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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di giovedì 25 settembre 2025

APPUNTAMENTI DI RISTRETTI

Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, 6 ottobre - 10 novembre 2025)

 

di Tommaso Romeo*

Ristretti Orizzonti, 25 settembre 2025 Dove mi trovo io perfino le poche visite dei politici, come quelle di ferragosto, mi ricordano in qualche modo il 2 novembre, la giornata dei defunti. Le carceri assomigliano sempre di più a dei cimiteri. Tutti i nuovi istituti di pena sono stati costruiti lontano dai centri abitati, come i cimiteri e le discariche. Io sono ristretto nel carcere di Oristano, che è situato in aperta campagna. La stazione ferroviaria è distante un bel po’ di chilometri, l’aeroporto più vicino si trova a 100 chilometri, per cui fare il colloquio con i propri familiari comporta molte spese e giorni interi lontani da casa, ma anche lo stesso tribunale di Sorveglianza si trova lontano 100 chilometri, una distanza che influisce tanto anche sull’entrata in questo carcere dei magistrati di Sorveglianza, che infatti si vedono di rado. Io sono qui da due anni e non ho mai incontrato il mio magistrato di riferimento, eppure i colloqui tra detenuti e magistrato sono molto importanti.

 

di Desi Bruno*

Ristretti Orizzonti, 25 settembre 2025 Come è noto è sempre più pressante il tema del sovraffollamento in carcere (63.160 reclusi per 46.545 posti secondo il dato Uil-Pa Polizia Penitenziaria) e del numero dei suicidi (62 ad oggi dopo la morte di una detenuta nel carcere di Perugia oltre a quello di 3 operatori). A fronte della richiesta, avanzata da più parti, di porre mano ad un provvedimento di clemenza che porti ad una riduzione delle presenze di qualche migliaio (provvedimento di indulto o di liberazione anticipata speciale) il governo, ad oggi, non ha ritenuto di provvedere in tal senso, nonostante l’intervento autorevole del presidente del Senato La Russa che aveva dato segni di apertura, ma di predisporre un piano volto a collocare il maggior numero di detenuti tossicodipendenti presso strutture comunitarie e predisponendo soluzione abitative per i detenuti a fine pena.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 25 settembre 2025 L’Ufficio per l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiesto all’avvocata Giovanna Beatrice Araniti un aggiornamento puntuale sul caso di Giuseppe Morabito: lo storico boss ‘ndranghetista che è tuttora al 41bis nonostante la condanna di Strasburgo e il peggioramento del suo stato di salute. La richiesta formale - e la risposta immediata della difesa, che ha trasmesso una relazione dettagliata con sedici documenti allegati - segnano l’innesco di un controllo europeo che potrebbe portare l’Italia davanti al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per omissione di ottemperanza.

 

di Giovanni Negri

Il Sole 24 Ore, 25 settembre 2025 Il testo ora al Senato, ma per le opposizioni si tratta di norme inutili. Poca attrattiva per le applicazioni da remoto. Più tempo in Corte d’appello. Passa alla Camera, e ora il testo approderà in Senato per un voto che dovrà arrivare entro il 7 ottobre, il decreto legge con il pacchetto di misure per provare ad avvicinare l’obiettivo della riduzione della durata delle cause nella misura del 40% nei tre gradi di giudizio. Obiettivo ambizioso, centrale anche negli ultimi accordi con la Commissione europea nel contesto del riconoscimento dei fondi del Pnrr, ma di arduo, se non impossibile, conseguimento, tenuto conto soprattutto del poco tempo a disposizione (giugno 2026).

 

di Giovanni M. Jacobazzi

Il Dubbio, 25 settembre 2025 Dopo il flop del bando, il governo modifica il dl 117/2024: domande riaperte, requisiti meno stringenti e indennità più alte per raggiungere gli obiettivi Pnrr. Criteri meno “stringenti” per quanto riguarda i requisiti dei candidati e “migliore” trattamento economico. Dopo il flop del bando per i 500 posti della “task force” chiamata a smaltire, facendo udienza solo da remoto, i processi civili pronti per la decisione ed attualmente pendenti che rischiano di non far raggiungere gli obiettivi del Pnrr, il governo ha dunque deciso di correre ai ripari con alcuni aggiornamenti previsti al dl 117 dello scorso 8 agosto, “Misure urgenti in materia di giustizia”.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 25 settembre 2025 Carriere separate, Forza Italia spinge per la raccolta firme e comitati per il Sì: “Non possiamo mica lasciare le piazze solo alle opposizioni”. Nella maggioranza si comincia a ragionare più seriamente su come affrontare la campagna politica e comunicativa in vista del referendum costituzionale sulla separazione delle carriere. I tre partiti che sorreggono il governo ancora non hanno fatto riunioni operative ma ovviamente si ragiona sulle varie opzioni in campo. E qualcuno, soprattutto dalle fila di Forza Italia - il main sponsor della modifica dell’ordinamento giudiziario -, vorrebbe porre sul tavolo la possibilità di richiedere la consultazione popolare della prossima primavera percorrendo tutte le strade che la Costituzione offre attraverso l’articolo 138.

 

di Alessandro Parrotta*

Il Dubbio, 25 settembre 2025 Il via libera in terza lettura alla separazione delle carriere, deliberato esattamente una settimana fa dalla Camera dei deputati, segna una tappa cruciale per la giustizia italiana. Si tratta di un passaggio politico e istituzionale di grande rilievo che spinge la riforma verso l’ultimo esame in Senato e, se confermata, verso il referendum popolare. La riforma - fortemente voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e sostenuta con compattezza dalla maggioranza di centrodestra - mira a distinguere in maniera netta i percorsi professionali dei magistrati inquirenti e di quelli giudicanti. Non sarà più possibile il passaggio da una funzione all’altra, eliminando così un tratto tipico dell’ordinamento italiano che per decenni aveva suscitato critiche e difese.

 

di Gian Carlo Caselli e Vittorio Barosio

La Stampa, 25 settembre 2025 C’era una volta, 40/50 anni fa, una sostanziale omogeneità (consapevole o meno) di molta parte della magistratura con il sistema politico. Per lustri ciò ha prodotto omissioni, insabbiamenti, avocazioni, competenze sottratte, connessioni ardite e molti altri artifici, pur di non turbare gli assetti di potere esistenti. Una stagione di “politicità” massiccia a senso unico, incompatibile con un indipendente esercizio della giurisdizione, falsamente contrabbandata come neutralità. Una stagione dalla quale la magistratura ha cercato di affrancarsi con una lunga marcia verso una reale indipendenza.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 25 settembre 2025 Per l’esponente dem, che ha chiesto di accogliere la richiesta di mandare a processo Nordio, Piantedosi e Mantovano, il governo non difese un interesse pubblico. Ma fu Caravelli, direttore dei servizi segreti per l’estero, a segnalare il pericolo di ritorsioni ai danni degli italiani in Libia. Ci si aspettava (e il centrodestra temeva) una relazione scottante, piena di dettagli compromettenti nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano, provenienti dalle migliaia di atti di indagine segretati e depositati dal Tribunale dei ministri. E invece, alla fine, la relazione sul caso Almasri presentata ieri dal relatore di minoranza Federico Gianassi (Pd) alla Giunta per le autorizzazioni della Camera si limita a cristallizzare le critiche delle opposizioni rispetto all’operato degli esponenti governativi, dicendo “sì” all’autorizzazione a procedere per tutti loro.

 

di Checchino Antonini

Il Manifesto, 25 settembre 2025 Vent’anni fa, all’alba del 25 settembre, Ferrara si accorgeva della “malapolizia”: crimini apparentemente non politici spesso contro persone fragili, pratiche devianti dai principi di legalità, trasparenza, equità e rispetto dei diritti fondamentali. Tutto molto politico. In realtà, la città se ne sarebbe accorta solo tre mesi dopo. Quel giorno se ne resero conto solo Lino Aldrovandi e Patrizia Moretti, i genitori di Federico. Vent’anni dopo non sappiamo perché quattro agenti - Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri - uccisero un diciottenne che tornava a casa dopo un sabato sera con gli amici. Ma dicono tutto le cinquantaquattro lesioni dovute a calci, pugni, le fratture al torace e alla testa, due manganelli riportati rotti in questura, il suo cuore spezzato sotto il peso della violenza su ...

 

di Fabio Anselmo*

Il Domani, 25 settembre 2025 Vent’anni fa moriva “Aldro”, un ragazzo appena maggiorenne, incensurato, disarmato, che non aveva commesso alcun reato. I poliziotti imputati per la vicenda sono stati condannati a tre anni e sei mesi fino in Cassazione. Cosa racconta questa morte avvenuta nella città di Ferrara. Erano le primissime ore di quella domenica in cui il silenzio pressoché assoluto che regnava in via Ippodromo venne improvvisamente squarciato da “urla disumane”, rumori gutturali, voci per lo più non intellegibili e rumori sordi di colpi. Così veniva ucciso Aldro, un ragazzo appena maggiorenne, incensurato, disarmato, che non aveva commesso alcun reato. Non stava facendo nulla di male. Era figlio di un’impiegata comunale, Patrizia, e di un ispettore della Polizia municipale, Lino. Nipote di un maresciallo dei carabinieri.

 

di Andrea Galli

Corriere della Sera, 25 settembre 2025 I furti di figurine e biscotti da bambini, il carcere Beccaria, la caccia ai riflettori. Il trapper è stato arrestato la prima volta a 17 anni nel 2008, il bandito della Comasina a 15 anni nel 1965. La voglia di stare al centro dell’attenzione e quella difesa a oltranza dei complici: “Tradire mai”. L’uno smilzo e svelto, l’altro smilzo e svelto. Quantomeno a quindici e diciassette anni, l’età del primo accesso nel carcere minorile Beccaria che allora come oggi, ovvero l’anno 1965 per Renato Vallanzasca e l’anno 2018 per Zaccaria Mouhib alias Baby Gang, versava in condizioni pessime, posto sempre ai margini non soltanto geografici di Milano, una volta i “terroncelli” come ospiti (di quello che era il riformatorio e non l’attuale struttura, ma di fatto poco cambia) e adesso i “maranza”, una volta ...

 

di Monica Guerzoni

Corriere della Sera, 25 settembre 2025 Il provvedimento di clemenza concesso anche a due donne. Il ragazzo che ammazzò a colpi di martello il padre violento, la guardia giurata che sparò al ladro in fuga e due donne, condannate per reati minori. Sono le quattro persone graziate da Sergio Mattarella, che ha firmato ieri altrettanti decreti. L’articolo 87 della Costituzione assegna al capo dello Stato la possibilità di “concedere grazia e commutare le pene”. E certo non si tratta di una decisione calata dall’alto come fosse un editto, perché l’iter prevede la richiesta dell’interessato, l’istruttoria del ministero della Giustizia e il via libera (non vincolante) del ministro.

 

Gazzetta di Modena, 25 settembre 2025 Un detenuto tunisino di 24 anni si è tolto la vita ieri sera - 24 settembre - nella casa circondariale di Modena. Si tratta del 62esimo recluso suicida dall’inizio dell’anno in Italia, il quinto a Modena. “Tunisino, 25 anni non ancora compiuti, si è impiccato ieri sera nella sua cella della sezione accoglienza, dov’era stato allocato da poco, della casa circondariale di Modena. Mentre al ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria si esercitano nel pestare l’acqua nel mortaio, nelle carceri si continua a soffrire, più del necessario, e a morire.

 

di Simona Lorenzetti

Corriere di Torino, 25 settembre 2025 Pene fino a 6 anni e mezzo. A sette poliziotti contestato il reato di tortura. “Stiamo parlando di violenze commesse da persone che indossano la divisa, persone che rappresentano lo Stato e agiscono contro detenuti che stanno scontando la loro pena. Se un agente dà uno schiaffo a un detenuto, è lo Stato che gli sta dando uno schiaffo. Il fatto che in Italia avvengano episodi di questo tipo ci dice che nel nostro Paese abbiamo un problema con i diritti umani. Il modo in cui lo Stato tratta le persone private della libertà è indice di civiltà”.

 

di Dario Crippa

Il Giorno, 25 settembre 2025 Numeri impietosi emergono dall’ispezione effettuata dal segretario generale di Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio. Arrivato appositamente da Roma e accompagnato dal segretario regionale Domenico Benemia. Una situazione esplosiva, un sovraffollamento insostenibile e “una infestazione da cimici endemica”. Benvenuti alla casa circondariale di via Sanquirico a Monza. Ieri l’ispezione è stata effettuata dal segretario generale di Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio. Arrivato appositamente da Roma e accompagnato dal segretario regionale Domenico Benemia, che proprio a Monza lavora.

 

La Provincia Pavese, 25 settembre 2025 Misura a carattere “terapeutico”, il sindacato: “Certifica fallimento sistema”. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: “Non siamo stati messi a conoscenza”. Il carcere di Pavia, con un provvedimento della direttrice Stefania Musso, ha disposto l’acquisto e la consegna di 720 preservativi ai detenuti, un ordine di servizio motivato come misura a carattere “terapeutico”. I sindacati di polizia penitenziaria protestano: “La finalità non è chiara, ma ci sono altre priorità, tra aggressioni e sovraffollamento”.

 

di Manuela Marziani

Il Giorno, 25 settembre 2025 Il Dipartimento penitenziario interviene sull’ordine di servizio: non c’è stato comunicato nulla. La motivazione della dirigente: misura terapeutica. Insorgono anche i sindacati: non sono queste le priorità. La direttrice del carcere di Pavia, Stefania Mussio, ha deciso di fare acquistare e distribuire ai detenuti 720 preservativi. Una scelta motivata come misura a carattere “terapeutico”. Lo scopo di prevenzione sanitaria, però, non convince il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e i sindacati che bocciano la svolta del penitenziario lombardo. Secondo il Dap, il provvedimento è stato adottato “senza alcuna preventiva interlocuzione con gli uffici”.

 

di Patrizia Zucchi

laprovinciaunicatv.it, 25 settembre 2025 Grazie al progetto “Armonia senza confini” un percorso di scambio e crescita in classe nel segno dell’arte per gli studenti delle medie. Rientra nei percorsi istituzionali “Ponte scuola carcere” il progetto presentato nell’istituto comprensivo Marco D’Oggiono: è fondato sull’arte, che diventa terapia, in collaborazione con l’associazione “Armonia senza confini”, dedita a recupero e reinserimento. Alcuni detenuti del carcere di Bollate raggiungeranno la scuola secondaria di primo grado di Oggiono, per integrare con le proprie esperienze il percorso destinato a durare per l’intero anno scolastico.

 

centrosportivoitaliano.it, 25 settembre 2025 Ad un anno e mezzo dall’inizio del progetto, il traguardo raggiunto è di 100 detenuti che hanno partecipato, almeno una volta agli allenamenti. Il progetto non si è mai fermato, nemmeno d’estate né a Natale. Da aprile 2024, nel carcere di Cremona, ogni settimana due ore di tennistavolo hanno cambiato il volto dei pomeriggi dietro le sbarre. E oggi, a un anno e mezzo dall’inizio, il traguardo è di quelli che fanno rumore: 100 detenuti hanno partecipato almeno una volta agli allenamenti, con numeri che crescono di settimana in settimana. All’inizio erano una ventina, ora arrivano anche in 26 contemporaneamente, pur avendo a disposizione soltanto due tavoli.

 

di Aldo Grasso

Corriere della Sera, 25 settembre 2025 Il documentario di Pietro Perone andrebbe adottato dalle scuole di giornalismo come libro di testo. Anche nella vita della televisione ci sono momenti di cui si ha bisogno: ricordare Giancarlo Siani non è solo un tributo ai 40 dalla scomparsa, è qualcosa di più. Qualcosa che riguarda il mestiere di chi scrive, i legami familiari e professionali, la lotta contro la criminalità organizzata, il dovere di ricordare un ragazzo stroncato nel pieno della vita e degli affetti. “Quaranta anni senza Giancarlo Siani” è un documentario firmato da Pietro Perone, giornalista del Mattino e testimone diretto di quegli anni, insieme a Filippo Soldi, regista (Rai3).

 

di Rita Bernardini

L’Unità, 25 settembre 2025 È morto il professore Giuseppe Di Federico. Per Pannella e i radicali una risorsa inestimabile. Falcone lo incaricò di monitorare l’applicazione del nuovo codice di procedura penale. Ogni anno e per oltre 30 anni, puntuale come un orologio svizzero, il Prof. Giuseppe Di Federico, varcava la soglia della sede di via di Torre Argentina a Roma e mi veniva a cercare per consegnarmi l’assegno (davvero sostanzioso) per l’iscrizione a tutti i soggetti dell’area Radicale. Compilava e firmava l’assegno davanti a me in modo solenne. Era amico di Marco Pannella; insieme condividevano l’abruzzesità e, quando s’incontravano facevano lunghe chiacchierate in dialetto ognuno per testare nell’altro quanto dell’origine culturale territoriale resistesse al tempo della vita che continuava a scorrere inesorabile.

 

di Don Antonio Mazzi

Oggi, 25 settembre 2025 Venti giovani della Carovana di Exodus sono andati a Ventotene. Per chiedere ai vertici del Parlamento europeo una politica più attenta a chi cade nelle dipendenze. “Siamo venti giovani che stanno vivendo un cammino di rinascita dopo esperienze di dipendenze, carcere, fragilità, isolamento”. Inizia così la lettera-appello inviata alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e alla sua vice, Pina Picierno, dai miei ragazzi in occasione della prima Conferenza Europea su Libertà e Democrazia che si è tenuta nei giorni scorsi a Ventotene”.

 

di Annalena Benini

Grazia, 25 settembre 2025 Le chiamano “maranzine”, sono le adolescenti delle baby gang che rubano, si drogano e dipendono dai coetanei maschi. Spesso finiscono in carcere, mentre invece sono giovani che avrebbero bisogno d’aiuto. “Giovani che si avvicinano l’uno all’altro perché motivati da un’intensa infelicità: tante infelicità messe insieme e condivise si trasformano in una piccola felicità. Come pezzi di un mosaico frantumato, provano a costruirsi un’identità. Anime confuse, spezzate, accomunate da dolori silenziosi che, aggregandosi, sperano di trovare un senso di appartenenza”.

 

di Roberto Ciccarelli

Il Manifesto, 25 settembre 2025 L’analisi e le proposte dell’Alleanza contro le povertà: “Disinvestiti complessivamente 3,2 miliardi, con il riarmo si rischia di eliminare altre risorse al sociale”. Giorgetti rivendica la stabilità e chiede alle banche un “sollievo fiscale”. Meloni: “Con gli istituti di credito di vuole il dialogo”. Quello che manca con le questioni sociali. Tra riduzione degli stanziamenti e i risparmi sulla spesa sociale, il governo Meloni ha ridotto le risorse per finanziare le misure per il contrasto alla povertà di circa 3,2 miliardi di euro. Nella prospettiva di un aumento progressivo della spesa militare, sottoscritto dal governo Meloni con la Nato (fino al 5% del Pil entro 10 anni), e Bruxelles (il piano “RiarmUe”), altre risorse possono essere dirottate da un Welfare disastrato.

 

di Goffredo Buccini

Corriere della Sera, 25 settembre 2025 Palestina tra azioni e intenzioni. Rischia di essere un pio desiderio degli europei l’idea di creare un domani migliore per i due popoli in conflitto. La causa palestinese pare esercitare sui giovani occidentali un fascino simile a quello del Vietnam sulla generazione dei nonni. E sarebbe sbagliato ridurre le motivazioni di tanti idealisti alla vergognosa stupidità di chi l’altro giorno ha messo a ferro e fuoco Milano, devastandone la stazione Centrale nel nome di Gaza. Del resto nella Striscia martoriata si trascina da due anni la più classica delle guerre asimmetriche, come insegna Michael Walzer. In questo tipo di conflitto si affrontano un combattente iper tecnologizzato, spesso indifferente ai danni collaterali, e uno che usa quale arma ibrida la propria stessa popolazione, nascondendosi fra le donne e i ...

 

di Marco Galluzzo

Corriere della Sera, 25 settembre 2025 La premier negli Usa torna a parlare di odio: c’è chi mi chiama assassina, qualcuno che ha le rotelle fuori posto potrebbe risolvere il problema. “Stiamo facendo le nostre indagini per avere certezze sulle responsabilità, il ministro Crosetto ha autorizzato l’invio di una nave militare per proteggere e assistere, anche se non è autorizzato l’uso della forza, chiaramente la mia condanna è totale”. In una sala privata dell’hotel Peninsula, nel cuore di Manhattan, Meloni si ferma un attimo, per un secondo sembra prendere fiato, ma lo fa per cambiare rotta e puntare l’indice contro gli organizzatori della Flotilla.

 

di Giacomo Gambassi

Avvenire, 25 settembre 2025 Nella Nota approvata dal Consiglio permanente la Cei ribadisce anche la necessità che “siano liberati gli ostaggi” e appoggia la soluzione dei due Stati. Baturi andrà a Gerusalemme. “Violenza inaccettabile contro un intero popolo”. “Esilio forzato della popolazione palestinese”. “Inutile strage”. Sono parole inequivocabili quelle che arrivano dai vescovi italiani sulla tragedia di Gaza. Contenute nella Nota approvata dal Consiglio permanente che per tre giorni si è riunito a Gorizia, la terra che racconta una riconciliazione possibile oltre gli scontri, le guerre, i nazionalismi e le ideologie. Una Nota targata Cei che è prima di tutto una “denuncia”, come si legge nel testo diffuso oggi. “Perché la vicinanza della Chiesa all’uomo di ogni tempo comporta anche la denuncia di situazioni incompatibili con la sua dignità” ...

 

di Roberta Polese

Corriere del Veneto, 25 settembre 2025 Consegnate le lettere dei genitori. Oggi sono 313 giorni che il cooperante veneziano Alberto Trentini è detenuto a Caracas, ma nelle ultime ore è arrivata una notizia che apre un varco di speranza. Dopo oltre 10 mesi di silenzio, l’ambasciatore italiano in Venezuela, Giovanni Umberto De Vito, ha incontrato Alberto per la prima volta. La visita, autorizzata il 23 settembre, è stata confermata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani all’Onu a New York. Insieme a Trentini, l’ambasciatore ha incontrato anche Mario Burlò, imprenditore italiano anche lui detenuto in Venezuela, sotto processo a Torino per reati fiscali, arrestato senza accuse il 10 novembre scorso, 5 giorni prima di Alberto e con lui nello stesso carcere El Rodeo I, nello stato di Miranda, a circa 30 chilometri da Caracas. Si tratta ...

 

di Gloria Ghiara

Elle, 25 settembre 2025 Valery Zevallos non si limita a creare abiti, ma con il suo brand “Estrafalario” ricuce storie e vite delle donne in carcere che, grazie alla moda, possono riscrivere il proprio futuro. La prima idea di libertà è racchiusa in una cucitura. È così che, tra le alte mura di un carcere femminile di Lima, in Perù, dove le ore sono scandite da chiavi, sbarre e corridoi e dove il tempo scorre pesante, un nuovo ritmo prende il sopravvento: è scandito dal sussurro dell’ago e del filo che attraversano i tessuti, dal rumore metallico di forbici che indovinano la loro linea, dal ronzio delle macchine per cucire.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Diritti di carta: l'affettività in carcere ancora in attesa di compiersi", di Sara Angioni

"Non tutti sanno". Notiziario della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia. Numero di settembre 2025

Il Riformista-PQM: "Hanno assolto, crucifige! In Italia fa scandalo solo il Giudice che assolve. Senza condanna, il processo penale è considerato un fallimento"

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Il Consiglio Comunale che si è svolto nel carcere Rebibbia di Roma. Il suicidio di una donna detenuta nel carcere Capanne di Perugia"