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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 29 luglio 2025
di Enrico Cicchetti
Il Foglio, 29 luglio 2025 Affollamento record, caldo insopportabile e suicidi in aumento. La vera emergenza è ora, e riguarda lo stato di diritto. Il rapporto di Antigone. C’è un’Italia che continua a restare fuori dal dibattito politico, eppure racconta meglio di altre l’idea che lo stato ha di sé: le carceri. L’ultimo rapporto di Antigone - presentato con un titolo che è già una dichiarazione d’intenti: “L’emergenza è adesso” - restituisce l’immagine di un sistema penitenziario al collasso. I numeri sono implacabili: 62.728 detenuti a fronte di 51.276 posti regolamentari. Ma di quei posti, più di 4.500 sono indisponibili. Significa che in realtà il tasso di affollamento sfiora il 134 per cento e, in alcuni istituti, tocca picchi che sfidano la decenza: 190 per cento a San Vittore, Foggia, Lodi e Regina Coeli.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 29 luglio 2025 Un anno fa il ministro Nordio aveva presentato il Decreto Carceri: “Un passo molto importante, un rimedio al sovraffollamento carcerario”. Oggi abbiamo 1.248 detenuti in più. È stato reso pubblico stamattina il consueto rapporto di metà anno sulle carceri dell’associazione Antigone, frutto delle visite effettuate con il nostro Osservatorio sulle condizioni di detenzione nei primi sei mesi dell’anno. Quello che abbiamo visto con i nostri occhi fatica a emergere dai numeri. Celle minuscole dove vivono sei persone nel caldo più rovente, puzza di spazzatura in putrefazione che toglie il respiro, acqua corrente che manca.
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 29 luglio 2025 Sull’edilizia penitenziaria con un buon fact-checking sarebbe facile smontare la propaganda estiva che lo circonda. “Non si respira e la situazione sta diventando insostenibile. Dovreste venire a vedere in che condizioni viviamo”. È una delle testimonianze presenti nell’ultimo rapporto di Antigone. Il sovraffollamento non è una calamità naturale. È l’esito di politiche penali e penitenziarie stratificatesi nel tempo. Politiche securitarie, per certi versi classiste (si pensi alle norme che puniscono il vagabondaggio). Le statistiche criminali non giustificano la crescita della popolazione detenuta. Detto questo in premessa, la storia dell’edilizia penitenziaria italiana è in un quadrilatero di inefficienze, ricorsi, propaganda, corruzione, a partire dalle carceri d’oro degli anni 80 del secolo scorso.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 29 luglio 2025 Il decreto Caivano ha fatto saltare un sistema, considerato un modello. Il rapporto di Antigone fotografa un sistema al collasso: sovraffollamento al 134%, 45 suicidi in 7 mesi, celle con temperatura fino a 37 gradi e fallimenti dei decreti carcere. Detenuti in aumento, carceri minorili più affollate, condizioni di vita peggiorate. Crescono proteste, suicidi e denunce per trattamenti inumani. A raccontarlo è il nuovo rapporto di metà anno di Antigone, “L’emergenza è adesso”, che si apre con la voce di una madre: “Mio figlio è in carcere da tre settimane, ha disturba psichici. Può uscire in cortile solo due ore a settimana e la sua salute peggiora. Ha solo 22 anni”. È una delle tante testimonianze raccolte durante le 86 visite compiute nell’ultimo anno. Il titolo parla chiaro: il sistema penitenziario è al collasso, tra sovraffollamento, degrado crescente e un numero di suicidi che resta altissimo.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 29 luglio 2025 Il tasso di affollamento nazionale è al 134,3 per cento, ma in 62 istituti supera il 150 per cento e in otto strutture il 190 per cento. La ricerca raccoglie i risultati di 86 visite in 12 mesi. Negli istituti per minorenni dall’insediamento dell’esecutivo le presenze sono aumentate del 50 per cento, complice il decreto Caivano: “Negli Ipm ragazzi in stato di abbandono” e “condizioni di vita degradate”. Venite a vedere le condizioni in cui viviamo. È la richiesta di una persona a colloquio con lo sportello di Antigone, che racconta di una quotidianità “insostenibile” in carcere, in “celle da sei con uno o due ventilatori”, dove “non si respira”. Le testimonianze raccolte dall’associazione restituiscono un sistema penitenziario arrivato al collasso, “fuori controllo”, in cui “aumentano le persone detenute, peggiorano le condizioni di vita, si moltiplicano le proteste, i suicidi e le segnalazioni di trattamenti inumani”.
di Luca Sofri
ilpost.it, 29 luglio 2025 La giustizia minorile italiana è stata a lungo considerata un’eccellenza: dopo il decreto Caivano le cose stanno cambiando. Dal 2022 a oggi, cioè da quando si è insediato il governo di Giorgia Meloni, il numero di giovani detenuti nelle carceri minorili in Italia è aumentato del 50 per cento: secondo dati aggiornati al 15 giugno dell’associazione Antigone, che si occupa di diritti delle persone detenute, sono 586 (quasi tutti uomini: solo 23 sono donne). Prima dell’insediamento del governo di Meloni erano 392. Anche se tecnicamente si chiamano “Istituti penali per minorenni” (IPM), nelle carceri minorili italiane non ci sono solo minorenni: al momento quelli che hanno meno di 18 anni sono 355, circa il 60 per cento del totale.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 29 luglio 2025 “Non è pigiando persone nei container, privandole degli spazi di socialità, che si fa reinserimento sociale. La destra idolatra la certezza della pena senza la certezza del diritto”. “Ci troviamo davanti alla bancarotta dello Stato di diritto e della democrazia”. Riccardo Magi, leader di Più Europa, giusto venerdì ha presentato una proposta di legge per il numero chiuso nelle carceri, in netta controtendenza rispetto alle politiche penitenziarie adottate dal governo Meloni.
di Gigliola Alfaro
agensir.it, 29 luglio 2025 Il presidente della Fict Luciano Squillaci spiega cosa cambierebbe per i detenuti con tossicodipendenza nel sistema attuale se diventasse legge il ddl approvato in Cdm. Il 30 luglio il Dipartimento per le politiche antidroga ha convocato le 5 reti delle comunità terapeutiche per illustrare nel dettaglio la parte del Piano che le riguarda. Una detenzione differenziata per i tossicodipendenti e alcoldipendenti: è al centro del disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 22 luglio, tra le misure del “Piano carceri”.
di Giulia Melani
L’Unità, 29 luglio 2025 Nove anni fa, il 29 luglio 2016, ci lasciava Alessandro Margara: giurista e magistrato di sorveglianza fiorentino, un vero maestro per molte e molti suoi colleghi più giovani. Per una stagione purtroppo troppo breve, ma comunque significativa, basti pensare al nuovo Regolamento dell’Ordinamento penitenziario, è stato Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Successivamente, Presidente della Fondazione Michelucci e, infine, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della regione Toscana.
La Notizia, 29 luglio 2025 Tra suicidi, fughe e sovraffollamento, l’emergenza carceri sembra sempre più lontana da una soluzione. Per questo la Conferenza Nazionale dei Garanti territoriali ha indetto “nella Giornata del 30 luglio una manifestazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sollecitare la politica nel suo complesso, e non soltanto il Governo, a mettere in campo soluzioni immediate e concrete alle accorate parole inequivocabili del Presidente della Repubblica sul tema delle carceri”.
fondazioneconilsud.it, 29 luglio 2025 Stefano Consiglio: Con questa azione concreta, sebbene parziale rispetto alle reali esigenze degli istituti di pena meridionali, vogliamo alzare il livello di attenzione sulle condizioni delle carceri italiane. “Abbassiamo la temperatura per alzare il livello di dignità”. Con questo auspicio, la Fondazione con il Sud ha deciso di acquistare e donare 1.200 “ventilatori a colonnina” alle carceri del Sud Italia.
di Emiliano Pretto
dire.it, 29 luglio 2025 È stata presentata nella Capitale la relazione annuale 2024 del Garante dei detenuti di Roma. “La capienza regolamentare della casa circondariale Rebibbia Nuovo complesso è di 1.170 posti, ma i posti realmente disponibili sono 1.057 (10 in meno rispetto a quelli disponibili al 31 dicembre del 2023) e quelli realmente occupati erano 1.548. Al 30 giugno 2025 i posti occupati risultavano essere 1.571. All’istituto di reclusione la capienza regolamentare è di 445 posti, ma quelli realmente disponibili sono 317. Al 31 dicembre 2024 i posti occupati erano 284. Al 30 giugno 2025 i posti occupati risultavano essere 281″.
di Niccolò Gramigni
La Nazione, 29 luglio 2025 Il testo presentato in Consiglio comunale. Tante le osservazioni delle opposizioni. Sul carcere di Sollicciano “a fronte di alcune dotazioni minime garantite, le condizioni abitative e l’accesso a spazi collettivi sono insufficienti per rispondere ai bisogni educativi, sociali e relazionali della popolazione detenuta. Interventi di adeguamento infrastrutturale e di potenziamento degli spazi di socialità e formazione risultano quindi urgenti e prioritari”. La relazione della commissione politiche sociali e della salute, illustrata in Consiglio comunale, è chiara. Parla di problemi su problemi: sovraffollamento, infiltrazioni d’acqua, infestazioni di topi, malfunzionamenti di acqua calda. Si descrive Sollicciano come “un ambiente profondamente patogeno, incapace di garantire condizioni di vita dignitose”.
di Ilaria Sacchettoni
Corriere della Sera, 29 luglio 2025 L’appello della sorella: “Chi sa parli”. Francesco Valeriano ha riportato gravissime lesioni al cervello, ma nessuno ha avvisato la famiglia. Entra nel carcere di Rebibbia in seguito all’arresto per stalking e finisce in coma al Policlinico Umberto I. É la storia di Francesco Valeriano, 45 enne di Fondi, cameriere, affetto da tossicodipendenza e ora ridotto alla stregua di un “vegetale” senza che i fatti siano neppure stati denunciati. É la sorella Antonella a lanciare un appello: “Chi sa parli. Cosa è successo a mio fratello?”
di Francesco Zizi
La Nuova Sardegna, 29 luglio 2025 Il commento del procuratore generale di Cagliari. Proseguono le trattative tra regione e Governo per distribuire i detenuti. Proseguono in queste ore le trattative tra Regione e ministero della Giustizia per la rimodulazione dell’arrivo dei detenuti al 41-bis nel carcere di Uta. Secondo le indiscrezioni trapelate ieri i boss mafiosi dovrebbero essere distribuiti in varie carceri italiane, tra cui appunto Uta, ma anche il carcere di Bancali a Sassari a quello di Badu e Carros di Nuoro.
di Teresa Cioffi
Corriere di Torino, 29 luglio 2025 Per il mantenimento del Cpr di corso Brunelleschi vengono spesi oltre 11 mila euro al giorno. “Praticamente 280 euro a persona, come un hotel” azzarda in Sala dell’orologio Pierino Crema (Pd) durante la seduta della Commissione Legalità. Si è riunita ieri a Palazzo di Città per la presentazione del report sui costi del Centro di Permanenza per i Rimpatri di corso Brunelleschi. È stato riaperto lo scorso marzo, dopo un anno di chiusura e lavori. Ad oggi è gestito dalla Cooperativa Sociale Sanitalia Service, che aveva vinto l’appalto da 8 milioni e 400 mila euro per due anni. Quest’anno, a fine di giugno, le persone trattenute erano 60 su una disponibilità di 70 posti. Dall’apertura ad oggi, invece, sono stati 196 i trattenuti. Di questi solamente 28 sono stati effettivamente rimpatriati.
di Cristina Bertolini
Il Giorno, 29 luglio 2025 Non solo corsi di riqualificazione per poter trovare un lavoro una volta scontata la pena: i 735 reclusi nel carcere di Monza potranno ottenere un documento di identità e avvalersi di servizi per le pratiche familiari. La città entra in carcere con due sportelli a servizio degli “invisibili”. È stato firmato lunedì 28 luglio il protocollo d’intesa per realizzare uno Sportello lavoro e uno Sportello diritti nella Casa circondariale di Monza. Il documento è stato siglato dal sindaco Paolo Pilotto, dalla direttrice di via Sanquirico Cosima Buccoliero, da Afol Monza e Brianza rappresentata da Silvia Costa e dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Walter Palvarini, Mirco Scaccabarozzi e Giancarlo Pagani.
di Giovanna Taverni
Il Domani, 29 luglio 2025 Quando Chet Baker suonava la tromba nel carcere di Lucca, la gente si fermava in strada, sotto le mura della casa circondariale di San Giorgio, perché era favoloso ascoltare Chet suonare, proprio come lo è ancora oggi, non ci stanchiamo mai di ascoltare la tromba di Chet Baker, che ha un suono così speciale, doloroso, l’effetto di una bambagia avvolgente. La leggenda narra che un visionario passante registrò addirittura un bootleg dalla strada con il suono di quella tromba, “Chet Baker, dentro le mura”, ma di quella registrazione si fa fatica a trovare traccia.
AFFARI SOCIALI
di Simone Alliva
Il Domani, 29 luglio 2025 La strategia della commissione Cultura della Camera, mentre si avvicina la scadenza del 5 agosto per gli emendamenti alla legge che vuole cancellare l’educazione affettiva, sessuale e l’inclusione Lgbt nelle scuole: potranno essere presentate solo memorie scritte. Salta il dialogo con sindacati, studenti ed esperti. E le opposizioni attaccano. Una strategia congeniata, quella della destra al governo: promesse di dialogo e poi, nel silenzio della burocrazia parlamentare, la serratura che scatta. Martedì 5 agosto sarà il termine ultimo per gli emendamenti alla proposta di legge sul consenso informato nelle scuole. Una scadenza calata come una lama sul lavoro delle opposizioni e della società civile. Le audizioni, annunciate e promesse, non ci saranno. O meglio: gli esperti potranno solo depositare delle “memorie scritte”, prove di dialogo archiviate con una pec.
di Gianni Oliva
La Stampa, 29 luglio 2025 Si apre la discussione sui problemi del sistema formativo. Mali aggrovigliati di una scuola senza identità. Massimo Cacciari ne ha tracciato un profilo giustamente severo su La Stampa di ieri, descrivendo un sistema oppresso dalla burocrazia e ingessato in un metodologismo astratto, dove il successo formativo si misura solo sulla percentuale di coloro che finiscono il corso negli anni previsti e dove lo Stato abdica alla sua funzione politica essenziale, quella di investire nella formazione. Difficile non concordare con il pessimismo che emerge dalle sue riflessioni. Nella deriva della nostra scuola ci sono tuttavia passaggi che richiamano a precise responsabilità politiche.
di Niccolò Nisivoccia
Il Manifesto, 29 luglio 2025 La Corte non sembra essersi pronunciata nel merito ma aver dichiarato la questione inammissibile per ragioni puramente processuali. La sentenza della Corte costituzionale anticipata dal comunicato di venerdì scorso interviene nuovamente sulla materia del fine vita, dopo le sentenze del 2019 e del 2024 che però riguardavano la fattispecie del suicidio assistito, mentre quella annunciata venerdì riguarda l’omicidio del consenziente, e cioè l’eutanasia.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 29 luglio 2025 No all’accesso civico sul Cpr di Gjader. Per sapere qual è la base normativa del rimpatrio di cinque cittadini egiziani avvenuto il 9 maggio scorso, nella prima e finora unica deportazione direttamente da Tirana, il manifesto aveva avanzato una richiesta di accesso civico. Voleva semplicemente sapere quali accordi tra Italia e Albania permettono questa prassi. Un’operazione che, comunque, solleva vari dubbi di compatibilità con la direttiva rimpatri: basti pensare che secondo la Cassazione, la quale ha interpellato la Corte di giustizia Ue, la compatibilità è incerta perfino sul solo trasferimento a Gjader, quindi fuori dal territorio nazionale, dei migranti “irregolari”.
di Oscar Iarussi
Avvenire, 29 luglio 2025 “Restate con noi, torniamo tra pochissimo, dopo la pubblicità…”. A seguire i telegiornali o i programmi serali cosiddetti “di approfondimento” si coglie una divaricazione crescente tra l’idea di morte e quella di guerra, dall’Ucraina a Gaza, fino al recente conflitto missilistico tra Israele-USA e Iran. È uno scollamento concettuale tanto più evidente quando scrolliamo i video di Instagram e Facebook, laddove il monito iniziale che talora mette in guardia dalla violenza delle immagini serve sì e no a esorcizzare la visione di una strage o dell’assassinio attuato da un drone. Vi assistiamo senza batter ciglio, prima di passare a tutt’altro contenuto e spesso frivolo. Si direbbe una regressione antropologica da cui deriva anche l’incapacità di distinguere il virtuale dal reale e il vero dal falso.
di Leonardo Fiorentini
L’Unità, 29 luglio 2025 Un approccio diverso che punta a ridurre la violenza tutelando i rapporti sociali, il lavoro, la casa. Insomma, a salvare le vite libere piuttosto che continuare a rinchiuderle in galera. Mentre in vista della campagna per le elezioni di midterm il presidente americano apre una nuova stagione di repressione sociale. Cinque. Tanti sono stati gli omicidi registrati nel mese di aprile 2025 a Baltimora. Un numero che, preso isolatamente, potrebbe dire poco. Ma nel contesto di una città di quasi 600.000 abitanti che nel 2019 contava 348 omicidi (quando in tutta Italia se ne registrarono 315), rappresenta un evento storico: è il dato mensile più basso registrato da quando, negli anni 70, si iniziarono a raccogliere statistiche.
di Claudia Bettiol
valigiablu.it, 29 luglio 2025 Cosa succede ai civili ucraini detenuti nei territori occupati dalla Russia e cosa dovrebbe fare l’Europa? “Jevhen Matveev, sindaco della città di Dniprorudne, regione di Zaporižžja. È stato catturato a inizio invasione perché si è rifiutato di cooperare con i militari russi, poi torturato e infine ucciso in prigionia; almeno il suo corpo è ritornato”, racconta Nataliia Jaščuk, Senior War Consequences Officer al Centro per le libertà civili - associazione ucraina che si occupa di diritti umani, vincitrice del Nobel per la Pace 2022 - snocciolando una carrellata di nomi e informazioni su persone, civili e militari, finite nella morsa della prigionia in Russia e nei territori occupati, Crimea inclusa.
di Luca Foschi
Avvenire, 29 luglio 2025 B’Tselem e Physicians for Human Rights (Phr) utilizzano la parola per descrivere le politiche attuate dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese nella Striscia. “Non avremmo mai immaginato di scrivere questo rapporto, ma negli ultimi mesi abbiamo visto una realtà che non ci ha lasciato nessuna scelta se non quella di riconoscere la verità: Israele sta commettendo un genocidio”. Lo ha detto in ebraico, arabo e inglese la presidente dell’Ong B’Tselem, Orly Noy. È la prima volta che due Ong israeliane, B’Tselem e Physicians for Human Rights (Phr), utilizzano la parola genocidio per descrivere le politiche attuate dallo Stato di Israele nei confronti del popolo palestinese nella Striscia di Gaza.
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 29 luglio 2025 Non è emersa alcuna credibile prova che il carcere costituisse un obiettivo militare. Gli attacchi, avvenuti in un giorno lavorativo e in un orario di visite - hanno ucciso o ferito decine di civili. “Stanno sganciando bombe su di noi. Alcune persone sono ferite, le finestre sono in frantumi, siamo tutti sparpagliati … Adesso hanno colpito ancora. Non so, a me pare una cosa intenzionale. Ma bombardare una prigione è una cosa priva di logica e incompatibile con ogni codice di condotta. Loro [le autorità della prigione] hanno chiuso la porta e non abbiamo alcuna notizia”. Sono le parole dette, in una concitata telefonata ai familiari, dal dissidente politico iraniano Mohammad Mourizad, dall’interno della sezione 8 della prigione di Evin, a Teheran.
DOCUMENTI
CNEL: "Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro per un ponte tra carcere e società"
"L'emergenza è adesso", Rapporto di metà anno dell’Associazione Antigone
Articolo: "Carlo Nordio e l’uso alternativo del diritto", di Aniello Nappi
Articolo: "Breve report della Relazione annuale sullo Stato di diritto 2025", di Barbara Benzi
PODCAST
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 3 agosto 2025
Convegno: "La funzione rieducativa della pena. Biblioteche in carcere" (Nuoro, 3 e 4 ottobre 2025)
56° Convegno nazionale SEAC: "Le pena e le leggi" (Bologna, 24 e 25 ottobre 2025)
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
CONCORSI E BANDI