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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 1 novembre 2025
di Luigi Manconi e Federica Delogu
La Repubblica, 1 novembre 2025 Sulle attività esterne in carcere ora decide il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap). Ecco le nuove regole per accedere a corsi e laboratori. Il 21 ottobre scorso, con una circolare, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), ha modificato le regole da rispettare per ottenere l’autorizzazione alle attività educative, culturali e ricreative nelle carceri italiane. Nello specifico ciò che viene modificato è che, per i “soli” istituti in cui è presente una sezione di 41 bis, alta sicurezza o di collaboratori di giustizia (ossia i circuiti a gestione dipartimentale), anche quando nelle attività sono coinvolti detenuti di media sicurezza, sarà necessario inviare una richiesta di autorizzazione non più alla direzione del carcere, bensì all’autorità centrale: ovvero al Dipartimento stesso.
di Luca Sofri
ilpost.it, 1 novembre 2025 Per organizzare le attività culturali adesso ci sono regole più restrittive, che rischiano di ostacolare i pochi esempi positivi. Una recente circolare del DAP (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che dipende dal ministero della Giustizia) ha reso più complicate le procedure per organizzare attività culturali, educative e ricreative all’interno di alcuni tipi di carceri. Da ora in poi l’autorizzazione non andrà più chiesta alla direzione del singolo carcere, ma al DAP. È una cosa che potrebbe allungare i tempi per organizzare queste attività, e più in generale ostacolarle e rendere tutto più farraginoso.
Comunicato di AltraCittà, Granello di Senape-Ristretti Orizzonti, Un Ponte per
Ristretti Orizzonti, 1 novembre 2025 È stato, nel pomeriggio del giorno 29 ottobre annullato un evento previsto per il 30, un evento che era programmato da mesi nell’ambito del progetto Kutub Hurra (libri liberi) attivo da due anni e mezzo nella Casa di reclusione e nella Casa circondariale di Padova, oltre che in altri istituti penitenziari in Italia, realizzato dall’Associazione “Un Ponte per” e dall’Associazione tunisina “Lina ben Mhenn”. Questa cancellazione è avvenuta sulla base della Circolare n. 0454011.U del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del 21 ottobre 2025, che subordina all’approvazione dello stesso DAP la realizzazione di ogni iniziativa negli istituti in cui è presente una sezione di Alta Sicurezza, anche se l’iniziativa non riguarda la stessa Alta Sicurezza.
GIUSTIZIA
di Piero Sansonetti
L’Unità, 1 novembre 2025 La riforma voluta dalla destra giustizialista (questo è il paradosso) scioglie un nodo costituzionale ma non affronta le ragioni vere dell’eccesso di potere dei Pm. La riforma della magistratura è stata approvata dal Senato, ora sarà sottoposta a referendum, e io - personalmente - ho un dubbio amletico. Votare sì al referendum - sì alla riforma - perché condivido il principio che l’ha ispirata, oppure non votare sì perché il referendum ormai si è politicizzato e se voti sì, di fatto, dai un voto di approvazione per questo governo che credo sia - dopo il governo Tambroni del 1960 - il peggiore che la Repubblica abbia mai visto?
di Paolo Delgado
Il Dubbio, 1 novembre 2025 L’ordine di scuderia, a Palazzo Chigi, è chiaro: restare sul merito della riforma. Ma non sarà facile. La campagna referendaria sarà dura e il rischio di una sconfitta comunque cocente è concreto. Governo e maggioranza non hanno ancora messo a punto una strategia comunicativa precisa ma alcuni punti fermi sono già stati fissati: quelli che Giorgia Meloni ha riassunto nell’intervista al Tg1 rilasciata la sera stessa dell’approvazione della riforma. Il primo punto, il più importante e anche il più irrealizzabile, ordina di evitare ogni politicizzazione estrema dello scontro. Significa prima di tutto sgombrare il campo dall’eventualità di una crisi di governo in caso di sconfitta.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 1 novembre 2025 Dopo il via libera del Senato al ddl costituzionale sulla separazione delle carriere in magistratura, uno spettro si aggira nelle stanze della politica. Il suo nome è “referendum confermativo” ed è lo strumento predisposto dall’articolo 138 della Carta per mettere gli elettori in grado di confermare o respingere una legge di revisione costituzionale approvata dalle Camere senza la maggioranza qualificata dei due terzi. Nel caso di specie, si tratta di una riforma cavallo di battaglia del centrodestra dai tempi del federatore Silvio Berlusconi, portata quasi a dama dall’attuale coalizione di Governo.
di Patrizia Maciocchi
Il Sole 24 Ore, 1 novembre 2025 Con percentuali diverse, prevalgono i sì alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati approvata definitivamente dal Parlamento. Se si votasse oggi per il referendum costituzionale sulla riforma della giustizia prevarrebbero i “sì”. È quanto emerge dagli ultimi sondaggi effettuati. In base al più recente, realizzato da Izi, azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche, la maggioranza degli elettori (il 57,8%) ammette di non sapere di cosa si tratta, mentre il 70,9% degli elettori, tra coloro che sono più informati, sono favorevoli alla legge ed il 21,9% contrari. Gli elettori di governo sono plebiscitari nella risposta, il 99% vuole la riforma della magistratura, mentre gli elettori di opposizione la rifiutano (81,6% elettori Pd e Avs e 79,4% M5S dicono di no).
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 1 novembre 2025 L’organo di giustizia disciplinare di una categoria non era mai stato sottratto all’elezione da parte dei propri appartenenti. Di Pietro contro Gratteri, Falcone oppure Borsellino, il ponte di Messina ed Enzo Tortora, il professor Vassalli e a momenti pure Pericle l’ateniese: sotto i fumogeni di questo gioco delle figurine, che galvanizza i favorevoli e ipnotizza pure i contrari alla legge spacciata come “separazione delle carriere” tra giudici e pm (0,21% in 5 anni) e tra pm e giudici (0,83%), scolora un fatto: e cioè che, con l’indignata autorevolezza anticorrentismo di chi ha riempito il ministero della Giustizia proprio di ex questuanti e ex compagni di chat correntizie di Palamara ...
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 1 novembre 2025 Intervista al ministro della Giustizia: “La legge non indebolisce, ma rafforza l’autonomia delle toghe”. Schlein e sinistra “dimenticano la propria storia”. Dall’anm “attivismo politico inopportuno”. “se vince il No, non mi dimetto”. La prima battaglia, quella dell’approvazione della riforma della giustizia in Parlamento, si è chiusa, adesso inizia quella referendaria. Come festeggia il ministro Carlo Nordio? Non con uno spritz, come qualche malizioso potrebbe pensare, ma chiudendo con le proprie mani 1.200 agnolotti.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 1 novembre 2025 Il costituzionalista Grosso alla guida del comitato delle toghe. Ma nello scontro mediatico già emerge la leadership di Gratteri. Ha il volto rassicurante, il tono di voce pacato e l’eloquio raffinato, Enrico Grosso, avvocato penalista, docente di diritto costituzionale a Torino, presidente onorario del comitato lanciato dall’Anm per sostenere il no al referendum sulla riforma della giustizia, previsto per la prossima primavera.
di Nicolò Zanon*
Il Riformista, 1 novembre 2025 I Palazzi di giustizia sono di tutti noi, non dell’Anm o dei soli magistrati. Luoghi in cui si amministra la giustizia, in cui deve regnare la neutralità. E, in riferimento a quest’ultima, per non offuscare la fiducia di cui deve godere la magistratura nella società, è essenziale il valore della stessa apparenza d’imparzialità. Chiediamoci, allora: quale immagine di imparzialità avranno, alla fine, questi magistrati, dopo l’attiva partecipazione a una durissima campagna referendaria? Inoltre, dal modo in cui si atteggia e presenta le proprie iniziative, il comitato per il No dell’Anm finisce per sembrare una organizzazione che “rappresenta” la totalità della magistratura italiana.
di Ginevra Leganza
Il Foglio, 1 novembre 2025 Parla Gaia Tortora. “L’aula è come sempre un Asilo Mariuccia - aggiunge - e la sinistra mi fa una tristezza infinita”. La giornalista di La7, figlia di Enzo Tortora, si spiega, tra lo sconforto e il raccapriccio: “Io non sono un cartello”. L’opposizione, al di là delle sfumature, tende a pensare che la riforma della giustizia del governo Meloni arrischierà il regime democratico.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 1 novembre 2025 Parla Claudio Galoppi, segretario di Magistratura indipendente: “Serve un approccio tecnico alla riforma, non uno scontro pro o contro il governo. La partita è ancora aperta”. L’Anm parli tecnicamente della riforma, abbandoni i connotati ideologici e non si faccia coinvolgere nello scontro pro o contro governo. La partita è ancora aperta. A dirlo in questa intervista è Claudio Galoppi, segretario di Magistratura Indipendente.
di Giovanni Francesco Fidone*
L’Unità, 1 novembre 2025 Quando parlo di interdittive antimafia, e lo faccio spesso vista la mia professione, sento sempre la necessità di una premessa, per non scadere in equivoci: quella che leggerete è una critica all’istituto, per come concepito all’interno del nostro ordinamento giuridico, e non di certo alle finalità che intende perseguire. La mafia è un fenomeno che va contrastato con ogni forza e ogni strumento possibile, entro i confini del nostro stato di diritto. Ma gli strumenti delle interdittive, oltre a rivelarsi troppo spesso inefficaci sul piano pratico, determinano storture che travolgono vite di persone, aziende e diritti fondamentali.
Corriere Salentino, 1 novembre 2025 Tragedia nel reparto infermeria del carcere di Lecce, dove un detenuto di 25 anni, di origine straniera ma adottato da una famiglia salentina, si è tolto la vita. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane - tossicodipendente e con una personalità fragile - aveva già mostrato in passato segnali di disagio. Lo rende noto il segretario generale aggiunto dell’Osapp, Pasquale Montesano.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 1 novembre 2025 In carcere a Opera per 10 anni in sedia a rotelle e senza fisioterapia: la Cedu condanna l’Italia per trattamento disumano. La sentenza arriva secca, l’ennesima: l’Italia condannata per trattamento disumano e degradante. La Prima Sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo ha accertato che il nostro Paese ha violato l’articolo 3 della Convenzione nei confronti di Teodoro Crea, detenuto presso la casa di reclusione di Opera dal marzo 2016, e difeso dall’avvocato Pasquale Loiacono. Parliamo di un uomo nato nel 1939, costretto in sedia a rotelle da ventiquattro anni per le conseguenze di una ferita d’arma da fuoco ...
di Luca Fiori
La Nuova Sardegna, 1 novembre 2025 Il poliziotto penitenziario è accusato di omicidio colposo per la morte di Graziano Piana. C’è una svolta clamorosa nell’inchiesta sulla morte di Graziano Piana, il detenuto sassarese di 51 anni ucciso nella notte tra il 26 e il 27 luglio del 2022 nel carcere di Bancali dal compagno di cella, che lo aveva aggredito nel sonno con uno sgabello e un bastone. Su quella tragedia si riaccendono i riflettori a oltre tre anni di distanza con un nuovo indagato, un agente della polizia penitenziaria, in servizio - la notte della tragedia - come assistente capo coordinatore con funzioni di sorveglianza generale.
di Barbara Calderola
Il Giorno, 1 novembre 2025 Gli amministratori del Vimercatese con l’associazione Nessuno tocchi Caino alla casa circondariale. Il garante dei detenuti Roberto Rampi: “Troppi ospiti sono fantasmi, servono scelte impopolari”. Più di 700 persone,722 per l’esattezza, per 441 posti, 93 hanno meno di 25 anni, la media delle pene è di 5. Bastano pochi dati per capire “il pugno allo stomaco” rimediato dagli amministratori del Vimercatese visitando il carcere di Monza. Mercoledì, giornata di impegno per sindaci e consiglieri di Agrate, Usmate Velate e Burago accompagnati da Nessuno tocchi Caino e da Roberto Rampi, garante dei detenuti.
di Claudio De Natale
laprovinciaunicatv.it, 1 novembre 2025 A Palazzo delle Paure, un incontro dedicato alla possibilità di reinserimento sociale per chi ha vissuto l’esperienza del carcere. Protagonista la giornalista Luisa Bove, insieme a esperti e operatori del settore per riflettere su un tema complesso quanto attuale. Un incontro per discutere e approfondire i temi della giustizia riparativa, volta a favorire il reinserimento nella società di chi ha commesso reati e vissuto l’esperienza del carcere. Di questo e molto altro si è parlato giovedì 30 ottobre a Palazzo delle Paure, durante un incontro pubblico che è stato anche l’occasione per presentare il nuovo libro di Luisa Bove, intitolato Respiro. Il carcere oggi tra condanna e riscatto.
laguida.it, 1 novembre 2025 I detenuti del Cerialdo hanno realizzato un mosaico per ringraziare i Vincenziani dell’ecografo regalato. Una presenza silenziosa e attiva, iniziata all’inizio degli anni ‘50 e proseguita nel tempo fino ad oggi, seppur in forme e modalità differenti a seconda delle necessità e delle possibilità. Il rapporto tra la San Vincenzo e la Casa Circondariale di Cuneo ha fatto da sfondo al riuscito incontro dal titolo esemplificativo “La cura dentro le mura” organizzato venerdì scorso - 24 ottobre 2025, ndr - al Centro Incontri della Provincia ...
di Antonio Sanfrancesco
Famiglia Cristiana, 1 novembre 2025 A “Destini Incrociati” l’arte incontra la giustizia, e il palcoscenico diventa un ponte tra dentro e fuori. Dietro le sbarre, dove il tempo spesso si ferma e i giorni si somigliano, c’è chi sceglie di far entrare la luce. È quella del teatro, che accende sguardi, restituisce voci, riapre immaginari. È lo spirito che anima Destini Incrociati, la rassegna nazionale di teatro in carcere giunta alla sua undicesima edizione, in programma dal 12 al 15 novembre tra Firenze, Livorno e l’isola della Gorgona. Quest’anno il tema è “Le città visibili”, un titolo che evoca la possibilità di scorgere - dietro le mura - le mappe interiori, i desideri e le memorie di chi cerca un riscatto attraverso la scena.
AFFARI SOCIALI
di Rete Mai più lager No Cpr
L’Unità, 1 novembre 2025 La deriva manicomiale del Cpr di via Corelli è conclamata, come quella di tutti i Cpr di Italia e di Albania, dove l’utilizzo degli smartphone viene vietato, in piena violazione della legge, e dai racconti che riceviamo accade ancora di peggio. Noi abbiamo visibilità di quel che accade a Milano perché una ordinanza del Tribunale del 2021 riconobbe il diritto dei detenuti di mantenere gli smartphone. A Gradisca, lo stesso gestore di Milano, Ekene, consente l’utilizzo, salvo ovviamente punire e trasferire chi viene scoperto a trasmettere immagini fuori.
di Rete Mai più lager No Cpr
L’Unità, 1 novembre 2025 Non puoi rinnovare il permesso di soggiorno perché per un problema burocratico non arriva un documento. Finisci dentro. Dopo decenni di regolarità. L’abominio dei Cpr, in particolare di quello di Milano, arriva a negare la consegna delle lettere ai detenuti, in quanto potenzialmente utili ad appiccare incendi. Questo grande bellissimo cuore di cartoncino rosso ha invece eccezionalmente oltrepassato i muri e le porte blindate di quel lager, per finire nelle mani del papà lì rinchiuso, che ha potuto portare orgoglioso con sé in cella le parole dei figli che così avevano voluto accompagnare il cibo che la mamma aveva portato nel centro per lui. Quella sera, E., al nostro centralino era scoppiato in lacrime.
di Francesco Palmas
Avvenire, 1 novembre 2025 Le parole di Trump, che poi ha fatto retromarcia, hanno aggiunto confusione a un dibattito che divide le potenze: quali sono i numeri da conoscere per capire i possibili rischi. Ha dell’allarmante l’ordine che il presidente statunitense, Donald Trump, ha rivolto giovedì al suo Dipartimento della guerra, mentre era in volo su un elicottero presidenziale. L’incauto presidente ha chiesto al Pentagono di riprendere immediatamente i test di armi nucleari, su un piano di parità con le altre potenze atomiche. Non è chiaro se Trump si riferisse a potenziali detonazioni sotterranee o all’accelerazione dei lanci di prova dei vettori della triade nucleare statunitense.
di Sonia Sotomayor
L’Unità, 1 novembre 2025 In Florida, dopo 46 anni di detenzione, un uomo sta per essere condannato a morte. In Italia qualcuno sta provando a salvargli la vita. Nel marzo del 2018 Federica si imbatte in un post della Comunità di Sant’Egidio: “Vuoi corrispondere con un condannato nel braccio della morte?”. È un’iniziativa per rompere l’isolamento dei detenuti in attesa di esecuzione negli Stati Uniti. Federica decide di rispondere, più per curiosità che per convinzione: “Nella peggiore delle ipotesi, mi sarei allenata con l’inglese”.
di Gabriella Colarusso
La Repubblica, 1 novembre 2025 Yifat Tomer-Yerushalm ha ammesso di aver autorizzato la fuga di notizie che ha inchiodato cinque soldati. Il caso può avere ripercussioni enormi perché avrebbe dovuto difendere l’esercito israeliano dalle accuse per crimini di guerra a Gaza presso la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale. La donna che sta facendo tremare l’esercito israeliano si chiama Yifat Tomer-Yerushalmi, ha 50 anni, tre figli, è una giurista di formazione e ha servito trent’anni nelle Forze armate arrivando fino ai vertici della gerarchia: maggiore generale, è stata fino a ieri l’avvocato militare generale, ovvero il legale più alto in grado delle Israel Defense Forces (Idf).
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 3 al 9 novembre 2025
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI