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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 5 ottobre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
di Irene Famà
La Stampa, 5 ottobre 2025 La sfida del carcere è reinserimento e recupero sociale: lo stabilisce la Costituzione, lo vuole il senso comune di speranza e umanità. E questa sfida, quando si tratta di ragazzi, è ancora più rilevante e significativa. Il passaggio dagli istituti penitenziari minorili a quelli per adulti è estremamente delicato e complesso, soprattutto quando si hanno davanti diciottenni o poco più: troppo grandi per stare con detenuti adolescenti, troppo piccoli per scontrarsi con il mondo dei reclusi adulti.
di Antonella La Morgia
vocididentro.it,
5 ottobre 2025 È ripartito a settembre
il digiuno a staffetta “per un carcere umano” per denunciare le
condizioni degli istituti di pena, iniziativa che si aggiunge a quella di
Rita Bernardini per sollecitare misure contro il sovraffollamento.
L’iniziativa che ha unito avvocati delle camere penali e magistrati si è
spontaneamente estesa attraverso i social anche ai cittadini. L’idea è
nata ai primi di luglio davanti ad un caffè di Milano. Ce lo ha raccontato
il magistrato Stefano Celli a cui abbiamo rivolto alcune domande. Stefano
Celli è pubblico ministero presso la Procura di Rimini e vicesegretario
generale dell’ANM. Ha lanciato l’iniziativa insieme all’Avvocata
Valentina Alberta, ex presidente della Camera penale di Milano. Per aderire
al digiuno a staffetta si può inviare una mail all’indirizzo
di Silvia Guidi
L’Osservatore Romano, 5 ottobre 2025 “Sono in un tunnel e, dopo tutto quello che ho vissuto in Libia, vedo solo nero”. È la voce di un detenuto straniero in Italia. Una voce che racconta non solo la sua storia, ma quella di tanti altri. Perché, in carcere, nessuno sta bene, ma c’è chi sta peggio, rinchiuso non solo da quattro mura di cemento, ma anche dalle mura delle differenze linguistiche e culturali. Il sistema carcerario italiano attraversa una crisi profonda. Dall’inizio dell’anno, sessantuno persone si sono tolte la vita. Il sovraffollamento è pari al 135,5%, che vuol dire semplicemente che dove dovrebbero stare 100 detenuti ce ne sono 135. In mezzo a loro c’è Amin.
di Claudia Guasco
Il Messaggero, 5 ottobre 2025 Nel penitenziario Due Palazzi saranno inaugurati domani i locali per permettere ai detenuti incontri intimi. È il primo test in assoluto Italia e durerà quattro mesi. Una stanza con letto, televisore e bagno attiguo, senza possibilità di essere chiusa dall’interno. Si chiama stanza dell’amore e da domani sarà a disposizione dei detenuti del carcere Due Palazzi di Padova. Per due ore e mezza, in totale riservatezza, potranno incontrare la moglie o la compagnia, rinsaldare il legame affettivo, ritrovarsi nell’intimità in un ambiente il più possibile domestico. Un’iniziativa con l’unico precedente già avviato nella casa circondariale di Terni, e altri in fase di elaborazione, che passeranno per una fase sperimentale. Quattro mesi, ha deciso la neodiretta Maria Gabriella Lusi, poi si tireranno le somme.
di Riccardo Magagna
Il Gazzettino, 5 ottobre 2025 Favero (Ristretti Orizzonti): “Era necessaria”. Vona (Sappe): crea problemi. L’amore unisce, l’amore divide. Lunedì, come anticipato ieri da Il Gazzettino, partirà la sperimentazione per quattro mesi delle “stanze dell’amore”. L’affettività apre dunque le sbarre delle celle padovane e così molti cuori possono ricomporsi, a spezzarsi in due invece è l’opinione: da una parte c’è soddisfazione per questo traguardo dall’altra, invece, crescono le preoccupazioni soprattutto per ciò che potrebbe entrare dall’esterno e sfuggire alla sorveglianza.
di Claudia Guasco
Il Messaggero, 5 ottobre 2025 Finalmente. La stanza dell’amore nel carcere di Padova inserisce l’Italia in un quadro normativo europeo e internazionale nel quale misure di questo tipo già esistono. Ci porta anche in un ambito di legalità costituzionale che non è un’iniziativa meritoria, ma deriva da una sentenza che obbliga il sistema a uniformarsi. Purtroppo non accade ovunque, nelle nostre visite verifichiamo che in alcuni istituti si sta ragionando sulla creazione di questi spazi, in altri non ci si pensa nemmeno. È un traguardo importante anche se difficile da raggiungere, Padova dimostra che si può fare”, riflette Alessio Scandurra, coordinatore dell’Osservatorio Antigone sulle condizioni di detenzione.
Il Mattino, 5 ottobre 2025 L’uomo, 56 anni, è stato stroncato da un infarto. La polemica: “In stanze con 10 persone impossibile anche aprire la finestra”. Un 56enne detenuto nel carcere di Poggioreale a Napoli è morto ieri sera, stroncato da un infarto. A darne notizia è il garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, che questa mattina ha visitato il carcere di Poggioreale e il reparto nel quale ieri sera è morto il 56enne italiano. Nel carcere, ricorda Ciambriello, “sono presenti 2.137 persone. Fino al 31 luglio di quest’anno vi sono stati 2 suicidi, 24 tentativi di suicidio, 196 atti di autolesionismo, un decesso per cause da accertare e 9 decessi per cause naturali. A oggi, in Italia 182 morti in carcere, di cui 65 suicidi, 5 in Campania”.
di Barbara Morra
La Stampa, 5 ottobre 2025 Si è concluso con una condanna a due mesi il singolare processo a T.R., 45 anni, detenuto presso la casa circondariale di Cuneo, imputato per interruzione di pubblico servizio. Il motivo? Un’ora intera trascorsa aggrappato alle griglie anti-scavalcamento del “passeggio” interno del carcere, durante l’ora d’aria. Era il 4 ottobre 2021 quando l’uomo, al termine delle due ore previste all’aperto, si è rifiutato di rientrare in cella. Tre agenti di polizia penitenziaria, come ricostruito in aula, lo hanno invitato più volte a scendere, ricevendo in cambio solo una richiesta perentoria: “Voglio una cella singola!”. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Alessandro Bombardiere, la protesta plateale ha inevitabilmente bloccato il normale svolgimento delle attività di sorveglianza dell’istituto, da qui l’accusa di ...
La Nazione, 5 ottobre 2025 Partito il corso autunnale della scuola degli Scalpellini di Firenzuola riservato ai detenuti tra i 19 e i 29 anni, organizzato nell’ambito del Progetto Serena (dal nome della pietra) da Associazione Volontariato Penitenziario, dall’Associazione Seconda Chance impegnata nell’inclusione lavorativa dei detenuti, e dall’Associazione Scalpellini di Firenzuola, della quale fanno parte i maestri che introdurranno i giovani ai segreti di un mestiere che rischia di scomparire. Fino al 30 novembre, tutti i sabati e le domeniche, cinque giovani detenuti nell’Istituto penale minorile, nel carcere di Sollicciano e nell’Istituto Gozzini, accompagnati dai tutor, raggiungeranno Firenzuola per prendere confidenza con la pietra serena - dalla visita alle cave a quella del Museo della pietra serena - e soprattutto imparare i rudimenti del ...
varesenews.it, 5 ottobre 2025 Il cappellano del carcere Don David Maria Riboldi e l’ex politico Nino Caianiello: lanciano un appello alle istituzioni affinché si superi l’idea puramente punitiva del carcere: “In cooperativa solo uno su 35 è tornato dentro”. Non finisce tutto con la scarcerazione. Anzi, spesso il vero percorso di reinserimento inizia proprio lì, fuori dai cancelli del carcere, dove però mancano strutture e strumenti adeguati per accompagnare chi ha scontato la propria pena verso una nuova vita.
di Antonia Fama
collettiva.it, 5 ottobre 2025 Dall’1 al 16 ottobre Torino ospita la quinta edizione, promossa dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema. Film, spettacoli, laboratori tra dentro e fuori. Torna a Torino, per la sua quinta edizione biennale, LiberAzioni, il festival delle arti dentro e fuori il carcere, che dal 1° al 16 ottobre proporrà film, spettacoli, presentazioni, laboratori a ingresso libero. Fra gli ospiti Andrea Pennacchi, Daniele Mencarelli, Paola Bizzarri, Celina Escher, Edgardo Pistone e la compagnia Voci Erranti. Due settimane, dedicate al dialogo tra le persone detenute e il resto del mondo, per costruire ponti attraverso l’arte. Il festival è promosso da un gruppo di associazioni culturali e del terzo settore, coordinate dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema.
di Claudia Labati
Libertà, 5 ottobre 2025 Nel podcast di Elisabetta Fusconi prodotto da Radio 24. La storia del nostro Paese si ricostruisce anche grazie alle voci. Grazie a questo bellissimo e completo podcast “Zitta e Buona” di Elisabetta Fusconi, prodotto da Radio 24, riusciamo ad immergerci completamente negli anni tremendi e sanguinari del terrorismo in Italia: voci che escono a un “mangianastri” - come lo chiamava mia nonna - un po’ metalliche, sporcate dall’imperfezione, ma che ci ricordano quanto la memoria sia un atto di resistenza civile. L’autrice si imbatte in un articolo di Giovanni Bianconi che ricordava la storia di due donne vittime della furia brigatista: Germana Stefanini, 57 anni, dipendente penitenziaria a Rebibbia, addetta allo smistamento dei pacchi per le detenute, e Giuseppina Galfo, medico penitenziario nello stesso carcere ...
di Vittorio Pelligra
Il Sole 24 Ore, 5 ottobre 2025 Resta da chiedersi se davvero la vita morale possa essere compressa in un calcolo. John C. Harsanyi è nato tra le macerie della storia nella Budapest del 1920 e cresciuto nel clima inquieto dell’Europa dei totalitarismi. Brillantissimo negli studi nel 1944 si laurea in farmacologia. Durante l’occupazione nazista, in quanto ebreo, viene rinchiuso in un campo di concentramento e costretto ai lavori forzati. Riesce a salvarsi grazie ad una fuga rocambolesca e alla protezione che trova in una comunità di gesuiti.
di Cristina Dell’Acqua
Corriere della Sera, 5 ottobre 2025 Con ChatGpt e con gli altri strumenti di Ai l’apprendimento non sarà più come prima. L’insegnamento forse sì. Immaginiamo di entrare in un pensatoio, un luogo dove si va solo per riflettere, e incontrare Socrate che lì vive, almeno nella fantasia del poeta comico Aristofane. Socrate, nelle Nuvole del 423 a.C., vive appeso a una cesta, è un bizzarro imbroglione che corrompe i giovani insegnando loro come vincere discussioni anche quando hanno torto. E nella sua scuola prende vita un dibattito singolare tra il Discorso Giusto e il Discorso Ingiusto: il primo sostenitore di una educazione tradizionale. E sarà sconfitto; il secondo di una più spregiudicata che spinge solo a godersi la vita. Una pagina di attualità, non solo greca, che provoca e domanda: quale strada avrebbe dovuto prendere Atene per rendere ...
di Simonetta Sciandivasci
La Stampa, 5 ottobre 2025 Sui ragazzi avevamo sbagliato le previsioni. Come facciamo quasi sempre, su tutto. Perché le nostre previsioni sono, in verità, decisioni: piccoli esercizi di controllo sulla realtà, e in certi casi guerre alla realtà. Ci confortiamo con le letture più facili, le deduzioni veloci, e le usiamo per stabilire come andrà. Avevamo previsto che gli adolescenti, i ventenni, gli universitari, i ragazzi italiani, e di tutto il mondo, di questo tempo, si sarebbero alzati dai divani solo per ricaricare gli smartphone, e che solo e soltanto da lì avrebbero condotto le loro battaglie: avevamo deciso che sarebbe andata così. Avevamo deciso che erano una generazione troppo fragile e smidollata, viziata e acerba, privilegiata e frammentata, per guidare una rivoluzione, o anche solo individuare un punto comune da tenere fermo ...
di Marco Aime*
Il Domani, 5 ottobre 2025 Ogni manifestazione è un rituale e in quanto tale serve a farci riconoscere come parte di una collettività. Quelle donne, quegli uomini di ogni età e provenienza marciano per le città, si toccano, si vedono, si contano. E quindi non possiamo leggere le loro azioni solo come “contro” qualcosa: mostrano anche un senso di comunità ritrovata. Strade traboccanti, piazze gremite, gente di ogni età che cammina gomito a gomito, sfiorandosi, stringendosi, sorridendosi. Sorridendosi sì, perché queste manifestazioni non vanno lette solo in termini “contro”. Certo, si è lì per condannare, ma la forza della condanna sta proprio nell’esserci con il proprio corpo. In un’era in cui le nostre comunicazioni passano sempre di più attraverso dei media che ci smaterializzano, che ci riducono a pixel, il corpo riacquista un valore ...
di Alessandro De Angelis
La Stampa, 5 ottobre 2025 L’ex segretario della Cgil: “In piazza più movimenti, un popolo che non si spiega con vecchie categorie”. In piazza a Genova c’era anche Sergio Cofferati, il “Cinese”. Uno che di mobilitazioni se ne intende. Da segretario della Cgil riempì, nel lontano 2002, il Circo Massimo con tre milioni di persone a difesa dell’articolo 18: “Vedo, in tutte le manifestazioni di questi giorni, tutta un’altra storia rispetto a un’antica tradizione nelle relazioni tra partiti o sindacati e popolo. E sarebbe un errore mettere a questa storia le braghe di ciò che si conosce. Rischi di non capire “chi sono” e “cosa vogliono” quelli che manifestano”.
di Andrea Malaguti
La Stampa, 5 ottobre 2025 “L’utopia è come l’orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L’orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l’utopia? A questo serve: a camminare”. Eduardo Galeano.
di Andrea Carugati
Il Manifesto, 5 ottobre 2025 I quattro parlamentari di Pd, Avs e M5S rientrati in Italia: “Ci hanno chiamato terroristi, senza acqua e al gelo e privi di assistenza legale. Preoccupati per i 15 italiani ancora detenuti, serve una forte pressione diplomatica”. “Meloni? Non ci ha neppure chiamati”. La portavoce Delia annuncia due esposti alla procura di Roma per sequestro di persona. Stanchi, impauriti, ma combattivi. I quattro parlamentari italiani della Flotilla si presentano in conferenza stampa con un pensiero fisso: i compagni ancora detenuti nelle carceri israeliane, fuori da ogni diritto (una quindicina dopo il rientro di 26 ieri notte). “Il nostro appello è a rilasciare tutti i connazionali detenuti. La pressione diplomatica deve essere molto forte”, dice Arturo Scotto del Pd. Lo ripetono anche gli altri tre, la dem Annalisa Corrado ...
di Francesco Scoppola* e Andrea Turchini**
Avvenire, 5 ottobre 2025 “Il contrario della guerra non è la pace, ma la capacità di costruire relazioni di fraternità”. Queste parole di Alberto, volontario di Operazione Colomba e impegnato a Kherson, città ucraina che patisce pesanti attacchi dalle truppe russe, ci hanno accompagnato nel nostro viaggio in Ucraina. Siamo partiti per vivere il Giubileo della Speranza, organizzato dal Mean (Movimento europeo di azione Nonviolenta) raccogliendo l’invito del Nunzio apostolico in Ucraina e dei vescovi di Kharkiv. Ognuno e ognuna di noi in questi anni di guerra si è posto la domanda drammatica: “Che cosa posso fare per cambiare le cose?”; è una domanda umanamente frustrante e depressiva se non ci si lascia prendere dalla tentazione dell’indifferenza: noi abbiamo scelto di venire in Ucraina per cercare di costruire legami di ...
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 6 al 12 ottobre 2025
Convegno. "Salute mentale e carcere" (Roma, 10 ottobre 2025)
Festival della Giustizia Riparativa (Bassano del Grappa-VI, dal 23 al 25 ottobre 2025)
Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Casa circondariale di Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
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