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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 23 maggio 2025
di Federica Delogu e Marica Fantauzzi
L’Espresso, 23 maggio 2025 Mille detenuti su 62mila hanno più di settant’anni. E l’Italia è il Paese europeo con più reclusi over 65. Una sfilza di eccezioni riduce al minimo la possibilità dei domiciliari. Viva Leroy Nash, conosciuto anche come Jail Houdini, morì nel 2010 dopo aver trascorso quasi ottant’anni della sua esistenza in carcere. Nonostante i legali considerassero lo stato di salute del proprio assistito incompatibile sia con l’esecuzione capitale sia con la detenzione, Nash sarà ricordato nella storia degli Stati Uniti come la persona più anziana a morire per cause naturali mentre, ancora detenuto, era in attesa di essere giustiziato. Aveva 94 anni.
di Manuela Perrone
Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2025 Il presidente del Cnel Renato Brunetta rilancia il progetto “Recidiva zero”. Scuola, formazione e mestieri per ridare speranza e futuro. Da “luogo delle ombre”, dove la società si illude di confinare le sue devianze e le sue “proiezioni distopiche”, il carcere può diventare “spazio che produce speranza”. Con la scuola, la formazione e il lavoro come strumenti per combattere lo stigma e spalancare alternative al crimine, dando piena attuazione all’articolo 27 della Costituzione nella parte in cui stabilisce che le pene devono tendere alla rieducazione del condannato.
youtg.net, 23 maggio 2025 La Garante dei detenuti in Sardegna “Ho ancora impresso il momento in cui Beniamino Zuncheddu è uscito dal carcere, con le sue buste di abiti e oggetti personali e da quel momento non c’è stato nient’altro, né scuse né sostegno di nessun tipo. I dati ci dicono che sono circa mille ogni anno le persone che finiscono in carcere ingiustamente e i risarcimenti arrivano dopo tanti anni”. È Irene Testa, garante dei detenuti in Sardegna, a raccontare nella nostra nuova puntata di YouTalk (sopra l’intervista integrale) da dove nasce la proposta di legge che porta il nome di Zuncheddu, l’ex pastore scarcerato dopo aver passato 33 anni in cella da innocente.
di Roberta Marchetti
today.it, 23 maggio 2025 In carcere da innocenti. In Italia fino a 50 milioni di euro l’anno per i risarcimenti, ma molti restano dentro. Ne parliamo con l’avvocato Gabriele Magno, fondatore dell’associazione Articolo 643, che tutela le vittime di errori giudiziari. E se fosse innocente? È la domanda ricorrente davanti ai più oscuri casi di cronaca nera - negli ultimi anni trasformati spesso dai media in fiction noir -, quando il presunto colpevole finisce in carcere. ‘Presunto’ mai come questi tempi, in cui abbiamo imparato a dubitare anche dopo il terzo grado di giudizio. Garlasco docet, con la condanna di Alberto Stasi a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, in queste settimane davanti a una nuova indagine che potrebbe spazzare via la verità processuale e trovare un altro colpevole.
GIUSTIZIA
di Niccolò Carratelli
La Stampa, 23 maggio 2025 La scelta della maggioranza per velocizzare l’iter del provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 10 giugno. I gruppi di Pd, M5s, Avs, Più Europa, Azione e Italia Viva scrivono una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, denunciando “uno strappo inaccettabile”. Opposizioni in rivolta alla Camera dopo la decisione di applicare una doppia “tagliola” al decreto Sicurezza, su cui le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera hanno approvato il mandato per l’Aula ai relatori. Una scelta della maggioranza per velocizzare l’iter del provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 10 giugno. Alla fine di una seduta concitata, i gruppi di Pd, M5s, Avs, Più Europa, Azione e Italia Viva hanno deciso di scrivere una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, denunciando “uno strappo inaccettabile e inaudito alle regole del confronto democratico” e chiedendo di “riaffermare il rispetto dei diritti delle minoranze”.
di Gaetano Mineo
Il Tempo, 23 maggio 2025 Il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto: “Non è una guerra contro qualcuno ma un sistema di garanzie per assicurare equità e trasparenza”. Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto (Fi), perché avete deciso di utilizzare il “canguro” sulla separazione delle carriere? “La scelta di adottare il canguro è di competenza del Presidente della Commissione, il senatore Balboni. È stata fissata la data dell’11 giugno per l’approdo in aula della riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. Per rispettare questa scadenza, stabilita dalla conferenza dei capigruppo, il Presidente ritengo abbia voluto accelerare i tempi di trattazione degli emendamenti, in modo da poter votare il mandato al relatore entro quella data”.
di Massimo Lugli
Il Foglio, 23 maggio 2025 Indagine sull’inspiegabile amore per la cronaca nera e per il mondo pirotecnico che la circonda. Gli show in tv, i pennivendoli (come noi), gli “esperti”. Un terribile amore per il delitto diventato show. “Ogni uomo è un criminale senza saperlo”. Albert Camus ci aveva visto giusto? È per questo che il delitto ci intriga così tanto? Una sorta di dipendenza nazionale: il delitto di Garlasco a colazione, il giallo di Trieste a pranzo e l’omicidio di Rimini a cena, ma non ci basta mai. Una sorta di bulimia trasversale, di fissazione collettiva: tutti a indagare, parteggiare, sospettare, condannare, fino a quando, come succede più o meno nel novanta per cento dei casi, il rubinetto delle “novità” non si prosciuga definitivamente e si passa ad altro. Nuova vittima, nuovi indagati, nuove interminabili diatribe televisive che ormai neanche le sentenze passate in giudicato da anni possono arginare.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 23 maggio 2025 Inchieste e cortocircuiti, i duelli dentro l’Antimafia. Trentatré anni sono trascorsi dalle stragi che uccisero Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli stessi che aveva Gesù di Nazareth quando fu crocifisso. Chiunque sbarchi a Palermo con l’aereo viene accolto, nella sala arrivi, dalla mostra fotografica che racconta vite, opere e morte di questi due martiri civili, ai quali è intitolato lo scalo di Punta Raisi, dalla nascita nello stesso quartiere fino alle due bombe esplose il 23 maggio 1992 a Capaci e il 19 luglio in via D’Amelio, che eliminarono anche la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, e otto poliziotti delle due scorte.
di Nello Trocchia
Il Domani, 23 maggio 2025 Indagini che fanno a pugni, ex generali dei carabinieri oracoli giù in Sicilia e presunti carnefici altrove, magistrati che hanno passato la vita a indagare il crimine finiti nel tritacarne, indiziati di reati gravi e “pensionati”. Una riflessione sulla crisi dell’antimafia in occasione degli anniversari delle stragi. “Mai così”. È un sussurro quello che un magistrato di lungo corso affida a Domani per raccontare come l’antimafia arriva agli anniversari delle stragi. Quella di Capaci, il 23 maggio 1992, con il tritolo di Cosa Nostra che uccise Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre poliziotti, e quella del 19 luglio, in via Mariano D’Amelio, con l’uccisione di Paolo Borsellino e la sua scorta. Ma non è la crisi dell’antimafia che abbiamo conosciuto e raccontato in questi anni, i soldi sprecati, l’affarismo, le ruberie, ma “il punto più basso di quella giudiziaria”, racconta.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 23 maggio 2025 Il Gip nisseno fa emergere anche la suggestione creata dai clamori mediatici. Ma la trasmissione tv “Report” fa orecchie da mercante. Si sono sprecati anni e risorse a inseguire un’indagine già velleitaria per chi conosceva almeno le basi del modus operandi della mafia corleonese stragista. La “pista nera” sulla strage di Capaci del 23 maggio 1992- che costò la vita a Falcone, Morvillo e alla scorta - è nata da un’iniziativa della scorsa Procura nazionale, ripescando colloqui privi di valore probatorio dell’ex sostituto Gianfranco Donadio (già consulente nella scorsa commissione Antimafia) e rilanciata dall’allora procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, oggi commissario M5S della Antimafia.
di Matteo Castagnoli
Corriere della Sera, 23 maggio 2025 Un senza fissa dimora svizzero di 24 anni ha subito un pestaggio dopo essere stato scambiato per un “rapinatore incappucciato” che da giorni seminerebbe il terrore aggredendo donne e bambini. Ma non c’entra nulla con la vicenda. Dalle voci dei social all’aggressione in strada. Che prende forma alle 18.30 di mercoledì 21 maggio, in via Tina di Lorenzo, periferia Nord di Milano. Siamo a Quarto Oggiaro. Da giorni tra alcuni utenti iscritti a gruppi di quartiere si rincorre la voce che un “uomo con il volto coperto gira per le strade e aggredisce donne e bambini”. È nel tardo pomeriggio che il presunto incappucciato viene individuato. Nella via si riversano decine e decine di persone. Lo colpiscono.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2025 Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 18938 depositata ieri. La pendenza del procedimento relativo alla richiesta di una pena sostitutiva, ex articolo 20-bis Cp, non comporta la sospensione dell’ordine di esecuzione di pene concorrenti emesso dalla Procura della Repubblica. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza n. 18938 depositata oggi, respingendo il ricorso dell’imputato contro la decisione della Corte di appello di Palermo, che decidendo quale Giudice dell’esecuzione, aveva rigettato l’istanza (finalizzata appunto ad ottenere la revoca o la sospensione dell’ordine di esecuzione di pene concorrenti per complessivi due anni, quattro mesi e ventotto giorni).
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2025 L’istanza di revisione delle misure cautelari personali all’avvocato nominato dalla parte offesa è adempimento che se non correttamente eseguito comporta la nullità del provvedimento del Gip. In caso di reati contro le donne o violenza domestica o di genere la mancata notificazione alla persona offesa dell’istanza dell’indagato per la modifica delle misure cautelari personali già applicategli rende nullo il provvedimento che accoglie la richiesta. Così la Corte di cassazione penale - con la sentenza n. 18979/2025 - ha respinto il ricorso dell’imputato che lamentava l’annullamento del provvedimento con cui il Gip aveva disposto il passaggio dalla misura dei domiciliari a quelli dell’obbligo di dimora nel Comune e del divieto di avvicinamento della persona offesa.
TERRITORIO
di Paolo Valenti
lavialibera.it, 23 maggio 2025 Hamid Badoui si è tolto la vita in cella dopo l’arresto nel capoluogo piemontese: temeva di tornare nel Centro in Albania. La Garante dei detenuti Monica Gallo: “Un sistema inutile che nega la dignità delle persone straniere”. Si chiamava Hamid Badoui, aveva 42 anni e viveva in Italia da 15. Si è tolto la vita nella sezione “nuovi giunti” dell’istituto Lorusso Cotugno di Torino nella notte di domenica, un giorno dopo l’ingresso: è il 32simo suicidio in un carcere italiano da inizio anno. Ma la sua storia somiglia anche a quelle delle troppe vittime dei centri di permanenza per il rimpatrio (cpr, almeno 15 i decessi negli ultimi sei anni): negli ultimi mesi era stato trattenuto nel cpr di Bari perché sprovvisto di permesso di soggiorno, poi trasferito nel centro di Gjadër, in Albania. Riportato in Italia, era stato arrestato sabato scorso nel capoluogo piemontese, pare per aver dato in escandescenza dopo aver subito un furto.
di Alessandra Montalbetti
Il Mattino, 23 maggio 2025 “Paolo è a limite della sopravvivenza e ha diritto ad essere salvato”. “Mio nipote si deve riprendere e dobbiamo riportarlo a casa”. Il commovente appello è quello di nonna Cira Russo. Chiede di trovare con urgenza, per suo nipote Paolo Piccolo, un posto in una struttura riabilitativa del Centro-Sud Italia specifica per le cure di cui necessita il 26enne originario di Barra, ridotto in fin di vita nel carcere di Bellizzi Irpino, da dieci detenuti che si sono accaniti brutalmente sul corpo del giovane detenuto ad ottobre scorso.
di Riccardo Ruggeri
incronaca.unibo.it, 23 maggio 2025 L’allarme del presidente Ceis sul nuovo settore per minorenni nel penitenziario. “Sono molto preoccupato per la città perché potenzialmente è una polveriera”. Con queste parole don Giovanni Mengoli, presidente del Consorzio Gruppo Ceis (Centro italiano di solidarietà), in occasione del convegno “Un luogo in cui abitare: le politiche abitative per minori-giovani adulti stranieri” tenuto su iniziativa dell’Istituzione Minguzzi e del Centro Astalli, ha espresso le proprie perplessità sulla sezione per detenuti giovani adulti creata nel carcere della Dozza di Bologna, con l’arrivo dalle carceri per minorenni di qualche decina di ragazzi.
di Fabrizio Morviducci
La Nazione, 23 maggio 2025 La sindaca Sereni a Sollicciano con una delegazione del consiglio. formata da maggioranza e opposizione. “Avvertiamo con forza il senso di responsabilità per questa struttura situata al confine col nostro territorio comunale, è stato importante affrontare insieme questo momento di consapevolezza”. La sindaca Sereni è tornata a Sollicciano con una delegazione del consiglio comunale formata da maggioranza e opposizione: il presidente del Consiglio, Gianni Borgi, i consiglieri Tommaso Francioli (Pd) Giulia Alderighi (M5S), Alessio Vari (Claudia Sereni sindaca), Pier Guido Pratesi (Avs) Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), Claudio Gemelli (FdI).
abruzzosera.it, 23 maggio 2025 Trasformare la detenzione minorile in un’opportunità di crescita e cambiamento. È questo il cuore del convegno “Formazione minorile carceraria in Abruzzo - Analisi e prospettive”, che si terrà venerdì 23 maggio presso la sala convegni dell’Ordine degli Avvocati dell’Aquila, al Tribunale in via XX Settembre. La giornata si configura come un importante momento di riflessione e confronto sui temi cruciali dell’istruzione, del reinserimento sociale e dei diritti all’interno del delicato contesto della detenzione minorile. Il principio guida è chiaro: il sapere deve essere accessibile a ogni individuo, anche in situazioni di particolare fragilità. In questa visione, la scuola assume un ruolo fondamentale come spazio di relazione, strumento per la costruzione di legami significativi e leva per la promozione della consapevolezza nei giovani detenuti.
di Silvia Bacci
rainews.it, 23 maggio 2025 Uno strumento di consapevolezza e reinserimento sociale. Il Lorusso e Cotugno rimane una delle carceri più complesse da gestire, tra sovraffollamento e carenza di personale. L’ombra dell’ultimo suicidio e la speranza di nuove possibilità. Proprio per dare risposte ad un isolamento sociale che priva le persone di un’identità, il teatro in carcere diventa uno strumento di consapevolezza di sé e degli altri, di crescita personale, di opportunità. Una storia di dolore e riscatto in “84 pagine”, lo spettacolo che i detenuti mettono in scena in questi giorni. Una lettera di richiesta di perdono scritta in un mese di cella da un giovane detenuto ai figli della donna uccisa. Una missiva del 1919 riemerse dall’archivio del Museo Lombroso dell’Università di Torino, trasposta nell’oggi e occasione di riflessione.
di Elisa Garatti
lavocedelpopolo.it, 23 maggio 2025 Dal carcere si sentono fuoriuscire alcune note di speranza. Sono le canzoni, scritte e intonate dai detenuti, che oggi trovano “casa” in un libretto, curato dai cappellani della Casa Circondariale “Nerio Fischione” e della Casa di Reclusione “Verziano” di Brescia, insieme alla Caritas e al Vol.Ca (Associazione Volontariato Carcere), risultato evidente e realizzazione concreta della scelta della Diocesi di Brescia di dedicare un’opera-segno giubilare al carcere, con il progetto “Via dei Bucaneve, 25”. “Alcune persone detenute hanno iniziato a scrivere e cantare brani dopo aver meditato la Bibbia. Hanno chiesto di poterli suonare per animare la Messa domenicale - scrive il cappellano del “Nerio Fischione”, don Stefano Fontana, nelle prime pagine.
di Daria Capitani
vita.it, 23 maggio 2025 A fine 2024, in Italia erano 77mila le persone in detenzione domiciliare o in affidamento in prova al servizio sociale. In Piemonte, l’organizzazione di volontariato La goccia di Lube promuove il reinserimento socio lavorativo di chi sta scontando la pena tramite misure alternative alla detenzione. Storie di ripartenza come quella di Sharon, che a Chieri sta cucendo una nuova trama per il suo futuro. “Questo posto per me è l’aria”. Sharon (il nome è di fantasia) sta confezionando una borsa. È di quelle con i manici regolabili: in caso di necessità, può diventare zaino. Ne mostra i dettagli: ogni cucitura è ben rifinita, anche il bottone che, spiega, “è la parte più complicata”. I suoi occhi scuri si illuminano quando racconta di quello che in poco più di un mese è riuscita a realizzare. La cosa più bella? “Le camicine per i battesimi”.
comune.rho.mi.it, 23 maggio 2025 Un successo al Teatro de Silva la serata con Trasgressione Band e il racconto di detenuti e volontari. Terza serata, venerdì 16 maggio, per la rassegna “Riflessioni” al Teatro Civico di Rho. Ospite la Trasgressione Band guidata dallo psicoterapeuta Juri Aparo, con le testimonianze di detenuti, ex detenuti e volontari che operano nelle carceri milanesi. Sono stati proposti numerosi brani di Fabrizio De André, magistralmente arrangiati da Alessandro Radice. Aparo è partito dal brano “Una storia sbagliata”, sulla scia delle reazioni collettive alla vicenda di Emanuele De Maria, che ha ferito un uomo, ucciso una donna e si è suicidato dalle guglie del Duomo di Milano mentre era in permesso per lavoro durante la sua detenzione al carcere di Bollate: “Sono storie sbagliate quelle di chi spaccia, rapina, uccide.
radiounavocevicina.it, 23 maggio 2025 Un laboratorio per abbattere i muri che separano vite diverse. Lettere dal carcere. Missive scambiate tra chi è fuori e chi, invece, nonostante la giovane età, è costretto per un periodo a stare “dentro”. Uno scambio che diventa possibilità e crescita, ma anche un modo per accorciare le distanze e per abbattere le pareti, non solo fisiche, che separano esperienze di vita diverse. È tutto qui il senso del laboratorio “Corrispondenze”, portato avanti dal Cag (Centro aggregazione giovanile) di piazza Bovio, a Catania, con la collaborazione dell’istituto “Regina Elena” di Acireale, del Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) 2 di Giarre, e dell’Ipm (Istituto penale per i minorenni) di Acireale.
cremonaoggi.it, 23 maggio 2025 Continua il percorso di visite ispettive organizzate dall’Associazione Radicale Fabiano Antoniani presso la Casa Circondariale di Cremona Ca’ del Ferro al fine di mantenere vivo il confronto con la Direttrice Antonicelli e la Comandante Tognali in missione presso la struttura. Da tempo ormai le visite cercano di rispondere alla necessità riscontrata dall’Associazione di attivarsi dall’esterno, per riuscire a coltivare una connessione con la cittadinanza e far comprendere al mondo fuori dalla Casa Circondariale che il reinserimento sociale del reo è possibile, seppur reso difficile dalle peculiarità della struttura detentiva. In occasione della visita, alcuni membri dell’Associazione sono stati accompagnati dal Consigliere Comunale Paolo La Sala e dai ragazzi della realtà di Ape? Sì.
di Emanuela Del Frate
Il Domani, 23 maggio 2025 “Non capisco come la politica si stupisca che scrivano testi così forti e così contro tutti, è proprio tutto il sistema a essere contro di loro”. Il rapper che ha rotto per primo il muro del mainstream torna con un nuovo album: Mentre Los Angeles brucia. “Perché mentre nel mondo succede di tutto, ognuno di noi va avanti con la propria vita, anche egoisticamente”. “Quanto è labile il confine tra diffamazione e censura nel rap? È stato un giudice che ha deciso quanto è labile il confine. Ma la libertà di espressione la può decidere un giudice?”. Fabri Fibra commenta così la condanna per diffamazione arrivata pochi giorni fa a seguito di una denuncia di Valerio Scanu per una sua canzone del 2013. La prima a un rapper italiano. A due anni di distanza dal suo ultimo Caos, torna con un nuovo album: Mentre Los Angeles brucia, in uscita il 20 giugno, prima del tour estivo che partirà il 7 luglio dal Circo Massimo di Roma.
AFFARI SOCIALI
di Francesca Paruzzo
Il Manifesto, 23 maggio 2025 È incostituzionale il divieto che fino a ieri era imposto alla madre “intenzionale” di riconoscere come suo un figlio nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (Pma) fatta all’estero. È dunque il consenso e solo il consenso, nell’ambito di una progettualità familiare condivisa, a far nascere i doveri e i diritti che sono propri dei genitori. Il consenso volontariamente assunto dalla madre biologica così come da quella intenzionale. Lo ha deciso la Corte costituzionale che al centro della sua pronuncia resa nota ieri ha messo l’interesse morale e materiale del minore, quale principio fondamentale riconosciuto e protetto dall’ordinamento internazionale, da quello sovranazionale e da quello interno. Il fine preminente è lo svolgimento della personalità del bambino e questa va promossa e valorizzata (anche) indipendentemente dal nesso tra legame biologico e genitorialità.
di Mariano Croce*
Il Domani, 23 maggio 2025 La sentenza della Corte costituzionale che riconosce alla nascita entrambe le madri di una famiglia non deve cogliere di sorpresa. Si allunga l’elenco delle riforme ottenute nelle aule di giustizia anziché in parlamento. Perché i politici si pongono in un’ottica fuori dal tempo. Che si provi nostalgia oppure no per la novecentesca politica dei partiti e dei parlamenti, essa è per noi come la radiazione cosmica di fondo: la traccia impercettibile di un passato distantissimo. Oggi le più significative riforme in molti campi della vita associata passano per le Corti. La sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale riafferma con mirabile coerenza questo stato di cose, che impone una presa d’atto meno sgomenta e impreparata.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 23 maggio 2025 La consultazione referendaria sulla cittadinanza sta diventando per i politici della maggioranza l’occasione per ripetere gli usuali slogan propagandistici e dissimulare una certa ipocrisia sul tema immigrazione. Una consultazione referendaria dovrebbe essere il momento essenziale per consentire alle persone di comprendere chiaramente la questione sottoposta al loro voto. Invece, ci si avvicina al referendum dell’8 e del 9 giugno tra poco argomentati inviti all’astensione, in spregio al “dovere civico” del voto, e affermazioni prive di fondamento, con cui i politici di maggioranza sostanziano la propria propaganda. In particolare, circa il quesito sulla cittadinanza ciò è di tutta evidenza.
di Filippo Miraglia*
Il Fatto Quotidiano, 23 maggio 2025 È un primo passo che darà la possibilità a molte persone di sentirsi finalmente parte del Paese in cui vivono e per il quale contribuiscono ogni giorno. I referendum dell’8 e 9 giugno rappresentano un passaggio importante per la nostra democrazia. Raggiungere il quorum è possibile e per farlo è importante tenere insieme la lotta per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori con quella per il diritto alla cittadinanza. I diritti umani, i diritti civili e i diritti sociali sono sotto attacco da molti anni e le nostre democrazie, che sembravano spazi sicuri per garantirli, luoghi di emancipazione delle persone, sono diventate luoghi nei quali si afferma sempre più la legge del più forte, in sfregio ai principi fondanti della Costituzione.
di Aurora Cauter
goriziaoggi.news, 23 maggio 2025 “Guantanamo italiana” è l’appellativo del Cpr di Gradisca d’Isonzo, uno dei dieci centri per il rimpatrio di immigrati irregolari presenti sul territorio nazionale. Da anni si sentono notizie di cronaca provenienti da centri di questo genere, tra rivolte, scontri, feriti, anche suicidi. Da Gradisca arrivano voci di trattenuti, che raccontano le condizioni (umanitarie, igienico-sanitarie, sociali) precarie, e delle forze dell’ordine. Quest’ultimi, che entrano nel centro per risolvere i disordini, denunciano la violenza nei loro confronti, contano i feriti e lamentano la fatiscenza della struttura, che impedisce di lavorare in sicurezza. La comunità non rimane silente, e l’opinione pubblica si divide tra chi si indigna e chiede la chiusura del Cpr e chi non è disposto a rinunciare a una struttura ‘simbolo di legalità’. Se il nostro obiettivo è raccontare la realtà oggettiva dei fatti, dobbiamo ascoltare più voci.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 23 maggio 2025 Disobbedienza contro il dl sicurezza. La norma equipara la cannabis light a quella con Thc. Blengino vuole farla arrivare davanti alla Consulta. Dopo aver insistito per tre giorni Filippo Blengino, membro del comitato nazionale dei Radicali italiani, è riuscito a farsi arrestare. Alle 15 di ieri pomeriggio davanti alla sede romana del partito sono arrivate tre volanti dei carabinieri. All’interno gli agenti hanno trovato Blengino dietro un tavolo pieno di bustine di cannabis light. All’esterno due manifesti con il faccione fumante di Marco Pannella, leader radicale scomparso nel 2016, e la scritta: “Cbd shop. Ti vendo il mio arresto”. Il manifesto ha assistito a tutta la scena, che si è svolta accanto alla redazione.
di Milena Santerini*
Avvenire, 23 maggio 2025 La lotta sacrosanta per estirpare l’odio contro gli ebrei è indebolita dalla violenza a Gaza e dalle azioni che non rispettano i diritti umani dei palestinesi. Quello che serve è un cambio di rotta. L’attentato in cui sono stati uccisi due giovani funzionari dell’Ambasciata israeliana a Washington è stato, secondo le parole del Presidente israeliano Herzog, una delle voci più sagge del Paese, “un atto spregevole di odio, di antisemitismo”. Una violenza inescusabile e ingiustificabile ha interrotto due giovani vite e ha aggiunto altro terrore a una situazione, il conflitto in Medio Oriente, che sta diventando intollerabile. Colpire due civili inermi è inescusabile e alimenta un circolo vizioso di violenza di cui non si vede la fine. Ci si chiede cosa serva oggi per arrivare a quella pace disarmata e disarmante perseguita da papa Francesco e oggi da Leone XIV.
di Franco Corleone
L’Espresso, 23 maggio 2025 Quello che succede a Gaza è un’apocalisse, una catastrofe dell’umanità e della ragione. Netanyahu è colpevole di un moderno genocidio o soltanto di una pulizia etnica senza limiti? I bombardamenti non hanno distrutto solo case, scuole, ospedali e ucciso migliaia di civili, ma hanno ammutolito le persone dell’Occidente, hanno provocato la perdita delle forme della politica e le “parole per dirlo” e il silenzio è inevitabilmente complice. Questo segno di impotenza nasce dalla convinzione che tutte le soluzioni immaginate negli anni, una per tutte - due popoli due Stati - sono divenute irreali e impraticabili. La crudeltà ha preso il sopravvento in quella terra contesa e l’accusa, che suona come ricatto, di antisemitismo se la si condanna, rappresenta il trionfo dell’ipocrisia e del fariseismo.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 23 maggio 2025 L’espressione latina habeas corpus deriva dalla formula iniziale di un ordine giudiziario emesso da un tribunale, con cui si chiede che un detenuto sia portato davanti a un giudice per verificare la legittimità della sua detenzione. L’origine del principio risale all’Inghilterra medievale: il primo uso documentato di simili formule è del XIII secolo, ma la consacrazione giuridica più nota si ha nel 1679 con l’Habeas Corpus Act, votato dal Parlamento inglese sotto il regno di Carlo II. La legge nasce per arginare gli abusi del potere regio, in particolare l’arresto arbitrario dei sudditi sgraditi al monarca. Stabiliva che nessun cittadino potesse essere imprigionato senza un’accusa formale e senza la possibilità di essere ascoltato da un tribunale.
di Antonello Guerrera
La Repubblica, 23 maggio 2025 L’ex ministro conservatore Gauke ha pubblicato un rapporto indipendente sulle misure da adottare contro il sovraffollamento nelle prigioni. Si ipotizza di far scontare solo un terzo della detenzione per poi optare per la libertà vigilata. Nel caso di crimini sessuali la ministra della Giustizia pensa al trattamento farmacologico volontario e in alcuni casi obbligatorio. Castrazione chimica per stupratori e pedofili? Il governo Starmer ci sta pensando e potrebbe approvarla, in via obbligatoria, in alcuni casi. Anche perché è una delle indicazioni che emerge da una commissione indipendente sulla riforma della Giustizia e delle carceri nel Regno Unito che ha pubblicato oggi l’ex ministro conservatore David Gauke, e che dovrebbe essere adottata in larga parte dal governo laburista di Sir Keir Starmer.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Inaugurazione "Ostello delle idee. Spazio comune per una Padova inclusiva" (Padova, 24 maggio 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 25 maggio 2025
Convegno. "Cure senza confini. Sfide e innovazioni in sanità penitenziaria" (Bologna, 5 giugno 2025)
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
CORSI E MASTER
CONCORSI E BANDI