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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 4 novembre 2025

di Nicola Boscoletto

vita.it, 4 novembre 2025 Da luglio un crescendo di circolari del Dap sta complicando burocraticamente la vita alle realtà sociali impegnate nei trattamenti, ossia nelle attività volte al recupero dei detenuti, come la Costituzione prevede. Nei giorni scorsi, un’irrealistica centralizzazione su Roma di tutte le autorizzazioni, mette a rischio tutte le iniziative. Un intervento del fondatore della Cooperativa Giotto di Padova.

 

di Alessandro Trocino

Corriere della Sera, 4 novembre 2025 Una circolare del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, può cambiare la vita ai detenuti, anche se fuori nessuno se ne accorge. In questo caso, niente proclami, battaglie parlamentari, grisaglie ministeriali in subbuglio, opposizioni inferocite, media mobilitati. Nulla, solo poche righe confinate in un testo anonimo, burocratico, poco comprensibile, che piombano in un silenzio di tomba e filtrano nelle celle dei detenuti dalle minuscole bocche di lupo, i lucernari che sempre più spesso sono l’unica interfaccia che hanno con la realtà esterna.

 

di Area Democratica per la Giustizia*

areadg.it, 4 novembre 2025 La nota del 21.10.2025 con cui il Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) obbliga le Direzioni degli istituti penitenziari in cui siano presenti detenuti allocati in reparti di Alta Sicurezza o in regime ex art. 41 bis OP a sottoporre a preventiva approvazione della Direzione Generale Detenuti e trattamento ogni evento di carattere trattamentale che coinvolga la comunità esterna al carcere, appare gravemente distonica con i principi costituzionali della finalità rieducativa della pena e con le norme dell’ordinamento penitenziario in materia di trattamento penitenziario.

 

garantedetenutilazio.it, 4 novembre 2025 Il Portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Ciambriello, interviene sulla nota del Dap in materia trasferimenti per le visite specialistiche all’esterno degli istituti penitenziari. Il 10 ottobre 2025 il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Stefano Carmine De Michele, ha inviato ai direttori delle carceri una nota sulle misure di coordinamento tra le aree per l’efficienza operativa, la prevenzione di eventi critici negli istituti penitenziari. “Questa nota - si legge in un comunicato del Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello nonché Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti - è arrivata dopo che migliaia di detenuti quotidianamente manifestano attraverso forme di autolesionismo, proteste, scioperi della fame, della sete, sia disfunzioni organizzative interne, sia problemi relativi alla mancanza di scorta per il trasferimento negli ospedali, nei centri clinici per visite specialistiche.

 

di Ivana Barberini

trendsanita.it, 4 novembre 2025 Rachele Stroppa dell’Associazione Antigone a TrendSanità: “L’isolamento non apporta alcun beneficio rieducativo: produce sofferenza, acuisce il disagio psichico e spesso si traduce in violazioni dei diritti delle persone detenute”. Essere rinchiusi da soli in una cella per oltre 22 ore al giorno, senza contatti umani significativi: è questa la condizione che, secondo le Regole di Mandela delle Nazioni Unite e le Regole penitenziarie europee, definisce l’isolamento carcerario. Quando supera i 15 giorni consecutivi, diventa “isolamento prolungato” e dovrebbe essere vietato perché considerato un trattamento inumano o degradante. Eppure, in molti Paesi europei, inclusa l’Italia, si registrano casi di isolamento prolungato, talvolta reiterato o applicato senza un provvedimento formale.

 

di Roberto M. e Marco P.*

garantedetenutilazio.it, 4 novembre 2025 Negli ultimi anni, anche in Italia, si è cominciato a riconoscere il diritto dei detenuti a coltivare i propri legami affettivi in modo più umano e dignitoso. Le stanze dell’affettività - note anche come “camere dell’amore” - sono spazi riservati all’interno degli istituti penitenziari dove i detenuti possono incontrare in modo riservato i propri coniugi, partner o familiari più stretti. Queste stanze non servono solo a favorire l’intimità, ma rispondono a un bisogno profondo di mantenere vivi gli affetti, il contatto umano, la continuità relazionale. Introdotte in seguito a una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 10/2024), rappresentano un passo verso una detenzione più attenta alla dignità e alla rieducazione della persona. Al momento, solo pochi Istituti di pena italiani si sono adeguati a questa disposizione, ma l’auspicio è che il percorso intrapreso non si blocchi.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 4 novembre 2025 Un’indagine di Antigone in tre istituti (Secondigliano, Poggioreale e Rebibbia) racconta l’isolamento dentro l’isolamento: dalle sezioni separate all’accesso negato alle cure, fino alla violenza normalizzata. “Protezione non vuol dire esclusione”. Questa frase, pronunciata da una donna trans detenuta a Napoli Secondigliano, racchiude il paradosso che intrappola le persone Lgbtiq nelle carceri italiane. Quello che dovrebbe essere un sistema di tutela si traduce spesso in un isolamento forzato, una “gabbia nella gabbia” che aggrava la privazione della libertà.

 

di Patrizia De Rubertis

Il Fatto Quotidiano, 4 novembre 2025 I diritti che la legge prevede, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) cancella con un colpo di spugna. È accaduto con i permessi e con i congedi straordinari previsti dalla legge 104 del 1992 e che poi sono stati estesi in favore dei lavoratori nel caso delle unioni civili. In altre parole, dopo aver equiparato le unioni civili ai matrimoni, è stato garantito a entrambi i partner dello stesso sesso i diritti previsti per l’assistenza al coniuge. E questo ha incluso anche i permessi per assistere i parenti del partner nel caso dei lavoratori del settore privato attraverso una circolare ad hoc prevista dall’Inps nel 2022.

 

di Mario Chiavario

Avvenire, 4 novembre 2025 Il referendum sulla riforma nasce già avvelenato: politica chiusa, toni ideologici, poco confronto. Invece è necessario pensare con libertà. Come Giulia Tortora, ad esempio. Nella varietà delle forme di comunicazione compaiono anche gesti aventi l’apparenza di semplici postille a qualcosa di ben altrimenti importante. Ma talora qualcuno di quei gesti viene invece ad essere, forse ancor più delle affermazioni cui accede, significativo e persino esemplare. Penso a una recente dichiarazione di Gaia Tortora, nota giornalista figlia di una delle vittime più illustri di un modo deplorevole di imbastire e condurre un’indagine penale.

 

di Augusto Barbera*

Il Foglio, 4 novembre 2025 La separazione delle carriere e il sorteggio del Csm non porteranno nessuna subordinazione dei pm alla politica e aiuteranno a tutelare la Costituzione. Ragioni riformiste per il sì da sinistra. Come risposta, nel 1999 fu approvato dal Parlamento, a larghissima maggioranza, il nuovo articolo 111 della Costituzione: il “giusto processo” nel contraddittorio fra le parti” in “condizioni di parità” davanti a un Giudice “terzo ed imparziale” (così detta riforma Pera). Il dibattito venne inquinato da ulteriori vicende della storia repubblicana: prima Craxi e poi Berlusconi prendendo in mano questa bandiera, certamente più favorevole alle loro posizioni processuali e comunque utile (a loro avviso) per contrastare i giudici inquirenti, favoriranno ulteriori passi indietro delle forze politiche, in particolare delle attuali opposizioni.

 

di Angelo Panebianco

Corriere della Sera, 4 novembre 2025 Adeguandosi alla linea della segreteria, la minoranza del partito rinuncia alla propria vocazione liberale. Tra l’incudine e il martello. Forse la posizione più difficile, meno invidiabile, in vista del referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati, è quella della componente riformista, la minoranza, del Pd. Se sceglie il “sì” a una riforma di impronta liberale come quella, riafferma la sua identità e la sua vocazione riformista ma se lo fa trasforma anche se stessa in un gruppo di “social traditori”, di sabotatori della “causa”. La quale causa consiste nel tentativo di usare il referendum per dare una spallata al governo Meloni. Un bel dilemma. Probabilmente se si facesse un sondaggio rigorosamente anonimo fra i dirigenti del Pd verrebbe fuori una maggioranza favorevole alla riforma Nordio.

 

di Luciano Violante

Corriere della Sera, 4 novembre 2025 La separazione delle carriere crea una “casta” di magistrati arbitri indiscussi delle libertà e della reputazione dei cittadini. La discussione sulla separazione delle carriere, per la difficoltà della materia e la sua intrinseca politicità, rischia di aggrovigliarsi in un viluppo di accuse reciproche che nasconderebbero la sostanza delle cose. Un tentativo di chiarimento è forse necessario.

 

di Francesco Pallante

Il Manifesto, 4 novembre 2025 L’obiettivo è ridurre l’indipendenza della magistratura dal potere politico, di modo che ugualmente ridotto sia il rischio di sentenze sgradite alla politica. Le riforme costituzionali - dice Gustavo Zagrebelsky - si fanno per cambiare gli equilibri di potere. Perché qualcuno guadagni e, corrispettivamente, qualcun altro perda potere. Altrimenti, se tutto dovesse rimanere com’è, perché assumersi l’onere, e il rischio, di una riforma? Se, dunque, ci chiediamo quale sia la ragione della riforma della magistratura, la risposta è: ridefinire gli equilibri costituzionali a scapito della magistratura. Non si tratta - come si dice - di un intervento volto a separare le carriere di giudici e pubblici ministeri. La separazione esiste già, considerati gli strettissimi vincoli che ostacolano il passaggio da una funzione all’altra.

 

di Tiziana Maiolo

Il Dubbio, 4 novembre 2025 La vera forza dello Stato sul singolo è impersonata da chi ha la capacità, attraverso pressioni e alleanze, dentro il Csm, di ottenere posti al sole. Nell’Italia in cui lo Stato deve spendere, come accaduto l’anno scorso, 26 milioni di euro a causa degli errori della magistratura, chi sono i primi della classe degni di sedere nel Consiglio superiore della magistratura? Quelli nominati con le pastette delle correnti politiche o quelli estratti a sorte? Qualcuno, tra le toghe, lo dice con preoccupazione, altri con sprezzo. Non capiterà che i magistrati, requirenti e giudicanti, scelti con il sorteggio a far parte dei due Csm, saranno magari proprio gli ultimi della classe? Gli asini? L’ex procuratore di Milano, già presidente del sindacato delle toghe, Edmondo Bruti Liberati, parla di “scelta con i dadi”, altri di “Armata Brancaleone”, in tanti irridono alludendo agli incompetenti e impreparati.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 4 novembre 2025 La chiusura di un’inchiesta per diffamazione e stalking ha portato alla diffusione di pagine di chat private, anche di persone non indagate. Ma a che pro? C’è un’inchiesta su un gruppo di femministe accusate di stalking e diffamazione. Fin qui, una storia giudiziaria come tante. Ma con la chiusura delle indagini è arrivato il solito cortocircuito: le chat private delle indagate - e anche di persone che non lo sono affatto - sono finite ovunque. Pagine e pagine di conversazioni, pezzi di vita, insulti, ironie, giudizi su chiunque, da Mattarella a Segre, decontestualizzati e trasformati in materiale da talk show.

 

ansa.it, 4 novembre 2025 Il volume “Guida alle carriere lavorative e professionali nell’amministrazione penitenziaria” nasce da un’idea del garante regionale dei detenuti dell’Emilia-Romagna Roberto Cavalieri e sarà presentato giovedì 7 novembre nella facoltà di Sociologia dell’Università di Forlì. La guida si rivolge a diplomati e laureati intenzionati a lavorare nell’amministrazione penitenziaria, con informazioni dettagliate sui percorsi professionali, requisiti e procedure concorsuali. Copre tutte le professioni del settore: dalle figure dedicate al trattamento e reinserimento sociale dei detenuti (pedagogisti, psicologi, criminologi, mediatori culturali) a quelle amministrative (funzionari contabili) fino agli addetti alla sicurezza (agenti, ispettori e commissari della Polizia penitenziaria).

 

di Francesco Oliva

Corriere Salentino, 4 novembre 2025 I familiari: “Era tranquillo fino a poche ore prima”. C’è un fascicolo d’indagine sulla morte di un detenuto 25enne di Foggia, ma di origini brasiliane, trovato cadavere nel reparto di Infermeria nel carcere di Lecce, il 30 ottobre scorso. L’ipotesi di reato, ipotizzata dal sostituto procuratore Alfredo Manca, è quella di istigazione al suicidio al momento a carico di ignoti ed è contenuta nell’avviso di conferimento dell’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore. Il giovane era detenuto per una vicenda di maltrattamenti e, da tempo, aveva problemi di tossicodipendenza.

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 4 novembre 2025 L’associazione Pantagruel: inzuppati i vestiti donati che sono custoditi in magazzino. Sollicciano è di nuovo sott’acqua dopo le piogge dei giorni scorsi: l’associazione Pantagruel denuncia: secchi da tutte le parti, detenuti costretti a stare a piedi nudi per non bagnare scarpe e calzini. Sollicciano, ci risiamo. I temporali che hanno colpito Firenze nei giorni scorsi, hanno fatto allagare, come ormai da prassi, il penitenziario fiorentino. Piove non soltanto nei corridoi, ma anche dentro le celle. E succede che molti detenuti siano costretti a camminare scalzi per non bagnarsi scarpe o calzini, oltre che ad armarsi di secchi e stracci. “Una situazione assurda - commentano i volontari dell’associazione Pantagruel - Ci sono secchi di plastica dappertutto, è pericoloso camminare da una parte all’altra del carcere perché si rischia di scivolare”.

 

novaradio.info, 4 novembre 2025 Niente più corso di teatro al carcere “le Sughere” di Livorno, e addio anche all’ esperienza della squadra di rugby delle “Pecore nere”, attiva da vent0anni e regolarmente iscritta a campionati di categoria. A denunciarlo, ai microfoni di Novaradio è il garante dei detenuti d Livorno, Marco Solimano. È la diretta conseguenza della recente Circolare emanata dal Ministero di Giustizia con cui il governo ha riscritto le regole per l’organizzazione delle attività di soggetti esterni in carcere, limitandole fortemente. Cambiano così le procedure autorizzative per gli istituti che hanno il doppio circuito della media ed alta sicurezza - oltre a Livorno, in Toscana anche Prato e San Gimignano - non sono più in capo alla direzione delle singole carceri ma vengono trasferiti in modo centralizzato Dap a Roma ...

 

di Carolina Brugi

Corriere di Maremma, 4 novembre 2025 Contribuire al reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti, fornendo loro competenze spendibili sul mercato del lavoro. Con questo obiettivo, Cna Servizi, l’agenzia formativa di Cna Grosseto, ha portato a termine due progetti finanziati dalla Regione Toscana, che hanno coinvolto 18 detenuti delle case circondariali di Grosseto e Massa Marittima. I percorsi, conclusi da pochi giorni, hanno permesso ai partecipanti di ottenere certificazioni professionali in diversi settori, dalla manutenzione del verde alla produzione dolciaria e termoidraulica. I risultati sono stati presentati durante l’incontro conclusivo, a cui hanno preso parte i partner del progetto, la Regione Toscana e il Garante dei diritti dei detenuti, Giuseppe Fanfani.

 

di Giustino Trincia*

caritasroma.it, 4 novembre 2025 A Roma oltre novemila persone scontano misure alternative alla detenzione, spesso in condizioni di solitudine e invisibilità. Tra gli invisibili della nostra città, vi sono le molte persone che stanno beneficiando di misure alternative alla detenzione in carcere, alle pene sostitutive, alla messa alla prova e al lavoro di pubblica utilità, ossia di percorsi che si svolgono fuori dal carcere, affinché sia favorita la rieducazione e il reinserimento sociale. Moltissimi non sanno che a Roma, accanto agli istituti di pena già noti, c’è un altro carcere, però invisibile, ben più vicino a noi, molto più ampio e soprattutto diffuso nella città, in particolare in quartieri periferici.

 

novaradio.info, 4 novembre 2025 Un podcast che racconta le storie, i problemi, i sogni e le speranze dei detenuti della sezione di media sicurezza del carcere livornese de “Le Sughere”: “Fuori tema”, questo il titolo del podcast è curato da Lara Gallo e Francesca Ricci, nasce dall’esperienza del corso di scrittura creativa che da anni curano in carcere ed è realizzato grazie alla collaborazione tre la direzione della Casa Circondariale e Arci Livorno, con il sostegno dei fondi del Prap e della Regione Toscana.

 

di Francesca Santolini

La Stampa, 4 novembre 2025 Io, bersaglio di attacchi dopo la pubblicazione del libro sull’ecofascismo. Turpiloquio e insinuazioni nel canale Telegram di forze dell’ordine e militari. Il politicamente corretto minaccia la libertà d’espressione, viviamo tempi di censura, ormai “non si può più dire nulla”. Lo ripetono in molti, come un mantra e mentre si moltiplicano le lamentazioni, più o meno in buona fede, contro il cosiddetto wokismo, chi prova a raccontare fatti verificabili, che magari non sono in linea con la propaganda dominante, viene travolto da ondate di odio.

 

di Anna Paola Lacatena

Avvenire, 4 novembre 2025 È tempo di superare alcune convinzioni. Tra polvere bianca, crack e freebase, il consumo in realtà è molto trasversale. E la guerra ai soli consumatori non è la strategia vincente. Se da più parti si levano strepiti e fragori a proposito di un’imminente conversione del consumo di sostanze psicoattive in direzione oppioidi sintetici, le strade italiane continuano a riempirsi di cocaina. Ci hanno fatto credere che questa sia la droga dei ricchi, che chi la utilizza sia in grado di controllarla, che l’eroina sia ben altra cosa e il suo consumo da tossici. Ce l’hanno fatto credere e ci abbiamo creduto. Così non è.

 

di Cinzia Arena

Avvenire, 4 novembre 2025 Il rapporto Ocse evidenzia la maglia nera del nostro Paese in termini di gap retributivo e sovraqualificazione, colpa anche del mancato riconoscimento dei titoli di studio. Sono essenziali e al tempo stesso marginali. I lavoratori migranti vivono in una sorta di limbo che li rende da un lato indispensabili, nei campi, nelle fabbriche, nei ristoranti, nelle case degli anziani, dall’altro discriminati perché inseriti in settori e aziende con livelli di retribuzione risicati, per non dire insufficienti. A mettere nero su bianco questa disparità di trattamento il 49esimo rapporto sulle Prospettive Ocse sulle migrazioni internazionali 2025, presentato ieri a Parigi, che dedica un intero capitolo all’integrazione lavorativa e al ruolo delle aziende in 15 Paesi, compreso il nostro.

 

di Flore Murard-Yovanovitch

Il Manifesto, 4 novembre 2025 Intervista a Gianni Tognoni, segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli. È ormai sistematica, la gravità e la persistenza delle violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti, prova di un regime transnazionale di violenza istituzionalizzata che si manifesta attraverso la crescente militarizzazione delle frontiere e l’uso sistematico della forza; la proliferazione di luoghi di detenzione spesso al di fuori di qualsiasi quadro giuridico; la criminalizzazione della solidarietà attraverso procedimenti legali o pressioni amministrative; la diffusione istituzionale di discorsi razzisti e xenofobi che alimentano ulteriormente la stigmatizzazione e la repressione.

 

di Marika Ikonomu

Il Domani, 4 novembre 2025 La Humanity 1 ha agito in conformità con il diritto internazionale. I ministeri non fanno ricorso e la sentenza diventa definitiva. La ong ora chiede un risarcimento alle autorità italiane per il fermo illegittimo. La vicenda risale al marzo del 2024. Quella della Corte d’Appello di Catanzaro è una sentenza dalla forte valenza giuridica e politica, che ora diventa definitiva dopo che le autorità italiane hanno deciso di non impugnarla. Nero su bianco i giudici hanno di fatto non soltanto dato ragione alle ong attive nella ricerca e nel soccorso in mare, ma hanno anche messo in discussione il Memorandum Italia-Libia appena fresco di rinnovo (2 novembre).

 

DOCUMENTI

Comunicato CO.NA.M.S. "Grande preoccupazione per Circolare DAP n. 454011 del 21.10.2025: rischia di compromettere molti dei progetti faticosamente portati avanti da cooperative, associazioni, mondo dell’educazione e di tutto il Terzo settore"

Articolo. "Studiare in carcere: una sfida formativa, culturale, personale e istituzionale", di Daniela Pajardi

Articolo. "REMS: Torneremo all'inferno?", di Marco Paternello