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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 24 settembre 2025

APPUNTAMENTI DI RISTRETTI

Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, 6 ottobre - 10 novembre 2025)

 

di Caterina Pozzi*

Il Manifesto, 24 settembre 2025 Pochi giorni fa è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento recante le disposizioni in materia di strutture residenziali per l’accoglienza e il reinserimento sociale di detenuti (decreto 24 luglio 2025, n.128) che disciplina l’art. 8 del cosiddetto “decreto svuota carceri” uscito a luglio 2024 e che già aveva destato forti preoccupazioni. Premesso che qualunque misura di comunità alternativa al carcere è da sostenere con forza, questo regolamento porta con sé alcuni rischi e zone grigie: chi potrà accedere alle misure alternative, quali strutture potranno accogliere, per quanto tempo e con quali risorse? I detenuti che potranno beneficiare di queste misure sono persone senza domicilio, povere e con “problematiche derivanti da dipendenza e disagio psichico, che non richiedono il trattamento in apposite strutture riabilitative”. 

 

di Pino Corrias

Vanity Fair, 24 settembre 2025 Due riforme gioverebbero alla magistratura. Non la separazione delle carriere che servirà solo a metterla sotto controllo politico, ma per prima la più ovvia: soldi, uomini, computer, semplificazione dei codici, per dimezzare il tempo infinito dei processi. In realtà strada scomoda per chi i tribunali li teme. La seconda, utile quanto gli alfabeti giudiziari, riguarda la “formazione dei magistrati in materia di esecuzione delle pene”. La proposta risale al 2006, ma nasce addirittura vent’anni prima, da due galantuomini, Leonardo Sciascia ed Enzo Tortora, e prevede “un tirocinio in carcere” di quindici giorni (e quindici notti) obbligatori per ogni giovane magistrato prima di andare a sedersi sulle alte sedie dell’accusa e del giudizio nell’aula del processo, dove transiteranno i destini degli imputati e quelli delle vittime.

 

di Claudio Cerasa

Il Foglio, 24 settembre 2025 Gli obiettivi del Pnrr sono lontani: meno venti punti percentuali. La giustizia italiana inciampa sempre nell’ordinario: organizzazione fragile, personale amministrativo insufficiente, digitalizzazione a metà. Dossier da studiare. Il governo e il Parlamento discutono di riforme costituzionali della giustizia. Bene, benissimo: separazione delle carriere, ruolo del Csm, nuove architetture. Ma intanto, mentre le bandiere sventolano, il terreno dell’ordinario resta accidentato. E lì si annida il vero ritardo. Basta guardare il dossier appena depositato due giorni fa alle Camere sul decreto legge giustizia. A fine 2024 gli arretrati civili erano stati ridotti, ma per rispettare i target Pnrr bisogna ancora definire 200 mila procedimenti pendenti nei tribunali e 35 mila nelle corti d’appello entro giugno 2026.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 24 settembre 2025 Carriere separate, correnti spaccate tra è chi è pronto a esporsi in piazza e chi dice: “Non possiamo allestire banchetti col Pd”. “Non vogliamo trovarci mica a fare un banchetto accanto a quelli del Partito democratico”. All’interno dell’Associazione nazionale magistrati si è aperto informalmente il dibattito sulle prossime iniziative da intraprendere in vista del referendum costituzionale sulla separazione delle carriere. E le posizioni dei gruppi associativi, per il momento, non sembrano allineate. Si dividono, come in passato su altre questioni, tra interventisti e moderati. La domanda che si pongono ora è la seguente: è opportuno e proficuo promuovere una raccolta firme attraverso il neonato comitato “A difesa della Costituzione e per il No al referendum”? Com’è noto, esso è nato in seno al “parlamentino” ...

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 24 settembre 2025 C’è un filo sottile che separa l’inchiesta dalla manipolazione, la verità dalla rappresentazione teatrale. Quando questo confine si sfuma all’interno delle istituzioni preposte alla lotta alla mafia, il rischio è che un organo politico come la Commissione antimafia diventi un luogo privatistico, piegato a interessi personali. È quanto emergerebbe dalle intercettazioni che hanno coinvolto il senatore pentastellato Roberto Scarpinato e l’ex magistrato Gioacchino Natoli, indagato dalla Procura di Caltanissetta per aver presumibilmente insabbiato indagini scaturite da una segnalazione dell’allora procuratore Augusto Lama di Massa Carrara sui rapporti tra i mafiosi Salvatore e Antonino Buscemi e la Ferruzzi-Gardini, una delle tante multinazionali in affari con Cosa nostra.

 

di Giuseppe Belcastro

Il Riformista, 24 settembre 2025 Viviamo in un Paese che si indigna a senso unico, solamente quando cioè un giudice assolve; giammai quando condanna: è una stortura. Il caso che stimola queste poche riflessioni è la sentenza di Torino che, condannato l’imputato per lesioni nei confronti della moglie e di alcuni suoi familiari, lo ha invece assolto dal più grave reato di maltrattamenti in famiglia contestatogli dalla procura. Facciamo prima la tara. In un tempo in cui criptiche alchimie giuridiche hanno determinato l’introduzione di figure di reato come il femminicidio e collazionato pene e procedure speciali in raccolte dal vivido colore carminio, non è da stupirsi che tutti i giuristi nostrani (secondo le ultime stime degli istituti statistici più accreditati quasi 60 milioni, come sempre del resto) insorgano per lo scempio, additando ...

 

di Marianna Caiazza*

Il Riformista, 24 settembre 2025 Non un’assoluzione totale, ma una condanna per lesioni e al risarcimento: il Tribunale ha escluso i maltrattamenti per mancanza di prove, ritenendo inattendibile il racconto della parte civile. “Aggredì la ex: assolto per i maltrattamenti”. “Torino: niente carcere per l’uomo che ha sfigurato l’ex moglie”. “Massacrata di botte dall’ex, assolto perché ‘andava compreso’”. Ecco il tenore delle notizie di stampa da una settimana a questa parte sulla sentenza pronunciata dal Tribunale di Torino in composizione collegiale lo scorso 4 giugno. Ma cosa c’è scritto davvero nelle 18 pagine del provvedimento che avrebbe consentito - stando ai quotidiani, alla politica e alla vox populi - ad un criminale di farla franca? Per i non addetti ai lavori, qualche premessa è doverosa.

 

di Tiziana Maiolo

Il Riformista, 24 settembre 2025 La destra grida all’inciucio: è il festival dell’ipocrisia. Ilaria Salis è salva. La Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo ha agito nel pieno rispetto dei doveri garantisti, che vanno applicati sempre e comunque. Persino per l’esponente di Avs, imputata per un’aggressione. L’immunità non è un affronto alla magistratura ungherese o una zona d’impunità per la casta, ma una boccata d’ossigeno nel clima di anti-politica: i princìpi dello Stato di diritto valgono anche per gli avversari.

 

di Irene Famà

La Stampa, 24 settembre 2025 Il relatore: via libera a procedere contro i vertici dell’esecutivo. Niente immunità per il caso Almasri. Il Guardasigilli Carlo Nordio, il titolare del Viminale Matteo Piantedosi e il sottosegretario di Palazzo Chigi con delega ai servizi segreti Alfredo Mantovano devono andare a processo. Lo ha detto, al termine del suo intervento, il relatore della Giunta per le autorizzazioni a procedere Federico Gianassi (Pd). “Alla luce di quanto emerso, bisogna affermare che i tre esponenti dell’esecutivo non hanno perseguito né un interesse costituzionalmente rilevante né un preminente interesse pubblico, ma hanno compiuto una scelta di mero opportunismo politico, fondata su timori generici e non suffragati da evidenze concrete, che mostrano la debolezza del governo italiano davanti a bande armate che operano ...

 

di Marzia Zamattio

Corriere della Sera, 24 settembre 2025 Lo zio: “Lo vogliono far morire in carcere”. Il Tribunale di sorveglianza rigetta la richiesta. La famiglia: “Assurdo”. Gli amici: “Delusi e tristi”. I legali preparano il ricorso. Chico Forti resta in carcere. Dopo sei giorni dalla richiesta della libertà condizionale, il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha respinto l’istanza presentata il 17 settembre dai legali del produttore televisivo trentino, da 26 anni in carcere per un omicidio per il quale si è sempre professato innocente. 

 

di Patrizia Maciocchi

Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2025 A chi non può godere di permessi premio non può essere esteso quello di “necessità”, limitato a esigenze familiari, per spettacoli fuori dal carcere. Il magistrato di sorveglianza non può concedere il cosiddetto permesso di necessità ai detenuti che fanno parte di una compagnia teatrale, per partecipare a uno spettacolo nell’ambito di un progetto di risocializzazione. La Cassazione, con una serie di sentenze, ha accolto i ricorsi della procura, contro il via libera, dato dal magistrato di sorveglianza e avallato dal Tribunale, ad alcuni detenuti chiamati a esibirsi in un teatro all’esterno dell’istituto di pena. Un ok che era arrivato malgrado il parere negativo della Direzione distrettuale antimafia, che aveva fatto pesare il mancato ravvedimento di alcuni, con pene già scontate, per reati ostativi.

 

di Marco Birolini

Avvenire, 24 settembre 2025 La sezione speciale di Uta è pronta, ma si sta pensando anche a Nuoro. E il rischio infiltrazioni sale alle stelle. Il conto alla rovescia è già iniziato. “L’apertura della sezione 41 bis (il regime di carcere duro, ndr) a Cagliari farà della Sardegna la regione che ospita in assoluto il maggior numero di detenuti al 41 bis, pari a 180: nessuno dei quali sardo”. Firmato Maria Cristina Ornano, presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari, che il 31 luglio scorso ha suonato l’allarme davanti ai preoccupati consiglieri regionali. Oltre ai 92 boss già presenti nelle carceri dell’Isola, ne arriveranno altri 90 nel nuovo braccio in fase di completamento a Uta, vicino al capoluogo. Il 16 settembre la governatrice Alessandra Todde è volata a Roma per chiedere al ministro della Giustizia Carlo Nordio di ripensarci. Nordio ha preso tempo ...

 

di Viviana De Vita

Il Mattino, 24 settembre 2025 L’ispezione del garante Ciambriello riaccende i fari sulla situazione alla Casa circondariale. Trecento cinquantadue detenuti costretti a vivere senza docce in cella. Per lavarsi devono attendere il proprio turno e raggiungere quelle comuni, spesso poche per tutti, in spazi angusti e affollati. È questa la fotografia restituita ieri dal garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, durante la visita al penitenziario di Fuorni.

 

di Marina de Ghantuz Cubbe

La Repubblica, 24 settembre 2025 Assemblea capitolina straordinaria con il sindaco Gualtieri. Il detenuto Alemanno: “Anche noi siamo cittadini romani”. “Abbiamo bisogno della tessera sanitaria, ci serve per acquistare prodotti per celiaci. Io lo sono e in carcere posso mangiare solo riso in bianco o cibi sbagliati che ci fanno ammalare”. Giuseppe parla sul piccolo palco del teatro di Rebibbia durante l’Assemblea capitolina straordinaria che ieri si è svolta nel penitenziario e chiede che il diritto alla salute valga per tutti perché invece chi è in carcere salta circa il 50% delle visite mediche per l’assenza di personale penitenziario che può accompagnare i detenuti.

 

di Luca Monaco

La Repubblica, 24 settembre 2025 La Garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone, torna a denunciare le criticità delle condizioni di vita degli istituti di pena. Incluso Casal del Marmo. “Un anno fa è stata votata all’unanimità in Aula Giulio Cesare una mozione per la chiusura del carcere di Regina Coeli: io sono contraria alla chiusura a fronte della costruzione di un nuovo carcere. Abbiamo bisogno di contenere i numeri dei detenuti innescando un buon sistema di misure alternative, evitando gli ingressi indiscriminati”. La garante dei detenuti di Roma Valentina Calderone ieri ha partecipato alla seduta straordinaria del Consiglio comunale che si è svolta nel carcere di Rebibbia. Torna a denunciare la criticità delle condizioni di vita negli istituti romani, da Rebibbia a Regina Coeli, passando per il minorile di Casal Del Marmo.

 

di Beatrice Masci

Corriere di Viterbo, 24 settembre 2025 La famiglia di Andrea Di Nino, il detenuto romano di 36 anni trovato impiccato il 21 maggio 2018 nella sua cella di isolamento a Mammagialla, protesta contro la richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio volontario a carico di ignoti presentata dalla procura. Per martedì 30 settembre hanno organizzato una manifestazione di fronte al Palazzo di giustizia, che andrà avanti dalle 9 alle 13. “Al presidio - riportano i parenti di Andrea Di Nino in un comunicato - parteciperanno anche i familiari di altri detenuti che hanno subìto vessazioni e pestaggi nel carcere di Viterbo”.

 

di Marianna Vazzana

Il Giorno, 24 settembre 2025 Nel carcere minorile sono rinchiusi due studenti 17enne del Liceo Carducci, devono rispondere di danneggiamento e resistenza. Bandiere della Palestina sventolate oltre le sbarre. Un drappo incendiato. Urla mescolate ai cori dei manifestanti in strada. Così i detenuti del carcere minorile Beccaria dalle finestre hanno mostrato solidarietà ai partecipanti al presidio non preannunciato andato in scena ieri sera davanti al penitenziario di via Calchi Taeggi “per chiedere la liberazione di compagni e compagne” arrestati lunedì per gli scontri al termine del corteo Pro Pal con assalto alla stazione Centrale. Ad animarlo, 400 giovani tra cui esponenti dei centri sociali Lambretta e Cantiere e di collettivi studenteschi e universitari.

 

ansa.it, 24 settembre 2025 La direzione dell’istituto ha disposto l’acquisto di 720 preservativi per “motivi terapeutici”. La decisione apre il dibattito sulla salute in carcere e sui rapporti tra detenuti. Il carcere di Pavia è al centro delle cronache per un provvedimento inedito: la distribuzione di profilattici ai detenuti. La direttrice Stefania Musso ha firmato un ordine di servizio che prevede l’acquisto e la consegna di 720 preservativi, motivando l’iniziativa come misura a carattere “terapeutico”. La gestione della distribuzione è affidata al personale sanitario interno, guidato dal dirigente Davide Broglia, con l’obbligo per i medici di annotare ogni consegna. La decisione ha sollevato interrogativi non solo sulle finalità mediche, ma anche sul tema della sessualità dietro le sbarre e sulla prevenzione dei rischi sanitari.

 

Corriere del Veneto, 24 settembre 2025 “Quanto avvenuto presso la casa circondariale di Vicenza negli ultimi giorni è l’ennesima conferma di una situazione esplosiva. Il governo volta le spalle non solo ai detenuti, ma anche al personale penitenziario che non viene esposto nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro”. Un atto di accusa quello del consigliere regionale dei Verdi Renzo Masolo, che ha voluto intervenire su quanto successo al carcere di San Pio X negli scorsi giorni. Domenica pomeriggio, un detenuto di difficile adattamento è salito sui tetti del carcere per motivi personali, ponendo in essere una protesta pacifica, che si è però protratta per svariate ore.

 

di Diego Motta

Avvenire, 24 settembre 2025 Il 73,6% non sopporta inciviltà e toni da bar usati dai leader. I rischi di strumentalizzazione delle piazze, da Gaza alle campagne elettorali, e la spinta a cambiare registro da giovani e donne. Nell’era delle tribù social, la politica urlata rischia di diventare cattiva maestra veicolando discorsi d’odio e di inciviltà. La novità che emerge da una ricerca presentata ieri all’Università Cattolica di Milano è che cresce l’insofferenza dei cittadini per i leader che insultano, gridano e offendono, quasi si fosse a un punto di rottura.

di Chiara Galletti

Corriere della Sera, 24 settembre 2025 “Vi parlerò come un genitore, come un papà che ama i suoi figli”. Ha esordito così Gino Cecchettin durante il primo seminario di educazione ai sentimenti del progetto CampBus, che si è tenuto lunedì 22 settembre al Liceo Classico Mario Cutelli di Catania. Fuori dalla scuola, telecamere e microfoni delle emittenti locali, all’interno un’aula magna gremita di studenti e studentesse.

 

di Albertina Sanchioni

Il Manifesto, 24 settembre 2025 L’azione promossa presso la Corte Penale Internazionale. “Vogliamo accertare le responsabilità politiche e giuridiche del governo italiano nell’attacco alla Ocean Viking dello scorso agosto”: Bianca Piscolla, giurista e membro della giunta nazionale dei Radicali italiani, motiva così la denuncia che il suo partito presenterà oggi alla Corte penale internazionale (Cpi). L’obiettivo è spingere il tribunale dell’Aia a indagare sulle violazioni dei diritti umani che sarebbero state commesse indirettamente dalla presidente del Consiglio Meloni e dai ministri Piantedosi, Nordio, Tajani e Salvini, avendo fornito mezzi, fondi e motovedette alla cosiddetta Guardia costiera libica.

 

di Daniela Fassini 

Avvenire, 24 settembre 2025 Sette organizzazioni, tra cui Ismu, hanno elaborato una mappa per capire chi viene criminalizzato per il “reato” di solidarietà nei confronti dei profughi: censiti casi e storie in Europa. Dal 2014 all’ottobre 2024, oltre 30mila migranti hanno perso la vita o risultano dispersi nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Queste persone cercavano di fuggire da guerre o persecuzioni, oppure di costruirsi una vita migliore. Attraverso le operazioni di ricerca e soccorso (Sar) in mare, le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo fondamentale nel salvare vite umane e nell’alleviare le difficoltà affrontate da migranti e richiedenti asilo.

 

di Pasquale Ferrara*

Avvenire, 24 settembre 2025 Le Nazioni Unite rispondono all’esigenza di porre limiti alla sovranità statale. A giudicare dalla cronaca di questi ultimi anni, invece delle carte dei diritti, abbiamo solo diritti sulla carta. In fisica, la freccia del tempo non può volgersi al passato. In politica internazionale, invece, la regressione può essere una realtà. Ottant’anni orsono, al termine di un Secondo conflitto mondiale devastante, in cui per la seconda volta l’Europa e il mondo commisero un immane fratricidio, le Nazioni Unite furono create su alcuni pilastri. Anzitutto, la pace, la risoluzione pacifica delle contese. In secondo luogo, come corollario pratico, la sicurezza collettiva, per impedire che ogni Stato continuasse a farsi giustizia da sé. Infine, una rappresentatività universale per i membri dell’organizzazione.

 

di Maurizio Delli Santi

Il Domani, 24 settembre 2025 Un blocco di potenze regionali unite all’Europa può spingere ad un rinnovato ruolo dell’Onu per riaffermare i principi universali della Carta delle Nazioni: si può fermare chi intende riportare indietro le lancette dell’orologio del mondo. Meglio insieme: oltre 80 anni per la pace, lo sviluppo e i diritti umani”: è il tema ambizioso con cui si è aperta la sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, proprio in concomitanza dell’ottantesimo anniversario della loro costituzione. Lo scetticismo e le perplessità su quanto possa dirsi realistica questa prospettiva sono scontati: la provocazione dei droni russi - per gli analisti si tratterebbe di uno stress test volto a sondare le capacità di resilienza, anche politica, dell’Europa - la ripresa degli attacchi terroristici di Hamas o dei suoi emuli, l’attacco di Israele a Gaza e ...

 

di Ilaria Solaini

Avvenire, 24 settembre 2025 Per la terza volta la Global Sumud Flotilla - il gruppo di imbarcazioni che naviga nel Mediterraneo verso Gaza - ha denunciato attacchi con “bombe sonore, droni e sostanze chimiche sospette”. È avvenuto nelle prime ore di oggi, mercoledì 24 settembre, al largo dell’isola di Creta “a 600 miglia nautiche (1.100 chilometri) da Gaza”. L’attivista tedesca Yasemin Acar ha riferito su Instagram che cinque imbarcazioni sono state attaccate: “Non abbiamo armi. Non siamo una minaccia per nessuno”, ha ribadito, la flottiglia trasporta solo “aiuti umanitari”. Secondo quanto riportato sui social dagli attivisti della Global Sumud Flotilla, nelle ultime 24 ore, più di 15 droni hanno sorvolato ogni dieci minuti a bassa quota la nave Alma. I partecipanti alla missione hanno riferito di oggetti lanciati da droni o aerei su almeno ...

 

di Ernesto Galli della Loggia

Corriere della Sera, 24 settembre 2025 A riconoscere lo Stato palestinese dovrebbe essere proprio un governo (quello guidato da Giorgia Meloni) al quale i suoi oppositori rimproverano ogni giorno le remote ascendenze con quel regime che varò le leggi razziali. Come fa presto a svanire la memoria storica. Come fa presto a svanire la memoria storica di un Paese, dei suoi rappresentanti politici e dei suoi cittadini, dei suoi intellettuali e dei suoi talk show televisivi. Per anni ed anni la promulgazione nel 1938 delle leggi razziali decretate dal fascismo, complice la monarchia sabauda e testimone silenziosa la Chiesa cattolica, è stata ricordata in tutti i modi e in tutte le occasioni dalla democrazia italiana. Naturalmente con la dovuta enfasi di deprecazione, di colpa e di vergogna per il silenzio pressoché unanime con cui quelle leggi furono allora accolte dalla nostra opinione pubblica.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Diritti di carta: l'affettività in carcere ancora in attesa di compiersi", di Sara Angioni

"Non tutti sanno". Notiziario della Casa di Reclusione di Roma Rebibbia. Numero di settembre 2025

Il Riformista-PQM: "Hanno assolto, crucifige! In Italia fa scandalo solo il Giudice che assolve. Senza condanna, il processo penale è considerato un fallimento"

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Il Consiglio Comunale che si è svolto nel carcere Rebibbia di Roma. Il suicidio di una donna detenuta nel carcere Capanne di Perugia"