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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di mercoledì 30 luglio 2025

CARCERI

L’estate del nostro scontento. Il piano carceri ormai è diventato una malattia cronica recidivante

di Ornella Favero

Ristretti Orizzonti, 30 luglio 2025 L’estate in carcere è il contrario che in libertà: è triste, è soffocante, è angosciante. Ed è funestata dai “piani carcere”, che tornano a prenderci in giro con regolarità disarmante. Ho preso in mano il piano del 2014, ed è praticamente una fotocopia di quello appena presentato dal governo. Che però ha in più alcune definizioni “creative”, il nulla raccontato come se potesse davvero accadere.

 

I Garanti in piazza per chiedere risposte immediate a un mese dal monito di Mattarella

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 30 luglio 2025 A un mese esatto dal forte richiamo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla drammatica situazione delle carceri italiane, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha indetto per oggi una manifestazione pubblica per riportare al centro del dibattito politico e sociale l’emergenza penitenziaria. Il Presidente, rivolgendosi il 30 giugno scorso al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, aveva definito sovraffollamento e suicidi “un’emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente”. Aveva inoltre ricordato che la dignità di un Paese si misura anche dalle sue carceri, che non devono essere sovraffollate e devono garantire percorsi di reinserimento, strumenti essenziali per la sicurezza collettiva.

 

Carceri al collasso, l’idea di La Russa: modello Covid contro il sovraffollamento

di Simona Musco

Il Dubbio, 30 luglio 2025 Il presidente del Senato ha incaricato la sua vice Rossomando di scrivere un ddl che prevede la possibilità di scontare gli ultimi 18 mesi di pena ai domiciliari per i reati non gravi. “Le condizioni civili devono essere previste per chiunque, soprattutto per chi è in carcere, specie per chi è nelle mani dello Stato: se lo Stato ha il dovere di punire chi sbaglia, ha il dovere di assicurare condizioni civili per chi è detenuto”. Sono parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che nel corso della cerimonia del Ventaglio, in Sala Koch, a Palazzo Madama, ha annunciato una proposta di legge, la cui stesura è affidata alla vicepresidente Anna Rossomando, per garantire la liberazione anticipata ai detenuti con pena residua inferiore a 18 mesi e per reati non gravi.

 

Prosegue il viaggio di monitoraggio di “Nessuno tocchi Caino” all’interno delle carceri italiane

di Eleonora Ciaffoloni

L’Identità, 30 luglio 2025 Prosegue in questa calda estate il viaggio di monitoraggio dell’organizzazione “Nessuno tocchi Caino” all’interno delle carceri italiane. Un’iniziativa che si svolge in un periodo particolarmente critico per la vita dietro le sbarre, segnato da condizioni aggravate dal caldo, dalla carenza di personale e dal persistente sovraffollamento, che colpisce non solo i detenuti, ma anche chi lavora quotidianamente negli istituti penitenziari. Osservati speciali, nel viaggio di “Nessuno tocchi Caino”, gli istituti penitenziari della Calabria e della Sicilia.

 

GIUSTIZIA

Il reato a firma Stato: ingiusta detenzione

di Antonio Nastasio*

bergamonews.it, 30 luglio 2025 L’errore giudiziario non è una fatalità: è una ferita, e quando il fatto si ripropone, la coscienza democratica non può restare in silenzio, deve parlare, deve rispondere senza tentennamenti fatti del poi e del si vedrà ma imporsi con ora e subito. Nella lunga e inquietante saga del proliferare di “verità pensate”, dedotte più che verificate, la verità giudiziaria è spesso motivo di rappresentazioni non giudiziarie a scapito della verità vera che rischia di perdersi, camuffata da altre verità, a volte nel silenzio dello Stato. Sempre più spesso assistiamo al pericoloso fenomeno per cui fatti di cronaca vengono elevati a verità assolute, senza che vi sia stata una verifica giudiziaria rigorosa.

 

Se il protagonismo dei giudici riempie il vuoto della politica

di Antonio Mastrapasqua

Il Riformista, 30 luglio 2025 Il mugnaio Arnold lo diceva con soddisfazione e gratitudine: “Per fortuna c’è un giudice a Berlino”. Oggi potremmo dire che c’è un giudice per tutto: per dirimere un dubbio sugli esami di maturità, per sciogliere il dilemma di un’Opa, per chiudere o tenere aperto un impianto siderurgico, per indagare politici e cortigiani su vere o presunte corruzioni. Intendiamoci, una parte dell’esuberanza della magistratura sta nel tasso di litigiosità della società e nella complessità del sistema di regole che ci siamo dati per la convivenza civile. Non è solo una questione italiana. I giudici sono protagonisti, o lo diventano, negli Stati Uniti, così come a Bruxelles.

 

Carriere separate, ora Nordio teme le urne: “Vedo sondaggi diversi”

di Giacomo Salvini

Il Fatto Quotidiano, 30 luglio 2025 I dubbi sull’esito incerto del referendum: “Vinciamo? Ci affidiamo ai cittadini”. E cambia versione sulla lettera Anm. Alla fine del 2024, parlando alla Camera coi colleghi di maggioranza, non aveva dubbi: il referendum sulla separazione delle carriere andrà bene, perché “ai magistrati non crede nessuno, la loro credibilità è al 30%”. Oggi il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha cambiato idea. Il referendum sulla Giustizia si avvicina e il guardasigilli inizia a mostrare i primi dubbi a chi gli chiede se c’è la convinzione di vincere: “No, i sondaggi dell’Anm dicono una cosa, il sondaggio di Swg un’altra “Ci affidiamo ai cittadini”, spiega all’ora di pranzo ad alcuni cronisti tra cui quello del Fatto alla buvette della Camera.

 

Csm, ecco perché il sorteggio fa paura (ma può salvare la magistratura)

di Andrea Mirenda*

Il Dubbio, 30 luglio 2025 Il dibattito sulla riforma divide: c’è chi parla di “mortificazione” e chi lo vede come rimedio al correntismo. Ecco perché il sorteggio può restituire autorevolezza e tutela della legalità a Palazzo Bachelet. Suole ripetersi che il sorteggio sarebbe lesivo della rappresentatività del Csm. C’è chi, ieri - il capo della Dna Giovanni Melillo e il Sole 24 Ore - ha parlato addirittura di “mortificazione” dell’autorevolezza dei nuovi organi consiliari. Occorre intendersi. Se si vuol dire che il metodo stocastico esclude la “rappresentanza politica” del Csm, possiamo stare sereni: lo ha già detto, almeno un paio di volte, la nostra Corte costituzionale sicché la riforma in cantiere altro non farà che ribadirlo... e giustamente.

 

GIURISPRUDENZA

Reati ostativi senza pena sostitutiva, ma il carcere sia rieducativo e umano

di Patrizia Maciocchi

Il Sole 24 Ore, 30 luglio 2025 I condannati per reati ostativi possono essere esclusi dall’accesso alle pene sostitutive, ma l’esecuzione delle pene detentive deve rispettare i principi di rieducazione e umanità imposti dalla Costituzione. La Consulta, con la sentenza i39, salvala riforma Cartabia che nega l’applicazione delle misure alternative al carcere ai condannati per i cosiddetti reati ostativi previsti dall’articolo 4-bis dell’ordinamento penitenziario. Per il giudice delle leggi, rientra nella discrezionalità del legislatore sbarrare l’accesso al “beneficio” agli autori di una serie di reati, che vanno dall’associazione di tipo mafioso, alla violenza sessuale.

 

Pene sostitutive, la Consulta: sì all’esclusione per i reati ostativi, ma il carcere va cambiato

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 30 luglio 2025 La Corte Costituzionale salva la norma della riforma Cartabia che esclude le pene alternative per reati gravi, ma lancia un richiamo duro sulle condizioni detentive: numeri fuori controllo che non praticano rieducazione. La Corte Costituzionale ha depositato una sentenza destinata a fare chiarezza su uno dei nodi più delicati della riforma della giustizia penale: l’esclusione dei condannati per reati gravi dalle nuove pene sostitutive introdotte dalla riforma Cartabia. Con la sentenza numero 139, i giudici costituzionali hanno dichiarato legittime le limitazioni previste per i cosiddetti reati ostativi, ma hanno al tempo stesso ribadito con fermezza che l’esecuzione delle pene detentive deve sempre rispettare i principi di umanità e finalità rieducativa sanciti dalla Costituzione.

 

TERRITORIO

Pavia. Tragedia in carcere: detenuto si suicida, è il 13esimo dal 2021

di Adriano Agatti

La Provincia Pavese, 30 luglio 2025 Il 36enne era in cella da solo, si è impiccato con le lenzuola. La Procura ha aperto un fascicolo per chiarire l’episodio. Ennesimo suicidio nel carcere di Torre del Gallo: è il tredicesimo dal 2021. La media è di oltre tre ogni anno. Ci sono stati anche alcuni tentativi di togliersi la vita sventati dalla polizia penitenziaria. Domenica sera si è suicidato un detenuto originario dell’est Europa che aveva 36 anni: si è impiccato alla porta della sua cella in un settore della parte vecchia del carcere. Il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso e il corpo è stato trasferito all’istituto di Medicina legale. Un primo rapporto è stato inviato negli uffici della Procura della Repubblica di Pavia ed è stata aperta un’inchiesta. Sarebbe stata anche disposta l’autopsia ma non ci sono dubbi per il suicidio.

Parma. Carcere di via Burla, detenuto di 53 anni si suicida

di Mara Varoli

Gazzetta di Parma, 30 luglio 2025 Un detenuto italiano di 53 anni si è suicidato intorno alle 17.20, impiccandosi nel carcere di Parma. Ne ha dato notizia il Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri. “L’uomo, un detenuto ad alta sicurezza per reati associativi - spiega - era in isolamento dal 2 maggio scorso per un motivo sanitario. Si è impiccato con l’elastico delle sue mutande. La stessa identica modalità con cui a Ferragosto dello scorso anno un cittadino di origine tunisina si suicidò a Parma, sempre in isolamento, nella cella 3, il detenuto di oggi è morto nella cella 4”. Si tratta del settimo suicidio in carcere in Emilia-Romagna dall’inizio dell’anno: 4 sono avvenuti a Modena, uno a Bologna, uno a Reggio Emilia e oggi, l’ultimo, a Parma.

 

Firenze. “Se una persona si toglie la vita in carcere, a me non interessa”

di Dmitrij Palagi*

facebook.com, 30 luglio 2025 “Se una persona si toglie la vita in carcere, a me non interessa”: lo ha detto un ascoltatore durante una rassegna stampa a cui ho partecipato stamani. Non mi ha sconvolto. Mi ha fatto arrabbiare. Non per lui, a cui auguro di non ritrovarsi mai in una condizione di bisogno intorno a persone con poca umanità. Ma per la società in cui viviamo, che rende pensabile, dicibile e apparentemente accettabile quel pensiero. Perché in carcere nella maggioranza dei casi si scarica quello che la società non sa affrontare. Avviene così in molti contesti di marginalità, povertà e malattia.

 

Livorno. Il Garante: “Si aprano i nuovi padiglioni. Il degrado non è più sostenibile”

livornotoday.it, 30 luglio 2025 Solimano: “Alle Sughere c’è un sovraffollamento del 33%, occorre intervenire subito”. Lo scorso maggio, il garante dei detenuti di Livorno, Marco Solimano, denunciò pubblicamente la situazione delle Sughere tra “celle piene di muffa e finestre inutilizzabili”. A distanza di poco meno di cinque mesi lo stesso Solimano è voluto tornare sull’argomento chiedendo “l’immediata apertura dei nuovi padiglioni e che si metta fine alla situazione di degrado e di mancanza di dignità delle persone ristrette all’interno dei reparti di media sicurezza e del personale costretto ad operare in condizioni critiche ed insalubri. Ai problemi strutturali si aggiunge un sovraffollamento che ormai ha raggiunto nella nostra casa circondariale il tasso del 133%, mentre il personale rimane sotto organico.”

 

Milano. Gino Rigoldi: “Al Beccaria meno violenza, ma servono più studi per ragazzi e agenti”

La Presse, 30 luglio 2025 “Questo non è che sia diventato un residence per giovani borghesi, resta un carcere minorile. Però la violenza tra i ragazzi, tra gli agenti e i ragazzi e anche la violenza nei confronti del mobilio è molto diminuita”. Così don Gino Rigoldi, ex cappellano dell’istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano e presidente della Comunità Nuova onlus, commenta il rapporto dell’associazione Antigone che colloca l’istituto milanese in uno degli ultimi posti tra gli Ipm italiani. “Noi cerchiamo di seguire alcune strade per favorire il reinserimento attraverso l’articolo 21, cioè il lavoro esterno, il volontariato”, ha spiegato Rigoldi, sottolineando come oggi il clima all’interno dell’istituto sia “più tranquillo” grazie alla presenza di una “brava comandante degli agenti” e di una “brava direttrice”.

 

Verona. Sovraffollamento in carcere, mobilitazione anche a Montorio

di Nicolò Vincenzi

L’Arena, 30 luglio 2025 Il Garante: “Accendiamo una luce sul dramma”. Nel carcere di Montorio, ad oggi, ci sono 630 detenuti a fronte dei 335 posti regolari. Situazione, però, che riguarda tutta Italia. Per questo la Conferenza nazionale dei garanti dei diritti delle persone provate della libertà personale ha invitato per domani (30 luglio) “deputati, senatori, europarlamentari e consiglieri comunali a entrare con noi (i garanti, ndr) negli istituti penitenziari adulti e minorili”. “Bisogna”, aggiungono i garanti, “che la politica intervenga non subito, ma ora!”. Nel documento la Conferenza, parla di sovraffollamento e suicidi e di “emergenza sociale sulla quale occorre interrogarsi per porvi fine immediatamente”.

 

Trapani. Situazione al carcere: oggi la visita e la presentazione del report

tp24.it, 30 luglio 2025 Un grido di allarme si leva dalle carceri italiane, e in particolare dalla Sicilia, dove il suicidio di un giovane detenuto nel carcere di Trapani il 21 luglio ha riacceso i riflettori su una situazione drammatica. Il ragazzo, di 29 anni, si è tolto la vita impiccandosi con le lenzuola nella sua cella, nonostante fosse sottoposto a “sorveglianza a vista” dopo un precedente tentativo di suicidio. Un gesto disperato, che secondo Natale Salvo di Sinistra Libertaria, è stato inascoltato, denunciando il silenzio assordante dei media locali e della cittadinanza.

 

Roma. “Impossibile rifarsi una vita dopo il carcere: il lavoro e la casa restano un problema”

di Lucilla La Puma

Corriere della Sera, 30 luglio 2025 Le testimonianze delle donne uscite dal carcere romano: “Sovraffollamento, poca igiene, una volta fuori per noi la strada resta in salita”. La vita dietro le sbarre è spesso drammatica: sovraffollamento, precarie condizioni igieniche, assistenza medica e psicologica col contagocce. Se poi trovare un lavoro e reinserirsi nella società dopo avere scontato la pena diventano sogni irrealizzabili il quadro è devastante. Ecco i racconti di ex detenute di Rebibbia femminile. “Le celle sono piccole. Io stavo in una da 4 posti, senza doccia, ma eravamo in 6 con l’aggiunta di un letto a castello - dice Anna, 53 anni, ex detenuta. Ed è già una cosa buona, perché nelle stanze da due, piazzano un letto in più di quelli normali e non ci si muove più.

 

Napoli. L’emergenza sicurezza non c’è: il Tar annulla le “zone rosse”

di Fabrizio Geremicca

Il Manifesto, 30 luglio 2025 Il Tar Campania ferma la deriva securitaria. I giudici amministrativi hanno annullato l’ordinanza di Michele Di Bari, prefetto di Napoli, che si ispirava a una direttiva dello scorso dicembre inviata ai prefetti dal Viminale. Tale ordinanza il 30 giugno aveva prorogato a Napoli per la seconda volta il divieto di stazionamento in diverse “zone rosse” della città, dal centro storico alla Stazione centrale fino a Chiaia, per soggetti che “assumano atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti” e risultino destinatari per alcuni reati indicati nel provvedimento “di segnalazione all’autorità giudiziaria”. I reati spaziano dal traffico e detenzione di stupefacenti alle lesioni e comprendono il furto, il danneggiamento, la rapina, il porto e la detenzione abusiva di armi, mazze, sfollagente.

 

Perugia. Al carcere di Capanne la cerimonia conclusiva dei corsi di formazione edile

filleaumbria.it, 30 luglio 2025 Si terrà domani, mercoledì 30 luglio alle ore 10, all’Istituto Penitenziario di Perugia Capanne, la cerimonia conclusiva dei percorsi formativi professionalizzanti promossi dal Cesf - Scuola Edile di Perugia, nell’ambito del Protocollo firmato nel maggio 2024 con il Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia, l’Udepe e le Parti sociali del settore delle costruzioni, Ance Umbria, Cna Umbria, Confartigianato imprese Umbria, Lega Coop Produzione e Servizi, Fillea Cgil Umbria, Filca Cisl Umbria e Feneal Uil Umbria.

 

Firenze. Il gruppo di detenuti che sono diventati pittori per liberare le emozioni

Avvenire, 30 luglio 2025 Al “Samaritano” di Firenze si è tenuto un laboratorio di art therapy per chi è a fine pena. Ne è uscito un racconto fatto di immagini e poesie. In cui c’entrano le migrazioni. Pennello e colori per liberare i sentimenti dei detenuti. È l’idea alla base del corso di art therapy organizzato negli spazi del Samaritano, la struttura della Fondazione Solidarietà Caritas Firenze dove chi è a fine pena sconta la misura alternativa al carcere. Durante il laboratorio, che si è articolato in 12 incontri (seguiti dallo psicologo del centro Lorenzo Lucidi e dalla collega Giada Lembo), gli 8 partecipanti hanno potuto raccontarsi attraverso l’arte, superando le barriere linguistiche, esprimendo una parte di sé, emozioni, idee, pensieri.

 

AFFARI SOCIALI

Eutanasia, la Corte costituzionale non ha detto “no” (ma poteva fare di più)

di Andrea Pugiotto

L’Unità, 30 luglio 2025 Il pronunciamento non è stato un rigetto, ma una decisione di inammissibilità per motivi procedurali. I giudici costituzionali avrebbero comunque avuto modo di accorciare i tempi, ma non l’hanno fatto. 1. Scarsa competenza giuridica, disonestà intellettuale, malizia politica, partito preso: scelga il lettore quale, tra queste ragioni, spieghi meglio l’errata modalità con cui per lo più - i media hanno dato notizia della sent. n.132/2025 in tema di “fine vita”, annunciata come un “no” all’eutanasia. Non è così. Basta leggerla o, per i più pigri, scorrere almeno il comunicato stampa che l’accompagna.

 

Migranti. “Il modello Albania è un attacco a democrazia e stato di diritto”

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 30 luglio 2025 Il rapporto del Tavolo asilo e immigrazione. “La nuova fase è illogica, trasferiti individui già trattenuti nei Cpr italiani. L’accordo con Tirana va cancellato”, dice Filippo Miraglia. “Il modello Albania è un dispositivo di governo fondato sull’opacità e sullo svuotamento degli spazi di democrazia. Il Parlamento è stato marginalizzato, il ruolo della società civile ridotto, le informazioni rese inaccessibili anche ai soggetti istituzionali legittimati al controllo”. È questo il succo delle 52 pagine del rapporto presentato ieri alla Camera dal Tavolo asilo e immigrazione (Tai) con il titolo Ferite di frontiera.

 

Migranti. Meloni disposta a tutto pur di non chiudere il Cpr in Albania

di Gianfranco Schiavone

L’Unità, 30 luglio 2025 Niente liste di detenuti, mistero sulle nazionalità, silenzio sui trasferimenti. Balle e dati manipolati da parte del governo Meloni che ha un obiettivo imprescindibile: non chiuderlo. Tra aprile e luglio 2025 sono state effettuate sei visite di monitoraggio nel Cpr di Gjadër in Albania, alcune della durata di più giorni. Il quadro che emerge dal Rapporto è sconcertante innanzitutto in ragione degli enormi ostacoli che sono stati posti alla conoscenza dei fatti: le missioni parlamentari nella struttura di Gjader, in Albania “hanno ricevuto molteplici rifiuti nell’accesso alle informazioni: niente liste dei trattenuti, nessuna indicazione sulle nazionalità, silenzio sulle modalità dei trasferimenti.

 

Droghe. Canapa light, Italia sola contro tutti

di Raffaella Stacciarini

Il Manifesto, 30 luglio 2025 Il proibizionismo, si sa, fa sempre più danni di quelli che vorrebbe evitare. E la lotta senza quartiere, e senza ragione, del governo alla cannabis non fa eccezione, riuscendo peraltro nella straordinaria impresa di coniugare politiche repressive, danni economici e posizioni antiscientifiche. Nonché meramente ideologiche: il tono è sempre quello della crociata, della lotta all’ultimo sangue a una presunta piaga sociale ignorando dati, evidenze, resoconti, rapporti, anni e anni di studi.

 

ESTERI

Libia. Caso Almasri, il Governo si difende alla Cpi: “Abbiamo agito in base allo Stato di diritto”

di Errico Novi

Il Dubbio, 30 luglio 2025 Passano le ore e cresce la suspense per la decisione in arrivo dal Tribunale dei ministri sul caso Almasri. Sono in sospeso le posizioni di quattro figure centrali nel governo Meloni: la stessa presidente del Consiglio, il sottosegretario e titolare della delega sui Servizi Alfredo Mantovano, i ministri dell’Interno e della Giustizia Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Ma in attesa di sapere se, secondo il collegio di tre giudici costituito ad hoc, i componenti dell’Esecutivo debbano essere processati (e se vada chiesta l’autorizzazione alla Camera di appartenenza), il governo si difende in altra sede dalle accuse sul rimpatrio del militare libico: lo fa dinanzi alla Corte dell’Aia, che deve valutare se l’Esecutivo Meloni ha violato lo Statuto di Roma in materia di cooperazione nel perseguimento dei crimini internazionali.

 

Ucraina. Bombardata una prigione a Zaporizhzhia: 17 morti

di Sabato Angieri

Il Manifesto, 30 luglio 2025 La Russia ha “preso atto” del nuovo ultimatum di Trump e intanto continua a bombardare le città ucraine. Il bilancio della giornata di ieri è stato particolarmente pesante, con almeno 27 morti e 90 feriti, la maggior parte dei quali nel carcere di Bilenkiv, a poca distanza da Zaporizhzhia. Intorno alle 23.30 italiane di lunedì 4 bombe aeree teleguidate hanno colpito in pieno la struttura, distruggendo la mensa, parte degli uffici amministrativi e il reparto di isolamento, riferiscono fonti ucraine. Almeno 17 i detenuti rimasti uccisi e oltre 50 quelli che hanno avuto bisogno di cure mediche. Per Volodymyr Zelensky “si è trattato di un attacco deliberato e intenzionale”, mentre per il suo capo di gabinetto, Andriy Yermak, di “un altro crimine di guerra russo”.

 

DOCUMENTI

Documento Conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà: "Non c’è più tempo! Bisogna fermare la strage di vite e di diritti nelle carceri Italiane!"

L'Ufficio del Garante comunale di Padova partecipa alla mobilitazione indetta dalla Conferenza dei Garanti: "Non c’è più tempo! Bisogna fermare la strage di vite e di diritti nelle carceri Italiane!"

CNEL: "Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro per un ponte tra carcere e società"

Articolo: "Servono giustizia e diritti, no populismo penale", di Marcello Maria Pesarini

Articolo: "Un piano carceri che non restituisce umanità", di Lucio Boldrin

 

PODCAST

"Carbonio". Un podcast sull'ergastolo ostativo, di Gabriele Morelli e Laura Pasotti, prodotto da Irpimedia

 

APPUNTAMENTI 

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 3 agosto 2025

Progetto "Summer Days 2025" dell'Associazione CRIVOP Italia ODV (Vari istituti penitenziari, fino al 31 agosto 2025)

Convegno. "Sfide e opportunità dell’apprendimento in carcere: riflessioni a partire dalla didattica della matematica" (Bologna, 11 e 12 settembre 2025)

Convegno. "Leggi criminogene e restringimento della dialettica democratica: quali strumenti e quali spazi per il dissenso?" (Paluzza-UD, 12 - 14 settembre 2025)

Summer School. "50 anni di ordinamento penitenziario: il carcere come specchio delle trasformazioni sociali in Italia" (Torino, dal 15 al 19 settembre 2025)

Convegno: "I nodi irrisolti delle misure di sicurezza a contenuto terapeutico" (Torino, 18-19 settembre 2025)

Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)

56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)

"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)

 

CONCORSI  E BANDI

Premio letterario nazionale "inVISIBILI nell'INvisibile. Le parole che non vi ho detto". Edizione 2025 (scadenza 15 agosto 2025)

Master Universitario I Livello Università di Milano Bicocca: "Devianza, sistema della giustizia e servizi sociali" (Scadenza domande 19 settembre 2025)