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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 16 settembre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 16 settembre 2025 Donatella Stasio racconta la storia di un ex detenuto. La sentenza della Consulta rimasta lettera morta “Il deserto affettivo specchio della nostra società”. Roba che “non si fa”, le aveva risposto di getto. Parlava del sesso in carcere: privazione che lui conosceva bene perché dentro c’era stato tanto. Eppure quella clamorosa sentenza della Consulta, la numero 10 del gennaio 2024 che nell’indifferenza collettiva dichiarava “incostituzionale il divieto di affettività per le persone detenute”, a lui non lo aveva scalfito neanche un po’: questione di rispetto e decenza, aveva tagliato corto, perché oggi in galera non ci sono le condizioni. Poi sono seguiti mesi di colloqui.
di Marco Montini
L’Identità, 16 settembre 2025 Rita Bernardini, presidente della associazione “Nessuno tocchi Caino”, è una donna forte, tosta, che quotidianamente opera per i diritti e le tutele dei detenuti: in questa intervista, la Bernardini accende ancora una volta i fari mediatici sulle complesse e delicate condizione delle carceri italiane e su ciò che la politica dovrebbe fare per risollevare una situazione sempre più emergenziale.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 16 settembre 2025 Un dato inquietante emerge dall’ultimo rapporto semestrale di Arci Porco Rosso: cittadini egiziani condannati in Italia per essere “scafisti” vengono trasferiti direttamente dai penitenziari ai Centri di permanenza per il rimpatrio. Da lì vengono deportati in Egitto, dove li attende una nuova incarcerazione con le stesse accuse. L’associazione ha documentato negli ultimi mesi diversi casi, concentrandosi su tre uomini deportati nell’autunno 2024 dai Cpr di Milo (Trapani) e Pian del Lago (Caltanissetta). Il contatto mantenuto con loro dopo il rimpatrio ha fatto emergere una realtà paradossale: “le persone detenute in Italia come scafisti vengono nuovamente arrestate all’arrivo in Egitto, in misura cautelare, con l’accusa di traffico di persone”.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 16 settembre 2025 Il percorso di Paolo Amico, che 35 anni fa partecipò all’omicidio del giudice Livatino. “Nella vita di un uomo ci sono volti e incontri che possono dare una direzione nuova all’esistenza”. Gli anni passati finora in galera sono trentacinque, diciassette dei quali in regime di carcere duro. Sta scontando l’ergastolo nella Casa di reclusione di Opera, alle porte di Milano. Condanna pesante, come pesante è il reato, come pesante è il fardello che continua a gravare sul cuore per ciò che ha fatto. Paolo Amico aveva 23 anni quando partecipò al gruppo di fuoco che il 21 settembre del 1990 uccise il giudice Rosario Livatino mentre andava al lavoro in auto lungo la statale Caltanissetta-Agrigento.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 16 settembre 2025 Il sindacato delle toghe ufficializza il Comitato e investe mezzo milione per la campagna contro la separazione delle carriere. Vanificato ogni barlume di speranza di vedere il testo del ddl sulla separazione delle carriere modificato in Parlamento, l’Anm è scesa ufficialmente in campo in vista del referendum costituzionale che dovrebbe tenersi nella prossima primavera. Lo ha fatto nel tardo pomeriggio di sabato quando alcuni membri del “parlamentino”, compreso il presidente Cesare Parodi, si sono recati da un notaio per formalizzare ufficialmente la nascita del Comitato “A difesa della Costituzione e per il No al referendum”.
di Michele Cozzi
Corriere del Mezzogiorno, 16 settembre 2025 Intervista a Franco Cassano, presidente della Corte di Appello di Bari: “L’obiettivo è colpire il Csm”. La riforma della giustizia ha avuto già diversi passaggi parlamentari, e sembra in dirittura di arrivo. Una battaglia ormai finita? “I sondaggi dicono che l’esito del referendum non è scontato. Stanno nascendo tanti Comitati referendari per contrastare la riforma. Nella società, a destra come a sinistra, c’è una forte tradizione attenta ai valori dell’onestà in politica e nell’amministrazione pubblica, e alla necessità di combattere le organizzazioni criminali, che s’interroga sull’opportunità di una riforma che, per ammissione di chi la propugna, non affronta i problemi della giustizia, e mira solo a limitare i poteri della magistratura.
di Simona Musco
Il Dubbio, 16 settembre 2025 Violenza sulle donne, continuano le polemiche per la sentenza di Torino. Il cortocircuito dell’Anm che difende i colleghi sotto attacco (e in realtà li bacchetta). Il comunicato diffuso dalla Giunta dell’Anm di Torino, teoricamente nato per difendere i giudici finiti nel mirino dopo la controversa sentenza sui maltrattamenti, si è trasformato in un boomerang. Più che protezione, appare come una bacchettata. Il testo, che in apparenza suona come una manifestazione di solidarietà, prende infatti - nemmeno troppo tra le righe - le distanze dal collegio di primo grado parlando di “considerazioni superflue e ultronee rispetto al profilo decisorio”.
Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2025 L’Associazione: “Grazie ai magistrati arretrato abbattuto con largo anticipo del 95% nel settore civile e del 25% nel settore penale”. “I magistrati continueranno a fare la loro parte, ma senza una presa d’atto chiara e senza interventi strutturali effettivi, il Paese rischia di fallire non solo l’appuntamento del 2026 ma anche, in prospettiva, l’obiettivo di rendere realmente efficiente il servizio giustizia: di ciò non si potrà addossare alcuna responsabilità alla magistratura”. È quanto si legge in un documento sul “dl Giustizia Pnrr” approvato a maggioranza dal Comitato direttivo centrale dell’Anm. “Spetta al legislatore e al Governo dimostrare che l’efficienza della giustizia è davvero una priorità per il Paese e non terreno di propaganda” si sottolinea.
di Conchita Sannino
La Repubblica, 16 settembre 2025 Grazie al progetto del Pnrr erano stati assunti a tempo determinato 12 mila addetti agli staff dei giudici. Le loro storie: “Preziosi per gli uffici, invisibili ai diritti”. Preziosi, ma inesistenti per le piante organiche di domani. Indispensabili per far andare avanti fascicoli e dibattimenti, civili e penali: al punto che a tanti di questi collaboratori dei magistrati è sostanzialmente impedito, oggi, di partecipare alla loro prima giornata nazionale di mobilitazione. La motivazione? “Purtroppo non si possono far saltare le udienze”. E tuttavia: invisibili ai diritti, destinati a uscire, come hanno ammesso il ministro Carlo Nordio e il suo vice Francesco Paolo Sisto. Verso l’ennesima precarietà.
di Adriano Arati
Corriere della Sera, 16 settembre 2025 Il terzo caso in un mese. Claudio Citro, 41 anni, è morto dopo essere stato colpito con il taser: avrebbe dato in escandescenze e gli agenti sarebbero intervenuti usando la pistola elettrica. Morto in ospedale poche ore dopo essere stato colpito da un taser nel tentativo di trattenerlo. Claudio Citro, 41 anni, residente a Reggio Emilia e originario di Salerno, è spirato nella mattinata di lunedì 15 settembre all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, dove era stato ricoverato verso le 6 al termine di una colluttazione con alcuni agenti della Polizia di Stato. L’uomo aveva diversi precedenti ed era stato coinvolto negli anni scorsi in un’operazione su fatti di usura ed estorsione.
di Simona Musco
Il Dubbio, 16 settembre 2025 In giunta per le autorizzazioni la memoria di Nordio, Piantedosi e Mantovano. Ribadita la linea dello stato di necessità. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, hanno depositato in Giunta per le Autorizzazioni a Montecitorio la loro memoria difensiva sul rilascio del generale libico Almasri, vicenda per la quale il Tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere. Si tratta di circa 23 pagine, come confermato dal presidente della Giunta, Devis Dori, che ha sottolineato il carattere di segretezza del documento, non rendibile pubblico sul sito della Camera. “Il contenuto si apprenderà dalle relazioni del relatore”, ha precisato il deputato dem Federico Gianassi.
di Simona Musco
Il Dubbio, 16 settembre 2025 Il Tar di Catanzaro, invece, ha dichiarato improcedibile il ricorso. E lui annuncia: “Vado in Palestina”. Nulla da fare: il Tar di Reggio Calabria ha confermato l’incandidabilità di Domenico Lucano, sindaco di Riace e candidato di Avs a supporto di Pasquale Tridico per le regionali in Calabria del 5 e 6 ottobre. Secondo le motivazioni, stando alla lettera d) dell’articolo 7 della Legge Severino, basta una condanna definitiva per qualsiasi reato commesso “con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio”, per una pena superiore a sei mesi, per stabilire l’incandidabilità.
di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*
Il Dubbio, 16 settembre 2025 La Corte Edu è chiamata a stabilire se si possa essere giudicati due volte per gli stessi fatti e puniti senza condanna: arriva un “assist” da una sentenza della Cassazione civile. Uno degli aspetti discussi nel ricorso Cavallotti c/Italia, pendente davanti alla Corte Edu riguarda l’esatta latitudine della presunzione di innocenza come declinata dall’art. 6 comma 2 della Convenzione europea dei diritti umani. In particolare, in base ai quesiti preliminari posti dalla Corte, le parti dibattono se una persona assolta nel processo penale possa essere considerata incidentalmente colpevole nel procedimento di prevenzione. Tale visione, più che su questioni attinenti al giudicato e al “ne bis in idem” (princìpi sino ad ora rifuggiti in forza della predicata autonomia tra i procedimenti), riposa sul principio di non contraddizione ordinamentale.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 16 settembre 2025 La nozione di medesimi fatti che fa scattare il divieto di celebrare un nuovo giudizio va applicata dal giudice che ne deve affermare la ricorrenza quando siano identiche le azioni sub iudice a quelle già oggetto di condanna. La Corte di giustizia Ue - con la sentenza sulla causa C-802/23 - ha affermato che in base al principio del ne bis in idem una persona non può essere sottoposta a un procedimento penale in un Paese Ue per un atto terroristico per cui è già stato condannato in un altro Stato membro, nonostante lì la qualificazione del reato sia diversa.
TERRITORIO
di Matilde Bicciato
Corriere del Veneto, 16 settembre 2025 Il presidente Rossi: “Le condizioni di vita in molti istituti di pena nel nostro paese sono insostenibili e l’Italia è anche stata condannata dalla corte europea dei diritti dell’uomo per trattamenti inumani e degradanti quotidiani, con suicidi sia dei detenuti che delle guardie carcerarie. Aumentano le persone dentro in carcere, diminuiscono i soldi, con una situazione che è critica. Padova non fa eccezione”: il drammatico bilancio che parla della popolazione detenuta è stato raccontato per primo dall’avvocato Francesco Rossi, in occasione della presentazione di “Le mie prigioni”, il recital prodotto dall’ordine degli avvocati e dalla camera penale di Padova.
La Nazione, 16 settembre 2025 La Procura Generale va dritta: la pena più alta per l’ispettrice capo della Polizia penitenziaria. In primo grado il giudice aveva riqualificato il reato in lesioni gravi. Tra sette giorni si torna in aula. Al processo d’appello in abbreviato per i presunti pestaggi nel carcere fiorentino di Sollicciano, il procuratore generale Ettore Squillace Greco ha chiesto la condanna per i nove imputati, tra cui una ispettrice capo e otto agenti di penitenziaria, a vario titolo per lesioni gravi e per tortura. Le pene richiesta vanno da 5 anni e 7 mesi a 3 anni e 10 mesi.
di Maria Grazia Frisaldi
foggiatoday.it, 16 settembre 2025 Per un difetto di notifica, l’udienza preliminare è slittata al 6 novembre quando le difese potranno sollevare eccezioni, tecniche o di merito, dinanzi alla Gup Massarelli. Pervenuta una sola istanza di costituzione di parte civile: si tratta dell’associazione Yairaiha Onlus. Per un difetto di notifica, slitta al prossimo 6 novembre l’udienza preliminare del processo sulle presunte torture avvenute nel carcere di Foggia.
parmatoday.it, 16 settembre 2025 La professoressa Veronica Valenti: “Ho sempre agito nel pieno rispetto della Costituzione, delle leggi nazionali e dei regolamenti comunali”. Con diciassette voti contrari, due favorevoli e una astensione, il Consiglio Comunale di Parma ha rigettato la mozione di revoca della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, professoressa Veronica Valenti. La richiesta, primo firmatario il capogruppo di Fratelli d’Italia, Priamo Bocchi, poggiava su presunti “comportamenti assai gravi”, che sarebbero consistiti in “ingerenze nel dibattito politico” da parte della professoressa Valenti.
di Fabio Albanese
La Stampa, 16 settembre 2025 Grazie a una onlus i primi quattro sono stati assunti in aziende del territorio. Uno sta dietro il bancone di un fast food a servire i clienti, un altro fa l’infermiere degli animali, altri due fanno i manovali nel cantiere del castello. Sono i primi detenuti del carcere di Novara ammessi al lavoro esterno grazie al progetto di “Seconda Chance”, un’associazione no profit del terzo settore nata 3 anni fa a opera della giornalista romana Flavia Filippi e che ha già dato un’opportunità di rinascita a centinaia di detenuti delle carceri di tutta Italia facendo incontrare domanda e offerta. Questi quattro sono i primi ad uscire con questo progetto di lavoro dal carcere di via Sforzesca che, peraltro, è una struttura super protetta perché ospita condannati in regime di 41 bis, anche se questi sono detenuti “comuni”.
Corriere di Verona, 16 settembre 2025 Il Centro Nav, grazie all’accordo tra Comune e carcere di Montorio, offrirà ai detenuti condannati per reati di violenza di genere dei percorsi psico-educativi di recupero. Sottoscritto l’accordo di collaborazione tra Comune di Verona, approvato dalla Giunta su proposta della vicesindaca e assessora alla parità di genere, Barbara Bissoli, e la Casa Circondariale di Montorio, alla presenza del Garante delle Persone Detenute, don Carlo Vinco, per l’attivazione ad opera del Centro N.A.V. - Non Agire Violenza dei Servizi Antiviolenza del Comune di percorsi psico-educativi rivolti agli uomini detenuti, condannati per reati sessuali, per maltrattamenti contro familiari e conviventi e per atti persecutori per i quali sia stato formulato un programma di trattamento individualizzato con finalità di recupero e di sostegno a carico del sistema penitenziario.
di Carmela De Rose
Corriere della Sera, 16 settembre 2025 La Casa Circondariale di San Vittore ospiterà martedì 30 settembre, dalle ore 15.30, il convegno nazionale dal titolo “Suicidi dentro e fuori il carcere: strumenti psicologici e giuridici di prevenzione e cura”. L’iniziativa è promossa da Anthea Group Milano, in collaborazione con l’Ufficio del Difensore Regionale di Regione Lombardia, e si terrà nella Sala Polivalente dell’istituto penitenziario. L’evento sarà moderato da Marina De Rose, referente per gli eventi culturali e area psico-criminologica di Anthea Group Milano.
di Luca Tescaroli
Il Domani, 16 settembre 2025 Il magistrato Luca Tescaroli racconta in un volume, pubblicato per Paper First, i fatti accertati sul biennio stragista 1993-1994 che ha insanguinato l’Italia, ma evidenzia anche i punti oscuri e le domande alle quali bisogna ancora dare risposta. Una volta esposte le verità accertate nel corso degli anni, occorre evidenziare che, in ordine ai fatti stragisti terroristico-eversivi del biennio 1993-94, dai processi celebrati, sono emersi spunti investigativi che hanno imposto e impongono di continuare a indagare per verificare se sia dimostrabile sul piano processuale una convergenza di interessi di ulteriori soggetti estranei al sodalizio mafioso nell’ideazione e nell’esecuzione dei delitti in questione.
AFFARI SOCIALI
di Francesca Ghirardelli
Avvenire, 16 settembre 2025 Tra i promotori ci sono realtà internazionali ma anche locali. Per l’Italia hanno firmato Asgi, Ics di Trieste e Naga di Milano: “Il testo presentato dalla Commissione delinea misure coercitive”. Rimpatriare, mandare via in fretta, a casa loro, gli stranieri che non hanno diritto legale di restare nel territorio dell’Unione europea, e se non è possibile farlo, trasferirli altrove, anche verso Paesi dove non hanno mai messo piede prima. L’obiettivo della nuova proposta di Regolamento sui rimpatri nell’Ue, ripetuto di continuo ad ogni occasione pubblica, è di “avviare procedure più rapide, semplici ed efficaci” per allontanare le persone. Quello cioè che ancora oggi sembra non riuscire ai Paesi dell’Unione, visto che nel primo trimestre del 2025, secondo Eurostat, sono stati rimpatriati 28.475 cittadini extra-Ue a fronte di ...
di Franco Vaccari
Avvenire, 16 settembre 2025 La guerra non è un destino, ma una scelta. Una scelta folle, costruita giorno dopo giorno, passo dopo passo, comportamento dopo comportamento. Non rassegniamoci a questa logica. “Ineluttabile”. Ecco la parola che si sta insinuando, silenziosa e vischiosa, nei nostri pensieri. Prima come una paura indistinta, poi come dubbio sussurrato nei discorsi, infine come una certezza cupa che ci sembra ragionevole accettare: “La guerra è inevitabile”. È questo il virus che sta infettando le nostre coscienze. Lo si dice sottovoce, tra una sigaretta e un caffè: “Hai visto? Sta succedendo di nuovo”. “Eh, temo proprio di sì”, risponde l’altro. E quel cenno, quel consenso mormorato, è il primo mattone di una resa.
di Umberto De Giovannangeli
L’Unità, 16 settembre 2025 Paolo Ciani, Vicepresidente del gruppo Pd-Idp alla Camera dei deputati, è tra i promotori di Rete Civica Solidale: “Non semplicemente una associazione pacifista. Abbiamo proposte per contrastare le disuguaglianze, reagire ad una società individualista. Vogliamo essere l’alternativa ad una politica che si nutre dello scontro sociale”.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 16 settembre 2025 Allo State Farm Stadium di Glendale (Arizona), teatro di tre Super Bowl, fervono i preparativi per la cerimonia di domenica per ricordare Charlie Kirk, l’attivista assassinato lo scorso 10 settembre in un dibatto pubblico all’università dello Utah. Si chiamerà Building a Legacy, Remembering Charlie Kirk, sono attesi migliaia di attivisti e i principali esponenti della destra MAGA, Donald Trump in primis. Sarà un evento “grandioso”, promette lo stesso presidente, uno show mediatico- politico da ricordare per intere generazioni, la canonizzazione pubblica del protomartire della nuova destra americana. Ma anche una tragedia da sfruttare per imprimere ancora più forza all’azione politica del presidente Usa che ieri ha minacciato la proclamazione dello stato d’emergenza nella città di Washington.
di Benedetta Tobagi
La Stampa, 16 settembre 2025 Dopo l’omicidio Kirk, vediamo che in Italia, Meloni, con vari altri esponenti della destra di governo, e la stampa di destra che il governo sostiene, non solo appoggia e sposa acriticamente la retorica della vendetta del governo Trump, ma la estende alla situazione italiana, in maniera del tutto priva di fondamento. Anche questo è pericolosissimo e irresponsabile. “C’è un clima d’odio” dice Meloni. Questo è indubbio, l’estrema destra negli Usa e nel resto del mondo è in prima fila nell’alimentare un discorso pieno di odio, razzista, islamofobo, misogino, e nei fatti sostiene leader che disprezzano e calpestano il diritto internazionale praticando violenza indiscriminata sui civili e invasioni territoriali! Meloni però non prende le distanze dai suoi amici politici e dalla loro retorica virulenta. Accusa fantomatici altri.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 16 settembre 2025 Attraverso l’uso del linguaggio che disumanizza l’altro, Israele riesce a giustificare le violenze inflitte al popolo palestinese. Ieri il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha pubblicato sui suoi social un video che mostra una torre bombardata nella Striscia di Gaza, e la didascalia: “la torre del terrore al Ghafri si schianta in mare. Stiamo soffocando i focolai di terrorismo”. Il giorno prima aveva pubblicato un video che mostra la distruzione dell’Università Islamica a Gaza City, la cui didascalia recita: eliminare le fonti di incitamento e terrorismo. Mentre l’esercito israeliano si prepara a un’occupazione su vasta scala di Gaza City, intensificando le operazioni nel cuore urbano della Striscia, distruggendo torri residenziali e sedi universitarie che fungevano da rifugio per gli sfollati, emerge con sempre maggiore ...
di Francesca Paci
La Stampa, 16 settembre 2025 Intervista alla premio Nobel per la Pace Narghes Mohammadi a tre anni dalla morte di Mahsa Amini: “La sfida delle ragazze a capo scoperto Gaza? La Repubblica islamica utilizza le tensioni internazionali e le guerre regionali per reprimere ancora di più”. Quando il 16 settembre di tre anni fa il mondo scopriva che la ventitreenne iraniana Mahsa Jina Amini era morta dopo tre giorni di coma per le percosse della polizia religiosa accanitasi su una ciocca sfuggita al chador, pareva che sarebbe finita nel silenzio, l’ennesima vittima inghiottita dal gorgo cieco della teocrazia sciita. Non è andata così, decine di migliaia di donne e di uomini hanno riempito le strade al grido di “donna, vita, libertà” sfidando, con i pasdaran, il sistema dell’apartheid di genere.
DOCUMENTI
Intervista a Gian Luigi Gatta: "Il diritto penale tra riforme e futuro"
Articolo: "Separare la formazione dei magistrati?", di Manfredi Bontempelli
Tesi di laurea: "La realtà invisibile. L’alienazione nelle e delle carceri", di Virginia Rapone
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 21 settembre 2025
Convegno. "50 Anni di Ordinamento penitenziario: a che punto siamo?" (Firenze, 29 settembre 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
CONCORSI E BANDI