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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 8 ottobre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)
di Patrizia Meringolo
Il Manifesto, 8 ottobre 2025 Ognuno di noi è un ex-qualcosa. Ma se lo stigma della colpa è indistruttibile, allora diventa inutile lavorare sul carcere. In occasione del Festival Nuova Città 2025 - Abitare il confine, promosso dalla Fondazione Giovanni Michelucci di Firenze, si è parlato anche di carcere e di possibilità di inclusione per le persone detenute, un tema caro all’architetto Michelucci, progettista del Giardino degli Incontri del carcere di Sollicciano. Accanto ai problemi posti dal permanere in una istituzione totale, non sono secondari quelli legati all’uscirne, liberandosi dal peso dello stigma. È una sorta di corollario del “buttare via la chiave” per i condannati, un ammonimento, cioè, che - pur uscendo a pena conclusa - saranno sempre in qualche modo “dentro”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 8 ottobre 2025 La Corte Suprema respinge il ricorso del ministero della Giustizia e conferma: sì ai colloqui intimi per il detenuto in alta sicurezza. La vittoria dell’avvocata Di Credico dopo una battaglia di oltre un anno. La Cassazione ha messo la parola fine. Con la sentenza numero 32376 del 15 luglio 2025, da poco depositata, la Prima Sezione penale ha respinto il ricorso del ministero della Giustizia e stabilito in modo definitivo che il detenuto in regime di alta sicurezza nel carcere di Parma, ha diritto ai colloqui intimi con la moglie. Non è una concessione, non è un privilegio: è un diritto costituzionale che lo Stato deve garantire. Punto.
di Carmelo Cantone* e Francesca Fasciani
vocididentro.it, 8 ottobre 2025 Più di una volta, negli anni e in situazioni diverse mi è stato chiesto: “Perché l’istituzione carcere viola così tanto i diritti della persona prescritti dalla Costituzione?”. Una domanda e un tema che ritorna nei dialoghi con addetti ai lavori, con gli stessi operatori penitenziari, spesso anche con il cittadino comune che non ha una comprensione specifica del mondo penitenziario ma che legge e commenta le notizie sul carcere. Gli anni passano e così questa domanda esprime sempre più malessere, perché è vero che il tempo non è trascorso invano nei percorsi del sistema penitenziario, ma più ci si allontana cronologicamente dagli anni delle riforme e più si avvertono le incompiutezze, le assurdità, gli errori e tanto altro.
di Giuseppe Ariola
L’Identità, 8 ottobre 2025 Il carcere non è solo espiazione della pena, ma anche rieducazione e formazione dei detenuti. Da queste pagine lo abbiamo scritto tante volte. La natura e la finalità del sistema carcerario italiano, nonostante una vocazione chiaramente punitiva, non si esauriscono nell’assicurare la reclusione a quanti sono condannati a una pena detentiva. Finalmente al ministero della Giustizia siede qualcuno che sembra avere presente questo principio. L’universo penitenziario e, più in generale, quello della giustizia prevedono, infatti, anche tutta una lunga serie di garanzie. Troppo spesso, purtroppo, passano in secondo piano. E questo accade sia a scapito degli indagati, che degli imputati, che dei condannati. Per quanto riguarda questi ultimi, la Costituzione prevede, tra le altre cose, che le pene “devono tendere alla rieducazione del condannato”.
di Raffaella Tallarico
gnewsonline.it, 8 ottobre 2025 Durante l’esecuzione della pena, i detenuti terminano cicli di studio e ne iniziano di nuovi. Fino all’università, con un numero di iscrizioni in costante crescita. Nell’ultimo anno accademico gli studenti erano 1.837, 1.769 uomini e 68 donne; oltre il doppio rispetto al 2019, quando erano 796. Dati incoraggianti, che emergono dal report annuale della Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari (Cnupp). Cresce anche il numero di laureate e laureati ristretti. Se erano 27 nel 2020, 4 anni dopo sono più del doppio e arrivano a 55. Dei 1.606 detenuti iscritti a un corso di laurea - gli altri 231 sono in misura alternativa o di comunità o semiliberi - oltre la metà provengono dalla media sicurezza (870), seguiti dall’alta sicurezza (644). Particolare è poi il dato sui detenuti al 41 bis: degli oltre 700 sottoposti al regime del ‘carcere duro’, in 52 frequentano l’Università.
di Flavia Zarba
huffingtonpost.it, 8 ottobre 2025 Ho avuto il privilegio di entrare in uno degli istituti penitenziari più virtuosi d’Italia dove la pena non è solo detenzione ma soprattutto rieducazione. Ecco cosa ho visto. C’è una luce particolare che ho visto nei loro occhi. Non era solo la speranza, ma qualcosa di più profondo: la voglia concreta di cambiare, di ricominciare, di dimostrare - prima di tutto a sé stessi - che il passato non è e non deve essere una condanna eterna. Ho avuto il privilegio di entrare in uno degli istituti penitenziari più virtuosi d’Italia dove la pena non è solo detenzione ma soprattutto rieducazione. Durante i colloqui conoscitivi con i detenuti, candidati a un percorso lavorativo che consente l’inserimento all’esterno ex art. 21 dell’ordinamento penitenziario, ho percepito un’energia rara, autentica.
di Alberto Cisterna
Il Sole 24 Ore, 8 ottobre 2025 Cronaca di una sfida senza coraggio. È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 233 del 7 ottobre 2025 la legge 3 ottobre 2025, n. 148, recante la conversione del decreto legge 8 agosto 2025 n. 117, che reca “Misure urgenti in materia di giustizia”. La legge 148/2025 costituisce una sorta di alambicco destinato a distillare soluzioni di lungo periodo per l’apparato giudiziario italiano che vanno, quindi, ben oltre l’intento del Governo di porre rimedio al ritardo nel raggiungimento degli obiettivi del PNRR entro il 30.6.2026.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 8 ottobre 2025 I berlusconiani: prima il sì definitivo alla legge così com’è, le variazioni possono trovare spazio in altri provvedimenti. Clima tesissimo ieri durante una riunione dei deputati di maggioranza della commissione Giustizia di Montecitorio, allargata alla presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, al viceministro Francesco Paolo Sisto e al sottosegretario Andrea Delmastro. Secondo diverse fonti parlamentari, sarebbero risuonate urla, e più di qualcuno avrebbe abbandonato il tavolo prima del termine della discussione. Pomo della discordia: la proposta di legge sui limiti ai pubblici ministeri nel sequestro degli smartphone.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 8 ottobre 2025 Il documento del centrodestra: Nordio, Piantedosi e Mantovano hanno agito per difendere “interessi dello stato costituzionalmente rilevanti”, tutelando la vita e l’incolumità degli italiani presenti in Libia. Critiche al Tribunale dei ministri. Sul caso Almasri i ministri Nordio, Piantedosi e il sottosegretario Mantovano hanno agito per difendere “interessi dello stato costituzionalmente rilevanti”, tutelando la vita e l’incolumità degli italiani presenti in Libia sui quali, secondo quanto segnalato dai servizi segreti, pendevano minacce di atti ostili da parte della Rada Force, cioè la milizia guidata proprio da Almasri. Sarà questo il punto centrale della relazione, predisposta da Pietro Pittalis (FI), che la maggioranza presenterà in Aula giovedì mattina in occasione del voto sull’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale ...
di Giulio Cavalli
Il Domani, 8 ottobre 2025 Il ministro Matteo Piantedosi ha definito l’arma “uno strumento di dissuasione più sicuro dell’arma da fuoco”. Ma il vademecum operativo redatto dal Viminale nel 2018 non contiene limiti vincolanti su durata, frequenza o zone di mira. In più le linee guida non sono state mai aggiornate. Lunedì 6 ottobre, alle otto e mezza del mattino, i carabinieri sono intervenuti in via Nicola Fornelli, nel quartiere Chiaia di Napoli, per una lite domestica. L’uomo coinvolto, Antony Ehogonoh Ihaza, 35 anni, nato a Napoli da genitori nigeriani, era in stato di forte agitazione, secondo i primi verbali “nudo e in preda a crisi psicomotoria”.
di Luigi Mastrodonato
Il Domani, 8 ottobre 2025 La procura ha chiesto una seconda archiviazione per la morte di Igor Squeo. I consulenti della famiglia: “Schiacciato a terra, scomparsa la pistola elettrica”. Igor Squeo non è morto per overdose da cocaina. Ne sono convinti i familiari e ne sono convinti i medici che hanno redatto l’ultima relazione tecnica sulle cause del suo decesso. La storia risale al 12 giugno 2022 e riguarda un 33enne che morì per arresto cardiocircolatorio nel corso di un intervento di polizia nel suo appartamento di Milano. Sin dall’inizio il pm ha sposato la tesi dell’intossicazione da sostanza stupefacente e per questo ha chiesto l’archiviazione, a cui la legale della famiglia, Ilaria Urzini, ha fatto opposizione. Ora è arrivata una nuova richiesta di archiviazione, nonostante i molti punti che non tornano in questa storia.
di Luigi Mastrodonato
Il Domani, 8 ottobre 2025 “Il caso di Igor Squeo ne richiama altri del passato, casi che sembravano chiusi e che invece hanno portato alla luce violenze delle forze dell’ordine”, dice il sociologo di A buon diritto. Al fianco della famiglia Squeo, a sostenere la battaglia per la verità, c’è l’associazione A buon diritto. Il presidente è Luigi Manconi, che a Domani spiega le anomalie della morte di Squeo, che sono sovrapponibili a quelle emerse in tanti altri casi simili.
di Katiuscia Guarino
Il Mattino, 8 ottobre 2025 La vittima di 59 anni del Casertano, è morto ieri nel reparto di rianimazione dell’ospedale Moscati di Avellino, dove era stato ricoverato in seguito a un violento pestaggio avvenuto all’interno della Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di San Nicola Baronia. L’aggressione risale a lunedì 29 settembre. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo sarebbe stato brutalmente colpito da un altro ospite della struttura, un 32enne con problemi psichiatrici.
di Luca Marino
La Stampa, 8 ottobre 2025 La garante dei detenuti Diletta Berardinelli: “Il lavoro in carcere è un fattore determinante per il reinserimento nel tessuto sociale dei detenuti”. Uscire dal carcere dovrebbe significare ricominciare, ma come si può ricominciare se nessuno ti dà una possibilità? Il sistema è pensato per punire, non per rieducare. Daniele è un ex detenuto. Il nome è di fantasia. Così denunciava 10 anni fa in uno studio del 2017 del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. E oggi la situazione non è cambiata. Lavorare è essenziale per rientrare in società dopo il carcere, ma è una possibilità remota per molti ex detenuti.
youtg.net, 8 ottobre 2025 A renderlo noto è Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo diritti e riforme, che tramite un comunicato denuncia la forte carenza di personale del settore all’interno della struttura penitenziaria. “È a rischio la continuità assistenziale dei detenuti con patologie psichiatriche e tossicodipendenze nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta. È urgente un’integrazione del personale anche per evitare che la situazione possa degenerare”, spiega Caligaris. Nonostante gli sforzi da parte dei sanitari nel carcere, come spiegano dall’associazione, per migliorare la qualità dei servizi, la carenza di personale rischia di creare apprensione tra i familiari dei detenuti.
di Nicolò Delvecchio
Corriere del Mezzogiorno, 8 ottobre 2025 “Il meccanismo è semplice: ogni detenuto che arriva a Gorgona, lavora. E tutta l’isola va avanti grazie ai detenuti, che fanno funzionare la comunità in cui si trovano”. Giuseppe Renna, leccese di 62 anni, è dall’aprile 2023 il direttore del carcere di Gorgona, struttura che occupa l’intera superficie della più piccola isola dell’arcipelago toscano. Ex vicedirettore del carcere di Lecce, da sette anni è in Toscana e in questo tempo ha girato diversi istituti della regione, trovando a Gorgona il migliore esempio pratico del concetto di “rieducazione del condannato”. E lì, sull’unica isola-carcere d’Europa, i detenuti contribuiscono a produrre un vino che costa anche 180 euro a bottiglia.
di Enrico Mattia Del Punta
La Nazione, 8 ottobre 2025 Mercoledì 8 ottobre alle 17.30 in piazzale dei Pini un incontro promosso da Periphèria e Camera Penale di Pisa con la direttrice del Don Bosco, Alice Lazzarotto. Cosa significa davvero parlare di giustizia quando si entra in un carcere? È la domanda al centro dell’incontro “Giustizia in carcere”, in programma domani, mercoledì 8 ottobre alle 17.30 in piazzale dei Pini, nell’ambito del Settembre Sangiulianese.
liguriaday.it, 8 ottobre 2025 Nella stagione 2025-26, l’Associazione Culturale Teatro Necessario compirà 20 anni di attività, un traguardo importante che testimonia la sua dedizione e il suo impegno per la cultura e l’inclusione sociale. La celebrazione di questo evento sarà un’occasione per riflettere sui risultati raggiunti e per guardare al futuro con nuove sfide e progetti. Oggi è stata presentata la stagione di queta istituzione culturale, che si nutre della passione e dell’amore che gli artisti manifestano ogni qualvolta hanno l’opportunità di esprimersi su questo palco.
di Andrea Scutellà
La Stampa, 8 ottobre 2025 Il cantautore Fabrizio Zanotti quest’anno ha portato la musica d’autore nei quartieri: Bellavista, San Giovanni e il carcere d’Ivrea, dove ha svolto un laboratorio di song writing di 120 ore. “L’atmosfera era molto forte, alcuni detenuti si sono emozionati e commossi. Probabilmente erano occhi lucidi in cerca di una vita normale”. Fabrizio Zanotti, 56enne cantautore eporediese, ha concluso la rassegna della musica d’autore Pixel con un concerto in carcere. Come Johnny Cash, verrebbe da dire. Corso Vercelli non è Folsom, però, “è un quartiere di Ivrea”. E questo Zanotti ci tiene a sottolinearlo. Perché Pixel quest’anno ha avuto il pregio di mettere in pratica quello che molti predicano da tempo: portare davvero la buona musica e più in generale gli eventi nei quartieri.
AFFARI SOCIALI
di Vincenzo Trione
Corriere della Sera, 8 ottobre 2025 L’Occidente è stato scosso di nuovo da tragedia. È come se avvertissimo il bisogno di difenderci dentro le parentesi protettive del divertimento effimero, portati a coltivare luoghi comuni, pigrizie mentali, partiti presi. La profezia di Moravia. Intervistato da Carlo Mazzarella, nel 1958, con intelligenza critica, il grande romanziere coglie un paradosso. Viviamo in un’epoca profondamente tragica, ma abitata da uomini che non hanno alcun senso del tragico. “Preferiscono le occupazioni frivole: le canzonette e le commedie”.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 8 ottobre 2025 La maggioranza cerca l’intesa sul ddl in vista della decisione sulla legge regionale della Toscana. Anche questa volta i tempi li detta la Consulta, che a inizio novembre tornerà sul tema del fine vita per dipanare lo scontro tra la Toscana e il governo. Che aveva impugnato la norma approvata la scorsa primavera dalla Regione a trazione dem per rivendicare la competenza sul dossier. Nel frattempo anche la Sardegna ha fatto da sé. E altre regioni potrebbero seguirla a ruota, se non arriverà lo stop della Corte Costituzionale. La maggioranza questo lo sa, e pur coltivando un cauto ottimismo sul verdetto dei giudici, vuole farsi trovare preparata anticipando la sentenza con il lavoro del Parlamento.
di Lorenzo D’Avack
Il Dubbio, 8 ottobre 2025 I dati che emergono dal rapporto periodico del Centro Nazionale Trapianti (CNT), diffuso in vista della Giornata nazionale della donazione e il trapianto di organi e di tessuti che si celebra l’11 Aprile di ogni anno, confermano che i “no” alla donazione degli organi nella Carta di identità sono saliti del 3,4% rispetto al 2024. Questi dati dovrebbero di necessità incrementate le campagne di sensibilizzazione a favore della donazione del corpo post mortem, con l’obiettivo di far comprendere ai cittadini la rilevanza etica e solidarista di tale genere di atti dispositivi. Forse non tutti noi ci rendiamo conto che disporre del proprio corpo dopo la morte è un atto donativo, ricollegabile a valori di libertà e di solidarietà riconosciuti dall’etica e dal diritto.
di Simone Alliva
Il Domani, 8 ottobre 2025 La relatrice accusò Sanremo di “propaganda trans”. Affidato alla deputata FdI Maddalena Morgante, senza formazione medica o psicologica ma “cultrice di diritto del turismo”, il disegno di legge arriva in commissione mercoledì 8 ottobre: diagnosi vincolanti, registro nazionale e supervisione ministeriale sotto il controllo politico di Schillaci e Roccella. Un tavolo tecnico durato un anno e cinque mesi, dibattiti accesi, proteste da parte dei genitori di figli con varianza di genere e qualche slogan.
di Michele Gambirasi
Il Manifesto, 8 ottobre 2025 La sentenza del Consiglio di Stato dopo il ricorso di Asgi e Cittadinanzattiva. Nei Cpr non è garantito un adeguato livello di assistenza sanitaria. Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata ieri, che ha parzialmente annullato un decreto del Viminale del marzo 2024 contenente lo schema di capitolato d’appalto per la gestione e il funzionamento dei Centri per il rimpatrio. La decisione, nata da un ricorso presentato dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) e da Cittadinanzattiva, contesta in modo specifico le parti riguardanti l’assistenza sanitaria, le spese mediche e il personale, “con particolare attenzione alle previsioni a tutela delle persone trattenute con vulnerabilità psichiatrica o sottoposte a trattamento farmacologico”, soprattutto rispetto alla necessità di evitare atti di autolesionismo o di suicidio.
di Maurizio Assalto
Avvenire, 8 ottobre 2025 La crisi del principio di deterrenza atomica in un contesto di disordine geopolitico genera molti timori. Pensando alla massima di Cechov sul teatro. Un celebre principio drammaturgico noto come “la pistola (o il fucile) di Cechov” afferma che se all’inizio di una pièce compare un’arma da fuoco, prima del sipario quell’arma avrà necessariamente fatto fuoco. Nella sua forma originaria, espressa dall’autore russo in una lettera del 1° novembre 1889 al regista Aleksandr Lenskij, il pensiero suonava così: “Se nel primo atto c’è un fucile appeso al muro, nel secondo o terzo atto deve assolutamente sparare. Se non deve sparare, non deve stare lì”.
di Widad Tamimi
Il Manifesto, 8 ottobre 2025 Due anni dopo, il 7 ottobre non è più soltanto una data impressa nel calendario del dolore: è una linea di frattura nella coscienza del mondo. Quel giorno ha scosso le fondamenta del diritto internazionale, della politica e persino della percezione morale che l’umanità ha di se stessa. Rileggere oggi quella tragedia significa guardare non solo alle 1.194 vite spezzate in Israele, ma anche alle decine di migliaia di palestinesi uccisi, feriti o sfollati nella risposta che ne è seguita. Significa riconoscere che la catena di violenze non è iniziata né finita allora, ma che da quel giorno la giustizia ha cominciato a reclamare con più forza il proprio spazio.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 8 ottobre 2025 L’inferno nella prigione di Ramon: “Mi hanno bastonato e fracassato la testa”. Nella prigione di Ofer c’è un’ala chiamata sezione 23, la sezione per i prigionieri di Gaza. Ammar Jawabra era nella sezione accanto, la 24. Di notte Ammar poteva sentire le urla dei detenuti; poi quando le urla cessavano, le guardie carcerarie cominciavano a bussare a ogni porta. Avevano dato un nome a tutte le stanze. Gridavano: la stanza dei cani deve abbaiare, e i detenuti abbaiavano; poi era la volta della stanza degli asini, e i detenuti ragliavano. Di quelle notti Ammar ricorda il rumore del ferro che sbatte sulle porte, indice che stavano per iniziare gli abusi, ricorda l’umiliazione, ricorda l’impotenza. E, di quella prigione, ricorda la nudità. Le notti in cui le guardie carcerarie entravano, chiedevano ai detenuti di togliersi maglietta ...
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
Incontro-dibattito: "Carcere e lavoro: quali opportunità per le imprese" (Torino, 9 ottobre 2025)
Convegno. "Salute mentale e carcere" (Roma, 10 ottobre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 12 ottobre 2025
Festival della Giustizia Riparativa (Bassano del Grappa-VI, dal 23 al 25 ottobre 2025)
Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Casa circondariale di Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI