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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 1 settembre 2025
di Fabio Fiorentin*
Il Sole 24 Ore, 1 settembre 2025 Le patologie del detenuto non avrebbero giustificato di per sé la scarcerazione. La condizione di sovraffollamento dell’istituto penitenziario dove il condannato è ristretto entra nelle valutazioni del giudice di sorveglianza chiamato a decidere sulla concessione della detenzione domiciliare per ragioni di salute (articolo 47-ter, lettera c, legge 354/1975). Lo ha affermato il Tribunale di sorveglianza di Torino, con l’ordinanza del 5 agosto 2025. I magistrati hanno trattato il caso di un detenuto che, avendo una pena residua inferiore a quattro anni, quattro anni, aveva chiesto di espiarla nella propria abitazione perché affetto da una serie di patologie, tra cui obesità e cardiopatia ischemica.
di Lucio Motta
filodiritto.com, 1 settembre 2025 Con il suicidio al carcere di Torino del 20.08.2025 siamo a 56 morti nella disperazione di condizioni disumane e contrarie ad ogni decenza oltre la legittima certezza della pena da espiare. Ormai non è più neppure una questione di suicidi, che sono troppi e interrogano le coscienze di ciascuno ma soprattutto chiamano a responsabilità il Ministro Nordio e lo stato italiano che nulla sa fare se non invocare la certezza della pena, la inflessibilità contro ogni logica di clemenza deflattiva orizzontale, ignorando prima di tutto che l’esecuzione di un provvedimento giudiziale impone allo Stato il rispetto finalistico dell’art. 27 della Costituzione, imponendo allo Stato di rispettare la legge.
di Massimiliano Panarari
La Stampa, 1 settembre 2025 Slogan securitari sui social, selfie e l’idea di un nuovo portavoce per trainare la corsa delle Regionali. “L’estate sta finendo, e un anno se ne va. Sto diventando grande, lo sai che non mi va…”. Così cantavano i Righeira e, nel frattempo, il governo Meloni cerca di triplicare i suoi anni di vita. Si sta infatti avviando verso i 1.050 giorni di navigazione, rappresenta il quarto esecutivo più longevo della storia repubblicana, e punta alla “medaglia di bronzo”, il traguardo del superamento delle 1.093 giornate di durata del governo Craxi I. Con tutta una serie di problemi all’orizzonte: dallo scenario internazionale sempre più instabile e turbolento (da ultimo, il ritorno del caos in Libia) - ed è proprio, inaspettatamente, sulla politica estera che la premier si è ritrovata a puntare molte delle sue carte - a quello ...
di Concetto Vecchio
La Repubblica, 1 settembre 2025 “Parole gravi, offensive”. L’Associazione nazionale magistrati reagisce così all’uscita del ministro della Protezione civile Nello Musumeci che ha definito i giudici “killer”. È l’ennesima puntata dello scontro in atto tra il governo e la magistratura, e segue i recenti affondi della premier Giorgia Meloni. Antefatto. Sabato sera, a Ragalna, in provincia di Catania, (il paese dove Ignazio La Russa è cittadino onorario, i suoi vi soggiornavano in villeggiatura) durante il festival Etna Forum, Musumeci dice testualmente: “La magistratura è politicizzata, è sotto gli occhi di tutti.
di Lirio Abbate
La Repubblica, 1 settembre 2025 Quando un ministro della Repubblica, in questo caso Nello Musumeci, con voce rotta dall’indignazione teatrale, accusa i magistrati di essere “killer” e i giornalisti di esserne complici armati di penna, non ci troviamo davanti a una sbavatura verbale, né a un’esuberanza da comizio. Siamo, invece, al cospetto di un disegno. Un disegno consapevole, deliberato, persino collaudato. Si tratta dell’ennesimo tentativo, consunto, eppure sempre efficace per certi pubblici, di delegittimare le due forme più potenti di controllo del potere: la giustizia autonoma e l’informazione libera. Il ministro Musumeci, con un cipiglio che pare preso in prestito da un teatro dell’assurdo più che da un governo liberale, finge di difendere i “distrutti” dalla macchina del fango, ma in realtà colpisce al cuore due capisaldi di ogni ...
di Giuseppe Legato
La Stampa, 1 settembre 2025 La procuratrice generale del Piemonte, Lucia Musti: “Il rapitore è libero perché contribuì alle indagini”. “La mamma di Tommy racconta che lei ha un ergastolo a vita e invece Salvatore Raimondi, uno degli assassini di suo figlio, è uscito dal carcere? Sono una madre come lei e capisco benissimo questa dichiarazione, so altrettanto bene che la pena di questa donna durerà fino all’ultimo minuto della sua vita, ma nella storia di questa scarcerazione non vi è alcuna mancanza. È stata applicata una legge dello Stato all’esito dell’osservazione dell’esecuzione della pena che nel nostro ordinamento è demandata a una magistratura specializzata qual è quella di Sorveglianza. Con tanto di relazioni di educatori, psicologi e assistenti sociali.
di Anna Grazia Concilio
spazio50.org, 1 settembre 2025 Giuseppe Fanfani, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, racconta la condizione degli istituti penitenziari tra problematiche e possibilità di intervento. “La politica deve essere lungimirante”. Sono sedici gli istituti penitenziari della regione Toscana, a questi si devono aggiungere altri due, le carceri minorili di Firenze e Pontremoli. Tra strutture medio grandi e strutture più piccole, con una differenziazione tra l’alta sicurezza e la media, oltre alle strutture destinate ai collaboranti, la popolazione carceraria toscana si aggira intorno alle 3.200 unità. “Il 50% di detenuti - spiega Giuseppe Fanfani, Garante dei detenuti della regione - è di origine straniera, il 35% ha problemi di tossicodipendenza. In una condizione simile, le modalità di gestione sono abbastanza difficili”.
di Davide Tamiello
Il Gazzettino, 1 settembre 2025 Partiranno a fine mese i lavori per il nuovo centro di prima accoglienza per minori. Il ministero della Giustizia ha individuato lo spazio adatto a realizzarlo all’interno del tribunale minorile di via Bissa. Costo dell’operazione: 600 mila euro (già finanziati). La struttura potrà ospitare 8 minori e andrà a sostituire il Cpa di Treviso, ormai obsoleto e inadeguato. L’altra operazione prevista dal Ministero riguarda il carcere minorile: verrà chiuso quello della Marca e ne verrà aperto uno nuovo a Rovigo.
di Francesca Lagatta
lacnews24.it, 1 settembre 2025 Mattia Spanò ha finito di pagare i conti con la giustizia ma non può tornare a casa, perché il giudice lo ritiene socialmente pericoloso, e non può entrare in una struttura sanitaria idonea ad accogliere gli autori di reato affetti da disturbi mentali perché non c’è disponibilità. Mattia Spanò, classe 1993, ha finito di scontare la sua condanna in carcere lo scorso 15 agosto, ma non potrà uscire né sottoporsi alle cure psichiatriche di cui ha bisogno, perché nelle Rems calabresi, le Residenze per l’Emissione delle Misure di Sicurezza, non ci sono posti disponibili. Ora i suoi genitori, preoccupati per le sue sorti, hanno deciso di rendere pubblica la sua storia.
di Cadigia Perini
giornalelavoce.it, 1 settembre 2025 Tra retorica dell’inclusione e simboli vuoti, al carcere di Ivrea si spengono le voci e crescono tensioni e disorganizzazione: l’articolo 27 resta lettera morta. “Il carcere è un quartiere di Ivrea”, si sente dire fra le menti più aperte della città. L’intento è quello di trasmettere inclusione, affermare che il carcere non è cosa avulsa dalla città, ma sua parte integrante. Ma il passaggio all’atto pratico, dalle belle parole alle azioni concrete, è pieno di ostacoli. La responsabilità, a mio parere, sta in due questioni. Da un lato, il cambio di direzione della Casa circondariale che ha ostacolato fino a cancellarle iniziative di scambio dentro-fuori, di comprensione del disagio, di prospettiva. Penso alla chiusura della redazione La Fenice o alla cancellazione di laboratori espressivi.
genteveneta.it, 1 settembre 2025 Nata nel 1999 per porre l’attenzione sul tema dell’adozione e dell’affido, cui dal 2003 è seguito l’accompagnamento dei figli delle detenute del carcere femminile della Giudecca all’asilo nido, l’associazione la Gabbianella e altri animali (con sede a Sacca Fisola) è stata guidata fin dalla sua fondazione da Carla Forcolin, che in prima persona si è spesa sul tema degli affidi, ma anche sulla questione della detenzione dei bambini accanto alle loro madri in carcere, intervenendo più volte in Parlamento sulle problematiche dei minori costretti a crescere dietro le sbarre.
di Alessandro Antonini
corrieredimaremma.it, 1 settembre 2025 Il progetto Semi si Carità della Caritas entrerà nel vivo nel mese di settembre. Entrerà nel vivo nel mese di settembre il progetto Semi di carità, promosso dalla Caritas, che prevede l’avvio di due percorsi pilota nei quartieri di Monteluce e Fontivegge con la costruzione di modelli di giustizia riparativa da mettere a servizio delle comunità. “Si tratta - spiega una nota della Caritas - di un percorso che inaugura una nuova fase per l’Umbria, ponendola sulla scia delle esperienze nazionali più avanzate nel campo della giustizia riparativa. Questo progetto getta le basi per un territorio più consapevole, equo e coeso, trasformando valori, principi e pratiche in opportunità concrete di crescita e rafforzando il senso di comunità”.
di Associazione “Dipende da me”
Ristretti Orizzonti, 1 settembre 2025 Una sala piena, nonostante altri eventi limitrofi e il delicato argomento, quella dell’evento “Le dipendenze nei penitenziari” che si è tenuto venerdì 29 agosto in Sala Dora Bassi a Gorizia. “La partecipazione attenta del pubblico penso dimostri quanto bisogno urgente c’è di risposte concrete, di cambiamenti sostanziali nell’ambito del sistema carcerario” afferma Michela Porta, giornalista e presidente dell’associazione “Dipende da me”. Durante la serata, infatti, sono emerse, tra operatori del settore, reali necessità di creare rete con un lavoro integrato tra Ser.D, CSM, Medicina penitenziaria e istituto penitenziario, e i benefici effettivi del lavoro sul singolo.
di Angela Lombardo
La Nazione, 1 settembre 2025 Anche l’attualità è cultura: la kermesse ha offerto spazi qualificati di approfondimento e riflessione. Tre giorni di un intenso e ricco flusso di idee e conoscenze premiati da una grande affluenza di pubblico. “E ora, dopo un fine settimana in cui siamo diventati più intelligenti, torniamo tutti stupidi per gli altri 362 giorni dell’anno”. È la frase che serpeggia tra i sarzanesi al termine di ogni edizione del Festival della Mente. C’è chi la pronuncia come battuta fra due risate. Chi con il rammarico di non avere altre manifestazioni di analogo rilievo nel resto dell’anno in città. Chi con un filo di invidia per essere escluso dall’organizzazione pur ritenendo di averne i meriti. Chi si sente sollevato per il ritorno a una sonnacchiosa normalità dopo tre giorni di gran trambusto.
di Francesca Pierleoni
ansa.it, 1 settembre 2025 Fuori concorso al Lido la serie ispirata dal film di Audiard. La realtà carceraria “non è ‘altra’, è uno specchio della nostra società in tutti i suoi aspetti, aiuta a comprendere il mondo in cui viviamo”. Ne è convinto Enrico Maria Artale, regista di Un prophète, la serie francese in otto episodi (ispirata dal capolavoro cinematografico del 2009 di Jacques Audiard, parte del team creativo è lo stesso) al debutto alla Mostra del cinema di Venezia fuori concorso e in onda su Canal+ nel 2026.
di Sara D’Ascenzo
Corriere della Sera, 1 settembre 2025 Lunedi alle 9.30 il documentarista veneziano sarà ospite nello spazio Che Spettracolo! al Festival di Venezia per la “Bussola” di Paolo Baldini. Racconta il suo progetto Laguna Film Lab: in 25 giorni realizzati cinque cortometraggi che raccontano Chioggia. C’è la laguna più conosciuta e celebrata, che bagna e asciuga l’eterna Venezia. E c’è la laguna più appartata, a Sud, dove l’acqua si ritira tra le voci dei pescatori, un universo di soprannomi che si attaccano come mitili sugli scogli ai nomi: Pecchie, Mela, Sale. Lì, tra le calli e i campi di Chioggia, ogni anno cinque giovani registi provenienti da tutto il mondo hanno l’occasione lunga venticinque giorni di raccontare la città con un cortometraggio che in meno di un mese viene pensato, scritto, girato e perfino proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia.
AFFARI SOCIALI
di Maurizio Ferrera
Corriere della Sera, 1 settembre 2025 Senza un ripensamento del sistema, c’è il rischio che crollino le politiche sociali. La sfida più difficile riguarda quei Paesi come l’Italia, meno esposti alla minaccia della guerra, meno coesi internamente e culturalmente. Un nuovo inizio o declino? Lo stato sociale è a un bivio storico, che richiede serietà di analisi e coraggio nelle azioni di governo. Questo tema cruciale per il futuro dell’Europa è stato al centro di un importante convegno internazionale (Espanet 2025) conclusosi venerdì scorso nell’Università Statale di Milano.
di Mario Iannucci e Gemma Brandi*
quotidianosanita.it, 1 settembre 2025 Il 29 agosto era il compleanno di uno di noi. Fra i regali ricevuti c’è stato un video nel quale Basaglia, con molta obiettività e misura, parla della possibile pericolosità sociale dei malati di menti. Già: si può negare finché si vuole che i depressi non si suicidino più degli altri, o che talune forme di malattia mentale (specie i deliri cronici) non comportino, in talune fasi della malattia, un cospicuo aumento della pericolosità sociale. Si può negare, ma in questo caso si sarà lontani da un buon esame di realtà e ci si avvicinerà al delirio.
di Gian Antonio Stella
Corriere della Sera, 1 settembre 2025 Ritardi e sciatteria: gli istituti non rispettano l’obbligo di dotarsi delle credenziali minime. I dati di due rapporti. Anche ieri due scosse. Entrambe 3.3 della scala Richter. Nella scia di altre migliaia, negli ultimi anni. Tutto “normale”, forse, per chi sa cosa sono i Campi Flegrei. Meno per chi ha letto lo sconcertante dossier di Tuttoscuola sulla sciatteria con cui gli edifici scolastici rispondono all’obbligo di dotarsi di cinque credenziali sulla sicurezza sismica e idrogeologica. Spiega dunque quel rapporto, elaborato sui dati 2023/2024 forniti dal governo il 14 luglio scorso, che nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Quarto e Monte di Procida, classificati “zona 2” cioè a rischio di “possibili forti terremoti” ci sono complessivamente 160 scuole delle quali 46 dell’infanzia e 50 della primaria, ospitate in 85 edifici scolastici.
di Chiara Sgreccia
Il Domani, 1 settembre 2025 Non una legge che definisca i cardini dell’educazione sessuo affettiva. Non un piano per garantire supporto psicologico in tutte le scuole. Ma riforme volte a irrigidire le norme attuali. A partire dal maggior peso attribuito alla condotta. La scuola si prepara a una “rivoluzione culturale”. Così ha più volte annunciato Giuseppe Valditara, da quando è ministro dell’Istruzione (e del Merito). L’ultima il 26 agosto, durante il suo intervento al Meeting di Rimini, a qualche giorno dalla riapertura della scuola. Che anche quest’anno, al contrario dei proclami, riaprirà grazie all’impegno dei precari (250 mila secondo le stime dei sindacati).
di Franco Giubilei
La Stampa, 1 settembre 2025 “L’intelligenza artificiale non può essere il miglior amico di un ragazzino, perché gli dà sempre ragione e non è una persona. Il fatto è che bisogna insegnare a usarlo, questo strumento potentissimo”. Don Andrea Ciucci, coordinatore della Pontificia accademia per la vita, è anche segretario generale della Fondazione vaticana RenAIssance per l’etica dell’intelligenza artificiale. Sui temi toccati nell’editoriale di ieri dal direttore de La Stampa Andrea Malaguti - lo spunto è il racconto di una madre del rapporto esclusivo del figlio 13enne con un chatbot, al punto da definirlo “il suo miglior amico”, appunto -, ha idee precise: “Il suo attaccamento all’Ai denuncia una fatica relazionale, e questo ragazzino sopperisce col chatbot a un’amicizia che non esiste”.
di Fabrizio La Rocca
Il Domani, 1 settembre 2025 In Italia le pubblicità al gioco d’azzardo sono illegali dal 2018, quando fu introdotto il decreto Dignità. Al contrario, in Francia queste pubblicità sono legali e possono essere trovate praticamente ovunque. Le società del settore aumentano le spese dedicate alle campagne di marketing, con poche restrizioni sul volume di pubblicità e sui tipi di media dove queste possono essere trasmesse. Le restrizioni principali riguardano i contenuti dei messaggi trasmessi dagli operatori. Dal 2020 è vietato presentare il gioco d’azzardo come un modo per guadagnarsi da vivere o ottenere successo sociale, così come utilizzare minori o, più in generale, fare riferimento al loro ‘universo’ nelle campagne pubblicitarie.
ESTERI
di Alessia Candito
La Repubblica, 1 settembre 2025 È salpata da Barcellona e Genova la nuova sfida al blocco navale della Striscia. Lo Stato ebraico avverte che non farà sconti a nessuno. “Non esiste un piano B, se non tornare con una flotta ancora più grande”. Sul Moll de la Fusta di Barcellona, pieno di gente e bandiere palestinesi per salutare la partenza delle prime barche della Global Sumud Flotilla, la flotta civile che punta a Gaza per portare aiuti e aprire un canale umanitario permanente, prima di imbarcarsi Greta Thunberg non mostra tentennamenti. “Abbiamo il privilegio di vivere in un pezzo di mondo libero e il dovere - sottolinea - di fare qualcosa contro il genocidio in corso e le complicità che lo permettono”. Ne sono convinti tutti gli equipaggi partiti ieri da Genova e Barcellona verso la Striscia.
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 1 settembre 2025 Le nuove autorità siriane intendono limitare le indagini: chi è al potere oggi ha fatto parte di gruppi armati che compivano sparizioni forzate. Sabato 30 agosto è stata la Giornata internazionale delle vittime di sparizione forzata: le conosciamo meglio col termine “desaparecidos”, coniato negli anni Settanta delle dittature militari nel Sud America e che purtroppo ha travalicato il periodo e la zona geografica, risultando attuale ancora oggi. In un rapporto intitolato “La verità è ancora sotto terra”, Amnesty International ha fatto il punto sulla situazione nello stato in cui finora, nel XXI secolo, c’è stato il maggior numero di persone scomparse: la Siria, dominata fino all’8 dicembre 2024 da Bashar al-Assad: dal 2011 oltre 100mila, cui devono essere aggiunte le migliaia di persone fatte sparire nel ...
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 1 settembre 2025 L’Iran espelle milioni di rifugiati verso un Paese in ginocchio, senza risorse e aiuti. Intersos: arrivano in un Paese che non conoscono più, un trauma anche culturale. A.R. è il primo a scendere dal camioncino che ha trasportato la sua famiglia da Islam Qala, sul confine tra Afghanistan e Iran, a Herat. È il primo a scendere e il più anziano, viaggia con la moglie, tre dei suoi quattro figli e i nipoti. Uno dei figli è rimasto in un centro medico di confine con la moglie che stava per partorire e non avrebbe potuto affrontare altre ore di viaggio. Si erano tutti trasferiti in Iran quattro anni fa, dopo la caduta di Kabul. Hanno cercato un lavoro, un alloggio, e ricominciato una vita lontani da casa. Una vita da esuli. Una vita faticosa e piena di restrizioni, ma tollerabile.
DOCUMENTI
Articolo. "La libertà restituita: qualche notazione e qualche proposta", di Caterina Scaccianoce
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dall'1 al 7 settembre 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
CONCORSI E BANDI