rarefatte che evaporano appena proferite, senza quasi mai lasciare traccia concreta. Ma la realtà è più sfumata di quanto appare. L’Onu è oggi schiacciata dal collasso dell’ordine mondiale che l’aveva generata, travolta dalla fine del multilateralismo e da un’epoca che predilige i droni alle colombe della pace. Eppure, uno spiraglio di speranza resiste ancora.
di Luciano Violante
Corriere della Sera, 26 settembre 2025 Solo il 20 per cento della popolazione mondiale vive oggi in un regime democratico; qualche decennio fa arrivava al 60. E ora le democrazie stanno perdendo la propria carica emotiva e i propri valori. Dopo la fine della guerra fredda ci siamo adagiati su due certezze: l’inarrestabilità del processo di occidentalizzazione del mondo e la conseguente inarrestabilità del processo di democratizzazione del mondo. Entrambe le certezze stanno franando. Tra il 22 e il 24 ottobre 2024 a Kazan (800 km a Est di Mosca) si sono riuniti i 36 Paesi del gruppo Brics, animati da una forte motivazione anti occidentale.
di Francesca Sforza
La Stampa, 26 settembre 2025 Con tutti i loro evidenti limiti, gli equipaggi sono uno schiaffo all’immobilismo della politica. Visti dal basso del tempo presente sembrano un’eccentrica pattuglia di spostati, un po’ estremisti, ideologici, tendenzialmente settari, piuttosto litigiosi: hanno buttato fuori una giornalista non allineata, un islamico si è seccato per la presenza di persone della comunità Lgbtq+, e anche dal profilo ufficiale Instagram si capisce che quelli deputati a parlare non sono tutti, ma solo quelli più inquadrati nel ruolo. E però, i componenti dell’equipaggio della Sumud Flotilla - coi loro modi da centro sociale globalizzato, con i loro slogan triti e ritriti - hanno dato uno schiaffo alla diplomazia internazionale talmente forte che si preferisce non parlarne. Per imbarazzo, certamente, ma anche perché le conclusioni da trarre sono quanto mai amare per gli Stati, per i governi e per ogni leader che aspiri a un ruolo nel negoziato mediorientale.
di Murat Cinar
Il Manifesto, 26 settembre 2025 Detenuto dal 2010 per un crimine mai commesso, Serkan Yilmaz è in sciopero della fame da 300 giorni contro il sistema di isolamento che ingoia i detenuti in un buco nero. Serkan Onur Yılmaz è in sciopero della fame da più di trecento giorni. È un prigioniero politico, detenuto in un carcere turco di massima sicurezza e ha smesso di mangiare per protestare contro il brutale sistema di isolamento a cui è sottoposto da quasi un anno. Lo chiamano il “pozzo” perché è come un buco nero. E Serkan Onur Yilmaz non è il solo: insieme a lui, altri otto detenuti sono in sciopero della fame per lo stesso motivo.
DOCUMENTI
Articolo. "Quali verità nel diritto penale?", di Vincenzo Pacileo
"Non tutti sanno". Notiziario della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia. Numero di settembre 2025
APPUNTAMENTI
Convegno. "Carcere, comunità e giustizia riparativa" (Zugliano-UD, 27 settembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 28 settembre 2025
Convegno. "50 Anni di Ordinamento penitenziario: a che punto siamo?" (Firenze, 29 settembre 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
Festival della Giustizia Riparativa (Bassano del Grappa-VI, dal 23 al 25 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE