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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 5 novembre 2025
di Stefano Baudino
L’Indipendente, 5 novembre 2025 Il sistema penitenziario italiano continua a mostrare crepe profonde. Con un tasso di sovraffollamento che ha superato il 135%, oltre 63.000 persone sono detenute in spazi concepiti per meno di 47.000. In un solo anno, la popolazione detenuta è cresciuta di 1.336 unità. È in questo scenario che l’associazione Antigone lancia una campagna e una petizione per riportare la detenzione “entro i confini della Costituzione”. Il dato più eclatante arriva dagli Uffici di Sorveglianza: nel 2024 sono state accolte 5.837 denunce per trattamenti inumani o degradanti, il 23,4% in più rispetto all’anno precedente. Un numero che supera persino quello della condanna europea del 2013, la sentenza Torreggiani, che vedeva circa 4mila ricorsi pendenti.
Ristretti Orizzonti, 5 novembre 2025 Rischia di compromettere molti dei progetti faticosamente portati avanti da cooperative, associazioni, mondo dell’educazione e di tutto il Terzo settore. Con la Circolare n. 454011 del 21.10.2025 a firma del DAP- Direttore Generale dei detenuti e del trattamento, si è previsto che l’autorizzazione per gli eventi da svolgersi presso gli istituti ricomprendenti circuiti a gestione dipartimentale (ossia Alta Sicurezza, Collaboratori di Giustizia, 41 bis) debba sempre essere richiesta alla sopra citata Direzione Generale, anche se previsti per soli detenuti del circuito di media sicurezza presenti nel medesimo Istituto.
teleantenna.it, 5 novembre 2025 La Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Friuli Venezia Giulia esprime forte allarme per la circolare n. 454011 del 21 ottobre 2025, firmata dal Direttore Generale dei detenuti e del trattamento Ernesto Napollilo, che introduce nuove restrizioni sulle autorizzazioni per le attività di reinserimento sociale nei penitenziari. Il provvedimento accentra al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) la competenza a concedere autorizzazioni per tutti gli eventi trattamentali negli istituti con circuiti ad alta sicurezza, anche se destinati a detenuti di media sicurezza.
di un Volontario in una Casa circondariale di Tolmezzo (Ud)
Avvenire, 5 novembre 2025 Desidero offrire una riflessione - con rispetto e spirito di collaborazione - sul tema delicato della realtà carceraria, in particolare riguardo al recente provvedimento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che accentra a livello centrale le autorizzazioni per le attività culturali, ricreative e sportive destinate ai detenuti nei reparti di Alta Sicurezza e in quelli sottoposti al regime del 41 bis. Sono un volontario che da oltre trent’anni opera in un istituto penitenziario di Alta Sicurezza. Al momento, fortunatamente, non si registrano particolari difficoltà nel proseguire le attività ricreative e culturali.
di Fabio Falbo
L’Unità, 5 novembre 2025 Mi è stata ritirata una maglietta con la scritta “I detenuti sono persone” con questa motivazione: “Le frasi scritte non sono idonee al luogo di detenzione”. Il tono burocratico, quasi militaresco della relazione trattamentale che ho ricevuto richiama a una logica di controllo più che di rieducazione. Riduce l’intera esperienza della persona detenuta a una dimensione normativa, ignorando aspetti relazionali, emotivi ed evolutivi. E la nota psicologica? Scritta dopo un incontro di 10 minuti con chi vive in prigione da 20 anni.
di Maria Sorbi
Il Giornale, 5 novembre 2025 Nelle strutture pochi posti e tante richieste Piantedosi: “Il sistema è da rivedere”. La storia di Vincenzo Lanni è (anche) la storia di una coperta troppo corta e di un sistema, sanitario e giudiziario, che sembra non essere mai sufficiente a risolvere le cose. Lanni è entrato in carcere per un accoltellamento e, dopo anni di Rems e di reinserimento sociale, ha ri-commesso lo stesso crimine, mandando all’aria tutto il percorso di rieducazione fatto. Eppure dalla fine del 2024 non era più considerato “socialmente pericoloso”.
di Antonio Polito
Corriere della Sera, 5 novembre 2025 La campagna “contro”, i mediani e i populisti. Nello schema bipolare del referendum l’elettore non polarizzato può essere decisivo. Considerando le Politiche e il voto sul Jobs act, i due fronti di centrodestra e centrosinistra partono alla pari. Chi vincerà il referendum sulla Giustizia? Qualche semplice calcolo può aiutarci a capirlo. Partiamo dagli schieramenti elettorali. Al massimo del suo successo, e cioè alle elezioni politiche del 2022, il centrodestra ha ottenuto 12.305.000 voti. Mentre l’elettorato di sinistra-5 Stelle, al punto più alto della sua mobilitazione contro il governo, ha raggiunto 12.250.000 voti nel Sì al referendum sul Jobs Act. Praticamente alla pari. Se dovessimo dunque fare previsioni fondate sulle preferenze politiche degli elettori, se ne potrebbe dedurre che vincerà lo schieramento capace di fare il pieno, di portare alle urne tutta la propria gente. Conterà, in altri termini, l’affluenza.
di Vincenzo Vita
Il Manifesto, 5 novembre 2025 È partita la campagna referendaria sulla giustizia. Com’è noto, la modifica costituzionale su cui si basa il referendum confermativo ha poco a che fare con la separazione delle carriere tra l’attività requirente e quella giudicante, mentre si tratta di un esplicito tentativo di mettere sotto il controllo del governo i pubblici ministeri. Del resto, essendosi già realizzato di fatto l’obiettivo della separazione con il decreto dell’ex ministra Cartabia, l’unico sbocco di qualche logicità dell’odierna forzatura è proprio la cavalcata nera (anche) sulla magistratura.
di Oliviero Mazza
Il Dubbio, 5 novembre 2025 Nel dibattito sulla separazione delle carriere sono intervenuti ieri due autorevoli esponenti della sinistra, Augusto Barbera e Luciano Violante, il primo favorevole e il secondo contrario. Il pluralismo di idee all’interno della sinistra è la miglior riprova di quanto sosteniamo da tempo e cioè che questa non è una riforma che può essere incasellata nelle categorie dell’appartenenza partitica, ma che va valutata semplicemente sul piano delle garanzie. Dunque, anche nella sinistra, come del resto in ogni altro schieramento politico, vi sono diverse sensibilità per il garantismo e questo è un dato certamente positivo che va sottolineato.
di Giorgio Gori*
Corriere della Sera, 5 novembre 2025 Nell’editoriale che ha dedicato al “dilemma dei riformisti del Pd” di fronte al referendum sulla separazione delle carriere, Angelo Panebianco li immagina tra l’incudine e il martello, schiacciati tra un “sì” che riaffermerebbe la loro identità ma che li esporrebbe a passare da traditori della “causa” - il tentativo di usare il referendum per dare una spallata al governo Meloni - e un “no” che li vedrebbe tradire le proprie idee, piegati al diktat della segreteria Pd. Non prende con ciò in considerazione che tra loro - oltre a molti riformisti che sosterranno la riforma senza alcun timore di passare da amici del giaguaro - vi sia chi intende votare “no” proprio in nome del garantismo, per ragioni quindi diverse da quelle imbracciate dalla magistratura e da buona parte della politica; che è invece precisamente la posizione che qui vorrei sostenere.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 5 novembre 2025 Un’intervista inesistente, una frase mai detta, un pensiero stravolto: come viene manipolato per difendere uno status quo che lui stesso criticava. Dopo un recente articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano, sui social è tornata a circolare un’immagine di Giovanni Falcone con una citazione in cui gli si attribuisce un monito contro la separazione delle carriere: “Una separazione delle carriere può andar bene se resta garantita l’autonomia e l’indipendenza del pubblico ministero. Ma temo che si voglia, attraverso questa separazione, subordinare la magistratura inquirente all’esecutivo. Questo è inaccettabile”.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 5 novembre 2025 Per il Viminale i reati sono in aumento: la maggioranza è impantanata nei suoi stessi allarmi. Anche la Lega chiede nuove misure su minori, “islamizzazione” e cittadinanza. Fratelli d’Italia ci riprova: dopo le incertezze del ministro della giustizia Carlo Nordio e soprattutto i dubbi del Colle, che avevano impedito che nel decreto sicurezza dello scorso aprile comparisse la norma che avrebbe attenuato la possibilità per gli agenti di polizia di essere iscritti nel registro degli indagati, questa mattina alla camera il capogruppo Galeazzo Bignami insieme al vice Fabio Rampelli e, tra gli altri, al sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro presentano la proposta di legge per rivedere l’articolo 335 del Codice di procedura penale.
di Giovanni Palisto
Cremona Oggi, 5 novembre 2025 Istituzioni impegnate per il recupero e il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti e di chi deve scontare pene alternative. Se ne è parlato su CR1 nell’ultima puntata di “Punto e a capo”. Tra gli ospiti, la direttrice del carcere di Cremona Giualia Antonicelli, che ha confermato l’arrivo di 40 nuovi agenti di polizia penitenziaria, anche se a breve potrebbero andarsene altrettanti per aver maturato il diritto al trasferimento. Con il progetto “Restart” viene rilanciato il tavolo di lavoro permanente sull’esecuzione penale. Oltre ai detenuti, sono coinvolti anche i condannati alle misure alternative. Il tavolo è coordinato dall’assessore alle politiche sociali Marina Della Giovanna, ospite di “Punto e a capo”. L’obiettivo è quello di far incontrare domande e offerta, ma non solo.
csvbltv.it, 5 novembre 2025 90 studenti della provincia di Treviso coinvolti per la ventitreesima edizione del progetto “Voci di dentro, voci di fuori”, percorso di educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità promosso dal Csv Belluno Treviso, in partnership con l’Ufficio scolastico territoriale - ambito di Treviso, l’Istituto penale per i minorenni di Treviso e il Cpia di Treviso. Per un nuovo anno scolastico il progetto riesce a offrire a studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Treviso l’opportunità di confrontarsi con i ragazzi detenuti dell’Istituto penale minorile, in un percorso che si fonda sull’incontro faccia a faccia tra mondi di vita differenti.
Ristretti Orizzonti, 5 novembre 2025 Il Movimento No Prison organizza, presso la Cittadella di Assisi (Pg), la convention “L’ipocrisia del carcere” che si terrà giovedì 13 novembre dalle 15,00 alle 19,00 e l’assemblea degli aderenti venerdì 14 novembre dalle 10,00 alle 13,00. “L’ipocrisia del carcere” sarà il tema della lectio magistralis che terrà Luciano Eusebi, ordinario di Diritto Penale all’Università Cattolica di Milano, preceduta dai saluti di don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, il tutto coordinato da Livio Ferrari, giornalista, scrittore, cantautore e portavoce del Movimento No Prison. “In queste ultime settimane - afferma il portavoce Livio Ferrari - sono state prodotte delle circolari che rendono ancora di più le carceri dei luoghi isolati e violenti, attraverso poi dei dispositivi che violano sistematicamente quanto disposto dall’art. 17 della legge n. 354/1975, dando poteri smisurati ai direttori. La prima centralizza e mette i bastoni tra le ruote a chiunque intenda organizzare negli istituti delle iniziative di carattere culturale, educativo, ricreativo e sportivo.
di Jessica Castagliuolo
Il Giorno, 5 novembre 2025 Una cultura aperta e capillare che trasforma, rende più umani e può persino farsi salvezza, antidoto potente contro le tante facce della violenza. Questo il tema al centro dell’evento che inaugura il Forum Cultura 2025 a Milano, che si è tenuto ieri sera al Teatro Puntozero Beccaria. A condurre l’appuntamento la direttrice de Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino e Quotidiano Nazionale, Agnese Pini, che ha tenuto le fila di un dibattito fatto di parole e intervalli di teatro offerti dai ragazzi della compagnia residente, composta anche da giovani detenuti.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 5 novembre 2025 “Meno del 3,5% della spesa sanitaria totale in Italia è dedicato alla salute mentale e la maggior parte viene usata per le comunità residenziali dove però finisce solo il 3% di quanti avrebbero bisogno di essere seguiti: la prevenzione va fatta fuori”. Così Davide Motto, referente del Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza (Cnca). Pochi soldi ma soprattutto usati male, che è anche peggio dell’esser pochi. E poco personale. Con una rete di comunità a cui si chiederebbero i miracoli, salvo scordarsi che “nessuno può esservi rinchiuso se non vuole, al netto di casi estremi regolati dai Tso”, e che “la vera risposta al tema dilagante dei disturbi psichiatrici sta nella prevenzione, cioè in una rete di operatori che si occupi delle persone a casa loro: vale a dire prima, non quando arrivano in comunità”.
di Pietro Pellegrini*
Il Manifesto, 5 novembre 2025 La Conferenza Stato Regioni ha approvato il 23 ottobre le “Linee di indirizzo per il superamento della contenzione meccanica nei luoghi di cura della salute mentale” in particolare i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (Spdc), le Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza e i Reparti Ospedalieri di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza. Il documento non parte da un’analisi delle cause e del numero delle contenzioni, considerate come l’extrema ratio. Solo alcune Regioni hanno un sistema di rilevazione delle contenzioni e il documento ne ribadisce l’obbligo.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 5 novembre 2025 Il nodo che la Corte Costituzionale scioglierà nei prossimi giorni sul fine vita è talmente importante che il Parlamento, di fatto, ha messo in pausa i lavori sul ddl della maggioranza in attesa di conoscere la decisione dei giudici. Lo stallo sul testo firmato da Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Ignazio Zullo (Fratelli d’Italia) dipende ufficialmente dai pareri della commissione Bilancio, che ancora mancano, e senza i quali non si può procedere all’esame degli emendamenti nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali di Palazzo Madama. Ma prima di tutto c’è un “dilemma” politico e tecnico, su cui senatori e governo aspettano una risposta: a chi spetta la competenza in materia di fine vita, allo Stato o alle Regioni?
di Angelo Rossano
Corriere della Sera, 5 novembre 2025Serve un nuovo “whatever it takes”, ma per i nostri adolescenti: non solo pene e decreti, ma una presa di coscienza collettiva. Come sta succedendo (faticosamente) per i femminicidi. Il prof Scalia: “È una generazione marginalizzata”. Se una volta, almeno una volta, sentissimo richiamare il motto draghiano “whatever it takes” non per parlare di mercati, Bce o spread, ma per riferirsi agli adolescenti del nostro Paese, ai loro problemi e alle loro devianze. Fare tutto ciò che è necessario per arginare il dramma delle baby gang, del bullismo reale e virtuale, della brutale cattiveria senza senso, della violenza dei giovani sui giovani.
di Caterina Pozzi*
Il Manifesto, 5 novembre 2025
Con meno personale e molti più utenti, definanziati e frammentati, dislocati solo in alcune aree, perdono efficienza. E l’obiettivo di ridurre il danno è azzerato. Anna è una donna con una pregressa dipendenza da eroina che, grazie alla terapia metadonica (la “droga di Stato”, come l’ha definita la nostra Presidente del Consiglio) somministrata dal Serd territoriale, riesce ad avere una vita “normale”: lavora come operatrice sociosanitaria in un ospedale, ha una casa e una vita sociale. Anna va con regolarità al Serd per colloqui con la psicologa e frequenta un gruppo di auto mutuo aiuto.
di Stefano Vecchio*
L’Unità, 5 novembre 2025
Da domani a Roma la contro-conferenza parallela alla conferenza governativa (che ha escluso le voci critiche). Obiettivo: un cambio di passo radicale. Il Governo Meloni ha indetto per il 7 e 8 novembre una Conferenza Nazionale sulle Droghe che, come previsto dalla legge, dovrebbe valutare gli effetti delle politiche rispetto agli obiettivi posti. Non è un caso che sono state escluse le organizzazioni della società civile considerate scomode e non allineate. Per questo motivo la nostra Rete per un cambio radicale delle politiche sulle droghe ha organizzato una Contro-conferenza parallela a quella governativa nei giorni 6-7-8 novembre, a Roma alla Città dell’Altra Economia e in Campidoglio, dal titolo “Sulle droghe abbiamo un piano”.
di Pino Corrias
Vanity Fair, 5 novembre 2025
Ogni tanto i numeri sorprendono le opinioni. Anche se difficilmente sconfiggono le ideologie. Nell’Italia dei sacri confini, dove si sequestrano le navi che recuperano uomini, donne, bambini in mare, e si puniscono con le multe le organizzazioni non governative che provano a salvarli, siamo ancora il Paese in Europa dove arrivano più immigrati: 31 mila nei primi sei mesi di quest’anno. E calcolando i tre anni di “guerra ai mercanti di schiavi” del Governo Meloni, da novembre 2022 a oggi, la media degli sbarchi è di 8.600 arrivi al mese. Il secondo, per numero, tra gli ultimi sette governi. Decisamente meno dei 14 mila sbarchi durante il governo Renzi.
di Youssef Hassan Holgado
Il Domani, 5 novembre 2025 “Diritto alla difesa compromesso”. Da aprile 2025 sono transitati solo 140 persone nella struttura voluta dal Governo italiano. Secondo i Garanti di Roma e Lazio “non è giustificato il trasferimento in Albania di queste persone” dato che non ci sono condizioni di sovraffollamento nei Cpr italiani. “Il numero estremamente limitato delle persone presenti nel Cpr nel corso della visita, 28 il primo giorno 27 il secondo, insieme con la disponibilità di posti nei Centri collocati sul territorio nazionale rende, a parere di chi scrive, non giustificato il trasferimento in Albania di queste persone”.
di Valerio Cattano
Il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2025 Il sopralluogo si è svolto alla fine di luglio nel centro di Gjadër, che è sotto la responsabilità della prefettura di Roma. Gli “ospiti” erano 28: alcuni di loro hanno testimoniato sulle difficoltà di ricevere cure mediche adeguate e di presentare la domanda di protezione internazionale. “Il numero estremamente limitato delle persone presenti nel Cpr nel corso della visita, 28 il primo giorno 27 il secondo, insieme con la disponibilità di posti nei Centri collocati sul territorio nazionale rende, a parere di chi scrive, non giustificato il trasferimento in Albania di queste persone”. Così si esprime il Garante dei diritti dei detenuti, nella sua relazione che segue alla visita nel centro di Gjadër - che è sotto la responsabilità della prefettura di Roma - voluto dal governo Meloni. Ma vediamo nel dettaglio.
di Gaetano De Monte
Il Domani, 5 novembre 2025 I lavoratori non italiani sono due milioni e mezzo e sono aumentati nell’ultimo anno di 140mila unità. Ma secondo i dati del report di Idos: le retribuzioni dei cittadini stranieri sono più basse del 30 per cento di quelle degli italiani. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, l’occupazione in Italia nel 2024 è cresciuta dell’1,5 per cento, mentre quattro volte di più è aumentata la percentuale degli occupati tra i cittadini stranieri. Oggi i lavoratori non italiani sono 2 milioni e mezzo, il 10 per cento sul totale della popolazione occupata, e sono aumentati nell’ultimo anno di 140mila unità. Ma se le cifre dell’istituto di ricerca riflettono un andamento positivo, i dati contenuti nel Dossier Statistico Immigrazione redatto ogni anno dal Centro Studi Idos in collaborazione con la rivista Confronti e l’Università Pio V, raccontano un’altra storia.
di Adriano Sofri
Il Foglio, 5 novembre 2025 Un prigioniero palestinese, militante di Hamas, viene torturato e umiliato da alcuni carcerieri israeliani, militari riservisti, mentre loro colleghi coprono parzialmente la vista con gli scudi antisommossa. L’accusa ricostruisce così il fatto: l’uomo è stato picchiato, trascinato sul pavimento, colpito dal taser. Uno dei custodi lo accoltella ai glutei e gli provoca una lesione al retto. Il prigioniero riporta la frattura di alcune costole, la perforazione di un polmone e del colon. Viene ricoverato in gravi condizioni in un ospedale. L’episodio è stato ripreso da un astante. Bisogna essere molto, molto ingenui per pensare che questo ripugnante avvenimento sia un’eccezione. Somiglia piuttosto alla regola, e se non altro a una notevole frequenza statistica.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)
APPUNTAMENTI
Contro conferenza: "Sulle droghe abbiamo un piano. Stop war on drugs" (Roma, 6 - 8 novembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal fino al 9 novembre 2025
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI